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Autore: DawnLady94    31/07/2019    1 recensioni
E se Jon Snow fosse nato Visenya Targaryen e suo zio Eddard Stark l'avesse presa con sé crescendola come propria e accettando al proprio servizio la sua Spada Giurata? E, soprattutto, se qualcuno che si credeva da tempo morto fosse in realtà vivo e pronto a riprendersi il proprio trono con sangue e fuoco ricostruendo la dinastia spezzata con la morte del padre? Con Daenerys Targaryen a Essos che risveglia draghi dalla pietra e comanda armate e una sorella che non sapeva nemmeno esistesse?
***
Varys soppesò le successive parole, domandandosi se si potesse davvero fidare dell'uomo che aveva di fronte. Lord Tyrion attese e alla fine il Ragno sospirò
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Aegon VI Targaryen, Arya Stark, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Oberyn Martell
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Incest, Triangolo
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Joan I 

Le nevicate estive erano una delle cose che Joan amava di più del Nord. Erano rigeneranti, ogni volta che si sentiva sopraffatta dai suoi pensieri o dalle sue emozioni lasciava che la neve cadesse e lavasse via tutti i suoi pensieri. Quel giorno non era una eccezione.  

 

Passeggiava con Rickon per i cortili di Grande Inverno, Sansa e Arya erano a lezione con Septa Mordane e Bran era con la madre. Il suo fratellino più piccolo l'aveva trovata seduta sul parapetto del castello mentre accarezzava il pelo candido di Spettro e l'aveva implorata di uscire dall'edificio.  

L'intero castello era in fermento e Joan comprendeva perfettamente la necessità di Rickon, piccolo e selvaggio, di uscire da quell'edificio così pieno di vita e di fermento per l'arrivo del Re e della sua Corte. 

 

Robb non parlava d'altro da quando loro padre aveva dato loro la notizia dell'arrivo del re. Re Robert era sempre stato un eroe delle storie che loro padre raccontava loro, un uomo gigantesco e un portento nel combattimento che si era sollevato in rivolta quando il principe Targaryen aveva rapito la sua amata e che aveva combattuto per liberarla, fallendo miseramente perché alla fine loro zia Lyanna era morta comunque e Robert era rimasto con in mano un regno, ma senza la sua sposa, anche se poi aveva sposato la regina, Cersei Lannister e aveva avuto tre figli, tra cui il principe Joffrey che per il dolore delle povere orecchie di Arya, Sansa aveva preso a chiamare il suo principe dorato. Brandon era estremamente eccitato all'idea di vedere i famosi cavalieri del sud e il grande combattente che aveva ucciso il principe Targaryen solo con un unico, possente colpo del suo martello da guerra facendo cadere i rubini dell'armatura del principe nelle acque del Tridente.  

 

Rickon dal canto suo era terribilmente di cattivo umore all'idea di doversi attenere alle buone maniere e di essere costretto a seguire l'etichetta. D'altronde era tanto selvaggio quanto il suo cane nero come la pece che aveva chiamato Cagnaccio, un nome quantomai appropriato dal momento che quella bestia insolente non faceva che digrignare i denti a chiunque gli capitasse a tiro e sembrava tacere solo quando a zittirlo erano i fratelli o le sorelle.  

 

Joan era indecisa tra il sentirsi eccitata all'idea di conoscere il loro re e l'intera corte e come diceva Arya soprattutto i fratelli della regina, il bellissimo Jaime Lannister che chiamavano lo Sterminatore di Re perché aveva ucciso Aerys  Targaryen e il Folletto, un nano si diceva con un occhio verde e uno azzurro e senza naso. D'altro però, si sentiva terribilmente sola e abbandonata e soprattutto non voluta. Lady Stark aveva preteso che Joan non sedesse alla Tavola Grande durante il banchetto in onore del re e della regina e soprattutto che si facesse vedere il meno possibile e suo padre, inerte, aveva acconsentito. Non era tanto la richiesta di lady Stark a farla stare male, se la donna avesse potuto l'avrebbe messa ai cancelli di Grande Inverno senza un ulteriore pensiero, era l'inerzia di suo padre che l'aveva profondamente ferita.  

