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Autore: moonlight96    30/07/2019    1 recensioni
Lucius tenta d'insegnare a Draco un'importante lezione
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il camino bruciava ma le pareti rimanevano fredde nel salone. Nella stanza dove si celebravano le feste e gli invitati si radunavano a ballare quel giorno l'unico ospite presente era il freddo, e Lucius, che guardava fuori dalla grande finestra con lo sguardo pensante, avvolto nei suoi pensieri. 
I suoi occhi erano preoccupati dal fatto del giorno precedente. Un fatto che andava corretto il prima possibile. Che gli aveva fatto dubitare come mai in quel momento che suo figlio avesse la stoffa, era arrivato addirittura a chiedersi se fosse adatto al mondo che un giorno avrebbe dovuto vivere. Lucius non poteva aspettare di scoprirlo. Se, in futuro, i tempi fossero tornati ad essere duri e la guerra fosse ricominciata doveva essere sicuro che Draco fosse pronto 
Pochi attimi dopo sentí dei passi leggeri alle sue spalle e si voltò. 
Dietro a lui c'era Draco, i capelli morbidi gli arrivavano quasi alle spalle, gli occhi grigi e splendenti, simili ma così diversi dai suoi, l'espressione viziata e impaziente come solo un giovane Malfoy può avere. All'alba dei suoi otto anni gli mancavano le fattezze che un giorno l'avrebbero reso simile ai suoi avi, il mento e il naso, che un giorno si sarebbero affilati come quelli di suo padre, se ne stavano piccoli e arrotondati
"Draco" iniziò quello con voce dura "Ti stavo aspettando"
Draco da canto suo continuò a fissarlo, gli occhi grandi e innocenti di un bambino. 
Una parte di Lucius avrebbe voluto che rimanessero così per sempre, ma sapeva che ciò non era possibile.
È per il suo bene, si ripeté
Se non impara come funziona il mondo come potrà sopravvivere

