Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: CoralineBeatrix_17    27/07/2009    1 recensioni
Le prime volte sono sempre particolari... Questa one-shot racconta tutte quelle di una coppia di ragazzi un po' troppo cresciuti che s conoscono per caso e che per caso trasformano la loro storia in un bellissimo sogno... Seconda fic... Inizialmente non destinata alla pubblicazione... Non è betata quindi non so quanto si possa capire... Commentate, se possibile...! =)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono riuscita a scrivere in un tempo decisamente brevissimo il

In realtà questa fic era stata scritta per rimanere nel dimenticatoio... Poi ho pensato di pubblicarla... Ho dovuto prendere molto coraggio e sforzare enormemente la mia fantasia perchè l'avevo scritta con i nomi originali visto che era destinata solo a una mia compagna di classe... A voi la lettura... (Sperando che ci possiate capire qualcosa...! xD


La prima volta che si era avvicinato a lui era stato perché gli sembrava strano, particolare. L’aveva visto esibirsi con la sua futura band e tutto quel saltellare, contorcersi e urlare sul palco gli avevano fatto pensare che sì, doveva essere una persona strana ma di sicuro particolare e “artistica”. Quando poi aveva notato che erano in cinque e che nessuno suonava il basso aveva pensato che quella era la sua occasione per poter conoscere meglio quella che per lui doveva essere una personalità particolare e un vero e proprio genio. Aveva aspettato che finissero di suonare, poi gli era andato a parlare e, dopo quattro giri di alcool, si erano scambiati i numeri e si erano ripromessi di richiamarsi.

Era stato lui a chiamarlo e l’aveva invitato a cena. La prima volta aveva cenato con tutti quelli della band che l’avevano invitato a un provino durante le loro prossime prove, di lì a quattro giorni. La seconda volta, invece, due giorni dopo, erano andati a cena in un ristorante molto più raffinato e solo loro due da soli. Avevano cenato, chiacchierato, pagato il conto tutti e due, alla romana, erano usciti e, nel freddo totale di una Forlì* invernale e stranamente innevata, erano andati in un pub dove avevano bevuto un po’ troppo. Anche se la mattina dopo era sicuro di essersi perso qualcosa (come, ad esempio, il perché stesse dormendo nel letto del suo omonimo con lui e fossero completamente vestiti) si ricordava una cosa che l’aveva accompagnato per tutta la serata, anzi due: una strana felicità che lo aveva avvolto completamente e che non se ne era andata neanche quando si erano salutati e un caldo peso all’altezza del cuore che, invece, era rimasto con Francesco…

La prima volta che aveva accompagnato la sua voce con le note ritmiche del suo basso era stato come se avesse avuto un orgasmo: il peso caldo al cuore era tornato miracolosamente appena l’aveva visto, la felicità strana ma appagante era diventata molto migliore rispetto a quegli ultimi due giorni e appena l’aveva sentito cantare si era prima squagliato poi si era reso conto che non voleva che nessun altro ascoltasse il cantante accompagnato dal suo basso perché gli sembrava una cosa intima, personale e già che gli altri componenti dei Adagio Veloce stessero ascoltando era un’oscenità.

Poi, quando l’avevano applaudito e tutti si erano congratulati con lui stringendogli la mano e urlando degli hippipurrà, si era risvegliato appena in tempo per vedere il cantante sorridergli e per sentire abbracciarlo. Annusò ben bene il suo odore e lo memorizzò perché lì, fra le braccia di quel quasi perfetto sconosciuto, si era sentito un po’ come se fosse finalmente riuscito a tornare a casa e la sensazione era tutt’altro che spiacevole.

