Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Mizuki    27/07/2009    1 recensioni
Se il fratello gemello di un membro dello Shohoku arrivasse a portare scompiglio nella sua scuola, cosa succederebbe? E se nei suoi piani venisse coinvolto anche un giocatore del Ryonan? Leggete e lo scoprirete... ^_-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! Sono tornata con un nuovo capitolo finalmente! Chiedo perdono per questo ritardo mostruoso a tutte le anime pie che ancora continuano a leggere questa fic, nonostante la mia lentezza! E le ringrazio di cuore! Dato che è passato molto tempo dal mio ultimo aggiornamento, faccio un riassuntino del capitolo 18 per rinfrescarvi la memoria: “Koji ha rivelato a tutti di essere il responsabile dell’intervista al giornale della scuola, discolpando Kaede. Così tutti si scusano con Rukawa, prendendosela con lui. Tranne Hanamichi. Questo getta Kaede nella disperazione, ma l’essere stato riammesso in squadra lo aiuta a reagire. Finchè una telefonata improvvisa annuncia al ragazzo che i suoi genitori hanno avuto un incidente, e sono in gravi condizioni… ”.

Buona lettura! Spero che il capitolo vi piacerà e che mi farete sapere le vostre impressioni!

 

 

PS: Sono imperdonabile! Ieri quando ho aggiornato, mi sono dimenticata di ringraziare le persone che hanno recensito il 18° capitolo di Twins!

Quindi lo faccio ora: grazie mille a chi aveva commentato! Forse vi avevo risposto in privato, ma non me lo ricordo, scusate!

 

 

 

 

 

"TWINS"

 

 

 

Cap.19: “Ho bisogno di te”

 

 

 

- Cos'è successo?! - chiese Koji agitato, appena il fratello ebbe messo giù la cornetta.

Aveva già intuito qualcosa, ma voleva sperare fino all'ultimo di essersi sbagliato.

Kaede aveva la mente offuscata, ma facendo uno sforzo cercò di rispondergli.

- Mamma e papà hanno avuto un incidente. - disse con tutta la lucidità che riuscì a trovare.

Koji tentò di restare calmo: - Ma loro stanno bene, vero? - la sua voce era incrinata, voleva avere una rassicurazione che però non arrivava.

- Rispondi! Parla, maledizione! - urlò, colto da una crisi di nervi.

Distogliendo lo sguardo, Kaede disse: - Sono gravi. -

Pronunciare quelle due parole fu una delle cose più difficili della sua vita.

Koji iniziò a piangere disperato.

Kaede non riusciva a dirgli nulla, lo guardava impotente. Poi fece appello alla sua razionalità: - Dobbiamo andare in ospedale. Andiamo a vestirci -

Koji dapprima era rimasto immobile, poi lo aveva seguito al piano di sopra.

I loro passi risuonavano sulle scale come una lugubre marcia di morte.

 

                      ------------------------------

 

Giunti in ospedale, i fratelli Rukawa, si precipitarono alla reception a chiedere notizie dei loro genitori. Avute le informazioni che servivano loro, si diressero immediatamente dal dottore che aveva prestato i primi soccorsi ai signori Rukawa.

- Sono Koji Rukawa. Come stanno i nostri genitori? - chiese il ragazzo al medico, non appena questi raggiunse i due gemelli.

- Salve, sono il dottor Kisaragi. Prego, venite nel mio studio. -

I fratelli Rukawa si sedettero davanti alla scrivania del medico, impazienti di sapere qualcosa sulle condizioni dei loro genitori.

- Vostro padre ha riportato un trauma cranico che ha causato un'emorragia cerebrale.

L'ematoma non si è ancora riassorbito e ha provocato uno stato di coma. Adesso vostro padre è stato portato nel reparto di terapia intensiva. -

Coma. Quella parola riecheggiava nella testa dei gemelli come una bomba pronta a esplodere da un momento all'altro.

Il silenzio, per un momento che sembrò eterno, avvolse la stanza. Il panico poteva essere letto chiaramente negli occhi di Koji e Kaede.

Una domanda attraversava la mente dei due fratelli, ma non avevano il coraggio di chiedere nulla. Sarebbero riusciti ad accettare la risposta che gli sarebbe stata data?

In ogni modo era una cosa inevitabile, dovevano sapere.

- Si risveglierà? - chiese Koji con un groppo in gola. I suoi occhi erano vacui.

