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Autore: Civaghina    27/07/2019    0 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Leo e Cris sono tornati momentaneamente in città per sostenere gli esami di maturità, ma avranno anche altre cose di cui preoccuparsi...


Giovedì, 18 giugno 2015

La villa del Generale.

La villa di mio nonno.

È strano essere di nuovo qui, quasi quanto è strano pensare a lui come mio nonno.

Mi ha accompagnato papà, e mi ha chiesto non so quante volte se fossi sicuro di voler entrare da solo. Non è che io sia proprio entusiasta di essere qui, eh! Non mi sento molto a mio agio con quell'uomo, ma andiamo, l'ho già affrontato una volta, e poi a dirla tutta nella mia vita ho affrontato cose ben peggiori di una chiacchierata con lui.

Questioni importanti, ha detto.

Sono curioso di sapere di che si tratta; chissà se è qualcosa che riguarda il passato e la mamma...

Ti aspetto qui” mi dice papà abbassando il finestrino dell'auto. “Vado a parcheggiare lungo la via.”

Ma no! Non occorre! Prenderò un autobus.”

Sei sicuro?”

Sì sì, vai.”

Va bene, ci vediamo a casa.”

Sì, ciao.”

Ciao”.

Faccio un bel respiro e poi suono al campanello; il cancello si apre quasi immediatamente e io attraverso a passo svelto il giardino. Viene ad aprirmi alla porta una donna che non ho mai visto, piuttosto trafelata, e dall'abbigliamento direi che è una domestica.

Oh buonasera, prego, si accomodi” mi dice tenendo la porta aperta con una mano, mentre io entro.

Salve...” la saluto un po' imbarazzato dal fatto che mi dia del lei nonostante potrei essere suo figlio.

La casa è totalmente cambiata rispetto a qualche mese fa: le tende sono tutte aperte, i mobili non sono più accatastati in un angolo, ma tutti al loro posto, e non c'è più quel fastidioso odore di chiuso.

Il Generale Campo arriva subito, si accomodi pure.”

Ok...”

Gradisce qualcosa da bere?”

No, grazie... Sono a posto così.”

Con permesso” mi dice accennando un saluto con la testa, e poi se ne va.

Ci mancava la domestica, per mettermi a mio agio! Sospiro e mi siedo, ma non a capotavola, come quella volta; stavolta preferisco un posto laterale.

Passano circa un paio di minuti, e quando l'orologio a pendolo batte esattamente le cinque, ecco comparire il Generale. Mi ha fatto aspettare fino alle cinque esatte perché ero in anticipo di qualche minuto?! Ma fa sul serio?!

Ciao Leo.”

Ciao...”

Vieni, sediamoci qui” mi dice indicando il salotto. “Saremo più comodi.”

Ok...” rispondo io alzandomi e andando a sedermi in un angolo del divano, mentre lui si siede su una poltrona.


Non sono per niente rilassato e me ne sto seduto tutto dritto, con le spalle rigide. Lui invece sembra abbastanza sciolto, ed è pure vestito in modo molto casual.

Allora, come stanno andando gli esami?” mi domanda, e a me viene da ridere.

Scusa...” gli dico mentre lui mi guarda perplesso. “È che per tre anni... quella domanda per me significava altro; così come le questioni importanti per anni sono state altre. “E quindi non l'ho subito collegata alla maturità!” esclamo ridendo. Lui annuisce, facendo un mezzo sorriso, e io mi stringo nelle spalle. “Comunque... direi che stanno andando bene. Ieri qualcosa mi sono inventato, e oggi c'era inglese che è una delle poche materie che mi piacciono.”

E dopo? Che progetti hai?”.

Anche sentir parlare di progetti mi fa un certo effetto, devo dire.

Dopo? Dopo gli esami, intendi? Me ne torno dritto sull'isola con Cris e il Pisc... e Nic!”

Non mi riferivo ai tuoi progetti per l'estate... Mi riferivo ai tuoi progetti per il futuro”.

Ah cazzo.

E adesso che gli rispondo?

Non lo so” ammetto allargando le braccia e lasciandole ricadere. “Non ho progetti sul futuro, al momento”.

Perché fino a pochi mesi fa, nemmeno ero sicuro di avercelo, un futuro.

Ma pensate di tornare in città, prima o poi, o...?”

Sì, sicuramente torneremo. Anche perché Cris vuole fare l'università...”

E tu no?”

Io?!” esclamo ridendo. “Certo che no! Non ne posso più di studiare! Mi troverò un lavoro...”.

