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Autore: Angelica Cicatrice    26/07/2019    2 recensioni
Clopin aveva dedicato tutta la sua vita nel donare il sorriso ai bambini di Parigi. Non desiderava altro nella sua umile vita da giullare della piazza. Eppure, qualcosa stava per stravolgere quella felice monotonia, e la paura di essere dimenticato o messo da parte ( per colpa dell'arrivo di un nuovo cantastorie ) lo avrebbe logorato. Per non parlare dell'imminente giorno della Festa dei Folli. I due giullari si sarebbero scontrati in un duello all'ultimo spettacolo? O sarebbe accaduto qualcosa di assolutamente inaspettato da far rovesciare gli eventi? Il re degli zingari non si era mai posto il quesito: e se esistesse, in questo mondo folle, una persona come me ?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                                                               La festa dei Folli

Il cielo era ricoperto da un manto grigiastro che non prometteva nulla di buono. Se fosse scoppiato lì per lì un temporale, sarebbe stato un vero disastro.  Quel giorno, in fondo, lo aveva atteso l'intera città parigina. Inoltre, non si poteva rimandare, dato che era tutto pronto. I nastri con le bandierine erano stati fissati ad ogni palo e appiglio nella piazza, i tendoni colorati erano montati in vari angoli del luogo, e perfino il palco era stato costruito per l'occasione.
La festa dei Folli non poteva aspettare.

PV Clopin

- Mettete quei festoni laggiù. Lì deve andare il trono del re dei Folli. Ci vogliono altri barili di birra. -
Asciugandomi la fronte, imperlata di sudore, andavo avanti e indietro per dare le ultime direttive per i preparativi.
Ero così carico di lavoro che non avevo notato il tempo che passava velocemente. Odiavo fare le cose all'ultimo minuto.
Non erano ammessi errori o intoppi. Quel giorno, la festa doveva essere perfetta. Sempre se il cielo lo avrebbe permesso, pensai, mentre scrutavo i nuvoloni grigi, che si addossavano l'uno all'altro. 
Ti prego, ti prego, non oggi. Non rovinare tutto. Mentre formulavo quella silenziosa preghiera, osservai alcuni zingari, sudditi della mia  Corte, che stavano martellando sui chiodi del trono per il re dei Folli. In quel momento, mi tornarono in mente le parole di Quasimodo.
Due giorni fa.
- Non sarò presente alla festa, quest'anno. Mi dispiace, Clopin - mi disse, con aria molto turbata.
Ogni anno, come da tradizione, il re dell'anno precedente si doveva presentare per poi fare spazio a quello nuovo. E dato che Quasi, l'anno scorso era stato il re dei Folli, era logico che si sarebbe dovuto presentare. Ma come avevo sospettato, il mio caro amico non se la sentiva di partecipare nuovamente, dopo quello che gli era successo quella volta. Come dargli torto. Era stata l'esperienza più umiliante della sua vita. Nonostante fosse passato del tempo, e lui si sentiva a suo agio col mondo esterno, non aveva però dimenticato quel giorno. 
- Mi limiterò a guardare dall'alto - aggiunse, mentre dava un'occhiata fuori, oltre il suo tavolo da lavoro.
Rispettai la sua volontà,  soprattutto dopo avermi promesso che sarebbe venuto quella sera alla taverna di Marcel, per continuare a festeggiare nel post-festival. Meno male. Pensare che sarebbe rimasto rinchiuso nel campanile per tutto il giorno, mi avrebbe lasciato una gran tristezza.
Si stava facendo tardi. Era quasi mezzogiorno e io dovevo correre al mio teatrino per cambiarmi. Clopin, il re della piazza, doveva essere pronto per presentare nuovamente la festa più pazza dell'anno. Mentre saltellavo in mezzo al piazzale, canticchiai la solita canzone dell'evento. Ormai la conoscevo a memoria. Appena arrivai alla porta sul retro del mio carretto, come in automatico, diedi un'occhiata nella direzione opposta. Spalancai gli occhi sorpreso. Il carretto del nuovo cantastorie, che aveva preso posto negli ultimi giorni e che mi aveva fatto precipitare nell'ansia, non c'era più. Dissolto nel nulla. Come se non fosse mai esistito. Dove era finito? Da quanto tempo? Perché?
Ma sinceramente, quelle domande non avevano bisogno di risposte. Non mi importava di saperlo. 
Ciò che contava era che fossi nuovamente io il solo e unico giullare della piazza. Sollievo e soddisfazione mi riempirono il petto.
Comincia a saltellare come una molla, su e giù, tanto che qualcuno osservandomi, pensava che stessi anticipando i festeggiamenti del giorno. Perché no? Quello era un giorno perfetto per fare festini e divertirsi come non mai. L'unica spiegazione a quella improvvisa sparizione è che dopo la minaccia verbale lanciata due giorni fa, il mio presunto rivale, intimorito, aveva raccolto baracca e burattini e se l'era data a gambe. Ecco cosa succede quando ci si mette contro ad uno come me. Mi ero liberato di quel presuntuoso novellino senza fare chissà cosa. Sprizzavo felicità da tutti i pori e non vedevo l'ora che la festa iniziasse. Avevo una gran voglia di divertimenti, birra, e magari la compagnia di qualche bellezza femminile. Senza perdere altro tempo, aprì la porta del teatro, e dopo aver ispirato a fondo l'aria fresca, mi rintanai al suo interno.  

