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Autore: evil 65    28/07/2019    16 recensioni
La guerra contro Thanos si è conclusa da cinque anni, e la Terra sta ormai uscendo dal difficile periodo antecedente allo schiocco che cancellò metà della vita nell’universo.
Dal profondo dello spazio, tuttavia, sta per giungere una nuova e antica minaccia.
L’uso delle Gemme dell’Infinito ha causato il risveglio di una creatura che dormiva negli abissi del cosmo, e che ora, dopo aver provocato carestie e devastazioni su vari pianeti, si dirige minacciosa verso la Terra.
Una furia immensa e bestiale, una divinità antidiluviana e una maledizione, che il mondo imparerà a temere col nome di King Ghidorah…
( Crossover Avengers x Godzilla )
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Danvers/Captain Marvel, Doctor Stephen Strange, Peter Parker/Spider-Man, Thor, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers Assemble'
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Ecco qui un nuovissimo capitolo !
Come annunciato nel precedente, la prima parte di questo aggiornamento presenterà combattimenti fisici, mentre la seconda sarà teatro di uno scontro molto psicologico.
Vi auguro una buona lettura, e spero che troverete il tempo per lasciare un commento!
 

 
Capitolo 9
 

Peter atterrò dolcemente sulla cima di un palazzo, il corpo di Carol ancora saldamente tenuto tra le braccia.
Una volta scesi a terra, la donna emise un gemito sofferente, cosa che spinse il vigilante a posarla delicatamente contro il muretto della copertura.
<< Fammi vedere >> disse con tono preoccupato, ricevendo uno sguardo tagliente da parte della donna.
<< Sto bene, posso ancora combattere… >>
<< Carol ! >> ribattè Peter, interrompendola prima che potesse terminare la frase.
La supereroina sussultò, sorpresa dallo sfogo improvviso del compagno. Questi rilasciò un sospiro, afferrandole ambe le mani con fare rassicurante.
 << Fammi vedere >> disse con voce più gentile, cercando di metterla a proprio agio. Carol era una donna molto orgogliosa, lo sapeva bene. Odiava apparire debole di fronte agli altri, ma essere testarda in una situazione del genere non le avrebbe certo giovato.
La bionda distolse lo sguardo, annuendo appena per dargli il suo tacito assenso.
Peter procedette ad alzare parte della tuta, rivelando lo stomaco dell’Avenger. Era completamente ricoperto di lividi, e una profonda ferita ne percorreva il fianco, da cui stavano fuoriuscendo fiotti di sangue.
<< Dobbiamo raggiungere subito un ospedale >> disse il ragazzo, dopo un’attenta analisi.
Carol compì un paio di colpi di tosse.
<< N-no, niente ospedale >> sussurrò a bassa voce.
Il vigilante la fissò incredulo.
<< Carol, sei messa davvero male… >>
<< Non saprebbero come aiutarmi >> ribattè a denti stretti, tentando di frenare un’altra ondata di dolore.
Peter allora comprese: non stava rifiutando la possibilità di ricevere cure. Era assai improbabile che qualunque ospedale possedesse l’attrezzatura necessaria per rattoppare qualcuno come lei, la cui biologia aliena la rendeva assai diversa da qualunque essere umano normale, a partire dal sangue stesso.
<< Di cos’hai bisogno? >> chiese, dopo un attimo di silenzio.
Carol sembrò prendere in considerazione la domanda del compagno.
<< Energia. E parecchia >> rispose, per poi scoppiare in un altro attacco di tosse. Alcune gocce di sangue le colarono dalle labbra, riversandosi a terra. Fu una visione che riuscì a scuotere Peter fino al midollo.
<< Dovrebbe esserci una centrale elettrica nelle vicinanze >> disse il ragazzo, issandola ancora una volta tra le braccia.
La donna annuì soddisfatta.
<< Portami lì >> ordinò con voce stanca, mentre numerosi boati cominciarono a risuonare dal centro della città.
Peter lanciò una rapida occhiata in quella direzione. La battaglia con Ghidorah era ricominciata…e dubitava seriamente che sarebbe finita presto.
 
                                                                                                                                                      * * * 
 
Rhodey avanzò, mentre il suolo tremava a ogni suo passo.
Lanciò per aria le pulci che affollavano il vialetto, sollevò le braccia e l’armatura evidenziò settecentredici possibili bersagli.
Il primo passaggio con gli M-2 trasformò in hamburger una decina di quelle bestie.
L’uomo osservò i contatori delle munizioni precipitare con numeri a tre cifre, mentre un secondo passaggio distruggeva altri venti di quegli affari e apriva un varco attraverso l’incrocio.
