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Autore: Manu_00    26/07/2019    6 recensioni
Il mondo è un luogo molto grande, e in un luogo molto grande sono presenti tanti, tantissimi individui, alcuni comuni, alcuni singolari, e alcuni estremamente particolari.
E poi ci sono io, che non saprei dire con certezza in quale di queste categorie inserirmi.
Se me lo avessero chiesto all'inizio di questa storia, avrei risposto senza esitare di appartenere alla prima, ma il tempo ti cambia, e anche se adesso dubito di potermi definire una persona particolare, di certo, quel che è successo, la mia storia, di “particolare” ne ha da vendere, o almeno così mi piace pensare.
Forse la risposta è che sono una persona comune a cui sono successe cose particolari, ma lascerò a voi che leggete il compito di giudicare, io, d'altro canto, mi limiterò a raccontare.
[Storia presente anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/590152446-jiid-story-of-a-thief-prologo]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXXIII

 

Accelerai il passo nella vana speranza di sfuggire alle gelide sferzate di vento che da qualche minuto a quella parte avevano iniziato ad abbattersi sulla mia schiena con l'impeto di una frustrata, facendomi maledire da solo per non essermi messo qualcosa di più pesante per l'occasione.
Bestemmiai fra i denti quando l'ennesima flagellata d'aria gelida si abbatté sulla mia schiena, scuotendo tutto il mio corpo in un brivido gelido così forte da farmi vibrare le ossa.
Se avessi saputo prima che avrebbe fatto questo tempo avrei chiesto di posticipare la serata.
Alzai lo sguardo in avanti, consolandomi col fatto che ben presto quel tormento sarebbe finito.
Avevo attraversato di corsa il campus e imboccato l'uscita laterale, lungo la strada che porta dritto nella Foresta di Smeraldo.
Malgrado il suo essere utilizzata come zona di combattimento per il test d'iniziazione od altri spiacevoli allenamenti, questo posto non era così insidioso come potrebbe sembrare, o almeno non lo era fino a quando non ti avventuravi troppo in profondità, e molti studenti ci entravano spesso, consci che avrebbero trovato vari grimm con cui fare pratica senza rischiare di ritrovarsi in una violenta battaglia senza esclusioni di colpi contro le suddette bestie.
E se conoscete il sottoscritto, e ormai lo conoscete, capirete perché non ho mai voluto usare questa zona per lo svolgimento dei miei allenamenti, almeno con quelli del team, ma se Caesar invece voleva portarmici per forza, beh in quel caso potevo soltanto ubbidire e sperare di arrivare a fine giornata con le ossa ancora intere.
Quindi, potete intuire quanto questo posto fosse intriso di brutti ricordi per il sottoscritto, la maggior parte dei quali riguardava me medesimo in procinto di farsi staccare la testa da qualche grimm di considerevole taglia mentre il mio mentore se ne stava appoggiato alla corteccia di qualche albero a scrutare il cielo con il binocolo in cerca di uccelli da segnare nel suo catalogo di birdwatching.
Se non altro mi faceva la cortesia di avvisare ogni qualvolta che riconosceva un nevermore in volo, cosa che però non mi impedì di finire fra le zampacce di quell'uccellaccio e farmi uno sgradevole volo di venti minuti.
Comunque, tralasciando il fatto che per merito suo le foreste siano diventate, assieme alle paludi, uno dei luoghi che meno apprezzo al mondo, non posso negare che questi esercizi per quanto crudeli e dolorosi mi abbiano permesso di recuperare quell'abisso che c'era fra me e tutti gli altri studenti di Beacon.
Sì, credo di poter dire senza mezzi termini che tutto sommato quei voli e quelle cadute da altezze considerevoli o tutte quelle volte che mi nascondevo in un tronco per sfuggire alle artigliate di un ursa avevano avuto il loro perché.
Sospirai, ero arrivato.
Se non altro il perdermi nei ricordi del mio addestramento mi aveva permesso di svuotare un po' la mente, almeno per qualche minuto.