"Padre" una vocina lo richiamo.
"Mi sto annoiando, voglio andarmene"
A quelle parole il volto del padre s'indurì e con una nuova risoluzione sbottó
"Tu non vai da nessuna parte, Draco! Sei qui per imparare una lezione"
Il piccolo alzò lo sguardo e sbuffó "Uffa! Cosa?"
"Una lezione importante che spero ti eviterà di ripetere scenate come quella dell'altro giorno" fece rigido "Tua madre mi ha detto che hai cercato di impedire a Dobby di sbarazzarsi di un  topo, è vero?"
A quelle parole il bambino doveva aver intuito che qualcosa non andava e la sua espressione da impaziente divenne confusa
"Si, perché? I topi mi piacciono e quel brutto idiota volevo uccederlo"
"Vedo che almeno ti è ancora chiaro il rispetto che devi riservare a bestie come Dobby" disse il padre rasserenandosi per un momento al pensiero, per poi tornare subito greve.
"Per quanto sia più che d'accordo quando si tratta di complicare la vita a infimi esseri come Dobby non è ammissibile che tu possa provare pietà per un'altrettanto creatura inutile come un topo e-"
"Perché?"
"Perché è un essere inferiore, Draco." continuó quello gelido come se il concetto dovesse essere ovvio.
"Qual'e il tuo nome?"
"Draco Lucius Malfoy" disse il figlio sempre più confuso
"Esatto! Tu appartieni ad una delle più grandi e potenti famiglie di maghi, chiunque non porti il stesso nome o non venga da un'altrettanto importante famiglia non è degno di rispetto." queste parole Draco le aveva sentite ripetere innumerevoli volte, non lo sorpresero. Prima che potesse gonfiarsi il petto del solito orgoglio che provava ogni volta che le ascoltava successe qualcosa d'innaspettato, qualcosa che normalmente non seguiva i discorsi sulla sua purezza di sangue: suo padre si chinò e lo guardo con un'espressione che gli fece tremare le ginocchia. 
"Non voglio. MAI più. Vederti provare pietà per un essere inferiore". I suoi occhi erano ghiaccio tagliente mentre diceva "Sono stato chiaro?"
"Si padre." esaló Draco incapace di dire nient'altro
D'un tratto la noia era passata completamente. Suo padre usava quel tono con lui raramente, ma quando lo faceva mai dimenticava la lezione.
"Chi sei tu?"
"Draco Lucius Malfoy"
"E cosa non farai mai più?"
"Mostrare pietà per gli esseri inferiori"
"Molto bene" Lucius tornò nuovamente nella sua posizione eretta, il suo tono aveva perso un po' della sua durezza, ma la sua espressione rimase impenetrabile. 
"Po-posso andare?" fece il bimbo in una vocina esile, tutto quello che desiderava era allontanarsi il prima possibile. 
Suo padre non si mosse né disse nulla. 
"Purtroppo, Draco" e nelle parole che seguirono parve quasi di sentire dispiacere nella voce "Ho bisogno di essere sicuro che tu abbia imparato"
Alzò il braccio e con un gesto materializzó lo stesso topo che il giorno prima Draco aveva salvato e, senza mai staccare lo sguardo da suo figlio, gli disse "Finiscilo". 
"Pa-pad-"
"FALLO!"
Draco non sapeva che fare, il suo petto di alzava e abbassava sempre più velocemente. 
Lucius lo prese per un braccio e lo strattonó, prese la sua bacchetta e la mise nella mano del figlio
"Ho già istruito attentamente il ministero sul evitare di ficcare il naso nel Manor, non verranno a controllare. E non azzardarti ad usare la scusa che non sai usarla, ti ho beccato a fare magie impropriamente più di una volta" avvolgendo con la mano quella del figlio lo forzó a stringere la bacchetta. 
Quando il piccolo trovò il coraggio di alzare gli occhi e guardare quel volto ormai vicinissimo a lui seppe di non avere scelta. Cercò di impedire al proprio labbro di tremare mentre due occhi furenti, quasi folli lo scrutavano. 
"FALLO!" Urlò di nuovo e questa volta Draco non se lo fece ripetere
Con la bacchetta nella mano tremante la puntò verso il topolino che per qualche motivo se ne stava lì, paralizzato.
"Io-io non so cosa devo-"
"Pensa di fargli del male, pensarlo intensamente e il resto verrà da sé. Funzionerá solo se lo vorrai veramente"
Il più piccolo ci provò, nulla. Ci riprovó, ma il ratto se ne stava lì, immobile. 
Suo padre continuava ad urlargli di farlo, ogni volta più impaziente e arrabbiato e il bimbo continuava a provare, ogni volta più spaventato, senza mai riuscirci. 
Ad un certo punto Draco non trattenne più la paura e scoppiò a piangere. Suo padre, furioso, con un ultimo gesto di rabbia si avvicinò al ratto e gli tirò un calcio. 
Draco attraverso le lacrime guardò l'animale volare e cadere a terra. Stava immobile come prima, ma i suoi occhi erano chiusi. Poi, con la coda dell'occhio, vide suo padre spostare la bacchetta, verso di lui.
Per un attimo ci fu solo un silenzio assordante, gli occhi acquosi di uno, il braccio tremante e le narici dilatate dell'altro. 
Poi Lucius abbassò la bacchetta e lo afferrò forte per il colletto 
"Promettimi, promettimi che quando un giorno si ripresenterà l'occasione non avrai nessuna pietà, che non avrai paura di uccidere" il suono era poco più di un sibilo tagliente. 
"Te lo prometto" rispose Draco in un altro sibilo.
Ma era una bugia. 
Quando, molto anni dopo, si trovò nella stessa situazione, ma questa volta ad avere il braccio tremante e la bacchetta puntata era lui, si sarebbe reso conto di non averla imparata affatto.
 
 
  
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