In quel momento, una pulce almeno tre volte più grande delle altre gli saltò addosso, facendolo cozzare sull’asfalto. Gli interni dell’armatura cominciarono a tingersi di rosso.
Rialzandosi a fatica, l’uomo notò che l’insetto si trovava ad appena pochi metri da lui, pronto a completare l’opera.
Senza perdere tempo, Rhodey afferrò una Cadilliac Nera e la scaraventò sull’animale, appiattendolo al suolo. L’eroe fece un balzo nel cielo e atterrò pesantemente sul tettuccio della macchina. Tutte e quattro le ruote esplosero e i cristalli andarono in mille pezzi.
Sotto il veicolo, la creatura rilasciò un grido assordante. Parte della testa e una zampa erano rimaste bloccate sotto lo sportello del passeggero ed erano coperte di vetri infranti.
La creatura cominciò ad aprire e chiudere le mascelle, fissando l’Avenger con rabbia.
<< Dio, sei proprio brutto >> commentò questi.
Il mostro si mosse e allungò un artiglio per afferrarlo, ma il movimento fu lento e impacciato. La macchina cigolò, mentre la creatura cercava di spingerla via.
Rhodey alzò il braccio destro, pronto a finire l’avversario. Tuttavia, poco prima che potesse farlo, una zampa irta di peli si aggrappò alla sua gamba e lo sbattè giù dal veicolo.
La nuova pulce, grande quanto quella che si trovava sotto il mezzo di trasporto, scaraventò l’Avenger sul marciapiede. La testa dell’eroe urtò contro il manto stradale con un sonoro tonfo.
Poi, il corpo dell’uomo venne lanciato in aria dalle mascelle di un altro insetto, prima di essere sbattuto al suolo ancora una volta. Le orecchie iniziarono a ronzargli.
La terza pulce spostò di lato la macchina e lo guardò. A quel punto, Rhodey attivò i meccanismi d’aereazione della tuta, sfidando la gravità, e sferrò un pugno con tutta la sua forza, dritto contro il cranio dell’avversario.
Decine di giganteschi denti si frammentarono e volarono in tutte le direzioni lungo la strada non appena le mascelle del mostro finirono in pezzi.
Rhodey si girò e lanciò un secondo colpo che distrusse la cassa toracica di un’altra pulce, riversando sangue verde sul manto stradale.
L’ero sferrò un terzo colpo contro l’ultimo nemico, e poi un quarto e infine un quinto, fino a quando l’insetto non iniziò a retrocedere. Con un altro impulso di energia, l’uomo riuscì a prendere la schiena in una mano e una zanna nell’altra.
Poi si avvinghiò al petto del mostro e girò la testa dell’artropode . Il cranio si volse verso sinistra…e smise di muovermi.
<< Questa sarà una lunga giornata >> borbottò amaramente.
Due isolati più in là, Bucky continuava a combattere da terra, cercando intanto di ricaricare le pistole e liberare la mente.
Compì una scivolata a terra…e fece fuoco. I corpi degli insetti caddero uno dopo l’altro, a ogni colpo sparato, e, sino a quando non si rimise in piedi, l’uomo non si fermò di certo per controllare quanti di quei proiettili fossero stati fatali per le bestie. Troppo pochi, a giudicare dal fatto che continuavano a venirgli addosso.
Svuotò i caricatori per darsi un momento di respiro e poi ne inserì di nuovi. Erano gli ultimi.
Sam era impegnato a combattere con altre pulci a circa una ventina di metri di distanza. Fra loro c’era un varco riempito con centinaia, forse migliaia, di quegli animali.
Le pistole dell’Avenger fecero fuoco ancora una volta, eliminando un’intera fila di quegli affari, fino a quando l’uomo non riuscì a raggiungere un pick-up abbandonato in mezzo alla strada.
Le pulci lo videro arrivare e si misero a ringhiare. Si lanciarono verso di lui, caricando come una mandria di tori infuriati.
Una di loro cadde all’istante contro i colpi del soldato e Bucky usò il cadavere come trampolino di lancio.
Mentre era sospeso a mezz’aria, l’uomo risistemò le armi nella fondina e con un calcio lanciò uno degli insetti fuori dal pick-up. Con gli stivali si piazzò sul veicolo e dette un pugno ad un’altra pulce con il braccio metallico.
La bestia incespico all’indietro e urtò un suo simile, facendolo cadere sulla strada.
Bucky sparò dritto tra le mascelle della creatura, facendole a pezzi.