 

Sapeva che lei rappresentava l'unica macchia sul suo onore e che era normale che la lady di un grande castello non volesse esporre la figlia bastarda del proprio marito all'intera corte per proteggere il proprio orgoglio e onore ferito, ma suo padre? Lo stesso uomo che aveva imposto al resto del mondo di accettare che lei crescesse assieme ai suoi figli legittimi amata tanto quanto loro?, il fatto che ignorasse quanto male le faceva essere nascosta come delle lenzuola sporche la faceva stare ancora più male.  

 

Sentì una lacrima scenderle lungo la guancia e fu grata della presenza di Cagnaccio e di Spettro perché i due metalupi stavano tenendo abbastanza impegnato il fratellino affinché non notasse la sua sofferenza. Si spostò una ciuffo di capelli scuri dal viso, cercando di imporsi di smettere di piangere che non ne aveva ragioni poiché era circondata da una famiglia che l'amava anche se non ne era un membro legittimo. Tuttavia lo sguardo vacuo di suo padre quando aveva acconsentito senza nemmeno proferire parola alla richiesta di lady Stark continuava a perseguitare i suoi pensieri. 

 

Una mano calda si posò sulla sua spalla, stringendola in una presa consolatoria, alzò gli occhi di scatto incontrando quelli color acciaio di Art Snow. 

  

"Tutto bene, principessa?" le domandò con la sua voce ruvida e profonda, con uno sguardo sinceramente preoccupato e Joan sorrise. 

Art Snow era sempre stato una presenza costante nella sua vita, c'era da quando Joan aveva memoria, una figura solitaria e silenziosa sempre ai margini della sua vita. Sapeva che Art Snow aveva combattuto durante la ribellione di Robert al fianco di suo padre e che era tornato con lui da Dorne dove lo aveva accompagnato a recuperare la sorella, solo per trovarla già morta.  

 

Non avrebbe saputo dire se lui e suo padre fossero amici, certamente c'era una certa confidenza fra loro, anche perché Art Snow aveva confidenza più o meno con tutti loro. Aveva l'insolita abitudine di chiamare lei principessa, Sansa piccola principessa e Arya piccola lupa mentre riservava a Robb i soprannomi più coloriti come piccolo lord e altri, avendo anche spesso messo in discussione la stretta amicizia di Robb con Theon Greyjoy il protetto del loro Lord padre. Cosa che la faceva sempre sbellicare dalle risate perché Robb se la prendeva sempre a morte.  

 

Era un uomo indubbiamente affascinante con la sua pelle qualche tono più scura del solito, gli occhi color acciaio screziati di indigo e i lunghi capelli castano chiaro che ora cominciavano ad essere brizzolati, Joan aveva dovuto ammettere di aver sentito più servitrici elogiare la sua bellezza, eppure in lui Joan non riusciva che a vedere un carissimo confidente e una specie di anima affine dal momento che anche lui era uno Snow e sembrava capirla sempre perfettamente.  

 

"Sì – mentì – sto bene..." ma di fronte al suo sguardo non convinto sospirò "Vorrei che mio padre non volesse nascondermi come delle lenzuola sporche solo perché il re è in arrivo." mormorò afflitta, abbasando lo sguardo per la vergogna. A dirlo ad alta voce si rendeva conto di quanto sciocco fosse, suo padre si stava solo comportando in maniera adatta alla sua stazione sociale.  

 

Lo sentì imprecare qualcosa, ma Joan non comprese cosa "Principessa, vostro padre non vi vuole nascondere come delle lenzuola sporche, non si vergogna di voi. Vi ama troppo per vergognarsi di voi. – le assicurò – è solo che... voi ricordate molto la vostra defunta zia, lady Lyanna e re Robert era molto innamorato di lei, con la ferita della morte di Jon Arryn tanto fresca nella memoria vostro padre desidera solo evitare di riaprire vecchie ferite mai del tutto guarite." 

