Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Akiko Uzumaki    29/07/2019    1 recensioni
Jackie , una adolescente californiana, decide di cambiare scuola, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata dalla sua migliore amica e umiliata dal suo ex ragazzo. Affiancata dai suoi amici di sempre, Frank, Moe e Mark, decide così di stravolgere completamente la sua vita, incontrando Scream, la sua pazza compagna di stanza nel nuovo convitto, Steve, che diventerà il suo migliore amico, e Dean, quel ragazzo tanto timido quanto dolce e premuroso.
Eppure c'è una cosa che deve ancora capire: il vero cambiamento non deve avvenire nel contorno, ma dentro di sé.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Canzone consigliata: Santa Tell Me- Ariana Grande 

Dicembre è arrivato senza che nessuno in questa scuola se ne accorgesse, così presi dallo studio e dalle faccende quotidiane da dimenticarci che manca davvero poco alla festività più bella dell'anno. Il mese del Natale, infatti, ormai è qui: un periodo che ho sempre definito strano, dove le persone sembrano diventare più buone e allontanarsi da una realtà di sofferenza, come se si dimenticasse tutto ciò che ci aveva fatto stare male. Quest'anno non c'è nessuna eccezione, infatti non solo nei corridoi si respira un'aria di tranquillità dove tutti possono esprimersi, anche le persone che di solito sono riservate e chiuse nel loro mondo... 

E anche i professori sembrano più propensi a dare voti più alti, o almeno è quello che sta succedendo a me. Infatti, è da qualche settimana che colleziono B e C come fossero figurine di uno dei miei album di Dragonball, lasciandomi alle spalle un periodo di D e alle uniche due F mai prese in tutta la mia carriera scolastica.

Eppure, studiare qui è difficile, o meglio, essere presi in considerazione dai prof sembra praticamente impossibile. Certo, non che venendo da una scuola diversa, e se vogliamo anche inferiore a questa qualitativamente, pretendessi un tappeto rosso ai miei piedi. Anzi, in realtà me lo aspettavo, ma non volevo crederci fino in fondo. E poi, dalle D sono passata alle B, credo sia un ottimo traguardo per una persona sfiduciata come me. Inoltre, l'unica che pare adorarmi è la professoressa di teatro, una ex hippie che però fuma ancora erba e soprattutto peggio di Scream, Dean e Steve messi insieme, forse perché a teatro riesco ad esprimermi liberamente.

Ma comunque, l'ultima preoccupazione che voglio avere nel mio periodo preferito dell'anno è quello di professori che ultimamente si sentono in vena di regalare voti buoni, anche perché sono un'addetta alla preparazione al ballo di Natale. Ho deciso di unirmi proprio perché adoro  tutto ciò che c'è intorno ad esso, che siano le decorazioni, il cibo o i regali, e farlo da me è sempre stato un sogno. E' anche vero che sto sacrificando una buona parte del mio tempo libero e alcune ore di lezione, ma ne vale la pena. 

Inoltre, il tema che hanno scelto i membri del comitato studentesco è davvero bello, anche se impegnativo: le principesse Disney, e non scherzo quando dico che sono bastati gli occhi dolci di Shannon, la vice presidentessa del comitato. 

Oltre a me, in questa situazione si sono cacciati anche Dean, Gary, Frank e Mark, con cui ho ancora mantenuto un bel rapporto, specialmente con Mark. In tutto ne siamo sedici, tra chi si occupa di decorare la palestra, chi di ideare e stampare gli inviti, chi deve distribuirli vestito da Babbo Natale. Personalmente, insieme a Shannon, che ha davvero il Natale nel sangue oltre che una voce fantastica, Mark e Dean, mi occupo della scenografia, che rappresenterebbe un palazzo decorato a Natale, perciò mi tocca salire trecento volte sulle scalette per montare gli addobbi.

Purtroppo, però, non solo devo spaccarmi la schiena salendo e scendendo, ma sono quasi costretta a subire gli sguardi infuocati di Dean e Mark che a quanto pare quasi si odiano. Sempre a quanto pare, secondo il mio ragazzo il mio amico avrebbe una cotta per me, perché crede che gli occhi con cui mi guarda non siano quelli di un semplice amico. Ma tanto può fare quello che vuole, io non gli credo, dato che conosco Mark quando ero ancora una bambina e mi prendeva n giro perché avevo perso gli incisivi da latte. Dubito che una persona che mi ha vista in quel modo possa mai avere una cotta per me. 

