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Autore: V4l3    24/07/2019    1 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passate due settimane, da quando Alex aveva iniziato a dare una mano al pub, rendendosi conto di quanto fosse un lavoro piuttosto impegnativo: nonostante si trattasse di un pub in una cittadina non molto grande, la sera era sempre pieno di gente e aveva capito che più ci andava e più erano felici sia Liz,  carica di lavoro, sia Mike che sembrava sicuramente più divertito dalla cosa, soprattutto perché poteva mangiare i vari dolcetti che Alex preparava; inoltre era da due settimane che il rapporto tra lei e Jason in qualche modo aveva finalmente avuto un inizio. Non avevano più discusso, spesso chiacchieravano del più e del meno, discorsi semplici, trovandosi a sorridersi quando facevano il tragitto per il pub, o a tavola quando mangiavano insieme o come all'ultimo controllo per il ginocchio, quando il Dottore aveva comunicato loro che fosse tutto tornato nella norma, si erano ritrovati a guardarsi complici sospirando di sollievo. Sapevano che prima o poi la promessa fatta quella sera, di raccontarsi, si sarebbe dovuta mantenere, ma per il momento si sentivano come se avessero sancito un patto silenzioso per potersi godere qualche attimo di pace, perchè in fondo sapevano che parlare avrebbe significato per entrambi soffrire, portare alla luce quel passato che ammantava in maniera indelebile entrambi, come un velo, sottile, ma che faceva sentire ancora il suo peso.  

-Non c'è bisogno che vieni anche stasera- Alex sorrise ad un Jason appoggiato al bancone della cucina, stava sorseggiando il caffè e dalla sua espressione non sembrava molto convinto della cosa; Alex lo osservò, era vestito con dei jeans scuri e una maglia pesante dello stesso colore che metteva in evidenza il blu dei suoi occhi che ora erano puntati su di lei mentre le sue labbra sorseggiavano piano la bevanda calda–Non ho detto questo- rispose -solo che non so a che ora arriverò, dal momento che devo consegnare un lavoro e parlare con un cliente- spiegò, Alex si alzò dal tavolo dove aveva appena finito di fare colazione 

–E io ti ripeto che non ci sono problemi se non vieni al pub stasera, chiedo uno strappo a Liz- rispose divertita dal fatto che Jason, da quando lei aveva iniziato a lavorare, l'avesse sempre accompagnata verso le 18.00 per poi tornare verso le 23.00 aspettando che lei finisse bevendo la sua birra e parlottando con Mike e altri clienti suoi amici. Era in quelle occasioni che si era ritrovata ad osservarlo: mentre rideva per qualche battuta, o adocchiava malamente qualche suo amico per qualcosa che aveva detto; in quei piccoli momenti, lei l'aveva guardato davvero, imprimendosi per bene ogni sua espressione, sorridendo anche lei perché stava imparando a capire quando c'era qualcosa che non lo convinceva e una leggera ruga si affacciava sulla sua fronte, oppure quando invece era divertito da qualcosa, il suo viso si illuminava, la sua bocca si apriva e mostrava una dentatura bianca e perfetta, con quelle leggere linee d'espressione ai lati e altre più piccole intorno agli occhi; si era soffermata spesso ad osservare le sue labbra posarsi sulla bottiglia di birra che beveva, arricciandosi, vedere la gola stendersi per deglutire, assaporarne il gusto e infine riprendere a parlare. Aveva scrutato il suo modo di fare, il suo muoversi, le sue mani: grandi, con delle vene visibili che disegnavano come un'edera che si ramifica, belle. Qualcosa era cambiato in lei forse da quella sera, forse prima, ma si rendeva conto che spesso lo cercava più di quanto avrebbe davvero dovuto, con il ricordo di quell'abbraccio, il piacere di sentirlo così vicino e presente, cullandosi nel suo profumo e delle sue mani strette alle sue braccia. 