L'università! Che idea! Se non fosse stato per gli insegnanti privati per i quali lui ha sborsato chissà quanti soldi, dubito pure che sarei riuscito a diplomarmi.

E che lavoro vorresti fare? Solo con il diploma, non hai molte prospettive...”.

Eccheppalle! Non sono certo venuto qui per sentire delle prediche, eh?! Saranno cazzi miei, cosa ne farò della mia vita, o no?!

Scusami se non ti so rispondere, eh...” gli dico mettendomi più comodo e non riuscendo a trattenere un sorriso sarcastico. “Ma è che fino a poco fa le prospettive per me erano quelle di vita, gli esami di cui preoccuparmi erano quelli che facevo in ospedale, e le questioni importanti, beh... erano ben altre.”

Va bene” mi risponde lui piuttosto accigliato. “Capisco”. Non so se sia infastidito dal mio atteggiamento, o se magari sentir parlare di questo gli faccia pensare che le stesse cose le ha passate la mamma.

Solo che lei non è qui a raccontarlo.


Scusate...”; è tornata la domestica con un vassoio tra le mani. Tempismo perfetto direi. “Ecco il suo tè, Generale” dice appoggiando sul tavolino in mezzo a noi una tazza di tè fumante.

Miranda, prima gli ospiti” la riprende lui, e lei arrossisce.

Oh sì, mi scusi, ha ragione”; mi rivolge un sorriso imbarazzato e appoggia davanti a me un bicchiere di tè freddo. “Mi scusi signore, ecco a lei. E mi scusi ancora.”

Tranquilla, Miranda” le dico io sorridendo. “Non bado mica a queste cose! E dammi del tu! Io sono Leo”; allungo la mano destra verso di lei, che rivolge un breve sguardo al Generale e poi me la stringe. “O Leone, se preferisci!” esclamo facendole l'occhiolino.

Leone...!” ripete lei sorpresa. “Come il Generale!”

Eh beh!” rido io. “È mio...”; no, non riesco proprio a dirlo. “Sono suo nipote”.

Oh...!”; lei è sorpresa, e passa rapidamente lo sguardo da me a lui, e poi da lui a me, probabilmente cercando una somiglianza tra di noi. Chissà se ne ha trovate. Appoggia sul tavolino un vassoio di biscotti e dolcetti della migliore pasticceria della città, e poi mi scruta ancora.

Prego Miranda, puoi andare ora” le dice il Generale.

Lei annuisce, dice “Con permesso”, e poi se ne va.

Te lo sei ricordato!” esclamo io prendendo in mano il bicchiere di tè e sollevandolo. “Che memoria!”

È uno dei miei punti forti” mi risponde lui iniziando a sorseggiare la sua tazza di tè.

Mi stupisce che si ricordi ancora di quell'episodio dello scorso inverno, in cui era venuto a trovarmi in ospedale e io avevo messo a raffreddare sul davanzale esterno della finestra il tè che mi avevano portato per merenda, lasciandolo lì per tre ore, finché era diventato ghiacciatissimo. Lui mi aveva guardato perplesso aprire la finestra per prendere la tazza, e io gli avevo spiegato che odio tutte le bevande calde. Sono passati dei mesi, eppure se l'è ricordato.

Grazie” gli dico mentre bevo. “E grazie per il regalo di compleanno.”

Prego” mi risponde lui accennando un sorriso. “Ho pensato che ti facessero comodo, soprattutto ora.”

Oh certo! Mi fanno comodissimo!” esclamo io ridendo.

Volevo farti un bonifico, ma tuo padre mi ha detto che non hai un conto corrente.”

Ah no, non ce l'ho.”

A questo proposito..., ti ho preso un appuntamento per domattina alle dieci presso la mia banca, per aprirne uno”.

Che?!

Scusami di nuovo, ma...”; stavolta davvero mi scappa da ridere. “Non so proprio che farmene di un conto, dato che sono sempre al verde!”

Desidero rendermi utile in tal senso” mi dice lui appoggiando la tazza sul tavolino. “Almeno finché non sarai in grado di provvedere da solo a te stesso e alla tua famiglia.”

In che senso, scusa?” gli chiedo perplesso, appoggiando anche io il bicchiere.

Facendo dei versamenti sul tuo conto, mensilmente”.


Non so esattamente come reagire.

Mi ha spiazzato.

Ovvio che questa proposta è molto allettante, ma non mi va di farmi mantenere da quest'uomo che probabilmente vuole solo ripulirsi la coscienza.