Con la protesi bloccò un artiglio che stava per colpirlo allo stomaco, piegò la zampa della pulce e con un colpo ben assestato allo sterno riuscì a perforarne l’esoscheletro.
La creatura urlò per il dolore e Bucky procedette a colpirla con un calcio, facendola cadere sulla schiena. Poi sparò al ventre scoperto dell’essere, uccidendolo all’istante.
Lanciò brevemente un’occhiata alle proprie spalle: Quake e Wanda erano ancora impegnate a combattere contro Ghidorah, i cui attacchi si erano fatti man mano più aggressivi e insistenti.
La testa di destra del mostro balzò verso Wanda che, con uno scatto, riuscì a schivarla. La dentatura del drago si fracassò al suolo proprio accanto ai piedi della donna.
La Scarlett Witch colse l’attimo : afferrò telecineticamente una delle pulci e la scagliò contro il muso della bestia. Ne prese altre due e, usandole come mazze, colpì il cranio del mostro per tre volte prima che gli insetti si maciullassero completamente.
La testa centrale scattò in avanti per addentarla, ma Wanda aveva già spiccato il volo.
Lanciò contro la schiena del drago un’ondata telecinetica, facendolo crollare pesantemente sulla strada.
Si preparò a lanciare un altro attacco. Tuttavia, prima che potesse farlo, una pulce la assaltò da dietro, facendola cadere sulla strada.
La giovane donna se ne liberò con un rapido attacco telecinetico, ma venne assalita da almeno una decina di quegli insetti.
A un centinaio di metri da lei, Ghidorah decise di approfittare del momento di difficoltà in cui si trovava l’ex Avenger. Prese la mira, spalancò le fauci e…
Un’onda sonora sbattè la testa di sinistra contro l’edificio accanto, facendo incespicare il mostro all’indietro.
Il collo della creatura si mosse avanti e indietro, come quello di un serpente, prima che qualcosa nella sua faccia distorta si focalizzasse su Quake, lanciando un ringhio.
<< Aaaaah >> disse la donna. << Ho attirato la tua attenzione, ragazzone? >>
La risposta dell’idra arrivò sotto forma di un raggio di gravitoni, che Daisy fu costretta a schivare.
Sotto di lei, Wanda era riuscita ad uccidere la maggior parte dei suoi assalitori.
Uno di loro la colpì alle spalle, mentre altri due si lanciarono in una carica frontale.
La Scarlet Witch allungò la mano destra e sferrò mentalmente un colpo di energia psichica contro gli artropodi. Si scrollò di dosso quello che cercava di morderla e gli fece esplodere le mascelle.
Poi, sentì un grido di avvertimento proveniente da Quake.
Si voltò, appena in tempo per vedere le tre teste di Ghidorah che facevano un balzo in avanti. Le bocche della creatura assomigliavano ad una pianta carnivora armata di denti e zanne.
Istintivamente, Wanda alzò ambe le mani per proteggersi, evocando dal nulla uno scudo telecinetico.
Il drago ringhiò e sbuffò come impazzito, mentre i denti affilati intaccavano la barriera scarlatta nel tentativo di superarla. Nonostante ciò, la supereroina fece appello a tutta la forza che aveva in corpo per mantenere quella posizione, le labbra strette in una smorfia, gli occhi illuminati di rosso.
Piantò i piedi per terra e lanciò un urlo di pura collera, cominciando a spingere indietro il mostro. Inutile dire che Ghidorah si ritrovò piuttosto sorpreso dalle azioni della giovane donna.
Qui, di fronte a lui, per la prima volta da innumerevoli millenni, una mortale lo stava mettendo in difficoltà. A nulla erano valsi i suoi tentativi di colpirla con i raggi di gravitoni, i poteri telecinetici di questa umana si stavano rivelando una vera sfida. Era potente, la testa centrale dovette ammettere a se stesso. MOLTO potente.
Eppure…qualcosa d’insolito attirò l’attenzione del drago tricefalo. Udì una massa di pensieri indistinti e confusi farsi strada nella propria mente. E, dopo aver prestato maggior attenzione alla cosa, si rese conto che era proprio quella donna a proiettarli.
Inizialmente pensò che dovesse trattarsi di un qualche attacco mentale, magari un maldestro tentativo d’intrusione. Tuttavia…ben presto si rese conto che quei pensieri erano troppo disordinati, pieni di rabbia, dolore…e rimpianto.