Arrestai il passo, ormai il cielo arancione del tramonto era tappezzato dalle macchie scure delle nuvole, mentre il sole era ormai calato al di sotto della cima degli alberi, permettendo così alle loro ombre di avanzare verso di me, allungandosi come eserciti di mani deforme pronte ad afferrarmi.
Ancora una volta, non riuscii a non reprimere il trillo delle mie campanelline interiori.
Quell'atmosfera era così disturbante che giurai di non stupirmi se da un momento all'altro qualche grimm sarebbe spuntato fuori dagli alberi per divorarmi, o se le cose sarebbero andate storte in qualsiasi modo.
Un refolo d'aria, una lieve carezza in confronto alle sferzate precedenti smosse l'erba attorno ai miei piedi, mentre i raggi solari morivano inghiottiti dagli alberi e imprigionati fra i rami.
Cavolo, era tutto così tetro e deprimente che avrei giurato di vedere gli alberi appassire e ischeletrirsi da un momento all'altro, fino a diventare così secchi e smorti da farsi spezzare dal vento come grissini e cadere ai miei piedi con la leggerezza di un foglio di carta.
Ovviamente, non successe niente di tutto questo, in compenso sentii il mio sangue gelarsi nelle vene quando una mano gelida si poggiò sulla mia spalla.
E non si trattava del vento.
<< Ion... sei arrivato >>
<< Oh, porca di quella... >>


<< Perdonate l'attesa, mi hanno voluto disinfettare l'intera faccia prima di lasciarmi andare, e mi hanno pure detto di ripetere il procedimento dopo la doccia, la mattina ed anche prima di andare a dormire >>
L'arciere del team si portò la mano al viso, massaggiando la lieve ferita che quello stupido topo gli aveva procurato la mattina stessa, quando Kojo aveva avuto la brillante idea di lanciarglielo addosso.
<< Giuro che non toccherò mai più un topo in vita mia se non per ammazzarlo! >>
<< Mi spiace, ma dovresti essere contento, almeno non ti sei preso la lebbra >> rispose Julia con una punta di ironia che il compagno non sembrò apprezzare particolarmente.
<< Guarda che potevo prenderla sul serio! Oum solo sa dove ha messo le mani quel topo, o di quante malattie si annidino fra i vestiti di Kojo, ti rendi conto che non si cambia mai? >>
<< Beh se è per questo lo fanno in molti, non ho mai capito perché >> << Julia! >>
La ragazza alzò le mani in segno di resa << Scusa scusa, ok, mi spiace che tu abbia rischiato di beccarti qualche malattia >>
<< Grazie! Sai, vorrei vedere come reagiresti te con un roditore sulla faccia intento a scavarti le guance con le sue unghiette sudice! >>
<< Unghiette? Mi pareva avessi detto che si trattasse di artigli affilati come rasoi >>
Ilian aspettò qualche secondo prima di rispondere.
<< Mio caposquadra, credo che sia il caso di finire la conversazione >>
<< Come? Dai, mi sento improvvisamente molto curiosa riguardo la meccanica dell'incidente, allora, ti ha graffiato la faccia dall'alto verso il basso oppure lo ha fatto contropelo? >>
<< Julia! >>
Vindr rise e non si fermò presto, stuzzicare quell'arciere poteva rivelarsi estremamente divertente se si toccavano i giusti tasti.
Sfortunatamente per lei, Ilian non ci mise troppo a riprendere il contegno.
<< Ok senti, lasciamo stare la faccenda del topo, fra quaranta minuti dobbiamo andare giusto? Incamminiamoci già adesso, voglio soltanto lasciare questo edificio e non pensare alle torture a cui le infermiere mi hanno sottoposto >>
Julia si prese qualche secondo per meditarci sopra, anche se in realtà aveva acconsentito già appena Ilian aveva terminato l'ultima sillaba.
<< E va bene, andiamo, non ho voglia di aspettare tutto il tempo qui, stiamo un po' a giro, vado a chiamare Ion >>
<< Non è qui >>
I due cacciatori si voltarono verso il letto a castello a sud della stanza, precisamente al letto sotto, dove Deryck era rimasto ad osservarli seduto sin dall'inizio della discussione.