-Ora neanche più sullo scaletto puoi salire, cazzo! Ti sta fissando il culo, lo vedo.- sta dicendo lui dal basso, mentre io sono sulla scala a sistemare dei festoni dorati e bianchi. Sbuffando ed alzando gli occhi al cielo, scendo i gradini e mi piazzo davanti a lui, guardandolo negli occhi con un'espressione del tipo "esageri, caro".

-Dean, amore, per favore, smettila di fissarti perché qui l'unico maniaco pervertito sei tu, che mi stai fissando le tette, e non negarlo.- lo ammonisco, notando lo sguardo fisso sulla scollatura a barca della mia maglia che lascia intravedere leggermente il seno.

-Chi lo nega? Sono il tuo ragazzo, di te mi piace tutto, anche il tuo fisico, ovvio che mi piaccia guardarti. Se non ti da fastidio, ovviamente.- risponde, alzando le spalle e, notando il mio sguardo sorridente, mi lascia un bacio a stampo sulle mie labbra. Non ci metto tempo a diventare cremisi, come d'altronde accade sempre di più ultimamente, manco fosse la mia prima cotta. A volte credo che stia iniziando già a pensare alla parte successiva, ma so che è troppo presto, ci conosciamo troppo poco e per alcune cose ho bisogno di tempo.

Come per scacciare questi pensieri, mi soffermo a guardare in lontananza Mark che sistema delle palline prese da uno scatolone marrone, mentre Shannon parla al cellulare, toccandosi in continuazione gli occhiali spessi. 

-Hey, Jackie, hai già pensato a come vorresti vestirti per il ballo? Sai, per coordinarmi...- mi chiede Dean, timido, nascondendosi dietro ad uno scatolone preso da terra così che io mi ritrovi a parlare con un pezzo di cartone fluttuante. Dopo questa affermazione, alzo gli occhi al cielo, quasi stupita dalla convinzione che ha messo in quella frase. Senza nessun invito non vado da nessuna parte, mi piace fare le cose per bene, mica come capita.

-Ah, beh, mica è scontato che io venga con te, no?- ammicco, facendogli l'occhiolino e sistemando bene la maglia e di nuovo il suo sguardo è lì, in maniera così insistente che manco si accorge di aver perso dei palloncini da gonfiare, quasi rovesciando la scatola che ha in mano.

-Beh... Ecco... No, ma vedi, non sapevo come chiedertelo, e quindi ho pensato facesse un suo effetto chiederlo così, ma credo di aver appena fatto una figura di merda, quindi magari il modo tradizionale avrebbe funzionato di più. Poi, sai, mi piacerebbe far vedere all'intera scuola quanto ti am... Adoro.- risponde, arrossendo sino alle orecchie, e lasciandomi un attimo di sasso per quella piccola "m" che sicuramente significa qualcosa. Scuoto la testa, come a cacciare questo pensiero stupido.

-Comunque, se vuoi una mia opinione, mi piacerebbe tanto "La Bella e la Bestia", primo perché ti ci vedo bene con quel vestito, poi, sai la questione dell'aspetto fisico mi è sempre stato a cuore...- continua, posando a terra lo scatolone e abbracciandomi forte. Rimango di sasso, credo di non aver mai sentito parlare così un ragazzo rivolgendosi a me, tutti concentrati a commentarmi in diretta i culi e le tette delle povere malcapitate che incrociano la nostra strada. 

Inevitabilmente, questo mi riporta alla memoria un ricordo a cui non avevo dato alcun peso, almeno in passato. 

"Eravamo seduti nel parco dietro la scuola, durante un'assolata giornata di giugno nel primo pomeriggio. Eravamo io, Jim, Angie e John, il miglior amico di Jim che aveva una cotta per la mia migliore amica. Mentre loro discutevano degli affari loro amabilmente a distanze non proprio da persone che hanno solo voglia di chiacchierare, io ero seduta sul prato assieme al mio ragazzo, che fumava assorto fissando l'orizzonte, con me che lo fissavo adorante, contenta di avere tutta l'attenzione sulla nostra storia. Ricordo anche che indossavo una delle mie maglie preferite, che lasciava intravedere la linea che si formava tra i miei seni non esageratamente grandi ma nemmeno piccoli.

