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Autore: jay0704    30/07/2019    2 recensioni
Lei una ragazza che ha paura dell’amore.
Lui un ragazzo che non conosce l’amore.
Riusciranno i protagonisti ad apprezzare e conoscere l’amore.
Riuscirà Luce a riporre fiducia nella vita, ad innamorarsi senza la paura di soffrire?
Riuscirà a voltare pagina ed accettare la morte dei suoi genitori, e andare avanti?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3

Riapro gli occhi, i raggi del sole stuzzicano i miei occhi, obbligandomi a tenerli socchiusi, osservo la stanza dell’ospedale, faccio un sospiro, con la consapevolezza che non è stato un sogno. 

Alex esiste è mi ha aiutato, per qualche strana ragione vuole prendersi cura di me, proteggermi, sorge un lieve sorriso dalle mie labbra, quando ripenso alle sue parole, tanto desiderate, è mai fino a qualche ora fa’ nessuno ha pronunciato.

  • Lampadina, come mai siamo così di buonumore? 
  • Sei ancora qui? 

Il mio cuore perde un battito, quando le mie orecchie sentono la voce roca dell’uomo che per la prima volta mi sta facendo sorridere dopo non so quanto tempo. Osservo i suoi lineamenti, il naso ha una forma delicata, le sue labbra sono piuttosto carnose e rosee, mentre i suoi occhi sono grandi che ha primo impatto sembra che riescono a leggerti l’anima, probabilmente sarà il colore delle iridi, blu come la notte. La carnagione è piuttosto chiara va in contrasto con i capelli corvini, è lo strato di barba che ricopre il volto. Mi perdo un attimo a fissarlo, ieri non mi ero accorta che l’uomo che sta al mio fianco fosse così bello, distolgo lo sguardo quando mi rendo conto che Alex se ne è accorge.

  • Dove dovevo andare? 
  • Non so credevo che fossi già andato via. Perché avevi delle cose da fare, tutto qui.

Evito di incontrare le sue iridi blu concentrandomi sul pavimento grigio della stanza, non so il motivo per la quale  la sua presenza mi rende nervosa, in genere sono una ragazza tranquilla, calma eppure con lui non riesco a non essere nervosa. 

La sua presenza mi regala sensazioni inspiegabili che non ho mai provato fino ad ora, in tutta la mia vita non ho mai provato una cosa simile, probabilmente è l’imbarazzo perché ha visto un lato così debole e fragile che non ho mai mostrato a nessuno, sono sempre stata una di quelle ragazze che sfoga tutto in completa solitudine, quelle  volte che sono uscita fuori di casa per raggiungere il cimitero, nascondevo le mie emozioni dietro ad una maschera invisibile. 

Eppure con lui ogni maschera cede, probabilmente questo è dovuto anche ad un momento così intimo che ho avuto che ha assistito, consolandomi con una dolcezza tale, che ha rimosso i sentimenti negativi.

All’improvviso i miei pensieri vengono interrotti dalle labbra morbide e calde di Alex, che baciano la mia fronte con la stessa dolcezza della sera prima, il suo gesto manda in tilt la mia mente, divento subito rossa come un pomodoro, è la prima volta che un ragazzo mi sta così vicino, si allontana dalla mia fronte, iniziando ad accarezzarmi i capelli, provo ad ignorare le emozioni che mi sta suscitando cercando di pensare ad altro. Tuttavia la mia mente non riesce ad elaborare un pensiero che possa distogliermi da queste sensazioni particolari che coinvolgono il mio cuore, che batte con velocità, minacciando quasi di  voler uscire dal petto. 

 

  • Rimango qui, non vado da nessuna parte. Adesso che ne dici di mettere qualcosa sotto i denti, c’è qualcuno che deve prendere qualche chilo.
  • Sei bello anche con qualche chilo in meno, secondo me non devi ingrassare sei perfetto. 

Le parole escono dalla mia bocca  con una velocità tale che non riesco ad impedirlo, arrossisco ancora di più, mentre Alex mi rivolge un sorriso. 

Maledico me stessa per la pessima figura che ho fatto, sicuramente penserà che sono una di quelle ragazze a cui basta una piccola attenzione per cadere ai suoi piedi, non volevo che lo pensasse, io l’ho detto solo perché è quello che penso, è perfetto così com’è, non ha bisogno di nessun chilo in più. 

  • Volevo dire che stai bene anche così a mio parere, tutto qui.
  • Luce stavo parlando di te. Devi ingrassare tu, non io.
  • Ma io sto bene.
  • No, non è così. Ascoltami capisco che per te magari è difficile ammetterlo, però non sei sola ci sono io qui, pronto ad aiutarti. 

