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Autore: Evil_Regal    30/07/2019    3 recensioni
9 mesi nella vita di Raquel e del Professore che si imbarcano in un'avventura totalmente diversa da quella precedente e che alla fine porterà ad un tesoro ben diverso da quello prelevato dalla Zecca dello Stato.
(Ambientato dopo la seconda stagione. I fatti della terza non avverranno mai in questa raccolta)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il professore, Raquel Murillo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti odio” pianse lei mentre rialzava la testa dal water. Lui con una mano le teneva i capelli e con l’altra le massaggiava lentamente la schiena “Lo so” rispose chinandosi in avanti verso di lei per darle un bacio sulla tempia.

Raquel rimase appoggiata alla tazza per qualche minuto prima di capire che probabilmente per il momento aveva finito, così si fece indietro e strisció tra le gambe di Sergio per appoggiarsi a lui che la prese felicemente tra le braccia per coccolarla e darle tutto il sostegno di cui aveva bisogno.

Le baciava ripetutamente la fronte e le teneva i capelli lontano dal collo così che potesse stare più fresca e riprendersi più in fretta.

“Come ti senti?” Sussurró abbassando lo sguardo e realizzando che aveva gli occhi chiusi “Come una che ti odia” Sergio rise e Raquel dopo poco fece lo stesso perdendo tutta la serietà e il cattivo umore che la nausea le aveva messo.

“Che ne dici se ti preparo un tè e ci mettiamo a letto? Così ti stendi, ti rilassi e ti riposi?”

Sentí la testa di Raquel annuire sul suo petto e un mormorio quasi inaudibile.

“Okay” così piano piano cominciò ad alzarsi e a portarla su con sè, evitando movimenti bruschi.

“Andiamo?” Le prese la mano e Raquel sorrise perché aveva un modo di prenderla per mano che ogni singola volta, non importa quanto tempo passasse, le faceva venire le farfalle allo stomaco. Era una delicatezza riservata solo a lei, come se fosse una rosa.

“Mi faccio una doccia veloce e vengo” 

“Okay però-“

“Lascio la porta aperta, si lo so. Tranquillo”  

Oltre alle nausee che di mattutino avevano ben poco, le era capitato di svenire, soprattutto quando era particolarmente debole quindi comprendeva l’apprensione di Sergio nell’immaginarsi di dover buttare giù una porta, magari rischiando di ferirla, per raggiungerla nel caso in cui avesse bisogno di aiuto. 

In più era la stessa Raquel che così si sentiva meglio quindi vincevano tutti.

Sergio fece un cenno di consenso e le baciò la guancia, poi uscì dal bagno, chiudendo la porta dietro di sè, e lei si preparó per la doccia.
Non ne aveva tanta voglia ma allo stesso tempo non le andava di mettersi a letto sentendosi fradicia e sentendo l’odore acre del vomito nelle narici. Se lo sentiva addosso e, fosse realmente così o meno, non voleva torturare il povero Sergio, quindi aveva decisamente bisogno di una doccia.
Sergio intanto le preparó il tè e tornó in camera da letto. Paula e sua nonna dormivano già quindi doveva essere silenzioso per non svegliare nessuno, soprattutto Paula che una volta sveglia non sarebbe più tornata a dormire.
Rientró in camera da letto e gli venne spontaneo un sospiro di sollievo.

Appoggió il tè sul comodino di Raquel e poi si stese, appoggiandosi allo schienale e aspettandola.

Uscì dal bagno e Sergio la studió per un attimo.

Aveva i capelli raccolti attorno ad una matita. Sorrise.

Perché avevano matite seminate per casa.

Perchè Paula chiedeva sempre nuovi colori dato che i suoi scomparivano magicamente. Raquel cercava di ritrovarglieli, qualche volta borbottando che Paula fosse troppo  disordinata, ma alla fine non erano mai tutti e doveva accettare che fosse per colpa sua perché era lei a perderglieli.

