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Autore: Solitary_soul_    29/07/2019    0 recensioni
Sono passati vent'anni dalla seconda guerra magica, e tutto procede normalmente: i figli del Golden Trio sono tornati ad Hogwarts per il nuovo anno e i genitori alle loro routine. Ma una serie di incidenti attira l'attenzione del ministero. Qualcosa sta minacciando la sicurezza della scuola, ed Hermione nonostante gli innumerevoli problemi coniugali, interverrà procedendo con le indagini aiutata dal suo acerrimo nemico di infanzia.
Riusciranno ad andare d'accordo a sufficienza e sistemare le cose? Cosa succederà?
Storia presente anche su Wattpad, chi vuole mi segua anche lì mi trovate come @Solitary_soul_
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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In men che non si dica, si trovarono sul ponte che conduceva all'ingresso del castello. Sui fronti opposti si fronteggiavano da un lato una decina di maghi, compresi Hermione, Harry e Draco, e dall'altra Tracey Davis che puntava la bacchetta alla gola dell'anziana preside.
«Davis, arrenditi e lasciala andare. Sei solo» urlò Harry mettendosi in testa al gruppo. In tutta risposta l'uomo scoppiò a ridere.
«E chi ha detto che sono solo?» terminò la frase ed emise un potente fischio. Per qualche secondo non accade nulla ed il solo rumore che li accompagnava era quello del vento, poi all'improvviso un ruggito spezzò il silenzio.
Quel suono familiare fece accapponare la pelle alla riccia che istintivamente si avvicinò stringendo la mano al biondo. Sapeva benissimo a chi apparteneva quel suono mostruoso.
Come un incubo che prende vita il mostro dalle tante teste volò sul ponte facendolo tremare, una delle teste sputó del fuoco segnando una linea incandescente sul suolo che face indietreggiare tutti.
«Draco, devo entrare nel castello. Il cappello con la spada sono nell'ufficio della preside» gli sussurrò la strega. Entrare senza farsi notare e prendere la spanda non avrebbe dovuto essere troppo difficile... Certo non fosse stato per quel pazzo davanti all'ingresso principale sarebbe stato anche meglio.
«Non vai da sola vengo con te!» ribattè deciso lui, sapeva benissimo che era la sua idea fin dall'inizio affrontarlo da sola per porre fine a tutto. Ma non glielo avrebbe mai permesso.
«Ragazzi non vorrei interrompere la vostra discussione... ma penso che se ne accorgerebbe se uno di voi due sparisse, quello vi guarda come se foste il suo pranzo. Ora con nonchalance io vado a prendere la spada, voi pensate a lui. Gli altri terranno impegnato l'idra finché non torno. Non morite» Harry fece l'occhiolino alla coppia. E lentamente si mimetizzò tra il resto del gruppo per poi scomparire.
I maghi tirarono fuori le bacchette puntandole verso l'idra, in pochi secondi si scatenò il putiferio. Ogni due o tre maghi c'era una testa dell'idra pronta ad ucciderli. Gli incantesimi sembravano non scalfirle di mezzo millimetro, la squadra era decisamente in difficoltà. I due lottavano fianco a fianco, proteggendosi a vicenda. Una testa rischiò di staccare un braccio a Malfoy con le sue fauci, ma la prontezza di Hermione glielo impedì, gli lanciò incendio colpendo in pieno la bocca aperta del mostro che gemette dal dolore.
Un altra testa cercò di bruciarla viva, ma Draco protette entrambi con protego.
«Se usciamo vivi da qui, giuro che dirò a tutti che mi sono innamorata di Draco Lucius Malfoy» disse la strega ridendo mentre schivava l'ennesima testa cadendo tra le braccia del biondo che stava sorridendo a sua volta come un ebete.
«Mi ami?» le chiese quasi incredulo, la riccia sorrise annuendo prima di spingere di lato il ragazzo per evitare che venisse colpito dalla coda, finendo per essere colpita e scaraventata contro il parapetto in pietra del ponte. L'impatto della schiena contro il muro le fece perdere il respiro per qualche secondo, ma non era nulla di grave.
