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Autore: Maki Tsune    28/07/2019    1 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Nella villa Agreste, Adrien stava pranzando da solo, quando al cancello d’ingresso qualcuno suonò il campanello. Natalie andò a controllare e diede il consenso di aprire il cancello e di tenere la porta aperta.
“Chi è Natalie?” chiese Adrien alzandosi dalla sedia e parlandole dalla sala accanto, quella da pranzo.
“Il signor Alphand.” Natalie lo guardò e vide il piatto mezzo vuoto, segno che non aveva finito di mangiare.
“Me ne occupo io, tornate pure a pranzare, signorino.”
“Mangiare da solo non aumenterà il mio appetito, tanto meno la presenza di Alphand mi rassicura a quest’ora.”
Natalie fece cenno con il capo in segno di scuse e Adrien si avvicinò alla tutrice cui era avanti alla porta d’ingresso.
C’era una gran distanza da percorrere a piedi dal cancello alla porta e permise a Natalie e Adrien ad avere quella piccola discussione, poco prima che Alphand arrivasse alla soglia per pulirsi i piedi sul tappeto prima di entrare.
Bonjour Madame.” Disse salutando Natalie.
Mademoiselle.” Lo corresse senza minima espressione facciale, severa e impassibile come sempre.
Lui si schiarì la voce imbarazzato e fece cenno di scuse con il capo.
Poi si rivolse ad Adrien appena lo vide “Oh, ragazzo mio! È una gioia per me averti trovato! Bonjour Adrien.
Bonjour a toi. Cos’è successo?”
“Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa?” Disse Alphand togliendosi la giacca e cappello, dandoli a Natalie.
Lei sì sentì presa come un attaccapanni, ma per cordialità rimase impassibile e prese la giacca del signore “Perdonate, vi suggerirei di parlarne comodamente nel soggiorno. Gradite qualcosa Monsieur Alphand?”
“Oh Oui, merci Natalie. Non ho ancora avuto il tempo di pranzare in effetti…”
Prima che concludesse la frase, si aggiunse Adrien “Allora è deciso, pranzerete con me. Io non ho ancora finito.” Sorrise cordialmente.
Merci Adrien, ma non voglio approfittare della vostra gentilezza.”
“Non lo state affatto facendo. Sono io che ve lo propongo, perciò per me è un piacere avervi a pranzo con me. Fa sempre piacere avere compagnia.”
L’ultima frase fu una frecciatina che Natalie colse perfettamente e si sistemò l’occhiale. “Vedo subito di aggiungere un posto a tavola.”
Bien, merci beaucoup Adrien.” Disse Alphand sistemandosi il panciotto.
“Venite, vi faccio strada.” Adrien allargò un braccio per fargli segno di passare nella stanza accanto e lui lo seguì. Entrò nella sala da pranzo, tutto molto bianco e nero con un tavolo lunghissimo al centro, apparecchiato con pane, frutta, acqua, vino, una zuppiera e posate necessarie. Notò il pranzo poco consumato di Adrien e si dispiacque.
“Adrien, mi dispiace averti disturbato nell’ora di pranzo, ma è importante che tu sappia.”
“Nessun disturbo, mon ami. Come ho detto è un piacere avere compagnia. Prego, accomodatevi.” Spostò appena la sedia per il suo ospite e Alphand sorrise per tale cordialità. Si sedette al tavolo e dei camerieri di colore aggiunsero una tovaglietta e l’occorrente per farlo mangiare assieme ad Adrien, poi sparirono dalla porta da dove erano apparsi.
Adrien si sedette al suo posto: capotavola. Sistemarono entrambi le loro sedie e comodamente mangiarono assieme.
“Cosa volevate dirmi?” Domandò Adrien immergendo dei pezzi di pane nella zuppa.
“Volevo parlarti dell’Esposizione. In una sola mattinata, abbiamo avuto molte visite.” Sorrise contento sotto i baffi a cui fece attenzione di non sporcare con la zuppa.
“Un’ottima notizia! Però direi di aspettare qualche giorno per vedere come sono i risultati effettivi.”
“Adrien, non è finita qui. La Tour Eiffel sta riscuotendo successo e anche l’invenzione della elettricità! Hai avuto ragione quando parlavi di progresso. Sento nella mia pancia che andrà bene.” Rise contento. “Certo, abbiamo speso più del previsto ma è per questo che abbiamo creato anche una lotteria per finanziare l’evento grazie all’aiuto della Baking House. E fortuna che sei un ragazzo convincente, altrimenti non so come sarebbe andata a finire.”
“Beh, diciamo che hanno capito che l’investimento era necessario. Ho fatto un po’ leva sul loro lato patriottico e avendo ben tre feste da celebrare, doveva per forza essere qualcosa in grande. In più, l’aiuto del Prefetto è servito più del mio.” Abbozzò un sorriso e raccolse la zuppa con il cucchiaio; per poco non si sporcò dato il peso inaspettato sulla sua spalla che si strinse con presa decisa.