-Ehy voi, di qua! Vai, lasciate ogni mestier, è arrivato il grande dì -.
Come al solito, il lungo corteo delle voci del coro, tutti col mantello e cappuccio nero, si fecero largo al centro del piazzale. 
E anche io ero al mio solito posto, lontano dagli sguardi degli spettatori. 
- Ehy, voi, si può! Oggi non esiston più regole e schiavitù. Oggi è il giorno in cui, siiiii...-
-Puòòòòòòò!- la mia voce si innalzò in mezzo alle altre, nel preciso momento in cui uscì allo scoperto.
Mentre un boato di urla, fischi e applausi si elevò con vigore, fui circondato da coriandoli dai mille colori, e tende e drappi si aprirono alla mia presenza.
Uno spettacolo mozzafiato. Se non avete mai partecipato alla festa dei Folli, non potete lontanamente immaginare la grandezza di tale evento.
Il piazzale era gremito di persone di ogni genere: uomini, donne e bambini.  La musica, che proveniva dal gruppo di musicisti,
esplose e mi diede la carica per cominciare la mia esibizione. Come un lampo, cominciai a fare acrobazie e salti mortali.
- Una volta all'anno ormai chi non lo sa. Noi buttiamo all'aria tutta la città. Ogni re potrebbe ritrovarsi un clown. Oggi comandiamo solo noi -.
Cantai senza sbagliare neanche una nota, e intanto mi guardavo attorno. Era un vero peccato, che non c'erano ne Esme ne Quasi a condividere con me quella giocosa festa. Nonostante avessi capito le ragioni di entrambi, dentro di me, mi sentivo un po’ triste. Anche il cielo, così grigio, sembrava rispecchiare il mio stato d'animo. Ma volevo continuare a cantare e a muovermi, per intrattenere gli altri, e per mantenere il mio buon umore. Ovviamente non mancavano le solite mascherate più bizzarre. Quel gioco di colori e di forme erano l'anima della festa stessa, dove per un giorno potevi essere quello che volevi. Ma io rimanevo anche in quell'occasione il giullare dal costume variopinto coi campanelli. E mi bastava così. 
- Tutto quanto è sottosopra! Sottosopra! - cantarono in coro con me tutti i popolani. In mezzo a un gruppo di bambini, tra gomitate e spintoni, riuscì a farsi avanti la piccola Cosette, che corse veloce verso di me. La presi in braccio, facendola volteggiare nell'aria.
- Resti a casa chi non ce la fa... - canticchiai mentre tenevo Cosette in aria, e lei prontamente terminò la frase, con la sua vocina
 - a mandare all'aria la città! -.
Perché non era lei la mia nuova partner quel giorno? Era la degna erede come regina delle feste! 
Giusto, mi ero dimenticato della sostituta. La mia partner. Si stava avvicinando il momento che tutti aspettavano. Mi chiedevo però, come avrebbero reagito i baldi giovani non vedendo la loro amata ballerina. La bella Esmeralda.
- Di qua! Ehy, voi! L'occasione è questa qua per scoprire la beltà! - feci vibrare la mia voce e a quelle parole, un gran numero di persone, soprattutto uomini, circondarono il palco dai drappi rossi. 
- Per voi, c'è lei! Della Francia è un'entità per bellezza e rarità! - gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di me, e sapevo che di lì a poco sarebbe scoppiato l'entusiasmo maschile generale. O forse, ci sarebbe stato un boato di delusione generale?...
- Ecco a voi. Roxaaaaaaaaaaaaaanne, qua! - e feci scoppiare una nuvola fuxia, il solito diversivo per poter sparire indisturbato, sotto al palco, tramite una botola. 
Lì sotto, potei sentire chiaramente... il nulla! Il silenzio assoluto. Inizialmente, avevo percepito i primi cori festanti, nel preciso momento in cui ero svanito per dare spazio alla mia partner. Ma ora, niente fischi, niente schiamazzi, nemmeno un piccolo battito di mani.
Cosa stava accadendo? La risposta avvenne tramite dei passi decisi sopra la mia testa, sul palco in legno massiccio. Qualcuno stava camminando. Camminare? E il ballo? Era quello che mi aspettavo, insieme agli schiamazzi impazziti! Non quiete e tacchi sul legno!
Cosa stava combinando la mia partner?! Poi, lo sentì. Un suono vibrato, dolce e armonico. Qualcosa di alquanto familiare al mio orecchio. Dove avevo già sentito quella melodia? Avvicinai la testa il più possibile alla botola per ascoltare meglio. Il suono si elevò, e divenne più stridulo e potente, come un essere celeste che sale su verso il cielo. La folla era ancora ammutolita, e riuscì a percepire qualche sospiro. Poi, la melodia tacque. Ero troppo nervoso, ma anche curioso, e volevo assolutamente controllare la situazione. Alzai lentamente la botola e cercai di sbirciare. Vidi facce di uomini che erano rimasti come incantati. Non sbattevano neanche le palpebre. Ma che? All'improvviso, un nuovo suono si fece largo, rompendo quel silenzio assurdo. Era una melodia più forte, acuta e movimentata. Un boato gioioso ed eccitato che veniva dalla folla mi fece quasi sobbalzare. La tanto sperata reazione che mi aspettavo, era esplosa in quel momento.  Tip tap, tip tap. Facevano le scarpe su quella superficie. Stava ballando!
A ritmo di quella musica frizzante e contagiosa, la mia partner si stava esibendo in una folle danza che io, sfortunatamente, non stavo assistendo.
- Eppure, questo suono... aspetta, ma è un violino! - mi dissi. E quella melodia di poco fa, così familiare. Dentro di me crebbe uno strano presentimento. Non poteva essere...Quell'ansia mi portò ad aprire la botola prima del previsto. Non dirmi che...