«Sto bene, tranquillo» lo rassicurò vedendo il suo sguardo spaventato mentre si tirava su.
«Andiamo e facciamola finita» constatò il biondo, dovevano mettere fine a tutta questa faccenda.
Scivolò tra le zampe del mostro seguito dalla strega, schivando ancora un altra fiammata arrivarono finalmente davanti a Tracey che stava osservando divertito il combattimento.
«Siamo alla resa dei conti» esordì
«Tu vuoi noi Davis, lascia andare McGranitt» tentò cauta la donna. L'uomo fece spallucce e spinse via la preside gettandola al suolo, puntando invece la bacchetta contro Hermione.
Cercò di rimanere impassibile e continuare a trattare come avrebbe fatto un poliziotto babbano in un caso di scambio simile, lo aveva visto fare tante volte in televisione. Alzò le mani in segno di resa
«Tracey, non vogliamo farti del male. Tu hai perfettamente ragione, è stato ingiusto quello che è successo a Megan. Non si meritava di morire. Adesso poserò la bacchetta, così vedrai che non sto mentendo» sotto lo sguardo attento ed esterrefatto di Draco la donna appoggiò il suo bastoncino sul pavimento, senza mai distogliere lo sguardo da quello del pazzo. Aveva capito il suo piano, ma restare disarmata era una pessima idea.
«...Neanche queste persone o i ragazzi di Hogwarts meritano di morire. Non vuoi che loro passino quello che hai passato tu, vero?» per un attimo il serpeverde che la stava minacciando, sembrò ascoltarla veramente. Aveva iniziato ad abbassare la bacchetta e alcune lacrime gli bagnarono le guance.
«Tu... tu non capisci» ringhiò. La riccia annuì, era difficile ma forse poteva convincerlo.
«Hai ragione, io dopo la guerra sono andata avanti. Ma tutti abbiamo perso qualcuno di importante per noi, e questo ti lascia un vuoto. Ma non si riempirà uccidendo altri, posa la bacchetta per favore e sistemiamo le cose» continuò lei. Il ragazzo abbassò la bacchetta e lo sguardo con essa.
Ce l'aveva fatta davvero?
Era finita.
O forse no.
In una frazione di secondo che sembrò infinita gli occhi neri del ragazzo si piantarono in quelli della riccia, mostravano di nuovo quello strano scintillio folle.
«Sistemare le cose? Lei non tornerà mai da me. Però posso far si che chi me l'ha fatta portare via soffra come ho sofferto io!» capì immediatamente quello che stava per succedere.
Il tempo sembrò rallentare agli occhi di Hermione, anche se sapeva benissimo essere pochi secondi.
Non poteva credere che quella sarebbe stata la sua fine, ma non ci diede nemmeno importanza. I suoi pensieri finirono tutti rivolti ad un unica persona. Si voltò verso Draco che la stava fissando terrorizzato, lo guardò rassicurante mimandogli un semplice "ti amo" per poi riportare la propria attenzione verso Davis e fare un passo verso di lui. La vide, sembrava tutto così irreale, la punta della bacchetta rivolta contro di lei divenne verde ed un fascio di luce dello stesso colore partì da essa.
Prese un respiro chiudendo gli occhi in attesa di essere colpita e mettere fine alla propria vita.
Se morire avesse voluto dire salvare i suoi figli, Draco e tutti gli alti... beh, non poteva immaginare modo migliore per andarsene.
Sentì la voce di Malfoy gridare il suo nome disperato e poi un forte colpo dritto nel petto. Cadde a terra in un tonfo e da lì il silenzio.

Tutto sembrava essersi fermato da quel fatidico momento.
C'era qualcosa che non andava, se era morta perché sentiva un peso addosso e male al sedere? Da morti si può ancora provare le sensazioni di dolore che si avevano da vivi?
Cercò di aprire gli occhi e davanti a se trovó la folta chioma biondo platino di Draco.
Pregò ogni mago conosciuto che quella testa di rapa non si fosse preso il colpo mortale diretto a lei.