Ti ringrazio” gli dico raddrizzando la schiena. “Ma non posso accettare la tua offerta.”

Perché?” mi domanda lui corrugando la fronte.

Mi hai già comprato il diploma, praticamente. E per il compleanno mi hai regalato tanti soldi che non li ho mai visti in vita mia. Più di così sarebbe davvero troppo.”

Troppo per cosa?” mi chiede sporgendosi un po' in avanti. “Per il tuo orgoglio?”

Il mio...”; faccio un sorriso tirato e mi passo una mano in mezzo ai capelli. “Qua non si tratta di orgoglio! Non mi sembra il caso. Punto.”

E invece sì, che si tratta di orgoglio” ribatte lui guardandomi dritto negli occhi. “Sei orgoglioso. E cocciuto. Proprio come lo era lei! Ma sei anche presuntuoso. Lei non lo era.”

Beh, da qualcuno avrò pur preso!” esclamo alzando la voce. “Forse io e te abbiamo in comune più di quanto vorresti!”.

Lui incassa il colpo senza ribattere. Lo sa che è così. Se io sono presuntuoso, lui lo è almeno dieci volte di più.

Dammi un motivo valido per il quale non dovresti accettare la mia offerta” mi dice riprendendo in mano la tazza di tè. “Che non c'entri né con la tua presunzione, né col tuo orgoglio.”

E tu dammi un motivo valido per il quale dovrei accettarla, la tua offerta. Che non c'entri coi tuoi sensi di colpa o col tuo bisogno di ripulirti la coscienza!”

Tuo figlio”.

Lascia fuori mio figlio da questo discorso!” gli dico alzando di nuovo la voce. E che cazzo! Non può tirare in ballo Nic, adesso! Come si permette?!

È impossibile” mi risponde lui con tono sempre calmo, e con un sorrisetto da stronzo stampato in faccia. “Tuo figlio è il centro di questo discorso. Hai delle responsabilità verso di lui. E il tuo orgoglio lo devi mettere da parte.”

Questa è bella! Proprio tu!” esclamo alzandomi in piedi e puntandogli l'indice contro. “Proprio tu mi vuoi insegnare come fare il padre?! Scusa tanto, eh?! Ma non mi sembri proprio il miglior esempio da seguire!”

Lo so” mi dice sostenendo il mio sguardo. “Non basterà una vita per perdonare me stesso dagli errori che ho fatto come padre. Ma come nonno sono ancora in tempo. Dammene modo”.

Questo non me lo aspettavo.

Credevo che avrebbe alzato la voce pure lui e che mi avrebbe detto che non mi permette di parlargli così, come quella volta, e invece il suo atteggiamento è stato tutto l'opposto di quello che mi aspettavo.

Mi risiedo, sospirando, e bevo un sorso di tè. “Te ne sto già dando modo. Altrimenti non sarei nemmeno qui. Ma non è coi tuoi soldi che diventerai mio nonno”.

Mio nonno è quello con cui trascorrevo delle fantastiche estati senza fine, correndo scalzo attorno alla masseria con le mie gambe veloci, arrampicandomi sugli alberi per mangiarne i frutti, standocene insieme sotto al portico a guardare arrivare la sera, mentre lui fumava la sua pipa seduto sulla poltrona di vimini e io succhiavo il gambo di un fiore seduto sul gradino; mio nonno è quello che mi portava in giro sul suo trattore, in quel segreto solo nostro, e cantava, sbagliando tutte le parole delle canzoni, e veniva a recuperarmi quando perdevo la cognizione del tempo e mi addormentavo sotto a un ulivo.

Quello è mio nonno.

E non lo so se questo qua potrà mai diventare mio nonno, ma di certo non si può comprare il titolo con i suoi soldi!

Non impuntarti sui soldi” mi dice lui appoggiando la schiena alla spalliera della poltrona. “Vedilo come un gesto... premuroso.”

Questo è un gesto premuroso” ribatto io sollevando il bicchiere di tè. “Esserti ricordato di questa cosa”.

Lui annuisce, accennando un sorriso. “Ma lo è anche assicurarmi che tu sia sereno mentre ti ambienti nella tua nuova vita e capisci cosa vuoi fare.”

Oh guarda, la mia serenità non dipende certo da...”