 

E questo... questo Joan poteva accettarlo, sapeva bene quanto somigliasse a sua zia Lyanna, non facevano che ripeterglielo tutti e tutti sapevano quanto Robert aveva amato Lyanna tanto da scatenare una guerra per riprendersela, che suo padre volesse evitare che re Robert si sentisse male nel vederla era comprensibile anche se Joan avrebbe preferito che suo padre glielo avesse detto invece che farle crede che provava vergogna di lei. 

 

Prese le mani guantate di Art Snow fra le proprie e gli sorrise "Grazie, amico mio. – proclamò – siete sempre così comprensivo con me a volte non saprei proprio cosa fare senza il vostro sostegno."  

 

E, come sempre quando Joan si prendeva libertà che non avrebbe dovuto, Art Snow si chiuse a riccio lanciandole un sorriso mesto e liberando delicatamente le mani dalle sue. Joan aveva smesso di sentirsi rifiutata dalla cosa anche se qualche anno prima lo aveva affrontato a riguardo e Art Snow aveva ammesso che si comportava in maniera tanto incresciosa (a detta sua) perché quando Joan si comportava così gli ricordava immensamente una persona cara che aveva perduto durante la ribellione di Robert, facendolo soffrire terribilmente.  

 

Senza imbarazzo alcuno si voltò alla ricerca del fratello solo per trovarlo mezzo appeso da un ramo che dondolava. 

"Oh signor scoiattolo! – chiamò – avete per caso visto mio fratello? È un bambino alto circa così e ha folti capelli rossicci e due grandi occhi blu." giocò e Rickon per poco non perse l'equilibrio facendole accapponare la pelle. 

 

Sia Rickon che Bran amavano terribilmente arrampicarsi ovunque e, sebbene Rickon sembrasse avere meno smania di raggiungere il cielo di Bran – che poteva vedersi spesso sui cornicioni o sopra i tetti – ogni volta che dondolava da qualche ramo o da qualche parapetto le faceva prendere sempre un colpo al cuore. 

 

"Ma Joan, sono io! – esclamò offeso – sono qua!" 

 

"Ma no, signor scoiattolo, solo una scimmia o uno scoiattolo potrebbe arrampicarsi lassù e mio fratello non è una scimmia." Cagnaccio abbaiò e Spettro si sedette elegantemente ai suoi piedi osservando la scena con i suoi profondi occhi rossi.  

 

Furono interrotti nel loro gioco da una quarta voce pomposa e dall'intercalare fintamente autoritario "Grazie mille, Art, da qui in poi ci penso io a riportare i miei fratelli all'interno per cena." affermò Robb, usando quella che loro chiamavano, ridendo, la sua voce da lord che usava quando voleva imitare il loro lord padre.  

 

Joan scambiò un'occhiata divertita con Art che si proferì in un profondo e alquanto scherzoso inchino "Come desiderate, piccolo lord." ammicandole prima di scompigliare i capelli rossicci di suo fratello e sparire mentre li lasciava da soli a finire la passaggiata e Joan tratteneva un risolino. 

 

"Oh sì?, e quindi tu lo troveresti terribilmente divertente, eh? – provocò Robb incrociando le braccia al petto – ma guarda tu che mancanza di rispetto debbo sopportare dalla mia sorellina minore." 

 

Joan roteò gli occhi al cielo, ampiamente divertita dal suo comportamento "Intanto chi ha mai detto che sei tu il maggiore..?" fece per chiedere solo per essere colpita da una palla di neve dritta in faccia. 

