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Autore: perpetuum    02/08/2019    0 recensioni
ESTRATTO:
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"Non penso che il tuo sarcasmo ti salverà anche stavolta, Rosie", sentenziò l'altro con aria gongolante, dando l'idea che avesse qualcos'altro da dire, qualcosa di importante. Rose alzò di nuovo lo sguardo dal suo libro e si voltò per vedere dove fosse il professore, prima di far cenno ad Albus di sputare il rospo.
"Che hai dire, sentiamo", disse spazientita, ma cercando di non far vedere che sotto sotto la cosa le interessasse.
"Oh, niente, assolutamente, cugina. Sono solo voci di Serpi, tutto qui."
Merlino, quanto odiava quando Albus la teneva sulle spine solo per vedere quanto durasse prima di esplodere dalla curiosità.
"Allora non mi interessano", tagliò corto lei, battendo una mano sul libro ed incrociando le braccia al petto, un chiaro segnale che lei non avesse intenzione di cedere.
"Be', meglio così, allora. Suppongo sia una cazzata la storia che Scorpius abbia mandato in Infermieria il tuo ragazzo..."
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
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Mi apro alla chiusura, era diventato da anni il motto di zio Harry, Rose non ricordava un Natale passato senza che tirasse fuori quella storia, si grattava la barba incolta che aveva deciso di lasciarsi allungare e cominciava a snocciolare aneddoti su come alla fine, non a caso, avesse realizzato che avrebbe dovuto "baciare" il famoso boccino per aprirlo. Albus rideva sempre un sacco quando gli chiedeva il motivo, zio Harry semplicemente arrossiva nel ricordare la sua prima volta da Cercatore, permettendo a zia Ginny di prenderlo in giro.

Rose sbuffò sonoramente sentendo i muscoli interni delle cosce bruciarle per lo sforzo: non ricordava da quanto tempo stesse cavalcando la sua firebolt 5.0

《Anche io mi aprirò alla chiusura, come quel maledetto boccino》, bofonchiò strizzando un occhio per prendere meglio la mira verso il cerchio nel mezzo, il più alto. 

Da quando giocava nella squadra di Quidditch dei Grifondoro non ricordava un solo giorno di allenamento disastroso come quello: non era riuscita a fare nemmeno un centro. Era strano per lei, Rose Weasley, la miglior Cacciatrice della scuola, non riuscire ad andare a segno nemmeno una volta. 

Era rimasta tutto il pomeriggio in campo, i suoi compagni l'avevano salutata da un'ora abbondante e lei non era ancora scesa dalla sua scopa, stanca ed indolenzita nelle braccia e nelle gambe, ma decisa e determinata più che mai a segnare almeno una volta. O non se ne sarebbe andata. Per quella sera i compiti avrebbero aspettato, certa che Albus le avesse già preparato lo schema da seguire per fare un'eccezionale relazione sulle pozioni rivelatrici. 

Sbuffò ancora passando le dita callose sulla pluffa, posando per un attimo lo sguardo verde sul tramonto, strizzando gli occhi contro la palla di fuoco che lenta e soave si nascondeva dietro le guglie delle torri di Hogwarts, illuminando il campo da Quidditch di una luce calda e arancione, scaldandole il volto spruzzato da milioni di lentiggini rosse. 

Si posizionò in volo, facendo una piroetta su se stessa, trattenne il fiato mentre i lunghi capelli le volarono intorno al viso come fili di seta rossa, lasciò aderire i polpastrelli contro la pelle dura della poi fletté la schiena dandosi lo slancio per lanciarla in direzione degli anelli: centro. 

《Oh, grazie a Merlino!》, sospirò prima di gettarsi a capofitto a riprendere la pluffa. Assaporava con un sorriso rilassato sul volto il vento fresco di un tramonto primaverile qualsiasi, quando un lontano rumore di mani che applaudivano la fecero riscuotere, non credeva di avere compagnia. 

Si fermò a mezz'aria lanciando un'occhiata verso il basso, cercando la fonte di quell'applauso. 