Fu allora che il mostro arrivò ad una sorprendente realizzazione : quella mortale, la cui mente era abbastanza forte da generare attacchi telecinetici in grado di contrastarlo…aveva una mente completamente esposta, senza alcun tipo di difesa. Stava proiettando i propri pensieri all’interno del cervello di Ghidorah…senza manco rendersene conto.
“Per quale motivo?” fu il primo pensiero che passò per la testa centrale dell’idra.
Vi erano diverse possibili ipotesi. Forse era meno potente di quello che aveva inizialmente pensato, ma ne dubitava fortemente, soprattutto dopo quell’incredibile manifestazione di abilità offensive.
Oppure nessuno le aveva mai insegnato a sviluppare correttamente i suoi poteri, il cui utilizzo era limitato all’apprendimento autodidatta.
Quest’ultima opzione suscitò un sorriso malefico  da parte di Ghidorah. Ora sapeva esattamente quale sarebbe stato il corso d’azione più idoneo per ribaltare lo scontro a suo favore.
La testa centrale fece segno alle altre due di farsi indietro, cosa che spinse la coppia ad osservarlo con aria confusa. Tuttavia, ben sapendo che non era nel loro interesse disobbedire agli ordini del loro “ comandante”, le due teste fecero come ordinato.
Al contempo, il capo centrale si abbassò a terra, incontrando lo sguardo di Wanda.
Questa strinse gli occhi e si preparò ad attaccare ancora una volta. Allo stesso tempo, le pupille di Ghidorah sembrarono illuminarsi…e il mondo della giovane donna cominciò a crollare.
 
                                                                                                                                                         * * *
 
Buio. Fu la prima cosa che Wanda vide, una volta aperti gli occhi.
Il mondo attorno a lei era buio…e faceva freddo.
Poi…venne la luce. E la realtà attorno a lei cambiò con un vorticare di colori e forme, lasciando posto ad uno scenario piuttosto familiare.
Una stanza completamente ricoperta di cocci, macerie e assi di legno spezzate. Sul pavimento inclinato, poco più in basso, vi era una granata, sulla cui superficie cilindrica spiccava un'unica e semplice parola : Stark.
Questo era un sogno. Non lo sembrava, ma doveva esserlo per forza. Per prima cosa, aveva già vissuto una volta il 15 Luglio del 2005, e le sembrava terribilmente ingiusto doverlo rivivere. Poiché quello era lo stesso giorno in cui erano morti i suoi genitori.
Secondo, ricordava un sacco di cose avvenute negli ultimi mesi, soprattutto le sue conversazioni con il Dottor Banner.
L’immagine cambiò di colpo.
Questa volta niente oscurità : la via dei ricordi, per il bene o per il male, era illuminata da lampade ad arco. Ma il film era confuso, come se il montatore avesse alzato un po’ il gomito a pranzo e non si ricordasse più il filo conduttore. In parte, ciò era dovuto alle deformazioni in termini temporali.
Wanda aveva l’impressione di vivere nel passato, nel presente e nel futuro, tutto in contemporanea.
Vide il corpo di Pietro che la stringeva, sussurrandogli dolcemente che sarebbe andato tutto bene.
Altra inquadratura. Adesso c’erano varie persone assiepate intorno a lei. Sembravano molto alte, e Wanda pensò che quella doveva essere come una soggettiva dalla bara.
Sull’ambulanza era priva di sensi, ma poteva comunque contemplare se stessa, come se fosse fuori dal suo corpo. Poi c’era qualcos’altro : mentre le tagliavano i calzoni, scoprendo l’anca che aveva l’aria di essere fatta di due maniglie maldestramente congiunte, sopraggiunse un arresto cardiaco. Sapeva esattamente di che cosa si trattasse, perché lei e Pietro non si erano mai persi un episodio di Doctor House, ed ecco che le varie persone raccolte cercarono di rianimarla.
Uno dei paramedici portava al collo un crocifisso che le sfiorò il naso.
Perché nessuno le aveva mai detto che era morta durante il trasporto? Pensavano che forse fosse troppo piccola per sapere una cosa del genere?
<< Pronti! >> gridò l’altro paramedico, e proprio prima dell’elettrostimolazione, il conducente si girò e Wanda vide che era uno degli scienziati che anni dopo l’avrebbero presentata a Strucker. Da quanto tempo l’avevano tenuta d’occhio?
Poi le spararono una scarica…e il suo corpo sobbalzò. E, sebbene la Wanda al di fuori non avesse un corpo, ricevette comunque l’elettricità, un colpo rovente che accese l’albero del suo sistema nervoso.
La parte di lei che era sulla barella si divincolò come un pesce fuor dall’acqua, poi si placò.