La prima volta che l’aveva baciato, complice un po’ l’alcool che avevano bevuto tutti e due in gran quantità per festeggiare il suo primo concerto come bassista ufficiale, l’aveva fatto per scoprire se le sue labbra erano morbide come sembravano. Quando aveva scoperto che baciare lui era molto meglio che baciare qualsiasi altra ragazza, meglio che incantarsi ad ascoltarlo mentre cantava, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non dover più smettere. La consapevolezza che il pub dove si trovavano fosse pieno di gente e che uno dei loro compagni di band ancora perfettamente sobrio (dannato straight edge*) a cui avrebbe dovuto dare spiegazioni li fissava lo portò a smettere di cercare la lingua dell’altro con la sua… Quando avevano deciso che era ora di andare tutti a casa, Francesco aveva capito i segnali del corpo che gli stava mandando e aveva deciso di lasciare a quel fottuto straight edge e alla sua macchina tutti i suoi compagni di band non troppo sobri. L’aveva accompagnato a casa e lui l’aveva invitato a salire di sopra per un caffè. L’aveva accompagnato tenendolo per mano (e oh, anche questa prima volta era stata una cosa assolutamente inebriante e rassicurante perché sentiva la mano dell’altro assolutamente più piccola e meno callosa della sua [assolutamente adeguata ad un cantante come la sua era adeguata a un bassista, grande e callosissima] nella propria e non voleva lasciarla andare) solo fino al portone del condominio e, quando il cantante si era sporto per continuare la discussione che avevano cominciato al pub, aveva intrecciato le proprie dita con quelle di Francesco e l’aveva abbracciato con la mano libera.

Quando poi il cantante aveva cercato di portarlo in casa con lui, l’aveva respinto gentilmente e l’aveva salutato con un altro bacio da Guinnes dei primati poco prima di dirgli che lo avrebbe chiamato per uscire quanto prima…

La prima volta che si era ritrovato a dover fare i conti con la realtà ma, soprattutto, con i suoi sentimenti era a casa da solo e aveva ancora i postumi della semi sbronza della sera prima. Era parecchio tempo che aveva deciso che il cantante non gli era indifferente ma, esattamente, lui cosa provava? Gli voleva bene? Gli piaceva e voleva andarci a letto (anche se lui non era proprio tipo da on night stand)? Si era… innamorato? Dato che da solo non riusciva a concludere niente e visto che gli veniva ancora da vomitare, aveva deciso di infilarsi due dita in gola, andare a dormire e ripensarci più tardi… In un momento di maggiore coscienza… E magari non da solo…

La prima volta che si erano rivisti (cioè a mezzogiorno del giorno dopo, in un piccolo ristorante) l’altro si era guardato attorno, per vedere se c’era gente che conoscevo o gli altri Adagio Veloce. Poi si era avvicinato a lui e l’aveva abbracciato forte, quasi fino a farlo soffocare. Solo dopo si erano salutati ed erano andati a pranzo. Avevano mangiato (lui poco, l’altro anche troppo…) e avevano parlato del tempo, del più e del meno, della band e dei concerti, della musica in generale, dei libri e dei film. Poi, quando erano arrivati al dolce (un buonissimo semifreddo di torrone al cioccolato*), erano arrivati a parlare di quello che era successo la sera prima. Dopo aver deglutito a vuoto tre volte ed aver rischiato di soffocarsi per almeno cinque volte, aveva balbettato un:

-Scusa, cos’hai detto?-

Perché era più che sicuro di essersi perso qualcosa ma non capiva cosa… Per grazia di Dio, l’altro non lo guardò male per niente ma rise e gli disse, sempre col sorriso sulle labbra:

-Allora, vorrei sapere cosa mi dici di ieri sera…-

Avrebbe voluto far finta di non ricordarsi niente, di essere troppo sbronzo per sapere cosa aveva fatto ma alla fine si decise e parlò, un po’ rassicurato dal sorriso del ragazzo, un po’ perché se avesse fatto finta di nulla, l’altro si sarebbe accorto che stava bluffando (o non si sarebbe quasi strangolato con il semifreddo…):

-Ci siamo baciati, non è andata male…-

-Sì, certo, ma questo lo sapevo già da solo… Io volevo sapere il perché che c’è di sicuro, altrimenti non sarebbe successo nulla…-

Il cantante era tranquillissimo e non sembrava minimamente turbato, possibile che fosse caldo solo attorno a lui? Lo guardò e il suo cervello gli propose nuovamente di usare la scusa dell’alcool bevuto in gran quantità ma il suo cuore prese il sopravvento e scartò immediatamente quella possibilità… Balbettando e con un tono di voce veramente basso gli rispose:

-Ehm… Volevo vedere se… ehm… avevi le labbra così morbide come sembrano… E… Ehm… Poi ho realizzato che mi…-

-Ti?- lo incalzò Francesco… Prese coraggio e buttò lì tutto d’un fiato:

-Cioèchemipiaci,dai!- Il cantante continuava a sorridere e lui pensò che non avesse capito, perché altrimenti, dai…! Non si sarebbe messo a ridere come un cretino davanti a lui… O stava ridendo di lui…? A questo punto i suoi pensieri furono interrotti dall’idea che il semifreddo al torrone, per colpa di quello sciagurato, potesse cadere per terra… Di quello che accadde dopo non ha molti ricordi chiari ma solo flash di ciò che è successo: il cantante che si sporge verso di lui per baciarlo, la sua faccia stupita da “mi sa di essermi perso qualcosa” e la risata così dolce del cantante che non avrebbe far voluto smettere ma il bisogno di baciarlo era diventato troppo forte, dopo la rivelazione che anche Francesco era attratto da lui…


IN UNA NOTTE SENZA LUNA

UBRIACO CANTA AMORE ALLA FORTUNA

SENZA FRETTA E SENZA PANE

UBRIACO CANTA AMORE ALLE PERSIANE…


La prima volta che si ritrovò ad affrontare l’argomento “stiamo insieme” (perché sì, lui e Francesco stavano insieme…!) con un’altra persona, si ritrovò faccia a faccia con quel fottuto straight edge che li guardava un po’ strano a tutte le prove da “quella sera”. Avevano aspettato che gli altri se ne fossero andati: lui si era messo a cambiare una corda al basso e a riaccordarlo da capo mentre il cantante raccoglieva tutti i suoi averi*. Il batterista (ovvero lo straight edge) sembrava aver capito l’antifona e aveva saluto gli altri ricordandogli dell’appuntamento di quella sera alle nove all’Habbey… Dopo poco i due Fra si erano avvicinati a lui e lo avevano chiamato. Il batterista si era voltato e li aveva guardati aspettando che dicessero qualcosa. Lui (Fra Rossi) non se la sentiva di dire niente e aveva già capito che neanche il suo fidanzato avrebbe detto niente quindi se ne stette buono buono davanti al suo batterista e di fianco al suo cantante aspettando che qualcuno facesse qualcosa. Dopo poco, per fortuna, lo straight edge disse qualcosa che non aiutò poi molto la conversazione ma, almeno, avevano fatto un passo avanti:

-Dovete per caso dirmi qualcosa?-

-Ehm… Sì, per caso dovremmo dirti qualcosa…-

-E cosa? Qualcosa sull’altra sera?-

Guardò il suo ragazzo e il suo batterista, alternativamente, poi, fermando lo sguardo sull’unica persona nella stanza che non aveva mai baciato, disse:

-Io e lo Jeyas* stiamo insieme…- Il fatto che lo straight edge non stesse dicendo niente non poteva essere interpretato come un buon segno: era già abbastanza nervoso per l’annuncio che doveva fare e curioso per la risposta che avrebbe avuto e agitato perché non sapeva cosa sarebbe successo… Poi il batterista si mise a ridere e diede una pacca sulla spalla a ciascuno e uscì dalla stanza con una delle borse che contenevano la sua batteria dicendo a voce un po’ troppo alta:

-Fate sesso protetto, mi raccomando…!-

Il fatto che la cosa fosse andata bene non lo trattenne assolutamente dal preoccuparsi un casino per il fatto che dovevano ripetere l’annuncio almeno un’altra volta… E, per dovere di cronaca, gli altri annunci andarono a gonfie vele, visto che lo straight edge aveva diffuso la notizia come se fossero in un piccolo paesino*…

La prima volta che erano andati molto vicini a fare l’amore, era stato dopo un concerto ben riuscito. Una volta che avevano smontato tutto e riportato gli strumenti nella saletta prove su a Bertinoro*, loro due erano ripartiti in macchina ed erano andati a casa sua… Erano entrati in casa e si erano messi sul divano per provare a guardare Transformers II che era stato scaricato illegalmente in precedenza… Dopo meno di cinque minuti si stavano baciando molto appassionatamente stesi uno sopra l’altro sul divano… Ci aveva messo veramente poco a decidere che dovevano trasferirsi sul letto e che dovevano essere abbastanza più nudi per poter combinare quello che si aspettavano tutti e due di dover combinare… Il fatto che una volta arrivati nel letto e una volta che si furono ritrovati nudi uno sopra l’altro non li avesse condotti a nulla non voleva dire che uno di loro due era impotente…