Sentì istintivamente le lacrime fuoriuscire irrefrenabili. Non poteva averlo fatto.
Non doveva finire così!
Non poteva essere morto.
Cercò di muoversi ma venne stretta dalle due braccia che le cingevano la vita.
«Che non ti venga mai più in mente una cosa simile Granger!» quella voce la fece scattare subito, il biondo alzò la testa incontrando gli occhi ghiaccio con i suoi nocciola.
La riccia li ammirò qualche secondo persa nei suoi pensieri mentre stava cercando di comprendere se quello fosse un sogno o meno, ma alla fine decise che non le importava affatto, si fiondò sulle sue labbra quasi disperata. Se era con lui le sarebbe andato bene tutto.
Le loro labbra combaciarono perfettamente per l'ennesima volta e tutto il resto svanì lasciandoli soli.
Sciolsero il loro bacio tra sorrisetti nervosi, quando finalmente si alzarono da terra, davanti a loro si trovava il corpo privo di vita di Tracey.
Come era possibile che fosse morto lui e non loro?
Si guardarono attorno provando a capire cosa fosse successo, e poi lo videro: Harry a bordo della sua nimbus 2000 che stava tagliando le teste dell'idra utilizzando la spada Grifondoro, mentre il resto della squadra le incendiava per evitarne la ricrescita.
Cercarono di riunire i pezzi e giunsero ad una conclusione plausibile.
Potter era riuscito ad utilizzare la spada come scudo proteggendo la coppia e la lama deve aver fatto da specchio facendo tornare indietro il colpo che aveva in fine ucciso Davis.
Ancora una volta il bambino sopravvissuto li aveva salvati.
La creatura che sembrò essersi liberata dell'incanto smise di attaccare. Ora con l'unica testa rimasta sembrava quasi innocua. Aveva paura e tremava, probabilmente non era stata una sua scelta essere lì o di attaccare i ragazzi.
«Harry! Lasciala vivere, non credo voglia farci del male» gli urlò bloccadolo immediatamente, mentre si avvicinava decisa all'Idra che aveva preso a fissarla indietreggiando un poco. La donna alzò la mano lentamente finendo per poggiarla sul suo muso, venne investita dal fiato caldo che usciva dalle narici del mostro, ma quest'ultimo non si mosse contro di lei accucciandosi semplicemente al suolo. Iniziò ad accarezzarla guardando gli enormi occhi gialli attraversati da una striscia nera che doveva essere la pupilla.
Tutti osservarono in silenzio la scena, esterrefatti dal gesto della strega. Poco dopo si allontanò regalando all'animale di nuovo la sua libertà, ci mise un po' prima di spiccare il volo salutandoli con un ultima fiammata verso il cielo e sparire dietro alle nuvole.
Il braccio che stava passando sul suo fianco attirò nuovamente la sua attenzione, si voltò trovandosi faccia a faccia con quello che per anni era stato il suo peggior nemico.
Le sorrise dolcemente scostandole una ciocca di capelli dal viso sporco di fango e sangue, mettendogliela dietro l'orecchio.
«Sei straordinaria. Ti amo Hermione Granger» sussurrò il biondo sorridente mentre si perdeva nell'infinito dei suoi occhi.
«Ti amo anche io» confermò prima di posare nuovamente le labbra sulle sue. Gli sembrava di toccare il cielo con un dito. Niente più segreti. Solo loro due.
«Però qualcuno ha giurato! È finita. Io e te siamo vivi, devi dirlo a tutti mia cara» le ricordò sghignazzando soddisfatto mentre poggiava la fronte contro la sua, ricevendo un pugno scherzoso in risposta.
C'è l'aveva fatta davvero, era riuscito a far innamorare di lui la donna della sua vita.
Ed ora? Poco importava se ci fosse stata lei al suo fianco tutto sarebbe andato per il meglio. La baciò ancora insaziabile di quel contatto. Le loro lingue cominciarono a danzare e le mani ad esplorare.
«Non vorrei fare il guasta feste, ma di quello cosa ne facciamo?» Harry li aveva raggiunti ed interrotti un po' infastidito, doveva ancora farci l'abitudine, e gli indicò il corpo del pazzo con un cenno di capo.