<< Ma come? Dov'è andato? >>
Il fauno si stava esercitando come suo solito nella manipolazione del metallo, anzi, sarebbe errato definirla un esercitazione, si limitava semplicemente a plasmare la lama della sua arma in varie forme a casaccio, nel tentativo di combattere la noia dell'attesa.
Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe deciso a parlare con qualcuno pur di non annoiarsi?
Sempre se nella sua mente esistesse (o esista tutt'ora) un concetto di divertimento e conseguentemente uno di noia.
<< È uscito, pare avesse... un impegno importante >>


Gemetti dal dolore quando un pugno mi lanciò dritto dritto contro un albero, sentii la mia povera schiena piegarsi più di quanto le fosse consentito fare normalmente mentre la corteccia dell'albero si sgretolava sotto di essa.
Caddi a terra, atterrando sul sedere sopra ad una spessa radice di albero, cosa che contribuì a strapparmi una sonora imprecazione per il dolore.
Non sapevo più dove mi trovato, ero ben lontano dall'ingresso della foresta di smeraldo, tutti quei colpi mi avevano spinto in profondità... dove l'atmosfera si faceva decisamente più tetra e molto meno rassicurante.
Cazzo, perché tutte le volte che le cose sembravano mettersi bene finivano con il precipitare all'istante?
Mi gettai a destra, schivando appena una lunga lama sottile che andò a conficcarsi nella corteccia dell'albero, passando questo da parte a parte.
Provai a contrattaccare con un calcio, ma il mio avversario afferrò il piede, bloccandolo in una stretta di ferro, per poi sollevarlo e farlo schiantare contro un altro albero.
Se non fosse stato per la mia aura, difficilmente sarei sopravvissuto ad un colpo simile.
Stordito dal colpo, venni sollevato una seconda volta e lanciato sul terreno vicino, se non altro il manto erboso che lo ricopriva contribuì in parte a mitigare l'impatto.
Provai a rialzarmi, ma sentii il gelo sul mio collo, mi stava puntando la lama contro.
Una lunga lama che usciva... da una penna.
<< Se non sei ancora morto, è perché esigo delle spiegazioni >>
Mi rifilò un calcio sul fianco, facendomi rotolare su me stesso per un breve tratto.
Finii pancia all'aria, con l'arma ancora puntata sopra il collo.
<< Spero mi perdonerai se questa sera sono così diretto, ma temo di non avere molto tempo a disposizione, non più grazie a te >>
Pensai che si fosse stancato di seviziarmi, ma purtroppo per me non aveva ancora finito.
Mi prese per i capelli e mi lanciò contro l'albero di prima senza tanti complimenti, quella poca corteccia che non si era staccata prima, si sgretolò e mi finì addosso appena dopo l'impatto.
Ecco, adesso doveva avere finito, e menomale che aveva poco tempo...
Riuscii a rimettermi in piedi malgrado i gemiti delle mie povere ossa, e finii faccia a faccia con la figura del mio assalitore, che mi scrutava con odio da appena un metro di distanza.
Drake.
<< Un bellissimo cielo, non trovi? Intendo, ormai farà buio e l'assenza della luna sta sera ti renderà un po' difficile vedere, beh tanto di guadagnato per me >>
Bene, sta volta ero certo che l'incontro non sarebbe stato il solito “ti metto un po' le mani al collo e poi vado a riposarmi”.
No, mi voleva proprio morto.
<< Si può sapere cosa cazzo vu- >>
Mi scostai a destra appena in tempo, un proiettile di polvere prese in pieno il povero albero facendo schizzare frecce di corteccia ovunque.
Portai la mano alla guancia, me l'ero cavata con un semplice graffio.
<< Qui sono io che faccio le domande! Come facevi a saperlo? >> mi spaventò, la sua solita freddezza era sparita, sì, era decisamente incazzato, incazzato con me tanto per precisare.
<< Non ho idea di cosa parli! >> << Stronzate! >> Mi piantò un calcio con il sinistro, ma sta volta fui rapido a portare le braccia al petto e mitigare l'impatto del piede di Drake con la mia aura, ciò mi salvò dall'essere lanciato via per la terza volta, ma caddi comunque a terra.