La prima volta che avevano fatto l’amore erano nella vasca della sua casa perché avevano deciso che, forse, l’acqua poteva aiutare a lasciar liberare gli istinti che, poco prima, sul letto, erano rimasti addormentati… E l’acqua fece esattamente quello che doveva fare…

La prima volta che avevano dormito insieme aveva seguito la loro prima volta e avevano dormito abbracciati, completamente arrotolati nelle coperte, nonostante il caldo afoso di luglio, in un angolino del letto matrimoniale… Quello che doveva essere il loro primo risveglio insieme, però, non fu molto piacevole come tutto quello che l’aveva preceduto: si svegliò in mezzo al letto e si voltò a destra e a sinistra (notando, fra l’altro, le lenzuola non sapevano più solo del suo odore ma anche di sesso e di lui, del ragazzo troppo cresciuto, ormai uomo, di cui si era innamorato…) vedendo che il suo fidanzato non c’era. Poi sentì l’odore del caffè appena fatto arrivare dalla cucina e si stupì profondamente: Fra, che era conosciuto perché cercava di far fare tutto quello che poteva agli altri, si era svegliato prima di lui ed era anche andato a fare il caffè per tutti e due. Si alzò dal letto e, a piedi scalzi per non farsi sentire, andò verso la cucina dove trovò il suo uomo intento ad armeggiare con i fornelli e il forno a microonde… Fra aveva preso la moka e l’aveva appoggiata in mezzo al tavolo, poi aveva alzato gli occhi e l’aveva notato fermo immobile sulla porta della cucina intento ad ammirarlo* mentre gli preparava la colazione…

-Ehy, buongiorno… Svegliato bene?-

-Non tanto… Mi spieghi cos’era tutta questa fretta nel prepararmi la colazione? Avrei preferito trovarti nel mio letto stamattina, giusto per essere un po’ più sicuro che non fosse un bellissimo sogno…- Fra lo guardò con una faccia veramente dolcissima… Anche se era lui il cantante e, in teoria, doveva avere sempre le parole giuste per ogni situazione, era sicuro che il suo ragazzo fosse molo più bravo con le parole… Mentre l’Jeyas abbassava la testa arrossendo e balbettando un –Io avrei voluto portarti la colazione a letto, con una rosa… come nei film romantici…-, gli si avvicinò, lo abbracciò da dietro e, a quel punto, il loro primo risveglio fu perfettamente perfetto…

La prima persona* al di fuori degli Adagio Veloce che scoprì di loro due fu una delle ragazzine che lavoravano con lui al centro estivo della Cava: erano mesi che voleva andare ad un loro concerto così, quando le aveva detto che quella sera avrebbero suonato all’ottanta voglia di centro, aveva organizzato l’uscita per tutti i grandi del centro estivo… Una gran parte di loro era andata a farsi un giro e a bere, mentre un gruppo abbastanza nutrito era in prima fila a ballare sulle note di tutte le canzoni, a ridere agli stupidi sketch fra una canzone e l’altra e a rifornirgli da bere quando lo finivano così che, a fine concerto, era quasi tutti (tranne lo straight edge) un po’ alticci. Finito di suonare, stavano mettendo via tutti gli strumenti con delle risate di troppo quando era andato ad aiutare Fra e, mentre ridevano a crepapelle per qualcosa che neanche loro sapevano bene cosa, caddero a terra uno sull’altro… Non era nulla di che e i loro compagni di band li ripresero per la loro sbadataggine ma, di sicuro, ciò che aveva insospettito la ragazzina era che prima fossero stati molto vicini poi fossero stati così fulminei a rialzarsi…