Era evidente che la doccia l’avesse fatta sentire meglio. Aveva il viso più fresco e rilassato e questo era per Sergio motivo di immensa gioia. Soffriva nel vederla stare così male e se avesse potuto avrebbe sofferto al posto suo. Ma, ovviamente, non poteva. Poteva solo starle accanto nel miglior modo possibile.

Si accorse che la stava guardando e gli sorrise, deviando e avvicinandosi a lui per dargli un bacio veloce e poi riallontanandosi per andare a prendere i vestiti.

Senza alcun problema, si cambió davanti a lui e ancora una volta lui la osservó.

La sua pancia era ancora piatta, non le si vedeva nulla peró, e ci fece caso solamente ora in quel preciso istante, aveva il seno più gonfio.

Ridacchió e distolse lo sguardo occupandosi controllando la temperatura del tè. Era della giusta temperatura. 

Avrebbe potuto berlo senza scottarsi la lingua.

Raquel salí sul letto e gattonó fino a Sergio. Arrivata al suo fianco si piombó vicino a lui e si chinó per baciarlo.
Finalmente poteva baciarlo. Come si deve.
Gli portó le mani al collo mentre lui si mise a sedere più dritto così da stare più comodo.
Le cinse la vita con le braccia e rispose al bacio prontamente.

Quando si separarono per respirare, Sergio immediatamente l’abbracció e nascose il viso tra il collo e i capelli. Lei avvolse le braccia attorno alle sue spalle larghe e sospiró contenta.
“Sai cosa?” Il volto di Sergio riemerse dai capelli di Raquel con un sorriso smagliante.

“Cosa?” Raquel gli sta accarezzando la nuca con un movimento che era ormai quasi meccanico e rilassante più per lei che per lui. Le piaceva sentire i suoi capelli corti contro la pelle.

 “Non vedo l’ora che ti cresca la pancia” Raquel sorrise nel vedere quanto brillassero i suoi occhi al solo pensiero di vederla crescere insieme al loro bambino “Peró intanto” un guizzo di malizia gli illuminó il volto “altre cose sono cresciute” lei sembró confusa per un attimo poi quando lui abbassó lo sguardo muovendo le sopracciglia capì.

Raquel ansimó per lo shock e gli diede uno schiaffo sulla spalla. Lui scoppió a ridere si tuffó sul letto e la travolse, facendola cadere su di lui, sempre con molta attenzione in modo da non farle male. Presa di sorpresa, lei strilló e cadde su di lui. 

Fissando uno il sorriso dell’altro, rimasero immobili nel tempo, come se si fosse fermato, a imprimere nella loro memoria quel momento di gioia pura, in cui non esistevano ostacoli e problemi e in cui si dimenticarono di tutto, perfino delle nausee e degli svenimenti, e si godettero l’estasi che due sguardi innamorati possono regalare. E per un attimo entrambi pensarono alla fortuna di essere tra quelle persone che riescono a trovarsi nel mondo. Tra quelle persone che trovano l’amore fatto per loro e che sanno essere la forma più pura e vera d’amore.

“Di cos’altro non vedi l’ora?” Raquel interruppe il silenzio ma non lo sguardo.

Lo guardava negli occhi e gli leggeva l’amore che provava per lei e per la loro famiglia. Lui guardava lei negli occhi e si chiedeva come fosse possibile poter amare qualcuno così intensamente da non riuscire a controllare il proprio corpo.

Con le mani sotto la maglia di Raquel, che poi era sua, e le punte delle dita che le sfioravano la pelle e massaggiavano lievemente i fianchi le rispose che non vedeva l’ora di poter sentire il loro bambino sotto il palmo della mano.

Non vedeva l’ora di vederlo per la prima volta e di tenerlo in braccio.

Raquel si asciugò una lacrima che non riuscì a trattenere e rise alla reazione di Sergio al fatto che stesse piangendo “non vedo l’ora di- okay che sta succedendo?”