Va bene” mi interrompe lui. “Sicuramente hai altri pensieri più importanti dei soldi. Ma già non doverti preoccupare di quelli mi sembra un bel vantaggio”. Sì, sicuramente è un bel vantaggio, ma io non sono convinto. Non voglio sentirmi in debito con lui, anche se lui è in debito con la mamma a vita. “Almeno pensaci” aggiunge vedendo che non dico niente.

Io sospiro e annuisco, sollevando in aria una mano. “Va bene, ci penserò.”

Dico sul serio.”

Anch'io dico sul serio”; ma lui scuote la testa e sorride tra sé e sé. “Che c'è?” gli domando prendendo un biscotto al cioccolato. “Ormai lo dovresti aver capito che la testardaggine è di famiglia. Pure Nic che ha solo un mese, sa già farsi intendere. A dire il vero già quand'era nella pancia!” esclamo ridendo.

Vorrei conoscerlo”. Non era un tono autoritario, era un tono tenero.

Oh, certo. Beh, noi ci fermeremo in città fino alla fine degli esami, perciò quando vuoi venire a casa...”

Pensavo di invitarvi a cena qui, te e Cristina. Domani sera magari”.

Ah...”. La prospettiva di ritrovarmi qua a cena è allettante quanto quella di fare un'arteriografia. Sto cercando di elaborare il più velocemente possibile una scusa credibile per rifiutare, ma non riesco a trovarne nessuna. Sabato mattina non abbiamo nemmeno prove d'esame, e io non so proprio come fare a tirarmi indietro. “Beh... potremmo venire a trovarti nel pomeriggio magari... Mi dispiace lasciare da solo mio padre a cena, dato che ci fermiamo qui per pochi giorni...”. Non so se questa sia una scusa credibile, spero vivamente che lo sia, perché davvero non ne ho per niente voglia.

Può venire anche lui, non è un problema”. Cazzarola! Mi ha fregato. “Miranda è un'ottima cuoca, vedrai”.

Mi sa tanto che non posso tirarmi indietro in alcun modo.

Ok... andata. Basta che ci siano questi però!” esclamo prendendo un altro biscotto. “Sono la fine del mondo! E io vado matto per i biscotti al cioccolato!”

Mi fa piacere che ti piacciano. Vuol dire che mi hanno informato bene.”

Ti hanno informato?!” gli domando io scoppiando a ridere. “E chi? I servizi segreti, la CIA, o un investigatore privato che mi hai sguinzagliato dietro?!”.

Lui sorride e si accarezza la fronte. “Asia. Ho chiesto a lei.”

Ah, ecco...”.

Dovevo arrivarci da solo che era stata Asia. Lei e il Generale si sentono spesso, a quanto pare, e lei è molto, ma molto, più avanti di me nel vederlo come nonno.

Io, sinceramente, non lo so se ci riuscirò mai.


Quando torno a casa, incrocio papà che è appena uscito dal portone principale.

Leo!” mi dice appena mi vede. “E allora, com'è andata?”

È andata” gli rispondo io stringendomi nelle spalle. “Pare che ho rimediato un conto in banca e un mucchio di soldi.”

Ma... come, scusa?”

Eh... In realtà non ho ancora accettato, ci voglio pensare bene. Poi ti spiego. Stai uscendo?”

Sì..., mangio qualcosa fuori e poi vado in caserma”. Con Anna, scommetto. Dopo che ieri l'arrivo di Cris ci ha interrotti, non abbiamo più ripreso il discorso, ma prima di tornare sull'isola devo assolutamente trovare il modo di farlo. “In frigo ci sono delle bistecche fresche che ho comprato stamattina.”

Va bene papà, grazie. Cris e Nic sono già rientrati?”

Sì, li ho lasciati alle prese con la poppata.”

Oh..., corro da loro!” esclamo spalancando gli occhi.

Ci vediamo domani” mi dice lui allungando una mano ad accarezzarmi i capelli sulla nuca. È emozionato, e pure io. Una frase così banale e scontata come “ci vediamo domani”, per noi non lo è stata per troppo tempo, e adesso fa proprio uno strano effetto. Stranissimo.

Ah! Non prendere impegni per domani sera a cena, eh?!”

Va bene... Perché? Hai in mente qualcosa?”

Io no!” gli rispondo sorridendo. “Ma il Generale sì! Ci aspetta tutti quanti!” esclamo dandogli una pacca sulla spalla.

A cena?! Da lui?!”

Esatto!”. Se è possibile, lui sembra ancora meno entusiasta di me all'idea. “Preferiresti anche tu un'arteriografia, eh?!”.

Lui accenna un sorriso e scuote la testa. “Ma non potevi trovare un modo per...”