Il paramedico accasciato dietro guardò il monitor e disse : << Niente, prova di nuovo >>
E quando l’altro eseguì l’azione, avvenne un taglio netto nella visione e si ritrovò legata ad un letto d’ospedale. Era completamente sola.
A fatica, scostò le coperte e posò i piedi a terra e, pur sentendo i punti sull’anca e sul ventre tirare e strapparsi, riversando quello che doveva essere sangue trasfuso lungo la gamba, attraversò la camera senza zoppicare, superando un raggio di sole che proiettava una fuggevole ma molto umana ombra sul pavimento, e arrivò alla porta.
Non vista, imboccò il corridoio, passando accanto a una barella e a due infermiere che, ridendo, guardarono delle foto, e si diresse un eco ripetitivo. Non la notarono nemmeno.
Le luci del corridoio cominciarono a tremolare.
Il sangue scorreva lungo la gamba, il fondo del pigiama era rosso, ma lei non avvertì alcun dolore. Ne temeva alcun tipo di infezione. Era al sicuro, racchiusa nella propria mente, e niente avrebbe potuto farle del male.
Aprì una porta scorrevole…ed entrò.
Un’altra stanza d’ospedale, completa di televisore…e Ghidorah la aspettava al suo interno.
O meglio, un’immagine della testa di Ghidorah. Non era neanche propriamente un immagine, era troppo distorta, dai contorni indefiniti. Forse un qualche tipo di proiezione.
La Scarlet Witch non ebbe il tempo di soffermarsi sulla cosa, poiche, appena pochi secondi dopo il suo arrivo, la creatura cominciò a parlare.
<< Saluti, Wanda Maximoff. È un piacere poterti incontrare di persona >> affermò la bestia.
La voce, benché potente, era mite. La voce d'una cosa che portava la morte, calma come i rami secchi e il ghiaccio di un lago quando il vento ci soffia sopra.
L’ex Avenger si guardò attorno, deglutendo a fatica.
<< Dove sono? >> chiese con un filo di voce. Allo stesso tempo, Ghidorah sembrò sorriderle.
<< Ormai dovresti averlo intuito >> rispose con un sottofondo di cupo divertimento.
E sì, ormai Wanda ne aveva decisamente un’idea. Erano nella sua mente. O, almeno, in una rappresentazione del suo inconscio.
La giovane donna strinse ambe le mani in pugni serrati, fissando intensamente gli occhi immateriali dell’idra.
<< Perché mi hai portato qui?>>
<< Chi è Visione? >> chiese la bestia. E, non ottenendo risposta, fece di nuovo uno dei suoi sorrisi a bocca chiusa, immobile.
<< Ecco >> disse con tono canzonatorio. << Entrambi poniamo domande cui l’altro non vuole rispondere. Lasciamo perdere, che ne dici? Le mettiamo da parte come le carte di riserva di quel vostro gioco…come si chiama?>>
<< Le carte di riserva del cribbage >> rispose Wanda, camminando lentamente fino alla parete opposta della stanza e scrutando sospettosamente la testa fluttuante. Non era attaccata a niente, nemmeno ad un collo. Era tutto muso, fauci, denti e corna.
<< Da dove vieni? >> chiese, dopo aver circumnavigato la totalità di quella proiezione.
<< Dal pianeta X >> fu la risposta del drago. << Veniamo da un pianeta in estinzione per mangiare pizza, comprare a credito e imparare il francese >>.
Wanda sussultò.
Quella...era la voce di Pietro. Quel mostro stava usando la sua voce! Ma come diavolo…
<< Questo mondo è davvero strano >> continuò Ghidorah, riadattando il proprio linguaggio…solo che, come Wanda notò con evidente incredulità, la voce della cosa era diventata la sua, quella di Wanda stessa. Tutto ciò che stava passando…era una sorta di mega allucinazione, ora lo sapeva.
Una volta che ebbe raggiunto quella realizzazione, la camera vibrò di tante radici rosse. Crebbero sul pavimento, sul davanzale della finestra, sulle stecche delle veneziane. Si diffusero sulla lampada e lungo il soffitto, sul flacone del glucosio, sul trespolo accanto al letto.
Piccole sbavature scarlatte pendevano dalla maniglia della porta del bagno e dalla manovella per azionare il meccanismo per regolare l’inclinazione del letto. La testa fluttuante di Ghidorah…era ormai sparita, come se non ci fosse mai stata.
Wanda sì girò verso l’uscita della stanza…e si bloccò. Un brivido freddo le percorse la spina dorsale.
Davanti e lei, una sagoma alta più di un metro e ottanta iniziò a farsi strada al di fuori dell’oscurità.