-Guarda che mi sono accorto del push-up.- saltò su, spegnendo la sigaretta sul prato, cosa anche abbastanza pericolosa. Arrossii vistosamente, va bene che non erano una quarta, ma di sicuro non erano così piccole da sembrare supportate da un push up!

-Hey, ma cosa dici? Sono mie...- replicai, toccandomele entrambe. Scoppiò a ridere, come se mi trovasse divertente, ma non mi sembrava di aver detto qualcosa di particolarmente esilarante...

-Non c'è nulla di male, cara. E' normale che voi ragazze privilegiate i reggiseni imbottiti, in fondo, potete essere le più simpatiche e intelligenti di questo mondo, ma dovete anche apparire per piacere a noi ragazzi...- mi spiegò, alzandosi e andandosene da vicino a me per unirsi ai due che parlavano continuamente e animatamente. La risposta, certo, non era delle più felici, ma non mi aveva posta in allarme come avrebbe dovuto."  

-Hey, Jackie, ti senti bene? Ma soprattutto, ci sei?- mi chiede Dean, agitandomi una mano davanti agli occhi. E' tutto finito, ora è tutto un sogno, non esiste più né Jackie dell'estate, né un Jim che mi ronza intorno. E' un ricordo lontano che ha lasciato una brutta cicatrice, ma è solo questo, alla fine. Solo una cicatrice. Infatti, annuisco vistosamente, ma il moro ha capito tutto del mio stato d'animo.

-Stavo dicendo, sto andando a prendere qualcosa ai distributori, vuoi qualcosa?- mi chiede, di nuovo, dolcemente, visibilmente preoccupato.

-Si, una lemon soda per questo calo di zuccheri va più che bene.- rispondo, riprendendo lo scatolone con le palline destinate all'albero e dirigendomi verso Shannon, che non parla più al telefono. Nemmeno il tempo di arrivare da lei e scambiare anche solo una parola che il fragore di un vetro che si infrange riempie tutta la sala. Il silenzio cala, riempiendo la stanza prima colma di voci che parlottavano quasi sovrastandosi, e tutti cerchiamo di capire da dove provenga questo rumore, finché non adocchio due ragazzi del primo anno correre verso quello che dovrebbe essere l'epicentro. Finché non mi accorgo che l'autore di tutto ciò è Frank, che doveva occuparsi degli inviti, cioè tutt'altro. Io e la vice ci guardiamo, interrogative, sorprese di vederlo lì a raccogliere i resti di quello che sembra cristallo, o almeno lo era, ed è avvicinandomi leggermente che riconosco qualcosa che non dovrebbe essere qui. Il piccolo presepe che mi aveva regalato mia nonna, a cui era molto legata per via delle sue origini italiane, qualche anno prima della sua morte dovrebbe essere nella mia camera, tra le mie cose, non nelle mani di un mio amico. 

-Dimmi solo che questa è una copia del mio piccolo presepe e che non sei davvero entrato nella mia camera, frugato tra le mie cose e preso la cosa che ho di più cara al mondo.- sussurro, perché se alzassi la voce non so quanti decibel potrei raggiungere, quindi meglio essere sarcastica. Sapeva quanto ci tenessi a quel piccolo gioiellino, era una delle poche cose che mi rimanevano di una persona a cui ero affezionata tantissimo. Era inviolabile, e il bello è che lui lo sapeva. 

-Jackie, ti giuro mi dispiace tantissimo. volevamo farti una sorpresa ed esporlo...- cerca di scusarsi, parandosi il culo, ma con me in queste condizioni sa che non può andare da nessuna parte. Non mi interessa nemmeno sapere di chi è stata l'idea, intanto è stato lui a farlo cadere e a rompere una parte importante della mia vita, quella dove c'era anche mia nonna, che mi manca tantissimo. 