Per rifiutare? Ah no! Era impossibile praticamente! Ma se vuoi lo puoi chiamare tu e...”

No no. Se ormai hai accettato, si va e basta.”

Ma puoi inventarti... che so... che avevi già preso un impegno anche per me e...”

No. Ormai andiamo. E speriamo solo che la serata passi in fretta.”

Vabbè” sospiro entrando nell'atrio del palazzo. “Speriamo.”

Ma ho davvero seri dubbi che sarà così.


Cris e Nic sono sul divano, lei lo sta allattando, e sono così belli che me ne starei a guardarli per ore e quasi mi dispiace intromettermi.

Ciao amore” dico sedendomi accanto a lei e dandole un bacio. “Ciao Piscione”; mi chino a dare un bacio anche a lui, sulla testa, e poi non resisto e bacio anche il seno di Cris.

Lei accenna un sorriso e mi accarezza il collo. “Tutto bene dal Generale? Di che ti doveva parlare?”

Tutto bene non saprei... Ci ha invitati a cena da lui, domani sera. Mio padre compreso.”

Ah..., beh dai, è una cosa carina, no?”

No.”

Perché? Non ti va proprio?”

È troppo strano. Già è stato strano ritrovarmi lì a parlare con lui, figuriamoci andarci a cena.”

Ma ci saremo noi con te” mi dice lei con tono dolce, prendendomi una mano.

Sì...” le rispondo accarezzandole il viso. “Questo lo so.”

Non sarà così male, vedrai. Ma era questa la questione importante?”

No... Si è messo in testa che mi vuole aiutare finché non decido che cavolo fare della mia vita e non trovo un lavoro... Mi ha pure preso un appuntamento nella sua banca per aprire un conto...”

Quindi vuole darti dei soldi?”

Sì... un bonifico al mese, da quel che ho capito. Di cifre non ne ha parlato, ma di certo non si tratta di poco. E io... boh, non lo so”; sospiro e mi passo una mano tra i capelli. “Non mi piace questa storia.”

Pensi che lo faccia perché si sente in colpa per tua mamma?”

Sì. Principalmente per quello. Ma di sicuro si sente in colpa anche nei miei confronti. Mi ha chiesto di dargli modo di fare il nonno. Però che cavolo, per diciott'anni non m'ha voluto conoscere, anzi, se n'è fregato altamente di me, s'è proprio voluto scordare che esistevo! E adesso si sveglia all'improvviso e vuole fare il nonno premuroso?! E prima mi paga i prof. privati per farmi finire la scuola, e adesso mi offre questo...”

Beh...”; Cris tiene lo sguardo fisso su Nic, accarezzandogli i capelli. “Si è reso conto che ha sbagliato..., e adesso vuole rimediare...”

Ma quindi dici che dovrei accettare?”

Non lo so” mi risponde lei stringendosi nelle spalle e continuando a non guardarmi.

Dammelo un po'...” dico allungando le braccia verso Nic che si è addormentato e si è staccato dal seno, e lei me lo porge. “Mi sento come se volesse comprarmi...”; accarezzo piano Nic sulla guancia, col dorso della mano, stupendomi come sempre di quanto sia soffice. “E questa cosa non mi piace. Non mi fa stare bene.”

Forse questo è l'unico modo che conosce per dimostrarti il suo affetto..., che ci tiene a te...”; le è tremata la voce. Distolgo lo sguardo da Nic e cerco il suo, ma è ancora basso e scostante.

Cris...”; appoggio una mano sulla sua gamba e mi avvicino un po' di più a lei. “È tutto ok?”; lei prende fiato, come se stesse per parlare, ma poi non lo fa. “Cris...”; le appoggio una mano sotto al mento, facendole sollevare la testa, e mi accorgo che ha gli occhi pieni di lacrime. “Ehi! Che succede?”

I miei...” mi risponde tormentandosi le dita delle mani. “Sanno che sono in città... Carola oggi si è lasciata sfuggire di averglielo detto”.

Ah, cazzo. Certo, i suoi. Come ho fatto a non capirlo subito? A pensarci bene, i suoi genitori stanno facendo con lei quello che il Generale ha fatto con la mamma: allontanarla e rifiutarla perché colpevole di aver preso le decisioni sbagliate, di aver scelto la persona sbagliata, e di averci pure fatto un figlio.

Cris...”; lei ha abbassato di nuovo la testa, ma io gliela risollevo e le accarezzo il viso.