Quel bastardo non era decisamente un avversario che potevo affrontare così da solo.
<< Ok ok in effetti ho visto qualcosa dopo che ti ho ferito al braccio, contento?! >>
Drake scosse la testa e si lanciò in avanti.
<< Smettila di mentire! >> provò a colpirmi di nuovo, sta volta attivai la semblance e passai oltre il suo corpo, solo per ricevere un calcio una volta tornato normale.
Non avevo mai visto una tale velocità da parte sua... era forse questo il suo vero potenziale?
<< Non sto mentendo! >>
Schivai a stento un secondo colpo.
Maledizione, se solo mi fossi portato dietro almeno Noapte e Ghinion!
<< Sì invece! Mi reputi un idiota Ion?! Ti ricordi cosa avevi detto al torneo? >>
Scossi la testa.
<< Ho detto parecchie cose prima dopo e durante il torneo, a quale ti riferisci? >>
Drake sospirò.
<< Certe volte mi chiedo se lo fai apposta! Parlo della tua stupida arma! Smettila di fare finta di niente! >>
Partì una serie di attacchi che schivai a stento, almeno fino a quando non tirò fuori la sua penna-spada, lì fui costretto ad utilizzare la semblance, ma solo per il tempo necessario a disingaggiare il mio avversario ed allontanarmi da lui.
<< Stai delirando! >>
<< Non credo proprio! Ma visto che sei così carente di memoria lascia che te la rinfreschi >>
Mentre parlava non cessava di attaccare, potevo soltanto indietreggiare o utilizzare la mia semblance, solo per lasciarmi attraversare da lui e ritrovarmi appena ritrasformato sotto un'incessante pioggia di colpi.
<< Cosa mi avevi detto quando tirasti fuori la tua Mizerie? Che l'avevi creata per combattere la mia arma segreta! Ho subito pensato parlassi di Silver Inquisitor... ma alla fine il tuo vero scopo era un altro >>
Evitai l'ennesimo affondo e mi portai fuori dal suo raggio d'azione, Drake si fermò, così decisi di prendermi questo istante di tregua per respirare.
Scossi la testa.
<< Senti, non capisco, non ho idea di cosa diamine stai di- >>
<< Smettila di difenderti! Parlo della ferita sul mio braccio! >>
Arretrai, sentivo che stava trattenendo a fatica la voglia di portarmi le mani al viso e farmi schizzare gli occhi fuori dalle orbite.
<< S-sei così incazzato perché ti ho ferito? >>
Sta volta scosse lui la testa.
E con rabbia.
<< Mi ritieni così stupido Ion? Pensi veramente di potertela cavare facendo il finto tonto?! Sai quanto ci ho messo a rigenerare tutti quei tessuti? Una normale arma non lo avrebbe fatto! Tu sapevi già che non ero umano, l'hai preparata per questo! >>
Negai, negai ancora, non avevo idea di cosa stava dicendo.
<< Non so di cosa stai parlando Drake, lo giuro su Oum, sugli dei, o su qualsiasi sia la tua religione >>
<< Trovo offensivo che reputi il sottoscritto bisognoso di simili chimere per andare avanti, e piantala di fare finta di niente! Il mio corpo è progettato per resistere a colpi molto potenti, e se una qualsiasi arma mi avesse ferito, avrebbe dovuto come minimo strapparmi tutta la pelle circostante per rivelare il metallo, o avrebbe dovuto essere una ferita spaventosamente profonda! >>
Allora non ero impazzito.
Avevo veramente davanti un fottuto robot.
<< E... quindi...? >>
<< Quindi tu mi hai tagliato appena! Eppure dove è passata la tua lama tutta la pelle vicina è stata rimossa, distrutta, sgretolata come la corteccia di quell'albero! >>
Indico l'albero contro cui mi aveva lanciato.