La figura si fece avanti, distendendo le membra. Un paio di occhi rossi si aprirono, scintillando brevemente, e si fermarono su di lei, costringendola a compiere un passo all’indietro.
Wanda avrebbe riconosciuto quelle sembianze ovunque. Era lo stesso inarrestabile, invincibile e insensibile Ultron responsabile di tante morti e tanti rischi che lei e gli Avengers avevano affrontato in passato.
Un’intelligenza artificiale creata per il benessere del mondo. Vedendo l’umanità stessa come un imperfezione del grande schema delle cose, aveva identificato nell’estinzione l’unica opzione possibile per preservare la pace tanto ambita.
Quando lo aveva visto per l’ultima volta, all’interno di un treno, gli aveva fatto esplodere il torace. Tutto sommato, era stato un disguido non da poco. Qualsiasi umano sarebbe morto…ma non una creatura come lui.
E adesso il petto dell’androide omicida sembrava a posto : la medicina cibernetica aveva fatto passi da gigante, pensò ironicamente.
La creatura grigia levò una mano in una sorta di fiacco saluto. L’arto aveva cinque dita, terminanti con artigli, dai quali colava una sostanza rossa. Probabilmente sangue, o forse solo olio.
<< Ciao, Wanda >> disse con la sua inconfondibile voce metallica, un eco di morte misto al graffiante suono di un radiatore appena acceso.
La Scarlett Witch compì diversi passi all’indietro, mentre l’androide si sedeva comodamente sul letto dell’ospedale.
<< È impossibile >> sussurrò la donna, ricevendo un sorriso divertito ad opera della macchina. Aveva dimenticato quanto potesse essere espressiva quella cosa, nonostante non fosse umana.
<< Solo se pensi che lo sia >> rispose Ultron, con fare cospiratorio.
In quel momento, una piccola sagoma zampettò sul pavimento della stanza, facendo incespicare la donna.
L’intruso, quale che fosse, si arrampicò sul letto, fino alla figura dell’androide, rivelandosi per quello che era: una versione in miniatura di quelle pulci che Wanda aveva combattuto fino a pochi secondi prima.
La piccola bestia si accoccolò tra le gambe di Ultron, che prese ad accarezzarla con fare affettuoso.
“ The Itsy Bitsy Spider” sussurrò la mente di Wanda, ricordando quella vecchia canzone che sua madre le cantava sempre da piccola.
Presa dal panico, si voltò in direzione della porta…ma questa era sparita, sostituita da un muro bianco e immacolato.
La giovane donna urlò di rabbia e sbattè un pugno sulla parete in cartongesso, non producendo danni visibili.
Fatto questo, girò la testa verso un Ultron visibilmente divertito.
<< Tu…tu sei morto. Ti ho visto morire >> sibilò a denti stretti.
L’androide si limitò a scrollare le spalle, movimento che suscitò un gemito di dispiacere ad opera della pulce.
<< Ormai dovresti averlo capito, ragazza mia >> disse con tono beffardo. << Non puoi uccidermi. Sono inevitabile…come le tasse! >>
Poi, indicò la Scarlett Witch con un gesto drammatico, gli occhi rossi che lampeggiavano nella penombra della stanza.
<< Io per te ci sarò sempre >>
<< Esci fuori dalla mia testa! >> gridò Wanda, sprigionando un’ondata di energia scarlatta.
Tuttavia, sia Ultron che la pulce rimasero completamente inalterati da quella manifestazione di potenza, e perfino la stanza ne uscì immacolata.
Il robot simulò un’espressione sinceramente sorpresa.
<< Ora, perchè dovrei farlo? Abbiamo così tanto tempo da recuperare! Ma come dovremmo spenderlo? >> borbottò quasi a se stesso, mentre un certo artropode cominciò a ridacchiare.
Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, la macchina schioccò le dita della mano destra, schizzando piccole gocce di sangue(olio?) sul materasso del letto.
<< Ci sono! Guarderemo insieme la televisione >>
<< Non voglio…>>
<< C’è un film che vorrei vedere. Piacerà anche a te. S’intitola “ I Have No String!”. Itsy Bitsy, il telecomando! >>
La pulce lanciò a Wanda un’occhiata particolarmente ostile, poi zampettò sul guanciale con una rumore raspante. Sul comodino c’era un telecomando coperto di polvere.
Itsy Bitsy lo prese tra i denti, si girò e strisciò di nuovo verso Ultron, il quale lo afferrò e lo puntò verso un televisore comparso dal nulla.