Sanno che sono qua da tre giorni!” esclama sul punto di piangere. “E non gliene frega niente! Non gliene frega niente nemmeno di lui!”; appoggia una mano su Nic, e poi scoppia a piangere sul serio. Io le circondo le spalle con un braccio, tirandola verso di me, e lei appoggia la testa sulla mia spalla. “Amore...” sussurro mentre le accarezzo il braccio e i capelli, ma lei è davvero inconsolabile. Mi fa malissimo vederla stare così per quegli stronzi, e mi suscita una rabbia indescrivibile. Mi vengono in mente tutte quelle lettere che la mamma ha scritto al Generale, tutte rispedite al mittente senza nemmeno degnarsi di aprirle, e mi torna la rabbia pure verso di lui, che ha fatto stare la mamma come adesso sta Cris, e che se n'è fregato di me e di Asia, come adesso quelli là se ne stanno fregando di mio figlio. Ma chi cazzo si crede di essere, 'sta gente? Chi è che gli dà il diritto di comportarsi in questo modo?! E soprattutto, come cazzo fanno a guardarsi allo specchio?!

Allontano delicatamente Cris e mi alzo per mettere Nic nel passeggino, poi torno a sedermi accanto a lei e l'abbraccio forte. La tengo stretta senza dirle niente, perché credo che non ci siano parole che in questo momento la farebbero stare meglio. La tengo stretta in silenzio, lasciandola piangere, accarezzandole la schiena e dandole ogni tanto qualche bacio sulla testa.

Ma come possono fregarsene così?!” mi dice singhiozzando contro la mia spalla. “Posso capire che ce l'abbiano con me, ma come può non importargli niente di loro nipote...?! Com'è possibile che non vogliano conoscerlo, che non vogliano saperne niente...?!”.

Ah, non lo so com'è possibile! So solo che in questo momento mi precipiterei lì, nella loro fottuta villa, e gli sbatterei in faccia che merde di persone sono, fino a farli piangere tutti e due come adesso sta piangendo Cris.

Non me lo spiego nemmeno io...” le rispondo dandole un bacio sulla fronte. “Se lo vedessero però... sono sicuro che se ne innamorerebbero all'istante”; riesco a farla sorridere, anche se sta ancora piangendo. “Anche se in realtà non lo so... Forse è troppo poco biondo per loro. Ha i capelli troppo scuri”.

Cris sorride di nuovo. “Anche Carola ha i capelli scuri.”

Ah già, è vero.”

Li ha presi dalla nonna paterna.”

Senti...” le dico sospirando, e lo so io quanta fatica mi costa. “Vuoi che ci andiamo, prima di tornarcene sull'isola?”

Cosa?”

Andiamo a trovarli... a sorpresa.”

Davvero verresti con me da loro?”

Certo. Anche se temo che farei un po' fatica a starmene zitto e rischierei di peggiorare solo la situazione..., però... io per te farei tutto”.

Sei unico” mi dice abbracciandomi di slancio.

Te ne sei accorta adesso?!” ribatto io con tono divertito.

Però...”; Cris si stacca dall'abbraccio e mi guarda. “Non me la sento di cercarli. Potrei sopportare un loro rifiuto..., praticamente è una vita che mi rifiutano..., ma non potrei sopportare che lo facessero con Nic. Ci starei troppo male.”

Ci stai già troppo male.”

Ma potrei starci peggio...”

Pensaci, ok?” le dico spostandole indietro i capelli. “Hai ancora qualche giorno.”

Ok” annuisce lei tirando su col naso, e mi sembra una bambina.

Vieni qui”. La sollevo e la faccio sedere sulle mie gambe, e poi l'abbraccio di nuovo. “Pare che avremo parecchie cose a cui pensare, in questi giorni”.

Già...”.

E io che pensavo di dovermi preoccupare solo di passare la maturità e di cambiare pannolini, per il momento.

Mi manca l'isola...” dico sospirando.

Anche a me...”. Cris mi guarda, e ha uno sguardo parecchio malizioso. “Nic si è appena addormentato...”

Sì...”

E tuo padre quando rientra?”

Non rientra. Ha il turno fino alle due di notte”.

Lei mi sorride, mordicchiandosi il labbro inferiore, e ha ancora quello sguardo. Le prendo il viso tra le mani e la bacio.

Andiamo?” mi sussurra all'orecchio, in modo terribilmente sensuale.

Andiamo” le rispondo liberandola dalla mia stretta per farla alzare, e poi mi alzo anch'io.






   
 
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