<< E non solo la pelle Ion, ma tutto il resto! I rivestimenti sottocutanei, la mia “carne”, la tua Mizerie ha rimosso tutto come niente, ed io dovrei credere che si tratti di una coincidenza?! Che tu non ne avevi idea? Mi credi seriamente così stupido? Beh, lo sono stato e lo ammetto, ti ho sottovalutato ed ho tirato la cosa per le lunghe quando avrei dovuto schiacciarti dal primo istante, mio padre pensava che tu potessi avere qualche utilità, ma ho sempre avuto carta bianca fin dall'inizio... per cui non commetterò di nuovo lo stesso errore >>
I suoi occhi cremisi si illuminarono, generando un terrificante bagliore rossastro che risplendeva nella notte, ormai il sole era tramontato da un pezzo.
Arretrai ancora, il cuore stava letteralmente per esplodermi fuori dal petto.
<< M-ma non ha senso! Ti avevo colpito anche alla spalla e... >>
<< Esatto, e se non fosse per il fatto che c'era tutto quel tessuto a coprirla tu te ne saresti accorto all'istante delle sue condizioni... >> strinse i denti dalla rabbia << E me ne sarei accorto anch'io, appena controllai il braccio guardai anche lì... ben due parti da ricostruire da zero Ion, sai quanto mi ci è voluto? Ti do un indizio: parecchio >>
Riprese ad avvicinarsi, assumendo una posizione da scherma.
<< Dovrei ancora illudermi che sia una coincidenza, Ion? >>
Le sue parole erano pesanti come macigni.
<< Dimmi la verità, non ti ho ancora ucciso solo per questo! Come sapevi che non sono umano? Come l'hai scoperto? Sei forse una prova mandata da mio padre per testarmi? È per questo che la tua arma era progettata per distruggermi, Ion? Cosa diamine era? Una sorta di metallo mai conosciuto prima? Oppure ci hai applicato un agente chimico estremamente corrosivo? RISPONDI! >>
Non penso sia necessario aggiungere che mi stavo urinando addosso dal terrore.
Sebbene non estraneo alla rabbia, vedere Drake sul punto di... esplodere, fu fra le cose più terrificanti che avessi mai visto, specie visto che tutta quella rabbia era rivolta ad un unica persona, a me.
Ed io... io non capivo proprio un cazzo.
Come... come era possibile?
Io non sapevo chi era, cos'era, chi era suo padre e tanto meno cosa volesse da me!
E di certo non avevo la minima fottuta idea di cosa diamine ci fosse sulla lama di Mizerie, io non ci avevo lavorato moltissimo, per tutto quel tempo ero stato aiutato, e di completare l'arma si era occupato... Caesar.
Un vuoto si aprì nel mio stomaco.
Che per tutto questo tempo fossi stato una pedina inconsapevole dei piani del mostro sorridente? Che vi fosse qualcosa di più grande in cui ero finito mio malgrado coinvolto, qualcosa che collegava in qualche modo Drake a Caesar?
Oppure il mio mentore sapeva in qualche modo della natura segreta di Drake ed aveva deciso di darmi un aiutino?
No, se fossi riuscito a colpire Drake in una zona rilevante e ben visibile, tutti si sarebbero accorti di cosa lui era, e se Caesar avesse voluto svelare la sua vera natura perché lasciare fare tutto a me e non dirmi niente, specie ora che il suo bersaglio era ancora in libertà e pronto ad eliminarmi all'istante?
Non gli mancavano di certo le forze per farlo da solo!
Cosa diamine stava succedendo alle mie spalle?
Non lo sapevo, ero confuso e arrabbiato... ma sopratutto stavo morendo di paura.
Tuttavia, comprendendo che una scena muta avrebbe significato la fine della discussione e la ripresa delle ostilità, raccolsi da non so quale profondità della mia anima delle parole da rivolgere a quella specie di mostro.
<< Non ho le risposte >>
<< Balle! >> << Credici oppure no, io non so niente, questa è la sola risposta che avrai da me: Non. So. Niente! >>
<< Come vuoi, le otterrò a tempo debito, dovessi andare a cercare tutti i tuoi conoscenti uno ad uno! Sai, inizialmente pensavo che anche la tua squadra sapesse di me... ma no, se così fosse avrebbero affidato l'arma ad una persona più competente, e tutta la platea avrebbe visto la verità, invece lo hai fatto tu, da solo... e non ci sei riuscito, non ti darò seconde possibilità >>
Prese ad avanzare.