- Possiamo solo aspettare, mi dispiace. - fu la risposta del dottore. Non voleva illuderli.

Kaede si portò una mano alla gola, gli sembrava di soffocare. Poi cercò di calmarsi. Non poteva permettersi il lusso di stare male.

Dopo una breve pausa il medico riprese a parlare. I due fratelli avevano paura di sentire quello che aveva da dire, dopo la terribile notizia che avevano appena appreso.

- Vostra madre in questo momento è con le infermiere, la stanno preparando per la sala operatoria. Durante l'incidente una scheggia è penetrata a un centimetro dal cuore. -

- Al cuore?! Oddio! - Koji si coprì il viso con le mani. Kaede si sentì mancare.

- La scheggia fortunatamente non ha danneggiato nessun organo vitale, ma occorre rimuoverla subito per evitare che si sposti. L'intervento inizierà tra poco. Opererò io vostra madre -

- Si salverà, vero? - domandò Koji con un barlume di speranza.

- E' un intervento piuttosto delicato... - il medico non voleva sbilanciarsi.

Le facce dei gemelli divennero scure.

- Possiamo vederla prima dell'operazione? - chiese Koji con voce spenta, rassegnata.

- Solo per un attimo. - disse il dottore, poi aggiunse - Ragazzi, non c'è qualcuno che potete chiamare? Non è il caso che stiate qui soli... -

- Non c'è nessuno. I nostri parenti non abitano a Kanagawa. - rispose Koji con la mente altrove. Il medico lo guardò costernato, poi gli indicò il reparto in cui si trovava sua madre.

Dopo la conversazione con il dottor Kisaragi, i due fratelli andarono da lei.

Vederla pallida, distesa su un letto d'ospedale li impressionò non poco.

Koji andò accanto a lei e le prese la mano. Kaede invece rimaneva ai piedi del letto, a distanza, e la guardava da lontano, incapace di fare altro.

Dopo qualche minuto le infermiere, che avevano lasciato soli i due ragazzi con la madre, li fecero uscire dalla stanza per portarla via per l'intervento.

 

                        ------------------------------

                

L'operazione era appena iniziata e i fratelli Rukawa, nella sala d'attesa dell'ospedale, fissavano le pareti e la porta della sala operatoria, che non si apriva mai.

Nessuno dei due parlava, ognuno perso nella propria angoscia.

Lo stato d'animo di Kaede si alternava tra la disperazione e l'incredulità.

*Non è possibile che tutto questo stia capitando proprio a noi. Non può essere vero* pensava, senza darsi pace. *L'ultima volta che ho parlato con la mamma le ho sbattuto il telefono in faccia!*

Quel pensiero lo tormentava, stava impazzendo.

 

                          -------------------------------

                         

Erano passate sette ore e l'intervento della signora Rukawa non si era ancora concluso.

Koji fissava il distributore, ma non voleva niente. Aveva bisogno solo di una cosa.

Prese il cellulare dalla tasca e compose un numero che conosceva bene, quasi senza accorgersene.

- Si? -

- Akira -

- C-ciao - Sendoh sembrava a disagio. - Come mai hai chiamato? Devi dirmi qualcosa? -

Sembrava che non vedesse l'ora di liberarsi di lui.

- No, niente. Non ho più il diritto di farlo. Ciao - La voce di Koji era triste, come non lo era mai stata. Non poteva più contare su Akira...

- Aspetta! - lo bloccò Sendoh, piuttosto agitato, prima che Koji riattaccasse - E' successo qualcosa? -

Dopo quella domanda seguì un lungo momento di silenzio.

- I miei genitori hanno avuto un incidente -

Akira sgranò gli occhi - Come stanno? - gli chiese preoccupato.

- ... - Koji non rispose, non riusciva a farlo.

- Dimmi dove sei, vengo da te -

Quelle erano le parole che Koji voleva sentire, ma senza rendersene conto rifiutò l'aiuto di Sendoh: - Non ce n'è bisogno. -

- Dimmi il nome dell'ospedale - insistette Akira.

- Sono al Dokokano -

- Arrivo -

- Chi era? - chiese Koshino, anche se conosceva già la risposta.

Lui e Sendoh stavano pranzando sul terrazzo della scuola.

- Era Koji. I suoi genitori hanno avuto un incidente. E' in ospedale, gli ho detto che... -

- Vai - Hiroaki non lo lasciò nemmeno finire di parlare.

Akira lo guardò, poi andò verso la porta del terrazzo.