Jason posò la tazza sul tavolo e stava per ribattere quando sentirono bussare alla porta –Vado io- disse avviandosi con un mezzo grugnito, mentre Alex si ridestò da quei pensieri e si affacciò dalla cucina per vedere chi fosse a quell'ora di mattina. Quando aprì la porta non ebbe neanche il tempo di capire chi fosse che subito si ritrovò a stringere il corpo di Jane che gli si era praticamente lanciata addosso 

–E' da giorni che non ti vedo!- esordì la donna inspirando il profumo di quell'uomo così maledettamente importante per lei –Jane!-Jason parve subito sorpreso per quell'improvvisata 

–Allora ancora ti ricordi il mio nome- le disse lei sorridendo guardandolo negli occhi -pensavo mi avessi dimenticata- ammiccò e subito si avvicinò per baciare dolcemente la bocca di Jason che però, dopo aver risposto in un primo momento al bacio, si staccò leggermente, interrompendo quel contatto per girarsi verso il corridoio dove incrociò lo sguardo stupito di Alex. 

-Scusate!- Alex saltò sul posto così si ritirò di nuovo in cucina, portandosi una mano sul cuore che le martellava nel petto come tamburo, vedere Jason in quegli atteggiamenti con la sua ragazza le aveva fatto di nuovo uno strano effetto e quel malessere si dipanò in lei ancora una volta.

-Cosa ci fai qui?- Jason chiuse la porta per far entrare Jane che continuava a restare attaccata al suo braccio sorridendogli –Sono passata a vedere che fine avessi fatto- rispose stringendolo un po' di più e Jason sorrise appena, rivolgendo una rapida occhiata di nuovo al corridoio, vuoto     –Sto per andare a consegnare un lavoro e parlare con un cliente, starò fuori praticamente tutto il giorno- spiegò lui mettendosi di fronte alla ragazza che sembrava più smagrita rispetto a come se la ricordasse e subito venne come colto da un pensiero che spazzò via ogni altra cosa: possibile che non si vedevano da così tanto? Possibile che fosse stato così assorbito dal lavoro e da quella ragazzina da non essere andato più da Jane? Quell'osservazione lo trafisse inaspettatamente, non riusciva a credere di aver cancellato la figura di Jane in quei giorni e la cosa lo stranì

–Immaginavo fossi molto impegnato, come stai?- Jason inspirò e scacciò i suoi pensieri abbassando lo sguardo sulle mani di lei strette nelle sue, per poi concentrarsi su quello sguardo verde smeraldo e quelle lentiggini –Bene, un po' stanco- ammise vedendola sorridere posando una sua mano sulla sua guancia leggermente ispida per la barba non fatta

–E pensi che potremmo vederci?- chiese con quella nota speranzosa nella voce che ogni volta lo colpiva chiedendosi come potesse, una ragazza bella ed intelligente come Jane, perdere ancora del tempo con uno come lui –Non saprei- rispose –magari domani- ipotizzò e lei sembrò accusare quella risposta come un colpo non gradito, il suo sguardo si adombrò subito, pur mantenendo un leggero sorriso–Questa sera non puoi passare?- chiese con una nota incrinata nella voce, in quel momento comparve di nuovo Alex profondamente in imbarazzo

 –Scusatemi ancora, vado di sopra- disse entrando nel salotto –Alex, vero?- Jane la guardò sorridendo lasciando Jason, Alex si fermò poco prima delle scale guardando un attimo l'espressione imperturbabile dell'uomo, per poi incrociare lo sguardo di Jane–Si- ammise, la donna le sorrise ancora affabile -Sei tu la ragazza nuova che lavora al pub di Mike, vero?- le chiese –Il paese è piccolo e le voci corrono, soprattutto se si tratta di volti nuovi- aggiunse rispondendo all'espressione un po' sorpresa di Alex a quella domanda

–Si, lavoro lì da qualche giorno- ammise

 –So che grazie a te, adesso Mike può servire dei dolci molto buoni- continuò Jane cordiale, Alex arrossì leggermente –Beh non sono niente di speciale, ma è un favore che mi ha chiesto Mike- rispose guardando poi verso Jason–Davvero non preoccuparti per me, mi porterà Liz, ora vi lascio soli- così dicendo salì le scale velocemente ringraziando il fatto che il suo ginocchio si fosse oramai rimesso, non voleva continuare quella conversazione.