 

Era un gioco che amavano fare da bambini, una volta erano talmente presi dal gioco che aveva perfino colpito il loro lord padre mentre passava di lì. Theon e Jeyne se l'erano immediatamente data a gambe terrorizzati dall'essere ripresi dall'uomo dall'aspetto tanto severo, invece lei, Robb, Sansa e Arya erano scoppiati in una fragorosa risata che era stata presto raggiunta da quella del padre mentre si gettava nella neve a giocare con loro. 

Joan non avrebbe saputo dire quanto a lungo giocarono nella neve quel giorno, sapeva solo che erano senza fiato, fradici e con le guance rosse per il divertimento quando lady Stark li aveva trovati a rotolarsi nella neve e aveva posto fine al loro gioco con il piccolo Bran che osservava tutto da dove si trovava bilanciato sul fianco della madre.  

 

"Per gli Dei, Robb, quanto sei infantile." borbottò fintamente offesa, asciugandosi il viso prima che Rickon si lanciasse dal ramo come un fulmine urlando vendetta per la sua signora atterrando proprio in braccio a Robb e facendolo capitombolare nella neve. Cagnaccio si unì immediatamente a loro abbaiando divertito e Joan si scambiò un'occhiata con Spettro che la fissava con occhi intelligenti. 

 

"Che ne dici, ci uniamo a loro?" propose e dopo qualche istante le loro risate potevano sentirsi fino ad Approdo del re. 

 

Quando rientrarono erano fradici dalla punta dei capelli alla punta dei piedi e Robb portava in braccio Rickon dopo che lo aveva avvolto nel suo mantello per evitare che prendesse troppo freddo. 

 

"Joan domani possiamo giocare di nuovo a battaglia di neve?" domandò, innocentemente Rickon, Joan si sporse abbastanza da poter scompigliare i suoi capelli fradici, osservando l'incredibile somiglianza fra Robb e Rickon entrambi con i fiocchi di neve che si scioglievano nei capelli rossicci, due profondi occhi blu e sorrisi identici.  

 

"Temo di no, tesoro. Domani arriverà il re. E da domani dovremmo tutti essere molto attenti al nostro comportamento e comportarci secondo buona maniera. – spiegò – è molto importante che tu ti comporti bene per fare una buona impressione sul re. Quindi ti dovrai comportare come un piccolo lord." 

 

"Ma Joan, anche tu che non sei una lady dovrai comportarti bene?, non è che potrei nascondermi con te?" Joan sentì Robb irrigidirsi di fronte all'innocente considerazione e Joan sorrise facendogli capire che stava bene, che non ci era rimasta troppo male.  

 

Aggiustò il mantello attorno alle spalle del fratello mentre Robb lo metteva giù "Sì tesoro, anche io dovrò comportarmi bene. Ora corri su, va' da tua madre che sei tutto fradicio." Rickon non se le fece ripetere due volte mentre correva all'interno del castello. 

 

"Robb smettila di fissarmi a quel modo. – ordinò – sto bene." 

"Mi dispiace, Joan. Farò in modo che non faccia più commenti del genere" le promise e Joan fece un gesto per indicare che non ce ne era di bisogno.  

 

"Sono fortunata ad averti come mio campione, Robb – mormorò – ma non c'è bisogno che tu mi difenda da nostro fratello, non intenda offendermi e non mi sono comunque offesa. Dai, rientriamo." 

 

Robb le offrì il proprio braccio e ridendo Joan lo accettò lasciandosi scortare all'interno del castello dove poi si sarebbero nuovamente divisi prima di cena. 

* 

Il fatidico giorno era finalmente arrivato, Brandon aveva spiato il seguito reale arrivare da miglia di distanza mentre stava arrampicandosi come al solito ed ora tutta Grande Inverno attendeva l'arrivo del re disposta elegantemente con la famiglia Stark in prima fila, Joan e Theon dietro di loro abbastanza da poter comunque dimostrare la loro lealtà al re, ma non vicini abbastanza da offenderlo con la loro presenza, Greyjoy l'unico figlio maschio di Balon Greyjoy che aveva provato a ribellarsi anni prima e lei in quanto bastarda di Grande Inverno. Solo Arya mancava all'appello. 