- Resta con lui. Non preoccuparti più di me - aggiunse Koshino.

Il significato di quelle parole era chiaro. Ma in esse non c'era rancore, soltanto rassegnazione.

Sendoh si voltò verso di lui, e prima di sparire dietro la porta, disse solo: - Mi dispiace... -

                  

                          ------------------------------

                                                       

Akira arrivò in ospedale in fretta e furia, e facendosi dare al volo delle indicazioni, corse subito da Koji.

Appena lo vide lo strinse forte a , poi gli prese il viso tra le mani: - Come stanno i tuoi? -

- Mia madre è in sala operatoria da sette ore e mio padre è... in coma... - La voce di Koji era sofferente.

- Vieni qui - disse Sendoh, abbracciandolo di nuovo.

Poco distante da loro, Kaede se ne stava immobile nel più completo silenzio.

Il numero sette del Ryonan lo guardò preoccupato.

Sembrava essersi isolato dal resto del mondo...

D'improvviso un'infermiera uscì dalla sala operatoria, e trafelata, corse via, senza dare il tempo di chiedere spiegazioni.

Poco dopo, tornò indietro con un dottore, sembrava esserci un'emergenza.

- Che succede? - provò a domandare Koji, ma gli fu risposto uno sbrigativo: - Ora non c'è tempo -

Il ragazzo di prese il viso tra le mani, non aveva mai avuto tanta paura.

Sendoh gli fu subito accanto per calmarlo, ma non ebbe successo...

- E tu? Ma guardalo! Come puoi restare impassibile in un momento come questo?! - Koji si era rivolto a suo fratello in tono rabbioso.

- Ma c'è l'hai un cuore?! Sei davvero una persona orribile! Non te ne frega niente di nessuno! -

Kaede lo guardava senza dire una parola.

- Non mi hai fatto nemmeno parlare al telefono con mamma! Potrei non sentire più la sua voce! -

- Smettila Koji! - si intromise Akira - Vieni con me -  gli ordinò, trascinandolo lontano da Kaede.

- Koji, non devi sfogarti su tuo fratello. - disse Sendoh - Non resistere, se vuoi piangere con me puoi farlo - il suo tono era dolce e comprensivo.

Gli occhi di Koji si riempirono di lacrime...

 

                              --------------------------------

 

Akira e i due gemelli erano in sala d'attesa, seduti ad aspettare...

Kaede stava sempre peggio... Sendoh se ne accorse e si rivolse subito a Koji: - Tu hai il numero di Sakuragi, vero? -

- Cosa? - si stupì il ragazzo per quella strana richiesta.

- Dobbiamo chiamarlo. Per Kaede - spiegò Akira.

 

                            ----------------------------------

                            

Hanamichi camminava a passo spedito per i corridoi dell'ospedale, guardandosi intorno. Poi finalmente lo vide.

Rukawa era in piedi, appoggiato a una parete.

Il rossino si fermò di fronte a lui, senza sapere cosa dire.

Kaede alzò lo sguardo. I suoi occhi smarriti incontrarono quelli di Hanamichi, e in un attimo si ritrovò avvolto dalle sue braccia.

Il calore di Sakuragi infranse tutte le sue difese. Le lacrime che Rukawa aveva trattenuto fino a quel momento, rigarono il suo volto, incontrollate.

Kaede nascondeva il viso nel petto di Hanamichi, aggrappandosi a lui; e il rossino lo stringeva più forte che poteva.

- Andrà tutto bene - Gli sussurrava Sakuragi.

- L'ultima volta che l'ho sentita ho litigato con mia madre, le ho sbattuto il telefono in faccia! - singhiozzava Rukawa.

- Lei sa che le vuoi bene - La voce del rossino era calma e rassicurante. Era l'unica cosa che riusciva ad alleviare il dolore di Kaede.

 

                            ------------------------------------

                            

Koji si era addormentato sulla spalla di Sendoh, stremato dall'attesa, quando all'improvviso sentì un telefono squillare.

Si svegliò di soprassalto, come quella mattina, e si guardò intorno spaventato.

Akira prese il cellulare dalla tasca e lo spense: - Scusa, avevo dimenticato che fosse ancora acceso. - disse.

Poi fece poggiare Koji sulla sua spalla e iniziò ad accarezzargli i capelli.

Rukawa e Hanamichi erano seduti uno accanto all'altro, ma tra loro sembrava essere tornata la solita distanza.