-E' per lei che non sei più venuto?- Jane guardò dritto negli occhi Jason per nulla sorpreso da quella domanda –No- rispose secco, bruciando all'idea che avesse ragione, mentre Jane incrociò le braccia e assunse un'espressione più seria –Non avevi detto che se ne sarebbe andata presto?- chiese e Jason a quel punto increspò le labbra in un sorrisetto

 –Davvero stai facendo una scenata di gelosia?- chiese sarcastico facendole subito cambiare espressione da arrabbiata a triste–Scusa, ma non mi spiego questa convivenza, mi sembra piuttosto strana- ammise lasciando cadere le braccia lungo i fianchi –Inoltre mi manchi- aggiunse. Jason ritornò serio, doveva riprendere le redini della sua cavolo di vita, le si avvicinò di un passo, la scrutò a lungo per poi alzare una mano e prenderle il mento avvicinandosi 

 –Verrò da te stasera, ma non voglio più che piombi qui per fare allusioni, è chiaro?- Jane si morse il labbro affranta –Va bene- ammise, lui posò le sue labbra su quelle di lei per poi staccarsi quasi subito –Ora vai ci vediamo da te stasera- Jane si sforzò di sorridere per poi uscire di casa.    Alex stava sistemando i suoi abiti quando vide apparire davanti la porta della camera Jason, immediatamente sentì di nuovo l'imbarazzo per averlo visto con Jane baciarsi, cosa ridicola a pensarci a mente lucida, ma non riusciva a non sentire le sue guance imporporarsi

–Stasera non verrò al pub- le disse diretto, non sembrava più il Jason di pochi minuti prima e lei si ritrovò a rimanere un attimo sorpresa, non trattenendo una certa delusione –Ah..ok- si limitò a rispondere –te l'ho detto c'è Liz- aggiunse con un'alzata di spalle per poi legare i suoi capelli in una coda morbida mentre lui continuava a guardarla

 –Non tornerò a dormire-le disse dopo attimi di silenzio. Non seppe il perché, ma si sentì in dovere di dirglielo nonostante fosse già successo in passato, ma quando Jane gli aveva fatto notare che erano giorni che non si vedevano, lui era rimasto incredulo davanti all'evidenza dei fatti, non riusciva ad immaginare che la presenza di Alex avesse annebbiato tutto ciò che era prima la sua vita, non doveva e non poteva permetterselo! In qualche modo dirlo ad alta voce anche a lei era un modo per ripristinare un certo controllo della sua stramaledetta vita. Alex a quella frase trattenne il respiro, aveva rivolto la sua attenzione alle maglie per riprendere a sistemarle, ma a quelle parole si era fermata rivolgendo i suoi grandi occhi color del mare verso Jason, la cui espressione sembrava turbata da qualcosa –Va bene- si limitò a rispondere cercando di non far uscire quella delusione che ora si era ampliata a macchia d'olio dentro di lei, pur non spiegandosene il motivo; lui non aggiunse altro e ridiscese velocemente le scale per  uscire di casa lasciando che tutto piombasse in un silenzio irreale.