-Era intoccabile e lo sapevi. Chi cazzo ti ha dato il permesso di prenderlo?- inizio ad urlare, nonostante sia davanti a tanta gente che osserva e bisbiglia, e so che dovrei essere calma e pacata, ma con tutta la sincerità del mondo, non me ne frega nulla. 

-Cielo, ti vuoi dare una calmata? Da quando stai con quel Dean non ti si può dire nulla, sei inavvicinabile.- sputa, acido, alzandosi da terra e cambiando tono di voce, da supplichevole e amichevole ad arrabbiato. Spalanco gli occhi, sorpresa, anche dalla risposta infantile che non mi sarei aspettata da lui. 

-E ora cosa cazzo c'entrerebbe la mia storia con Dean? Stiamo parlando del fatto che hai rotto una delle poche cose materiali a cui tengo perché non riesci a stare fermo!- continuo ad arrabbiarmi, ormai incontrollabile, ma soprattutto capendo che, forse, non è semplicemente un litigio per un presepe rotto, ma che dietro nasconde rabbia repressa, da entrambe le parti.

-Non ti saresti imbestialita così tanto qualche tempo fa, se fosse successo. Sembra quasi che qualunque cosa facciamo io o gli altri tu debba sempre incazzarti, non ti si può dire nulla che subito sbraiti e ci accusi di essere delle cattive persone. Dov'è finita la mia amica, quella con cui ho intrapreso una delle decisioni più importanti della mia vita? Quella di cui mi fido, che voglio bene? Perché, ad occhio e croce, non esiste più.- conclude, fissandomi insistentemente. Nel frattempo, dev'essere arrivato Dean, perché sento parlottare Mark e Shannon spiegando in breve l'accaduto a qualcuno. Incurante delle varie occhiate insistenti di un'intera palestra, colma di gente anche proveniente da fuori. 

-Ah, come se io avessi voluto trascinarvi con la forza qui! Avete deciso voi di seguirmi nonostante sarebbe stato difficile per tutti, ma voi vi siete fatti forza tra voi e mi avete messa da parte, fregandovene di come stessi io! Ho cercato di stare con voi in varie occasioni, eppure eravate sempre occupati, come se non fossi mai esistita effettivamente nelle vostre vite.-. Ora sono davvero arrabbiata, a livello che spaccherei qualsiasi cosa di fragile nel raggio di venti metri. E forse, in questo momento, dovrei spaccare me, la cosa più fragile in questa stanza.

-Smettila di fare la vittima, limitarti a guardarci da lontano non è tentare di stare con noi.- puntualizza, mordendosi il labbro, abbassando il tono di voce perché accortosi della quantità di gente che ci guarda. Mi ero quasi dimenticata che a lui interessa del giudizio di un paio di adolescenti che al massimo posteranno un video di una discussione online. Pazienza, siamo entrambi vestiti.

-Nemmeno salutarmi con un cenno della mano da lontano lo è, tentare di stare con me.- rispondo, facendo per andarmene, ma poi mi giro, come a concludere il mio discorso con una frase spero ad effetto. 

-Sai che ti dico? Forse non sono mai cambiata, forse sono sempre stata così e nessuno se n'è mai accorto, impegnati come siete su voi stessi.-. Dopodiché, esco dalla palestra con le lacrime agli occhi.

Forse, per sfuggire al mio passato, sto perdendo le persone che me l'hanno migliorato un po'.

 

  ******************************************* 

AKIKO'S SPACE 

Ciao a tutti e bentrovati con un mio nuovo capitolo! Lo so, è presto per Natale, siamo in piena estate e il solo pensiero dei maglioni mi fa sudare vistosamente. Ma amo questo periodo, nonostante sia fan dell'estate, e ho dedicato un paio di capitoli a questa festività. Inoltre, perdonate l'assenza, ma la sessione estiva ancora non l'ho finita- sì, quest'anno la mia sessione finisce il 31 luglio, e non è uno scherzo- ma almeno mercoledì avrò un mese intero dove posso non studiare. Yay.
Anche per oggi è tutto, vi invito a seguirmi su Instagram (akiko.uzumaki) e niente, alla prossima gente!
-Akiko

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Akiko Uzumaki