 

Lady Stark, che Joan non aveva mai visto né tanto impettita né tanto preparata, si voltò verso Sansa sua immagine e somiglianza chiedendo dove fosse Arya, ma sua sorella si scosse meramente nelle spalle incerta e nonocurante. Poco dopo Arya apparve davanti a loro, probabilmente cercando di non dare nell'occhio, invano, perché il loro lord padre la afferrò per un gomito togliendole l'elmo troppo grande che aveva in testa e pretendendo che prendesse il proprio posto fra Sansa e Bran che si fece da parte quel tanto che bastava per farle spazio.  

 

Re Robert entrò a cavallo e loro tutti caddero in ginocchio, Joan sbirciò il grande uomo notando che non sopravviveva alle aspettative. Era tre volte più grasso che alto, la sua faccia sembrava pronta a scoppiare, i suoi capelli erano scuri e appicicattici sulla fronte e aveva piccoli occhi azzurri arrossati. Aveva un intercedere sicuro, questo glielo concesse, ma era una gran magra consolazione rispetto all'uomo che si erano aspettati e poté vedere nello sguardo di Robb che la pensava altrettanto.  

 

Re Robert fece segno a suo padre di alzarsi e lui obbedì così lo imitarono tutti "Grande Inverno è tua, Vostra Grazia." proclamò solenne loro padre, ma re Robert non parve curarsene perché lo fissò dritto negli occhi rispondendo con voce profonda e baritona. 

 

"Sei ingrassato." 

 

Joan seguì gli occhi grigi di suo padre mentre facevano mostra di osservare il re come a dire che il bue stava dando del cornuto all'asino e con sua enorme sorpresa il re scoppiò in una fragorosa risata abbracciando suo padre come un fratello a lungo creduto perduto, per procedere con il baciare le guance di una affrontata lady Stark e rivolgere una parola gentile a tutti i suoi fratelli, cosa di cui Joan fu immensamente grata. 

 

Nel frattempo anche il resto del seguito era giunto e da un carro di legno dorato abbellito da innumerevoli leoni scese la regina Cersei una donna bella come nelle canzoni con lunghi capelli dorati e grandi occhi verdi seguita dai due figli minori, la principessa Myrcella una ragazzina tutta ginocchia e gomiti che sembrava una versione in miniatura della madre solo leggermente più insipida e il principe Tommen un bambino grassoccio e biondo con i capelli più lunghi di quelli di Arya. Il principe Joffrey invece fissava il cortile di Grande Inverno con aria annoiata e lanciò un ghigno che non le piacque affatto a Sansa che sembrava piuttosto affascinata da lui, notò che anche Robb non pareva entusiasmato all'idea.  

 

"Ned! – esclamò baritono il re dopo che furono esauriti i convenevoli – conducimi alle cripte, voglio porgere i miei rispetti." ordinò. Suo padre fece immediatamente per muoversi quando la regina Cersei si interpose smielata, ma anche terribilmente fredda. 

 

"Abbiamo viaggiato a lungo, amore mio, forse sarebbe il caso di riposarci prima. I morti possono attendere."  

 

Ma il re non diede adito di averla udita perché si rivolse direttamente a suo padre con un "Ora, Ned!" e mentre suo padre si muoveva per obbedire e il seguito del re e la corte di Grande Inverno scioglievano le loro posizioni rigide Joan si voltò pronta a sparire nel nulla come le era stato imposto, quando evidentemente nello spiraglio lasciato libero da suo padre gli occhi del re si posarono su di lei. 

 

Il cortile cadde in un silenzio tale che se fosse caduto un fiocco di neve se ne sarebbe sentito il rumore. "Lyanna?" soffiò la voce del re colma di sorpresa e sofferenza. Joan si irrigidì sul posto proferendosi immediatamente in un inchino degno di una lady, con le gambe piegate nella misura corretta.  