Alex si sedette sul letto, guardando davanti a se la finestra che mostrava una giornata piuttosto bella ma freddissima, con la fine di novembre l'aria era cambiata notevolmente e la temperatura si era fatta ancora più rigida e nonostante in casa si stesse bene, in quel momento Alex sentì il gelo invaderle il corpo. Era già successo quando avevano discusso che Jason mancasse da casa, che uscisse la mattina per tornare quando lei era ormai addormentata, aveva anche dormito fuori, da quando lei viveva lì, ed era ovvio visto che non era certo un bambino e aveva la sua vita, ma era capitato solo quando loro due non navigavano in buone acque. La situazione in quegli ultimi giorni, si era notevolmente risollevata, Jason rimaneva un tipo silenzioso e spesso era chiuso in un mondo invalicabile, questo lei l'aveva capito, ma stavano imparando ad accettare l'uno la vicinanza dell'altra e lei si era illusa che lui ci sarebbe sempre stato; pensare che quella sera non sarebbe tornato per passare la notte da quella ragazza, l'aveva resa irrimediabilmente triste, inoltre il fatto che lui glielo avesse detto, le aveva l'asciato davvero l'amaro in bocca. Sospirando si diede della cretina almeno un milione di volte prima di uscire e andare al pub, ma niente era servito a risollevarle il morale, si era anche sorpresa nel pensare che quel suo modo di fare sembrava dettato dalla gelosia e la cosa l'aveva colpita come un fulmine, si rifiutava di crederlo, ma alla fine ammetterlo le aveva permesso di capire che infondo teneva a Jason più di quanto lei stessa immaginasse.

Arrivò al pub poco prima delle 17.00, entrando dalla porta che dava direttamente sulla cucina; lì trovò Mike intento a sistemare alcune cassette vuote in un angolo –Ciao Mike- salutò e l'uomo le rivolse un suo solito sorriso –Ciao Alex!Tutto bene?- chiese pulendosi poi le mani

–Si, come sempre- rispose la ragazza spogliandosi e indossando il grembiule che usava in cucina e legando i suoi capelli in una treccia veloce –Liz?- chiese notando l'assenza della moretta –Non credo verrà- rispose Mike iniziando a pelare alcune patate –stamattina si è svegliata con la febbre- aggiunse sospirando, Alex non si aspettava che l'aspetto non proprio rassicurante di Liz la sera prima, potesse portare a quel risultato, questo avrebbe significato che il suo passaggio per quella sera non era così scontato –Pensi di farcela da sola di qua, quando io dovrò servire e preparare da bere?- le chiese Mike osservando il volto pensieroso di Alex 

-Oh si, certo- rispose iniziando a preparare i muffin al cioccolato che andavano a ruba –E allora cos'è quella faccia? Sei preoccupata per qualcosa?- chiese Mike affabile, Alex si sforzò di sorridere –No sto bene, ma ho un problemino per il rientro stasera, speravo che Liz potesse darmi uno strappo- ammise iniziando a mescolare i vari ingredienti all'interno di una ciotola, Mike aggrottò le sopracciglia incuriosito –Jason non verrà?- chiese e Alex fece un cenno del capo –Andrà da Jane, è venuta da noi questa mattina- confessò –e Jason mi ha detto che non dovrò aspettarlo, per cui..-lasciò la frase in sospeso e alzò il viso per osservare Mike, stupendosi nel trovarlo visibilmente incupito –Mike? Tutto bene?- chiese, era la prima volta che vedeva l'uomo con quell'espressione torva, non era certo da lui – Ci sono io, non è un problema, ora vado a sistemare le birre, fai per favore anche la crema- disse scuro in volto uscendo subito dopo dalla cucina. Alex rimase interdetta ad osservare il punto della porta dove Mike era sparito, non le sembrava possibile che un tipo come lui si potesse arrabbiare, ma era proprio così che ora l'aveva visto, sembrava turbato da qualcosa ma non sapeva cosa fosse successo, del perché avesse cambiato umore così repentinamente; improvvisamente però, le venne il dubbio che forse il fatto che non ci fosse Liz e che Jason non potesse venire, avesse implicato in qualche modo che dovesse essere lui l'unico a poterla portare a casa, cosa che non era nei suoi programmi, ovviamente. Subito Alex si sentì in colpa e uscì dalla cucina per andare nella sala dove lo trovò a sistemare alcune sedie intorno ai tavoli –Mike, scusami!- disse tutta d'un fiato, l'uomo a pochi passi da lei con la mente altrove, sentendola si fermò e si girò a guardarla, sembrava turbata –Cosa?- chiese non capendo 