《Cos'è, Weasley? Il fugace incontro negli spogliatoi con Zabini non ti permette di concentrarti?》

Capelli biondi, così chiari da sembrar argentei, scompigliati in un morbido ciuffo, corpo asciutto e slanciato, un paio di occhi ghiaccio e dal taglio ovale. Rose conosceva benissimo quel ragazzo che vestiva la tenuta di Serpeverde e avrebbe tanto voluto sferrargli un pugno in faccia, esattamente sul suo sorriso strafottente.

Planò con velocità, saltando giù dalla scopa con un balzo atletico e riponendo la pluffa nell'apposita valigetta. Percepiva la sguardo di Scorpius Malfoy su di sé e sebbene avesse dovuto sentirsi disturbata, provava, invece, un leggero senso di soddisfazione: non era lei la vanitosa in casa Weasley, sua cugina, piuttosto, Dominique era quella fissata con trucco e acconciature alla moda, tanto da insegnare qualche piccolo espediente anche a Lily - l'unica che le desse ascolto - abbindolata dai suoi eccentrici modi di fare, un tratto distintivo della metà del suo sangue veela. No, non era Rose la vanitosa, ma se si trattava del piccolo rampollo di casa Malfoy, allora tutto cambiava.

《Hai paura di perdere domani, Malfoy? Hai deciso di spiare le tattiche degli avversari?》, chiese tagliente, fronteggiandolo con eleganza e sfrontatezza, entrambe caratteristiche ereditate da sua madre. Incrociò lo sguardo col ragazzo per qualche istante, ma fu abbastanza per regalarle un leggero brivido lungo la schiena: il ricordo di una particolare mattina rimaneva vivido dietro quei cristalli grigi ed incastonato nel petto di Rose. O forse da qualche altra parte, ma poco cambiava. 

Rosie, Rosie, ma non farmi ridere》, la canzonò sfiorandole la guancia con due dita, in una carezza irrisoria. Scorpius era più alto di lei di una decina di centimetri e Rose era costretta a tenere il mento alzato per poterlo guardare in faccia e già questo bastava a farla sentire inferiore di lui.
Si guardò intorno nervosamente, ma senza darlo a vedere: capitava di rado, infatti, che si ritrovassero da soli, così, uno di fronte all'altra, forse quando erano più piccoli, magari a casa di zio Harry d'estate, oppure in Sala Grande durante le ore adibite allo svolgimento dei compiti e quell'idiota di Al pensava bene di dar loro buca, magari allenandosi irregolarmente insieme alla cugina Roxanne. Ad ogni modo, ciò che contava era che Rose facesse di tutto per evitare che la lasciassero da 
sola con lui, ignorando le ragioni più profonde di quella sua caparbietà.

Non essere sciocca, sai benissimo perché. 

《Non ho tempo da perdere con te, è meglio se rientriamo prima che ci vedano qua fuori a quest'ora》, disse asciutta, abbassando lo sguardo e deglutì, richiamando a sé la sua distinta e superiore calma. 

《Pensi che il nostro amico Zabini sarebbe geloso? Oppure che il tuo fratellino correrebbe a scrivere una lettera al tuo paparino?》

Il ragazzo si passò una mano fra i capelli, schioccando la lingua con fare compiaciuto. Per tutti i Troll del mondo, quando era diventato così strafottente? Malfoy non era proprio conosciuto per essere un tipo empatico e, tutto sommato, la sua peculiare lingua affillata da serpe era una caratteristica che fino a qualche mese la faceva persino ridere, ma dopo quel dannato giorno, tutto era cambiato tra i due; e la cosa più brutta per lei, era che a Scorpius non sembrava nemmeno importare niente.

《Non sei divertente, Malfoy. Stai perdendo la tua unica, forse, dote》, rispose a tono, puntando il mento ancor più in alto e sfidandolo con uno sguardo che non ammetteva repliche. Se Scorpius aveva deciso di diventare suo nemico, non avrebbe fatto niente per impedirglielo. 

