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Autore: hapworth    02/08/2019    1 recensioni
Shouto non aveva mai saputo con certezza cosa fosse l'amore; sia per mancanza di tempo, che per assenza nella sua vita di esempi reali di ciò che esso poteva essere. Da bambino aveva creduto fortemente di averlo ottenuto da sua madre, ma quell'amore si era dissolto nel momento stesso in cui la cicatrice sul suo volto aveva preso forma. L'amore non poteva essere quello.
[Shouto/Izuku] ~ Questa storia partecipa alla "Fast Challenge: Cibo" indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp || Scritta per la challenge "Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo" indetta da Torre di Carta
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dovevo pubblicarla ieri, ma come al solito ho avuto qualche imprevisto e quindi ve la beccate ora. Non scrivevo in questo fandom da qualche mese, ma alla fine sono tornata! E niente, una shottina un po' scema e un po' dolce, al solito insomma.
Buona lettura a chi avrà voglia di proseguire. **

hapworth

Questa storia partecipa alla "Fast Challenge: Cibo" indetta sul gruppo de Il Giardino di EFP.
Prompt: #56. Baffi di cappuccino.
Questa storia partecipa alla challenge "
Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo" indetta da Torre di Carta.

Prompt: #03. Dichiarazione d'amore (Tabella colori, Fiori rossi - Tulipano).


L'inaspettato

Shouto non aveva mai saputo con certezza cosa fosse l'amore; sia per mancanza di tempo, che per assenza nella sua vita di esempi reali di ciò che esso poteva essere. Da bambino aveva creduto fortemente di averlo ottenuto da sua madre, ma quell'amore si era dissolto nel momento stesso in cui la cicatrice sul suo volto aveva preso forma. L'amore non poteva essere quello.
E non poteva neppure essere quell'egoismo che aveva spinto suo padre a concepire con sua madre ben quattro figli, solo per il puro desiderio di ottenere il potere.
Era stato facile, decidere di non volerlo nella propria vita; gli era bastata la pallida imitazione che aveva provato da bambino, la cocente delusione di non essere altro che un mostro e un mero mezzo, l'indifferenza che sentiva provenire dai propri fratelli, per comprendere che probabilmente non era fatto per quel sentimento. Una cosa in meno a cui pensare, nel suo percorso verso il suo obiettivo.
Si era illuso davvero che fosse così, lo aveva fatto a lungo. Ma poi... poi era arrivato Izuku Midoriya nella sua vita. Aveva scavato, aveva scavalcato le sue difese e il suo disinteresse, senza alcun fine celato, senza malizia o cattiveria. E aveva visto per la prima volta la purezza di un altro essere umano, ciò che poteva diventare una persona circondata da diversi tipi di amore.
Izuku era il suo negativo, l'esatto opposto di quello che lui rappresentava ed era anche la persona che più sentiva affine.
Era amato, anche se la sua Unicità era completamente fuori controllo ed era supportato verso una crescita graduale, senza alcuna pressione. Desiderava essere un eroe per puro e semplice altruismo, non per un desiderio di rivalsa nato nel momento in cui aveva preso coscienza di sé e delle sue possibilità, lontano da un genitore senza scrupoli.
Si era detto che era quello il motivo che lo spingeva ad allontanarsi, a mantenere le distanze. Il disagio che provava, doveva essere causato dal suo senso di invidia, dalla differenza che emergeva tra loro. Lo aveva creduto sul serio, ma poi...
«Todoroki-kun, che ne dici di andare al cinema insieme domani? Non ci sono lezioni, quindi...» il primo istinto, vedendo Midoriya di fronte alla porta della sua stanza, le mani dietro la schiena e un'espressione un po' imbarazzata, era stata quella di rifiutare: non gli piaceva andare in giro, né passare il tempo con gli altri – e il pensiero di essere solo loro due soli era altrettanto scoraggiante.
Aveva fatto per rifiutare, le labbra già schiuse e la risposta indifferente sulla punta della lingua, ma... lo sguardo verde di Izuku lo aveva bloccato; aveva quegli occhi assurdi, enormi e carichi sempre di sentimenti incomprensibili, che lo mettevano in difficoltà, che complicavano il suo desiderio di rifiutargli qualcosa. Così aveva annuito, accettando la proposta solo per vedere il sorriso enorme e la felicità che gli colorava le guance e tutto il viso, prima di salutarlo e tornare nella sua stanza. Avrebbe potuto giurare che stesse canticchiando.