«Andiamo Signor Potter, li lasci in pace. O racconto delle sue scappatelle con la signorina Weasley ai suoi figli» intervenne la preside che finalmente stava meglio, facendo ridere tutti i presenti ed imbarazzare il ragazzo che divenne immediatamente rosso come un peperone.
«Hogwarts ha passato di peggio, penso che ora potemmo continuare da soli. Grazie» concluse la professoressa allontanandosi.
«Pronta? Torniamo a casa» il biondo nonostante le evidenti incertezze e paure della riccia, la prese per mano portandola con se. C'era ancora tanto da fare, ancora tanto su cui lavorare, ma finché erano insieme potevano affrontare qualsiasi cosa.

Pervasa da un improvviso senso di nausea si allontanò bruscamente dal biondo appoggiandosi al parapetto del ponte e vomitando giù.
«Sei stata avvelenata, vieni ti porto immediatamente al San Mungo!» si smaterializzò immediatamente all'interno dell'ospedale magico.
I medici portarono immediatamente la donna a fare le analisi e dopo diversi esami la lasciarono andare in sala d'aspetto con il mago che la stava aspettando preoccupato.
«Allora?» cercò di incitarla a parlare.
«Mi sento già meglio veramente, tra poco portano gli esiti degli esami del sangue» disse prendendo posto accanto a lui ed appoggiando la testa sulla sua spalla.
Non passò molto tempo che un infermiere uscì dall'ambulatorio con i referti in mano, facendo scattare i due ragazzi sull'attenti.
«Dai suoi esami non risulta alcun avvelenamento non si preoccupi. Nel suo suo sangue è stato trovato un livello di 3124 UI beta-HCG. Un po' alto forse, ma per ora va bene.» l'uomo porse i fogli alla donna lasciandoli soli.
HCG... no, non poteva essere.
Lei non aveva un ritardo... scattò sgranando gli occhi, si che lo aveva! Dannazione come aveva potuto non farci caso. Quasi di tre settimane.
«Hermione? Perché hai quella faccia? Ha detto che non sei stata avvelenata! Dovresti essere felice» le si avvicinò confuso prendendole la mano.
Lei posò il suo sguardo prima sulle loro mani intrecciate, poi sul suo ventre ed in fine negli occhi grigi del biondo.
«Hai sentito che ha detto?» gli chiese mentre i suoi occhi cominciavano a farsi più lucidi.
«Che hai "Hc..." qualcosa un po' alto, ma ha detto che va bene no?» domandò cercando di capire la sua reazione. La riccia sorrise alla sua innocenza trovandolo tenero.
«Draco... sono incinta» sputò fuori ancora incredula.
L'uomo la fissò qualche secondo cercando di capire se scherzasse, ma poi mostrando un sorriso a trentadue denti la abbracciò sollevandola da terra e facendola roteare prima di postarla.
Le prese il viso tra le mani guardando ogni dettaglio, dalle guancie arrossate al sorriso smagliante che le si era dipinto in faccia.
«Tu... tu lo vuoi tenere?» gli chiese un po'titubante. L'uomo scosse la testa cercando di non ridere ad una domanda così sciocca. Come se avesse potuto rinunciare al frutto del loro amore.
«Stai scherzando vero? Me lo chiedi pure? Ti amo da impazzire! E mi renderai padre!
Certo, è stata una sorpresa, ma non ho dubbi. Qualcosa che nasce da un amore vero, non può essere sbagliato» le asciugò la lacrima prima che arrivasse alla guancia e la baciò.
Si chinò poggiando un ginocchio a terra e posizionandosi all'altezza della pancia della donna che lo stava osservando dolcemente.
«Sarò un bravo padre, lo prometto»

***NOTE***
scusate l'immenso ritardo ma ho passato la domenica a fare aventi e indietro dall'ospedale con la nonna. Tranquilli sta bene, sono solo capricci. detto ciò... è finitaaaaaa.
Citrioli restate sintonizzati per degli extra in futuro!
   
 
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