–Scusami- ripetè lei stringendosi le mani –Ma di che stai parlando? Hai rovesciato l'impasto a terra?- chiese con una nota divertita nella voce –No, non è questo- rispose Alex in imbarazzo, Mike le si avvicinò con un sopracciglio alzato sorridendo –Ma si può sapere che ti è preso, Alex?-le chiese e lei dopo un sospiro alzò il viso e incrociò gli occhi del ragazzo –Non volevo che tutto questo ti costringesse a darmi uno strappo a casa, è ovvio che sia una bella rottura, ma non ti devi sentire in dovere, anzi, sicuramente verrà quel signore che abita poco lontano da noi, il Signor Freeman, mi farò dare uno strappo a casa da lui, mi dispiace che ti abbia fatto innervosire..-il suo parlare a tutto spiano venne interrotto improvvisamente da un dito di Mike che si appoggiò sulle sue labbra stupendola; lui la guardò divertito –Alex non mi sono certo arrabbiato per questo- disse non trattenendo una risata –e non ti lascerò di certo andare in auto con quell'ubriacone del Signor Freeman, piuttosto ti faccio dormire a casa nostra- le disse facendola sorridere e solo in quel momento lui staccò il dito dalle labbra di lei –Ma io credevo che..-lui la fermò di nuovo con lo stesso gesto –Non è successo niente, stai tranquilla, mi è solo venuto in mente una cosa che mi ha fatto stranire, ma tu non centri niente, ok?-Alex fece un cenno incerto d'assenso con la testa come una bambina ripresa dal padre e lui sorrise divertito 

–Ti porterò io a casa, per me non è certo un peso, ok?-e lei di nuovo mosse il capo in segno d'assenso –Brava, ora vai che tra poco qui ci sarà il delirio, stasera c'è una partita di coppa- disse l'uomo ritornando a sistemare la sala –Grazie Mike- Alex nutriva un vero e proprio affetto per lui, dalla prima volta che l'aveva visto gli aveva fatto una buona impressione, grazie a lui Jason aveva accettato di ospitarla e soprattutto le piaceva perché il suo viso era sempre sorridente e pronto alla battuta, a volte si chiedeva come facesse ad essere amico di uno come Jason, il suo opposto; lui la guardò e gli fece l'occhiolino mentre lei ritornò in cucina a finire di preparare. 

Quella sera, Alex lavorò davvero molto, il pub risultò pieno già prima dell'inizio della partita e lei si era dovuta destreggiare in quella cucina, chiedendosi come facesse Liz ogni volta e ammirandone le capacità -Tutto bene?- la voce di Mike le fece alzare la testa dalla friggitrice dove stava preparando alcune patatine -Si- sorrise riempiendo un piatto e passandolo a Mike il quale, prendendo le salse che le accompagnavano, le sistemò su un vassoio

 -Dai riposati un pò, per ora ci sono solo bevande da servire e ci penso io- le disse facendola sospirare di sollievo. Dopo essersi rinfrescata uscì dalla cucina e osservò il pub gremito di gente, si appoggiò al bancone, nel lato più defilato per non dare fastidio a Mike che invece stava ancora servendo da bere -Ciao- una voce al suo fianco le fece fare un salto 

-Thomas!- quasi gridò e il ragazzo rise di gusto vedendo l'espressione sorpresa della ragazza