Kaede era a pezzi, e Hanamichi non sapeva come aiutarlo..

Mentre i cattivi pensieri invadevano le menti dei quattro ragazzi, passò accanto a loro un dottore.

Credendo fosse lì per dargli qualche brutta notizia su suo padre, non essendo capace di reggere altro stress, Kaede svenne.

Quando si svegliò, si trovò sdraiato sulle sedie della sala d'attesa..

- Stai bene? - gli chiese Hanamichi preoccupato.

- E' meglio se vai un a casa - consigliò Koji - Quando so qualcosa ti chiamo.

- No, sto bene - rispose Kaede, ma si vedeva lontano un miglio che stava mentendo.

- Su, vai - ripetè Koji insistendo.

- Vai - stavolta fu Akira a parlare.

- Andiamo, ti accompagno io - propose il rossino.

Alla fine Rukawa si lasciò convincere, e si fece portare a casa da Sakuragi. Non aveva la forza per ribattere o per andare da da qualche parte da solo...

 

                            --------------------------------------

 

Kaede e Hanamichi scesero dal taxi. Il moro tirò fuori la chiave di casa dalla tasca e la infilò nella serratura.

Provò ad aprire la porta, ma la mano gli tremava e non ci riusciva.

A un certo punto perse la pazienza, e picchiò un pugno contro la porta.

Poi riprovò a girare la chiave nella serratura, anche stavolta con scarsi risultati.

Allora Hanamichi prese la mano di Kaede e la tolse delicatamente dalla porta, aprendola al suo posto.

Entrarono in casa e Rukawa andò in bagno a rinfrescarsi. Entrato nella stanza, però, si accasciò contro il lavandino, crollando.

Non poteva più fingere di stare bene anche con stesso, non ci riusciva.

Non vedendolo tornare, il rossino lo raggiunse, e da dietro la porta gli chiese: - Rukawa, tutto bene? -

- S-si - rispose Kaede, ma la sua voce diceva il contrario - Se vuoi tornare a casa... Grazie per essere venuto in ospedale - aggiunse poi.

Non voleva essere un disturbo per Sakuragi.

Avendo intuito quello che pensava, il rossino entrò in bagno, e vide tutta la sofferenza che Rukawa cercava di nascondere.

- Io non ti lascerò più solo - disse Hanamichi, inginocchiandosi e abbracciandolo.

Kaede, incredulo, si abbandonò completamente a lui...

 

                             -------------------------------------

 

Le note di una canzone risuonarono nell'aria. Erano quelle del cellulare del moro, che fecero svegliare lui e Sakuragi, addormentatosi da poco uno accanto all'altro.

Kaede scattò a rispondere come un razzo. Il secondo squillo non arrivò nemmeno a metà: - Kaede, devi venire subito! –

 

 

 

Fine diciannovesimo capitolo…

Continua…….

 

 

Hanamichi: Grazie

Akira: Grazie

Mizuki: Qualcuno che mi ringrazia IN TWINS? O_O

Aki&Hana: Finalmente ci hai fatto avvicinare ai nostri amati!

Mizuki: Eheh, sono proprio una brava ragazza ^_^

Koshino: Come no! Ti ricordo che io sono rimasto solo! >_<

Mizuki: Hiro, per te ho una bella sorpresa nel sequel di Twins, tranquillo^^

Tutti: O_O Ci sarà un seguito? Ci farai diventare vecchi!

Mizuki: Cattivi, sono io che diventerò vecchia, voi siete immortali XD

Kaede: Non oso nemmeno immaginare cosa mi succederà in questo sequel

Mizuki: Suvvia, non essere così pessimista... ^^;;

Kaede: Ho torto?

Mizuki: Tra là ^.^

Kaede: -_-

Koji: Mizuki, grazie.

Mizuki: Anche tu mi ringrazi? ^_^ Beh, sono felice per te e Akira!

Koji: Non è per questo che ti sto ringraziando. Ma per la vacanza ai Caraibi che hai appena regalato a me, Akira, Hanamichi e Kaede! ^_^

Mizuki: Cosa? O_O Dov'è la mia carta di credito?

Koji: Eccola! Grazie ancora! ^_^

Mizuki: >_< Te la farò pagare un giorno! Ma almeno hai prenotato anche per me? *_*

Koji: Non c'erano più posti ^.^

Mizuki: >_<

Al prossimo capitolo! Ciao! Buona estate!^^

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Mizuki