“Ragazzo, ascolta questo vecchio che ti vuole bene come un figlio, non sottovalutare mai ciò che sai fare. Hai tante qualità e sei pieno di doti. Non sottovalutare mai la tua persona. Intesi? Non sei il tipo che si nasconde dietro i soldi. Hai idee e cuore. Valori importanti, figliolo.” Tolse la mano dopo avergli dato qualche scossone e riprese a mangiare la zuppa.
Adrien si sentì apprezzato. Si commosse per quelle parole che lo scossero più della presa alla spalla.
La fame andò via una volta per tutte e cercò di trattenere la frustrazione dentro di sé. Si schiarì la voce bevendo dell’acqua e fece un profondo respiro per non far tremare la voce. “Grazie per le sue parole, significano molto per me.”
“Lo penso davvero, ragazzo. Ho lavorato con te abbastanza a lungo per capire come sei fatto. Sei cresciuto davvero bene.” Sorrise per poi pulirsi i baffi con un tovagliolo di stoffa.
“Grazie per la tua ospitalità, ma devo proprio andare. Ti terrò aggiornato sull’Esposizione.”
“Non resta a mangiare con me? C’è ancora la frutta…”
“Zuppa squisita amico mio. Come vedi devo mangiare poco se voglio perdere un po’ di peso.” Si toccò la pancia tonda. “Altrimenti non entrerò nei vestiti e le fanciulle non mi vorranno più.” Ridacchiò.
Adrien sorrise e poi gli venne in mente una domanda. “Ah, Monsieur Alphand, mi permetta di chiederle una cosa: per caso abbiamo una lista delle persone che hanno partecipato all’Esposizione?”
Il Signor Alphand si era alzato dalla sedia e si era appoggiato con le mani sullo schienale di essa. “Insolita domanda da parte tua, ma credo ci sia. Se ti interessa tanto proverò a cercarla. Cosa devi cercare? Forse posso aiutarti se questa memoria non fa cilecca.” Ridacchiò.
Adrien distolse lo sguardo e sorrise imbarazzato mentre si grattava la testa. “Ecco….”
Alphand si accorse del suo atteggiamento ancora più timido e ridacchiò di gusto. “Stai cercando qualcuno?”
“Sì…” esitò a lungo non sapendo se era un bene dirglielo o stare zitto. In ogni caso, cercò di essere generico. “Devo restituire un oggetto a una persona… incontrata… alla festa…”
“HOH! Parbleu! Alla fine sei riuscito a trovare una donzella per te? Lo sapevo! HAH! Le feste sono le migliori per incontrare qualcuno. E dimmi, è speciale?”
“Non correte così in fretta. Non ho detto che si tratti di una donna.” Sorrise divertito.
“Ah, che peccato. Avrei preferito si trattasse di una fanciulla. Almeno le cose si facevano più interessanti HOHOH!” Ridacchiò con le mani sulla pancia, mentre Adrien si coprì il viso con una mano per l’imbarazzo.
D’accord. Lasciate stare, proverò in un altro modo…” disse Adrien.
“No, figurati. In qualche modo mi devo sdebitare. Chi stai cercando?”
“Una patisserie-boulangerie. Ne conosci qualcuna?”
“Ah... ragazzo… una ricerca difficile. Ce ne sono a bizzeffe a Parigi. Abbiamo spedito gli inviti a tutti e la maggior parte hanno risposto in positivo e fanno parte dell’Esposizione. Non potevano mancare a un evento così importante.”
“Mi stai dicendo che forse la incontrerò all’Esposizione?” non voleva alimentarsi di speranza.
Oui, c’est possible. Attend. Quindi è una fanciulla come speravo.” Sorrise di cuore.
Il sorriso speranzoso di Adrien si affievolì e si grattò la testa in silenzio. Ad Alphand non servivano altre parole e proseguì “ Però ti dirò una cosa: come ben sai l’Esposizione è molto grande e servono molti fornai per gestire la fame delle persone in visita. Dovrai setacciare tutto se vuoi cercare la tua persona.”
“Se c’è all’Esposizione ho risolto il mio problema.” Sorrise.
“E se non c’è, non restarci male, Adrien. Intanto vedo se abbiamo la lista con gli espositori.”
Merci Alphand. Per tutto.” Adrien si alzò dalla sedia e si abbracciarono tenendosi stretti per una mano.
La forza di Alphand era come sempre decisa e forte, come il suo abbraccio stritolatore.
La cameriera portò la giacca e il cappello e Alphand uscì dalla villa Agreste.
Natalie ne fu informata e si presentò alle spalle di Adrien. “Di cosa avete parlato?”
Adrien guardò Natalie e sospirò “Del buon inizio dell’Esposizione. Tutto qui. Ah, Natalie. Io vado nella mia stanza, puoi far sparecchiare la tavola.”
“Detto fatto, signorino.”
Adrien si ritirò in camera e si sedette sul divano. Prese il fazzoletto dal taschino e lo guardò pensieroso.
“Alla fine il signor Alphand aveva ragione. Credo di aver trovato una fanciulla durante la festa.” Sussurrò tra sé. “E giuro che ti troverò, milady. A costo di cercare in tutta Parigi.”
   
 
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