 

"No, Vostra Grazia, lei è Joan la mia figlia naturale." intervenne immediatamente il suo lord padre, ma la sua voce non parve trattenere il re che con pesanti e decisi passi si avvicinò a lei, notò con la coda dell'occhio Robb pronto a frapporsi fra di loro e gli fece un cenno con la mano di stare indietro anche quando gli stivali del re entrarono nel suo campo visivo. 

 

"Guardami, ragazza." ordinò il re e Joan poté non fare nulla se non obbedire e alzare lo sguardo su quello del re che sembrava aver visto un fantasma. Un raggio di luce le colpì il viso costringendola a fare una smorfia e chiudere gli occhi e sembrò che l'incantesimo si fosse spezzato. 

 

"Sette inferi, Ned! Per un momento mi è parso di vedere un fantasma!" esclamò il re e il cortile trasse un collettivo respiro di sollievo mentre i suoi occhietti rossi si posavano nuovamente su di lei facendole accapponare la pelle e poteva sentire il puzzo di vino provenire da lui lontano un miglio. 

 

"Mia signora, vi hanno mai detto quanto somigliate a vostra zia?" domandò dunque rivolgendosi direttamente a lei, Joan non seppe bene cosa fare e si ridusse a dover rispondere sperando di non offenderlo. 

"Me lo hanno detto – ammise – lord Glover ha subìto un brutto spavento l'anno passato perché mi ha vista di notte e vestita di bianco, temeva fossi un fantasma tornato a perseguitare il castello." 

 

Parve essere la cosa giusta da dire perché il re scoppiò in una fragorosa risata voltandosi e dirigendosi verso suo padre seguendolo all'interno dello cripte e finalmente Joan si sentì come se poteva respirare. Con Robb immediatamente al suo fianco per offrirle il suo supporto. 

 

Lady Stark alzò le gonne raggiungendoli "Bada che tua sorella non sia mai lasciata da sola con il re, – ordinò sottovoce al figlio – nessuna fanciulla della sua età dovrebbe essere fissata a quella maniera da un uomo il doppio dei suoi anni. Ora andate!" ordinò, voltandosi con grazia e offrendosi di accompagnare la regina negli appartamenti che le aveva fatto preparare. 

 

"Grazie, lady Stark" chiamò, ma la donna la ignorò "è stato... intenso" commentò rivolgendosi a Robb che sembrava furioso. 

"Non gli permetterò di avvicinarsi, Joan – le promise – nostro padre non aveva mai detto che il re era un ciccione senza rintegno." commentò provando a tirarle su il morale e Joan sorrise. 

 

"Penso ne fosse piuttosto sorpreso anche lui" commentò notando solo allora che il Mastino con indosso la sua armatura grigia con l'elmo a testa di cane stava spintonando un giovane attraverso il cortile di Grande Inverno, presumibilmente verso il canile. Il giovane era legato e aveva corti capelli blu mare e un'occhio nero e quando i loro sguardi incrociarono Joan si rese conto che i suoi occhi non erano proprio blu, ma sembravano quasi viola.  

 

Il contatto visivo non durò che un secondo perché il ragazzo fu condotto lontano dalla sua vista, ma Joan ne fu così incuriosita che domandò al fratello "Chi pensi che sia?" 

 

"Non so, ma per essere prigioniero del re qualcosa deve pur aver fatto – commentò annoiato Robb – ad ogni modo prima mentre il sole ti batteva in faccia per un momenti i tuoi occhi mi sono sembrati quasi viola." le confidò. 

 

"Oh, deve essere stato uno scherzo della luce" mentre prendeva il suo braccio e si lasciava condurre verso l'interno del castello. Joan si voltò ad osservare ancora per un momento il luogo in cui il prigioniero era scomparso. Non aveva mai visto nessuno con quello sguardo così profondamente ferito e adirato in vita sua. 

   
 
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