-Scusami, ti ho spaventato!- le disse -Sì, ammetto che con tutto questo caos, non ti ho né visto né sentito arrivare- rispose divertita -quando sei tornato?- chiese e lui si sedette sullo sgabello lì accanto a lei -Questa mattina, sono in ferie per una quindicina di giorni- le spiegò -mi ha praticamente costretto il capo, dice che ho maturato talmente tante ferie da poter stare in vacanza per mesi- entrambi risero -Così, visto che a Natale lavorerò, ho preferito venire qui in questi giorni. Tu? Come mai sei al posto di Liz? Alla fine è fuggita?- le chiese facendola ridere di gusto sapendo quanto la moretta desiderasse viaggiare, invece di stare lì in quel paese, in quel pub

-A dire il vero oggi non c'è perchè ha la febbre, mentre io mi sono ritrovata a lavorare qui da qualche giorno- rispose sorridendo vendendo un'espressione di stupore, affacciarsi sul volto di Thomas -Lavori qui?- chiese incredulo e lei si ritrovò a rispondere con un cenno del capo ridendo -Accidenti, non me lo sarei mai aspettato!- disse bevendo poi un pò di birra dal suo boccale

-Quindi non parti più?- le chiese curioso  -Per ora no- rispose lei non trattenendo un certo sollievo nel pronunciare quelle parole, pensando che per ora poteva nominare quel posto come casa e notò le labbra di Thomas arricciarsi in un sorriso più rilassato -Questa è davvero una bella notizia- le disse all'orecchio facendole imporporare le guance, abbassò il capo in imbarazzo, perchè nessuno le aveva mai detto che la sua presenza fosse così gradita, nessuno. La serata proseguì più tranquilla e Alex riuscì a passarla con Thomas, ridendo e scherzando e fu lui ad insistere per poterla accompagnare a casa facendo desistere anche un Mike divertito per la cosa; la aspettò fino alla chiusura e qualcosa, quella sera, cambiò.

Erano le due del mattino e sentiva il suo corpo stanco ma completamente appagato, stavolta era riuscita a non addormentarsi e poteva godersi il contatto con il corpo caldo e solido di lui, il suo battito cardiaco e il suo respiro regolare. Alzò leggermente il capo dalla spalla di lui, dove si era rannicchiata, e lo vide con gli occhi socchiusi a scrutare il soffitto buio, con i colori notturni che penetravano dalla finestra–Mi sei mancato- disse piano, lui non le rispose ma le accarezzò piano la schiena –A volte vorrei davvero saper leggere nella tua mente- ammise sconsolata, lui sorrise appena–Non ti perdi nulla, te l'assicuro- rispose facendola sorridere 

–Invece credo che mi divertirei parecchio- ribatté lei baciandogli l'incavo del collo per poi tornare nella posizione iniziale –Mi dici chi è questa Alex, per te?- gli chiese dopo minuti di silenzio scandito solo dai loro respiri, lui non si mosse, continuando a guardare il soffitto, con la mano ad accarezzare la schiena di lei–So che non ti piace parlare delle tue cose, ma vorrei saperlo- aggiunse lei e solo a quel punto lui inclinò leggermente il capo ad incrociare i loro sguardi –Te l'ho detto sto facendo il favore ad una mia vecchia amica italiana- disse vedendo come Jane lo scrutasse nel chiaro scuro della stanza–Ma quanto si fermerà?- chiese ancora con curiosità –Non ha scuola?- lui sorrise –Ha finito la scuola e si fermerà fin quanto vorrà- Jane a quella frase rimase un po' perplessa, mentre Jason sentì uno strano senso di ansia al pensiero che Alex sarebbe potuta andare via prima o poi –Hai altre domande?- le chiese lui canzonatorio cercando di ritrovare il controllo dei suoi pensieri, ma prima che lei potesse anche solo rimuginare su cosa dirgli o chiedergli, lui invertì le posizioni trovandosi semidisteso su di lei 

–Avrei altre cose in mente- le disse pianissimo ad un soffio dal suo viso. 

  
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