<< Anche se... potrei comunque cercarli e provare a scoprirlo no? Sai, tanto per essere sicuri... >>
<< Non sanno niente di questo! >> << Come non lo sai tu? >> rispose ironico.
<< Dimmi, altro da dire prima della fine? >> << Sì... quindi Brienne? >>
Sospirò irritato.
<< Sei serio? Stai veramente sprecando le tue ultime parole per chiedermi qualcosa di così stupido? Oh cielo che avversario indegno... e pensare che mi stavo struggendo per averti sottovalutato >>
Una smorfia irritata sostituì lo stato di furia di pochi secondi fa << Sono un robot, un intelligenza artificiale, pensi che non sia in grado di entrare in un profilo altrui, mandarti dei messaggi facendoti credere che si tratti di lei e far sì che fossi tu l'unico a vederli? Certo che sei proprio ingenuo... la coniglia sta bene, se è questo che ti preoccupa >>
Sul finire della frase un sorriso maligno prese forma sulla sue labbra.
<< Ma potrei includerla nella lista di persone da visitare quando avrò finito con te, che te ne pare? >>
Gelai, e non per il vento.
Non gli bastava uccidermi, no, doveva rendere quegli ultimi momenti i più angoscianti della mia vita.
<< Non devi osare... >>
<< Non devo osare?! E chi me lo impedirà? Tu? Un ladruncolo incapace di difendere se stesso dovrebbe impedirmi di toccare i suoi amichetti? Stento a credere che uno come te si preoccupi veramente per quelle persone, sei veramente patetico... ed io mi sono fatto fregare da un essere come te? Un codardo, un ladro appena alfabetizzato? Ti prego dimmi che è tutta una recita Ion, dimmi chi sei veramente, dimmi che la tua è solo una maschera, deve esserlo certamente, oppure mi sono davvero fatto fregare da uno come te, e questo non potrei mai accettarlo! >>
Strinse i pugni e i denti, sentivo le sue ossa (se di ossa si può parlare) stridere le une contro le altre, essere stato “fregato” da un avversario così inferiore da lui sotto tanti punti di vista lo stava mandando in bestia...
Ed io ero talmente pietrificato dalla situazione che neanche mi offesi per tutti quegli appellativi sgradevoli, volevo solo chiudere gli occhi e risvegliarmi in un letto caldo, al sicuro da quel mostro.
<< Non importa, morirai Ion, morirai adesso! >>
Mi puntò contro la spada << Combatti e muori con un po' di dignità, o fuggi come hai sempre fatto, voglio vedere chi è veramente Ion Ascuns! >>
La mia faccia doveva tradire chiaramente quale sarebbe stata la mia scelta, ma tutto sommato non era difficile arrivarci.
<< E se proverai a fuggire, come sono certo che farai, non avrò pietà in ogni caso, corri più veloce che puoi, ti raggiungerò sempre, usa pure la tua semblance, non farai metà strada senza esaurire le energie e rimanere scoperto, e se proverai a usarla ad intermittenza non te lo permetterò, appena mi darai l'occasione giusta morirai infilzato come un porco >>
Tremavo, sì, le mie mani tremavano.
Solo, contro di lui, disarmato.
Non avevo speranze... non avevo speranze.
<< E non pensare che qualcuno verrà a salvarti, non c'è segnale qui... e se qualcuno dovesse arrivare, i miei tre ragazzi si assicureranno che non intervenga >>
Sorrise, e cazzo, sarà per la suggestione, ma faceva quasi più impressione di uno dei sorrisi di Caesar.
<< Capito Ion? >> chiese con un tono quasi cordiale << Tu morirai, morirai stanotte, e domattina di te non resterà niente >> terminata la frase, la sua faccia si deformò in una maschera di ghiaccio e odio.
<< E dopo nessuno, ripeto, nessuno, si prenderà più gioco di me! >>

   
 
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