La sua espressione è divenuta di colpa seria, mentre la sua voce si è indurita, anche se mi costa molto ammetterlo lo so anch’io che ho bisogno di aiuto. Sola non andrò mai da nessuna parte, sono destinata a fallire, però con lui le cose potrebbero cambiare, potrei ricominciare a vivere, rialzarmi, anche se ho i miei dubbi. Però fare un ultimo tentativo non mi costa nulla, almeno potrò dire di averci provato, di aver lottato per riprendere la mia vita in mano. Magari sarà Alex la mia ancora di salvezza, forse il nostro incontro è stato un segno del destino per avvisarmi che per me c’è ancora una possibilità.

  • D’accordo, ci proverò. Grazie Alex di tutto.
  • Di nulla, allora che ne dici di fare colazione? 
  • Si.

Annuisco convinta, si allontana da me, per prendere il necessario per fare colazione, nel frattempo io provo ad alzarmi e mettermi seduta con la speranza che la testa non mi giochi brutti scherzi, impreco sottovoce quando capisco che ogni mio tentativo è inutile. Rimango nella stessa posizione, in cui mi sono ritrovata stanotte, mi perdo nei miei pensieri, la tristezza di non essere riuscita neanche a muovere un dito, mi fa cadere in un profondo sconforto, facendomi credere che magari non sono in grado di farcela da sola. 

Ho bisogno di qualcuno che non può stare con me ventiquattr’ore su ventiquattro, ho vent’anni dovrei ad essere abbastanza indipendente, eppure mi sembra di essere tornata ad avere 3 anni.

  • Ho preso il necessario per fare colazione, non sarà un granché ma l’ospedale offre questo. Ma che ci fai ancora sdraiata dai alzati! 
  • Non c’è la faccio, ti ringrazio ma puoi andare. Con me perdi solo tempo.

Faccio un lungo respiro, mantenendo lo sguardo basso, so già che non sono il massimo come ragazza, che mi scoraggio per nulla, però io la considero come un grosso ostacolo che non sono in grado di abbattere. Forse perché diverse volte ho tentato di superare gli ostacoli che si presentavano nel mio cammino, ogni volta cadevo, mi facevo male senza però mai andare avanti sono rimasta ferma nel più grande ostacolo della  vita, che mi obbliga tuttora a rimanere a terra. 

Sono abituata a rimanere seduta per terra, con la speranza che questo cammino venga interrotto, ed io possa finalmente riposare, però a quanto pare, per me ci sono altri progetti, altri obbiettivi, che mi obbligano a nascondermi, ad avere paura, la novità mi spaventa seppur sia fonte di benessere, preferisco evitarla in modo tale che se un giorno perdessi anch’essa non mi sarò illusa o affezionata almeno mi risparmio la sofferenza.

I passi di Alex si fanno pesanti, si avvicina a me, sedendosi sul letto, posa la sua mano grande e ruvida sulla mia stringendola, i suoi occhi puntano i miei, mi guarda con intensità tale che mi obbliga a distogliere lo sguardo.

  • Io non me ne andrò, rimarrò con te. Ripeto non sei sola, ti aiuterò io. Dai adesso mangiamo.

Mi aiuta ad alzarmi, facendomi sedere sul letto, mi lamento a causa del dolore alla testa, che ad Alex non sfugge mi guarda un po’ preoccupato, inizia ad accarezzarmi la parte dolorante probabilmente vuole provare ad alleggerire il male che ho.

  • Ti fa’ male?
  • Un po’.
  • Vuoi che cerco un medico che ti da qualcosa per il dolore.
  • No, non è il caso. Grazie lo stesso.

 

Gli rivolgo un sorriso di ringraziamento per poi concentrarmi sul cibo che Alex ha posizionato sopra le mie gambe, inizio a mangiare, nonostante la totale mancanza di appetito, decido di dare retta alle sue parole. 

Non so come faccia, però basta una piccola parola di incoraggiamento a farmi ricredere, a farmi tornare indietro sui miei passi. 

 

  • Grazie Alex.
  • Non ringraziarmi Luce, non devi. Anzi forse c’è un modo in cui puoi sdebitarti, stasera devi venire con me.
  • Ma non posso, sono qui come faccio?
  • Tranquilla i medici hanno detto che puoi uscire oggi. Devono solo visitarti e poi sarai libera. Mi dispiace per te ma stasera sarai con me, ti prometto che ti farò cambiare idea che hai della  vita.
  • D’accordo.

Gli dico mostrandogli un ennesimo sorriso che mostro nell’arco di un quarto d’ora, è da tanto che non lo faccio, è da molto tempo che non ho qualcuno che mi propone di uscire. Posso dire che questo giorno non lo dimenticherò tanto facilmente, dal momento in cui ho avuto la fortuna di incontrare il mio angelo custode Alex

   
 
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