Sullo schermo, visibile benché annebbiato dalle radici che ricoprivano il vetro, comparve l’immagine di Sokovia.
Al centro dello schermo si stava svolgendo una battaglia titanica. Centinaia di Robot alti quanto un uomo che imperversavano per le vie della città, combattendo contro gli Avengers.
E prima ancora che la porta di un abitazione si aprisse e Wanda vedesse se stessa uscire con le mani illuminate di rosso, le fu chiaro che quegli eventi si erano già verificati. In sottofondo cominciò a suonare “I Have No String”, direttamente dal film di Pinocchio del 1943, targato Disney.
<< Bene >> commentò Ultron, parlando dal centro del cervello di Wanda. << Abbiamo perso i titoli di testa, ma il film è appena cominciato >>
È proprio ciò che temeva Wanda.
<< Ti prego… >> piagnucolò la giovane donna. << Io…non voglio…non voglio rivederlo >>
<< Sshhh >> ordinò Ultron, e Itsy Bitsy mise in mostra i suoi terribili denti, come a suggerirle di non fare la maleducata. << Adoro questa canzone. A te piace?>>
<< Come fa a piacerti? >> chiese, ignorando il ghigno della pulce, che, come entrambi sapevano, non rappresentava alcun pericolo per lei.
<< Era la canzone che cantavi mentre tu…tu…>>
<< Sta zitta e guarda il film >> ordinò bruscamente il robot, facendola sussultare. << L’inizio è un po’ lento, ma in seguito migliora >>.
Wanda intrecciò le mani in grembo e guardo “ I Have No String” , le cui star sembravano essere proprio i Vendicatori.
E poi…arrivò il momento che per tanti anni aveva cercato di dimenticare. Clint Burton che afferrava un bambino inerme tra le braccia…
<< No…no… >>
Pietro Maximoff, suo fratello, che correva in direzione dell’uomo, mentre il Quinjet volava a tutta velocità verso di loro…
<< Pietro! >>
Ultron che attivava le armi del velivolo, che fecero fuoco su tutti e tre. Pietro che salvava Clint e il bambino…morendo nel tentativo.
Wanda si portò una mano alla bocca per trattenere un urlo disperato, mentre copiose lacrime cominciarono a fuoriuscirle dagli occhi.
<< Pietro… >> sussurrò a bassa voce, mentre la stanza cominciò a cambiare ancora una volta.
Alzò lo sguardo verso Ultron e balzò all’indietro. Ora, l’androide sembrava una sorta di esperimento genetico fallito. In parte robot…in parte Ghidorah, la cui testa aveva sostituito quella della macchina omicida. Itsy Bitsy gli zampettava sulle spalle, strofinando le lunghe mascelle sulle corna del drago.
La camera d’ospedale venne sostituita da un vuoto nero e apparentemente senza fine.
<< Deve essere davvero frustrante essere ingabbiato come un grillo in una mente limitata >> commentò Ghidorah, per poi schioccare le dita della mano destra.
Quel mondo di nulla e oscurità lasciò il posto a centinaia di immagini. Foto in movimento che raffiguravano popoli, individui…malattie, povertà, guerre…morte e dolore. Umanità.
<< Credono di pensare. Non hanno una visione globale, un sistema totale, solo schemi vagamente somiglianti, non hanno più identità di un ponte o di una ragnatela >> disse l’idra, attirando l’attenzione di Wanda. << Ma si lanciano sugli abissi attaccandosi a una tela di ragno, e a volte ce la fanno, e con quello sono convinti d'aver risolto la questione! Potrei raccontarti mille tediosissime storie dell’assurdità che caratterizza voi mortali, specialmente gli umani >>
Il mostro lanciò alla donna un sorriso maligno, gli occhi rossi che lampeggiavano tra le ombre.
Al contempo, lo sguardo di Wanda si posò su una scena ben precisa. E, per poco, la Scarlet Witch fu tentata di correre e non voltarsi indietro.
Quella era la testimonianza del suo fallimento. La morte degli ambasciatori wakandiani, che come conseguenza aveva portato alla creazione degli Accordi di Sokovia, e alla conseguente Guerra Civile tra supereroi.
Si portò ambe le mani alla testa e crollò in ginocchio, mentre le grida di orrore e dolore dei testimoni riecheggiavano come colpi di pistola all’interno della sua testa. Il tutto sotto gli occhi divertiti di Ghidorah.