Così il giorno dopo erano usciti dalla Yuuei. Erano stati al cinema, a vedere un film d'azione uscito da poco, mangiando pop-corn e bevendo bibite gassate. Qualcosa di alieno e lontano da ciò che era stata la sua vita e il suo rapporto con gli altri, da lasciarlo intontito e frastornato a causa delle sensazioni che gli aveva fatto nascere dentro.
A Midoriya piaceva un sacco parlare, parlava davvero molto e lui il più delle volte ascoltava.
Non avrebbe saputo dire che cosa potesse collegare All Might, gli esami imminenti, la sua ansia verso la preoccupazione di sua madre, il desiderio di rimanere amico con tutti nella sezione A e il fatto che volesse andare a bere del cappuccino. Non aveva il minimo senso, ma Shouto aveva dovuto sopprimere più volte il calore che gli scaturiva da dentro e che lo spingeva a sorridere leggermente di fronte a tutte quelle chiacchiere.
«Todoroki-kun, quindi tu preferisci la cioccolata?» gli stava domandando, mentre prendevano posto dentro al piccolo locale dopo aver ordinato un cappuccino e una cioccolata calda. «Sì, non mi piace il caffè. Nemmeno con il latte.» fece eco, guizzando con lo sguardo bicromatico l'ambiente e le persone.
Erano perlopiù coppiette ed erano tutti intenti a parlare tra loro, nessuno li stava osservando, cosa che a Shouto piacque. Non era come suo padre, non gli piaceva essere al centro dell'attenzione, malgrado fosse decisamente il tipo che attirava gli sguardi. Sia per il suo aspetto naturale, capelli e occhi inclusi, sia per la bruciatura.
«Ehm... senti.» la voce stranamente fioca di Midoriya lo fece nuovamente voltare con lo sguardo su di lui. Guardava il tavolino dove una cameriera aveva appena posato il cappuccino e la cioccolata per lui. «Hai... T-ti piace qualcuno?»
Shouto sbatté le palpebre, confuso: se gli piaceva qualcuno? «Piacere...?»
Midoriya non sollevò lo sguardo, anzi, parve affossarsi maggiormente tra le spalle. «S-sì. Insomma, se hai un... una ragazza o u-un ragazzo che...»
«No. Non mi piace nessuno.» rispose chiaro. Non aveva ancora capito perché la cosa sembrava impensierire Midoriya, ma forse era colpa sua, che non riusciva a pieno a comprendere gli altri, specie in quel genere di situazioni dato che gli erano del tutto sconosciute. Magari voleva qualche consiglio?
A quella risposta Midoriya sollevò di scatto la testa, fissandolo. Aveva lo sguardo dilatato, le guance rosse e la bocca socchiusa; le lentiggini, sotto il suo rossore, venivano quasi marcate, rendendolo carino, molto più del normale. «Ah... Quindi nessuno?»
«Nessuno.» non avrebbe neppure saputo come capire se qualcuno fosse speciale per lui; forse dipendeva dalla voglia che aveva di vedere le persone e di parlarci? Da quanto spesso ci pensava...?
O era una questione più di attrazione sessuale? Era giovane e non era affatto immune a certi bisogni e desideri, ma pensava che quella fosse tutt'altra cosa.
Midoriya non disse nulla per un po', così Shouto ne approfittò per cominciare a bere un po' della propria cioccolata; profumava e aveva quella deliziosa pellicola creata dal calore, che gli piaceva godersi lentamente, un sorso di liquido caldo alla volta, mentre gli si scioglieva contro la sua lingua.
Izuku stava bevendo il proprio cappuccino nel mentre, entrambe le mani sulla tazza per sorreggerla e scaldarsi, probabilmente, allo stesso tempo le mani.
«Allora... v-vuoi uscire con me?» la domanda gli arrivò più tardi del previsto, qualche secondo in effetti, prima che prendesse coscienza di ciò che gli era stato chiesto. Lanciò uno sguardo a Midoriya, che teneva il proprio fisso di lato, il volto completamente rosso e un'espressione imbarazzata a coronare il tutto, anche se c'era un dettaglio che stonava. «S-solo se ti va. E-ecco...»
Todoroki era stato preso in contropiede, talmente tanto che non sapeva davvero come e cosa rispondere. Tuttavia, qualcosa nella sua mente si era smosso: il pensiero di lui e Midoriya che si sedevano vicini, che si guardavano e ridevano, che si tenevano per mano... e sì, che si baciavano, non era così strano. Non era-
«Scusami, f-fai finta che io non abbia detto nulla! Lascio la mia parte, ci vediamo in dormitorio!»
Non ebbe neppure il tempo di dire qualcosa, che Midoriya si era alzato, aveva frugato nella sua borsa e aveva lasciato qualche monetina sul tavolo, prima di correre fuori dal locale in tutta fretta. Shouto rimase qualche istante immobile, prima di alzarsi, tirare fuori anche lui le monete per il conto e uscire di fretta per inseguire il compagno.
Non fu difficile raggiungerlo: era bravo nelle attività fisiche, a prescindere dalla propria Unicità. Lo afferrò per il braccio, senza stringere, in modo che si fermasse. «Midoriya...»
«N-non c'era bisogno che...!» Todoroki non disse niente, facendolo voltare. Aveva gli occhi lucidi, ma non stava ancora piangendo, sebbene fosse probabilmente molto vicino a farlo. Shouto scosse la testa, allungando il pollice della mano che non stava trattenendo l'altro fino al suo viso, sfregandogli sopra la bocca dal lato sinistro. Izuku non reagì, notando la schiuma bianca del latte sul polpastrello, ipnotizzato quasi da quel gesto che Shouto ripeté una seconda volta, prima di leccarsi appena il dito per pulirlo.
«Avevi i baffi. Scusa.»
«...!» parve incredulo, senza parole, mentre tremava leggermente sotto la sua presa, gli occhi nuovamente lucidi, il viso arrossato stavolta per vergogna, mentre abbassava la testa senza tuttavia cercare di scappare.
«Mi piacerebbe.» disse poi, rilasciando la presa sul compagno, che sollevò di scatto la testa, confuso. Volle ripeterlo meglio allora. «Mi piacerebbe uscire con te.»
Izuku schiuse la bocca, aprendola poi in modo esagerato, prima di avvampare di imbarazzo e portarsi le mani sulla stessa, cercando di contenere probabilmente quella reazione istintiva. Shouto lo osservò, il sorriso tiepido, intenerito dal suo modo di essere.
Forse Midoriya gli avrebbe insegnato cos'era davvero l'amore, persona migliore che potesse farlo non l'avrebbe mai trovata da nessun'altra parte.


Fine
   
 
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