Appena mi ritrovai nuovamente all'aperto, sul palco, davanti a me la folla stava donando monete d'oro a vagonate.
Ebbi il tempo di spostare lo sguardo al centro, e lì, dandomi le spalle, vidi la mia nuova partner, Roxanne.
Devo confessarvi un dettaglio: per il troppo lavoro, non avevo mai avuto occasione di vederla e di conoscerla, mi ero solo affidato alle parole di Esmeralda. Ma ora era lì, al centro del palco, che accoglieva le attenzioni della folla. Aveva fatto una spaccata perfetta, con una mano reggeva il violino, mentre l'altra era alzata in aria. Senza pensarci troppo, mi avvicinai a lei, con il cervello che mi martellava le parole: " Andiamo, hai ancora dubbi su chi sia?! ".
Le presi la mano con delicatezza, per aiutarla ad alzarsi. Una volta in piedi, sì girò e finalmente ci guardammo negli occhi per la prima volta. Attraverso le fessure di una maschera, mi fissavano due gemme dal colore indefinito e incorniciate da lunghe ciglia folte. Rimasi imbambolato, senza riuscire ad aprire bocca.
- Monsieur Clopin? - disse la sua voce, velata come un battito d'ali.
Come se avesse intuito il mio disagio da pesce lesso,  lei diede un'occhiata alla folla, mi fece l'occhiolino, e sfregò nuovamente l'archetto sulle corde producendo un nuovo suono. La folla tacque.
- Gente, si balla! - disse ad alta voce per farsi sentire. Dopo di che una nuova musica cominciò, grazie anche al gruppo dei musicisti che avevo ingaggiato. Tutti formarono delle coppie, e iniziarono a ballare riempendo l'intero piazzale. 
- Eh? Aspetta un momento! Questo non era in programma! - pensai a voce alta, risvegliandomi dal torpore di poco fa.
In tutta risposta, quella violinista, che ancora faticavo ad accertarmi della sua identità, con delle perfette piroette, mi si avvicinò. Quando fu abbastanza vicina da percepire il suo fiato sul collo, mi sussurrò :
- Avanti, Maestro, allunghi il braccio e si unisca alle danze -.
Un nuovo brivido mi percorse la schiena. Per quanto ingenuo fosse, quel gesto mi parve così sensuale. Guardandola negli occhi, lei mi fece segno di accingerle il braccio sul suo fianco libero. Non avevo scelta, anche perché lo spettacolo doveva continuare. Smettendo di fare la bella statuina, feci ciò che dovevo, mentre lei si limitava a suonare il violino. I nostri sguardi si incatenarono, mentre io prendevo il ritmo per accompagnarla nella danza, e saltellando iniziammo a girare su noi stessi, cambiando qualche volta lato. Di colpo, tutto mutò, e mi sentivo stranamente bene. Come se anche la più piccola briciola di malinconia fosse svanita, lasciando posto solo all'entusiasmo e all' euforia.
Era forse la misteriosa Roxanne, a farmi quell'effetto?
Perfino il sole, che si era nascosto per tutto il tempo, aveva deciso di partecipare a quel momento così divertente. Grazie ai raggi solari, potei studiare meglio i lineamenti della mia partner. Nonostante la maschera fatta in merletto chiaro, notai che aveva un viso ovale e dalla carnagione lattea. I capelli lunghi erano di un nero dalle sfumature rosso mogano, che svolazzavano morbidi nel vento.
Ciò che però mi lasciò senza fiato, furono quelle preziose gemme, che ora potevo dire con certezza, erano di un verde vermiglio, con pagliuzze dorate che sembravano monete d'oro appena forgiate. Il suo vestito assomigliava al mio, ma ovviamente con una gonna, fatta in tulle rigido. Le braccia e le gambe snelle erano fasciate da guanti e gambali, con fantasie a rombi e linee. I colori erano rosso vinaccio e nero. Mentre al collo portava una mantella color pergamena, con tanto di campanelli che tintinnavano ad ogni suo movimento. Era così bella e brava. Era...un giullare al femminile!
Un giullare...
Troppe incertezze per poter andare avanti. Dovevo sapere. Anche a costo di strapparle la maschera*.
- Ci conosciamo?...- dissi a bassa voce, approfittando di una lenta giravolta. Lei sorrise, quasi divertita. Quelle labbra che ricordavano due petali di rosa rossa, si mossero: 
- Beh, diciamo di sì. Ma non ci siamo mai presentati di persona -.
A quella affermazione, i miei sospetti si stavano facendo sempre più certi. Dopo avermi regalato un altro sorriso ammaliante, lei si staccò da me, fece una piroetta sollevando una gamba, e mantenendo l'equilibrio sull'altra (wow che elasticità!) facendo vibrare le corde per gli ultimi secondi fino a che la musica cessò. La danza finì e tutti gli abitanti applaudirono soddisfatti e divertiti. Un vero successo!Io ne approfittai per fare profondi inchini, e così fece anche lei, sollevando un lembo della gonna. Mentre il chiasso generale era ancora acceso, lei mi passo accanto, e molto lentamente (mi sembrò quasi che il tempo stesse rallentando) il suo volto si girò verso di me. Senza emettere un filo di voce, lessi su quelle labbra la verità che tanto ambivo, e molto di più. Quella violinista dal volto angelico, quella Roxanne, ora lo so, era il mio peggior nemico. Il giullare che con i suoi trucchi mi aveva sfidato, sconfitto, e con tanta delizia, mi stava dando il colpo di grazia.
- Piacere di conoscerti, re dei giullari... - 