<< Siete un’unica razza, con gli stessi obiettivi, gli stessi sogni, le stesse paure. Mangiate lo stesso cibo, dormite tutti nello stesso modo. Quindi dovete trovare un modo per differenziarvi… per giustificare il fatto di uccidervi gli uni con gli altri >> disse con tono vagamente disgustato, mentre il suo corpo cominciò a mutare. << Confini, nazioni, quartieri, religioni, nomi, moda. Uccidereste per un paio di scarpe. I vostri leader vi sfruttano per la loro sete di potere, e voi siete felici di permetterglielo, in modo che possano uccidere quelli che avete deciso che non sono come voi >>.
Ora, grandi ali avevano preso il posto delle braccia metalliche, una lunga coda biforcuta fuoriusciva dalla parte posteriore del corpo, non più metallico, ma fatto di carne, ossa e squame dorate. Tre lunghi colli partivano direttamente dalla cima del busto, adornati da volti crudeli e sorridenti.
<< Siete una razza di folli >> terminò freddamente la testa centrale di Ghidorah.
E mentre il suono delle urla si faceva sempre più forte…la figura della Scarlett Witch cominciò a tremare.
Radici rosse, come quelle della stanza d’ospedale, iniziarono a protrarsi dall’oscurità, avvolgendo il corpo inerme della giovane donna.
Di fronte a lei, il drago sorrise soddisfatto.
 << Ascoltami bene Wanda Maximoff :quello che senti adesso non è morte, è vita... un nuovo tipo di vita. Libera dal dolore >> sibilò attraverso le zanne acuminate.
La pelle dell’ex Avenger era ormai completamente ricoperta da quei viticci. La sua figura era completamente immobile.
<< Apri i tuoi occhi Wanda.Vedi,ciò che vedo io. Senti,ciò che sento io...>> riprese la bestia, ghignando malignamente. << E andiamo a ululare alla luna insieme>>.
E fu dopo che l’idra ebbe pronunciato tali parole…che la mente di Wanda andò in frantumi.
 
                                                                                                                                                         * * *

Un silenzio di tomba attraversò l'aria di Times Square.
Sebbene Wanda fosse rimasta intrappolata nella sua stessa mente per circa un’ora, in realtà erano passati solo pochi secondi nel mondo esterno.
<< Wanda, ti senti bene? >> chiese Quake, avvicinandosi alla Scareltt Witch con aria preoccupata. Ghidorah si trovava a pochi passi da loro, ma non stava facendo alcun tentativo di attacco.
Quando l’ex Avenger iniziò a spalancare lentamente le palpebre, ciò che rivelò in seguito, alla vista della supereroina, suscitò un intenso brivido lungo la spina dorsale della donna.
Non più pupille rosse, così com’erano state durante l’intera battaglia...ma occhi gialli come il sole, a tratti neri e senz'anima, rivelazioni di una nuova e temibile oscurità.
Quake compì un paio di passi all’indietro, mentre Wanda si girava lentamente verso di lei, con movimenti quasi meccanici.
Allo stesso tempo, la testa centrale di Ghidorah si abbassò a terra, affiancando la figura della Scarlett Witch.
<< Ti è stato dato un dono prezioso. La libertà…dalle tue paure e legami >> sussurrò con voce suadente, facendo scattare la lingua biforcuta. << Puoi ora scorgere l’infinita intelligenza e la salvezza che io ho portato. Sei pronta a servirmi? >>
<< Sì >> rispose la donna con voce monotona, facendo sussultare Daisy.
Il sorriso sul volto del drago sembrò farsi più grande.
<< Sei pronta ad essere uno strumento della mia volontà? >>
<< Sì >> ripetè Wanda, mentre il suo corpo cominciò a illuminarsi di un intenso bagliore rosso.
Ghidorah posò gli occhi su Quake, che compì un passo all’indietro.
<< Allora…uccidi! >>
 


Credo ormai di essermi sprecato con i Dum, Dum, Duuuuuuum !
Ebbene sì, Ghidorah ha preso il controllo della mente di Wanda. Tecnica che utilizzò nel film Mothra 3 per controllare una dei protagonisti.
Spero davvero che la battaglia mentale tra i due sia stata angosciante quanto speravo e abbastanza realistica, mi sono divertito molto a giocare con l’inconscio della Scarlet Witch per realizzare visioni agghiaccianti e disturbanti. Questo perché sono un grande fan dell’horror…e uno scrittore abbastanza infame, lo ammetto.
Ultron è il mio antagonista MCU preferito dopo Thanos, per cui ci tenevo davvero a fargli fare un cameo.
Nel prossimo cap, Ghidorah tirerà fuori il suo asso nella manica, e avremo anche il ritorno di Jane Foster.
  
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