Con la fronte sul suo petto, per nascondergli le altre lacrime, lei rise dicendogli che non doveva preoccuparsi e che dovevano entrambi abituarsi al fatto che ora con gli ormoni a mille cose del genere potevano succedere.

Sergio sorrise e le sue mani dai fianchi si trasferirono sulle spalle, per avvolgerla in un abbraccio e consolarla.

Lei ne approfittò immediatamente per assorbire tutto l’affetto che lui le offriva e per riprendersi dal pianto improvviso.

“Quanto sei bella Raquel” sussurró lui tra i suoi capelli e lei fece del suo meglio per non piangere nuovamente “Vedremo se penserai lo stesso tra qualche mese” 

Sergio si finse offeso da ciò che Raquel stava insinuando “Ti ho appena detto che non vedo l’ora che ‘tra qualche mese’ arrivi”

Raquel inspiró e si riappoggió al suo petto “Vedremo” e Sergio stava per rispondere quando sentirono qualcuno bussare alla porta. Si ricomposero e si misero a sedere e videro la porta aprirsi lentamente e una testolina mora sbucare da dietro di essa.

“Mami?” Chiamó la vocina incerta.

“Paula, amore, che succede?”

Sergio spense la lampada da comodino e accese il lampadario così che ci fosse più luce e che Paula vedesse bene dove andare.

“Posso dormire con voi?” Raquel aprí le braccia e Sergio fece spazio sul letto e Paula corse dalla madre che immediatamente la strinse a sè e le accarezzó i capelli.

“Hai avuto un incubo?” Lei annuí sul petto della madre e Raquel le diede un bacio sulla testa.

“Vuoi raccontarcelo?” Continuó.

Questa volta la testolina fece no e Raquel le diede un altro bacio.

“Vengo subito” Sergio scese dal letto e uscì dalla stanza. Paula rise è guardó la madre “Che fa?” E Raquel con un gran sorriso fece spallucce. Non ne aveva idea sapeva solo che la luce che Sergio faceva brillare negli occhi di Paula bastava a riempirla di gioia.

Sergio sapeva sempre come farla ridere.

Era bravo con i bambini, anche se non se ne rendeva conto. Sapeva intrattenerli con trucchi di magia e origami improvvisati. Con Paula era più impacciato quando disobbediva o faceva i dispetti ma stava imparando. 
Lei adorava Sergio e lui si giocava bene le sue carte.
Erano entrambi tipi che dormivano poco.
Si svegliavano presto al mattino e se Paula avesse potuto sarebbe andata a letto non tardi, ma di più quindi Sergio era quello che la metteva a letto, perché riusciva a raccontarle tutte le storie che ci volevano per farla addormentare senza addormentarsi prima. Per Raquel era un’impresa.

Inoltre Paula era curiosa e Sergio sapeva tantissime cose e le raccontava di tutto e di più. Parlavano di tutto. Sergio le raccontava di paesi lontani e storie antiche, di personaggi storici e dei miti greci. Le spiegava le stelle e gli animali.

Poi Paula prendeva sonno, lui le baciava la fronte e in silenzio usciva dalla stanza chiudendole la porta.

E ora che Raquel era incinta e odiava ancora di più svegliarsi presto al mattino, soprattutto perché spesso di notte non dormiva a causa della nausea o del troppo caldo, non riusciva ad aprire gli occhi e Sergio la lasciava dormire e si occupava lui della madre, di Paula e della colazione, altra occasione per stringere un buon rapporto con la bambina.

Raquel sapeva che erano state entrambe estremamente fortunate.

Sergio tornó poco dopo con un bicchiere di latte caldo e con un blocchetto di fogli quadrati colorati.

Raquel sorrise e pensò che gli origami erano un buon modo per trascorrere il tempo e farla distrarre fino a che la stanchezza non avesse vinto.

Sapeva meglio di tutti quanti Paula fosse difficile da rimettere a letto una seconda volta quindi serviva per forza qualcosa per distrarla e stancarla.