《Cattiva, Weasley》, sghignazzò, 《Non puoi ferire chi non ha più un cuore, sai?》

A quelle parole spalancò gli occhi, incredula, ma sopratutto disgustata. A che dannato gioco stava giocando? E perchè mai una ragazza come lei permetteva che continuasse quell'inutile conversazione sterile e senza scopo? Scosse la testa furiosa ed impugnò la scopa con decisione, mettendo fine a quella sceneggiata. Fece per spostarlo dalla sua traiettoria con una gomitata, ma prima che potesse anche solo compiere un semplice passo, il ragazzo le aveva già afferrato il braccio, trattenendola. Successe tutto a rallentatore, esattamente come raccontavano nei tanti libri che Rose divorava prima di dormire, ma non potè far niente per impedirlo, congelata e bloccata in quella posa eretta e rigida, nell'istante in cui percepì la pressione della bocca di Scorpius sul suo orecchio.

Odora ancora di cannella e muschio.

《Preparati a perdere, domani.》 

Le sue parole la raggiunsero come un tuono basso e vibrato, facendola sussultare e si ritrovò a socchiudere gli occhi, implorando il suo cuore di smetterla di tamburellarle in gola, nelle orecchie e nel cervello. 

《Sogna quanto vuoi》, riuscì a dire in qualche modo e richiamò a sè la forza dei suoi muscoli allenati, cercando di divincolarsi dalla presa ferrea del ragazzo. Odiava sentirlo così vicino, odiava percepire le pulsazioni aumentare in sua presenza, odiava che una Weasley si facesse mettere sotto da un Malfoy. Se c'era una cosa che aveva imparato dalla storia della sua famiglia era che persino un libro di seconda mano poteva nascondere una potente storia al suo interno.《Puoi fotterti, Malfoy. Questa storia è durata già fin troppo》, scandì a muso duro, inspirando forte.

《Linguaggio, Rosie, non credo che tua madre ne sarebbe fiera.》

La voce del ragazzo si insinuova su di lei come una penetrante vibrazione, essendole così vicino e la riscuoteva fin dentro le ossa, facendole accapponare la pelle lungo il collo, fin dietro la nuca, solleticata dal suo respiro caldo. 

《Ma che vuoi saperne, tu?》, sbottò lei quasi ringhiandogli in faccia, ormai sull'orlo di una crisi, allo stremo delle forze.

《Dimentichi che sono il migliore amico di Albus》, mormorò l'altro con un mezzo risolino e, finalmente, lasciò la presa.

Rose fece un balzo all'indietro, a voler recuperare spazio vitale, ripristinando il suo limitare di sicurezza, lontana da lui. Si passò una mano sul volto, sentendosi accaldata e deglutì ancora, ricordandosi mentalmente chi lei fosse. I suoi genitori avevano salvato il mondo alla sua età, non poteva permettere che ciò che fosse successo - qualunque cosa fosse successa - una mattina di quattro mesi prima la rendesse debole e sciocca.

《Dimentico che i miei cugini dovrebbero farsi i fatti propri, allora》, ribattè con vigore e tornò a guardarlo con aria di sfida, prima di chinarsi a prendere il baule da Quidditch ed incamminarsi verso gli spogliatoi con le spalle dritte e la testa alta, fiera. Non poteva dirsi ancora del tutto calma, ma ciò che importava era fargli credere che lei, Rose Weasley, non si lasciasse intimidire da nessuno.

《Salutami Zabini quando lo vedi!》, lo sentì gridare dopo pochi passi e lo immaginò sorridere scoprendo i suoi denti, mostrando i canini affilati che le ricordavano sempre quelli dei vampiri e su cui avevano scherzato tanto prima che le cose precipitassero fra i due. Lo immaginò sorridere con i suoi occhi grigi, talvolta distanti, ma riservati e profondi e provò una debole fitta di nostalgia, che scacciò subito, tirando su con il naso.

《Puoi giurarci!》, ribattè, testarda. 

《E che vinca il migliore, domani!》

Nemmeno Scorpius sembrava voler mollare.

《Faresti meglio a dire la migliore, allora.》

Forse, Scorpius Malfoy non le sarebbe mai stato del tutto indifferente, forse sua madre avrebbe avuto sempre da ridere sulla sua passione per il Quidditch anziché per la storia di Hogwarts e forse suo padre si sarebbe strozzato con un sorso di burrobirra nel sapere che la sua piccola rosa frequentasse Braxton Zabini, ma finché fosse stata viva, Rose Weasley avrebbe avuto l'ultima parola. 

   
 
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