Ormai, il povero re della piazza, usurpato del suo trono, aveva compreso tutto solo alla sua gloriosa caduta.
Il cantastorie, senza volto e senza nome, con la sua astuzia aveva superato il suo rivale, con le sue grazie e il suo talento aveva conquistato il popolo. Con passo felpato, la nuova regina del piazzale avanzava vittoriosa in mezzo alla folla, mentre un Clopin scioccato la seguiva con lo sguardo, in un misto di ammirazione e vergogna.
 

 Angolo dell'autrice:
Ed eccoci con il quarto capitolo! Eh sì, tanto lo avevate già capito, che il nuovo cantastorie era proprio Roxanne XD Ma non il nostro Clopin, che ora si trova in una situazione scomoda, con emozioni contrastanti. E il bello, è che siamo solo all'inizio. Comunque, vi svelo che il personaggio di Roxanne inizialmente era nato come semplice forma femminile di Clopin ( avevo fatto un disegno ) ma poi, alla fine ho deciso di aggiungerla in una fan fiction e farla intereagire con il nostro eroe ^^ Spero che Roxanne vi stia piacendo ( è una tipetta 
molto folle e bizzarra, ma anche dolce...poi vedrete nei prossimi capitoli). Alla prossima!
* strapparle la maschera inteso simbolicamente, ovvio XD il nostro Clopin è pur sempre un gentlman con le donne XD
   
 
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