Paula sorseggió un po’ il latte e poi lo porse alla madre che prima lo tenne in mano e poi lo posó sul comodino.

Sergio si mise a sedere sul suo lato del letto, appoggiato allo schienale. Raquel era stesa sul fianco, appoggiata sul gomito e rivolta verso Sergio.

Paula si era stesa orizzontalmente, con la testa appoggiata al petto della madre e le gambe stese verso Sergio che spende la luce del lampadario e riaccese quella del comodino. Bastava a vedere per fare gli origami ma non era abbastanza forte da impedire il sonno. “Proviamo la tartaruga?” Sergio le stava insegnando a fare la tartaruga. Da sola non ci riusciva ancora, non riusciva a ricordare tutti i passaggi per cui la facevano sempre insieme ma stasera Sergio le propose di provarci da sola promettendole che l’avrebbe aiutata se le fosse servito.

Mentre Paula, con la lingua che spuntava dall’angolo della bocca, si concentrava per riuscire nel suo intento, Sergio la seguiva passo passo e quando la vedeva in difficoltà le suggeriva la prossima mossa e notò che era migliorata. Se ne ricordava sempre di più. Raquel non riusciva a vederle il viso ma riusciva ad immaginarlo mentre le passava le dita tra i capelli, per magari rilassarla e aiutarla a prendere sonno.

“Vuoi dire alla mamma cosa hai imparato sulle tartarughe marine?”

“Fanno i nidi sotto la sabbia e le uova di schiudono la notte così le tartarughe possono entrare in acqua seguendo la luce della luna riflessa sul mare” 

Raquel era piacevolmente sorpresa “E sono super veloci a nuotare” 

Entrambi gli adulti risero e da lì Sergio, per la seconda volta quella sera, le raccontó ciò che sapeva del mondo e lo fece ridere il fatto che prese sonno prima Raquel e poi Paula.Ovviamente Raquel era esausta e Paula di meno peró alla fine cedette anche lei. Aspettò un po’ di tempo, togliendo dal letto i fogli di carta non ancora piegati e gli origami già creati, portó in cucina il latte ormai freddo e il tè mai toccato e quando tornó, sicuro che Paula stesse dormendo profondamente, la prese in braccio e la risistemò. Non  era l’ideale che dormisse addosso a Raquel, soprattutto per la posizione in cui si trovava la stessa, quindi era meglio spostarla.

Nel momento in cui i due corpi si separarono, Raquel si accorse immediatamente del distacco e si svegliò. Sergio le fece segno di non preoccuparsi e di non fare rumore per non svegliare la bambina che non si accorse di nulla.

Una volta rimessa a letto Sergio si stese alla sua sinistra e guardò Raquel accarezzare la guancia di Paula.

“Non vedo l’ora di dirglielo” sussurró e Sergio ridacchiò “Credi che ne sarà felice?”

“Spero di si” si concentrò sui tratti del viso della figlia e quasi le scoppió il cuore “Me la immagino già...ad insegnargli tutto quello che ormai ha imparato. A giocare. Si direi di sì...credo che ne sarà felice. È abbastanza grande da capire adesso è non essere gelosa”

Sergio non rispose ma continuò semplicemente a guardarle.

“Dai raccontala anche a me una storia” disse mentre avvolgeva un braccio attorno alla figlia e le baciava i capelli.

Sergio sorrise, prese la mano che ormai era vicino a lui, gliela bació e poi la tenne nella sua cominciando a raccontarle di Persèfone e del lungo freddo che Demetra aveva fatto patire all’umanità per poter riavere la figlia e di come ogni anno riaverla portasse le stagioni più belle e vive e perderla quelle più fredde.

Guardó Raquel dormire e poi Paula e dovette combattere le lacrime che minacciavano di cadere quando realizzó che lui aveva trovato la sua Demetra.

Aveva trovato una donna tanto forte da fare di tutto per amore.

 

  
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