Il fatto che, poi, tre mercoledì dopo, fra il pubblico risuonò, durante uno degli sketch, la parola CANON in un momento in cui, in realtà, si stavano guardando negli occhi come se il resto del mondo non ci fosse, gli fece capire che, in pubblico, stavano andando un po’ troppo oltre. Per due o tre mesi andò avanti tutto bene, più o meno, fino a che, durante un Live di ottobre, il suo cantante gli urlò in faccia che era stanco di quella situazione che, per colpa di qualcuno non meglio identificato, andava avanti da tre mesi… Il qualcuno cioè la suddetta ragazzina era fra il pubblico e sorrideva felice…

Fra era arrivato al limite, ne avevano parlato un po’ di volte ma, veramente, non ce la faceva più e quando anche durante l’ennesimo concerto si era sentito trascurato… Aveva fatto la cosa più pazza del secolo e anche l’unica cosa possibile da fare, secondo lui, al momento, urlando nel microfono mentre era in ginocchio davanti a lui la sua dichiarazione d’amore:

- Hai detto tu che questo sembrava un bellissimo sogno… Forse è un bellissimo sogno visto che fino ad ora i conti con la realtà li stiamo facendo solo come persone singole e non come coppia… A me non interessa quello che pensano loro – e qui indicò il pubblico alle sue spalle, poi riprese – che ridano pure di me e del mio amore, che si voltino dall’altra parte schifati: meglio perdere che trovare persone così… A me importa solo di noi, di quello che siamo e della nostra relazione… Perché io ti amo come mai ho amato nessun altro…-

Poi è rimasto li davanti a te a guardarti, ancora in ginocchio, senza il coraggio di guardarsi attorno, di ascoltare il brusio della gente o di staccare gli occhi da te come impaurito di poterti prendere… Come in un bellissimo sogno… Hai guardato per un attimo la folla e in quell’attimo hai visto quella ragazzina che sorrideva felice per voi due e per il lieto fine che già vedeva per la vostra storia d’amore… Animato dalla forza di un unico sorriso, lo fai alzare, lo prendi fra le braccia e gli sussurri sulle labbra poco prima di baciarlo un bellissimo ma molto meno poetico: - Anch’io ti amo anche se non c’era il bisogno di fare il coglione davanti a mezza Forlì per dichiararti…-

E, intanto che la band ha perso in un colpo sia cantante che batterista, gli altri quattro del gruppo si guardano e con muto assenso decidono di intonare Ubriaco canta Amore che, grazie al chitarrista per fortuna non digiuno di lezioni di canto, fa da colonna sonora per il bacio più bello e più lungo che il parco Urbano Franco Agosto, la Collina dei Conigli e il cielo sopra Forlì abbiano mai visto…


ALLA GENTE DISTRATTA

IN ATTESA DEL LIETO FINE

LUI RISPONDE CON IL VENTO

IO SONO PIU' CONTENTO”…


THE END… or not?


NOTE

Il titolo è preso da una canzone dei Bandabardò come anche le due citazioni... La canzone è, per l'appunto, “Ubriaco canta Amore”. Qui il link al video: http://www.youtube.com/watch?v=rA9-dsbHoIw E' anche necessario precisare che i due protagonisti hanno lo stesso nome, anche sea questo punto l'avreste dovuto capire... xD

* Forlì è il posticino dove abito e dove è ambientata la storia, fa provincia insieme a Cesena e si trova in Emilia Romagna

* Gli straight edge sono quelli che non fumano, non bevono alcolici, non vanno a letto con le persone che non amano e, alcuni, sono anche vegetariani...

* I suoi averi sono tutti gli strumenti strani che usa per suonare che sono, tipo (non dire tipo, è come dire merda! ndSaviotti), cinquemila milioni… Quindi ci mette abbastanza…! XD

* l'Habbey è un locale di Forlì un po' tanto alternativo... nella piazzetta dietro l'Habbey si trovano spesso drogati, sbronzi e similia...!

* E’ il soprannome di Francesco Neri, il cantante…

* Dove la gente mormora…!

* Bertinoro: posticino vicino a Forlì dove questo gruppo ha la sala prove...

* Sono io… xD anche se quella sera lì sono andata a casa presto, facciamo finta… tanto è tutta una fan fiction!!! xD

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: CoralineBeatrix_17