Non dovrei dirtelo, Clara mia, ma l’idea di non scriverti lettere solo perché ci vedremo più spesso mi fa pensare che ci dissolveremo nell’aria come polvere, senza lasciare traccia.
Io, sinceramente, non credo di potercela – e di volercela – fare. Voglio materia su cui piangere, su cui riflettere, ma soprattutto voglio materia che non sia tu quando tu non ci sei e che comunque ti sostituisca degnamente.
Che infinita fatica scrivere questa lettera mentre tu, nuda fra le mie braccia, tenti di sbirciare, pensando io scriva ad un’amante! È soltanto una scusa il mio tentare di respingerti: il moto che si crea fra la mia resistenza e la tua tenacia fa strisciare la tua pelle sulla mia delicatamente, e le imprime il tuo profumo che mai, mai vorrei togliere via. Come il ricordo di questa serata.
Mi hai cantato la tua canzone, quella del pezzo che ho visto a teatro, e non so più su quale cerchio paradisiaco io mi trovi comodamente adagiato. È durato fin troppo poco. Alla fine, con un grosso inchino, hai chiesto rose e applausi al tuo pubblico immaginario ed io non ho applaudito di proposito, solo per subire la tua clemente punizione, che consta sempre di due parti: la prima in cui mi guardi con disapprovazione e fai per andartene, la seconda in cui ha inizio l’assurda danza che va dal mio pregarti di tornare al tuo riempirmi lentamente di baci solleticandomi il viso con i capelli.
Sono diventato un uomo noioso, Clara, forse non sono più quello che desideravi. Un giorno mi spiegherai perché tanta fortuna è toccata tutta a me, tutta insieme: il tuo corpo, la tua poesia, tu.
Tuo Ettore
PS: Non è decoroso di notte fare l’amore con gli sconosciuti sulla spiaggia. Sarò costretto a riferirlo ai tuoi genitori. Chissà che festa ci faranno
Io, sinceramente, non credo di potercela – e di volercela – fare. Voglio materia su cui piangere, su cui riflettere, ma soprattutto voglio materia che non sia tu quando tu non ci sei e che comunque ti sostituisca degnamente.
Che infinita fatica scrivere questa lettera mentre tu, nuda fra le mie braccia, tenti di sbirciare, pensando io scriva ad un’amante! È soltanto una scusa il mio tentare di respingerti: il moto che si crea fra la mia resistenza e la tua tenacia fa strisciare la tua pelle sulla mia delicatamente, e le imprime il tuo profumo che mai, mai vorrei togliere via. Come il ricordo di questa serata.
Mi hai cantato la tua canzone, quella del pezzo che ho visto a teatro, e non so più su quale cerchio paradisiaco io mi trovi comodamente adagiato. È durato fin troppo poco. Alla fine, con un grosso inchino, hai chiesto rose e applausi al tuo pubblico immaginario ed io non ho applaudito di proposito, solo per subire la tua clemente punizione, che consta sempre di due parti: la prima in cui mi guardi con disapprovazione e fai per andartene, la seconda in cui ha inizio l’assurda danza che va dal mio pregarti di tornare al tuo riempirmi lentamente di baci solleticandomi il viso con i capelli.
Sono diventato un uomo noioso, Clara, forse non sono più quello che desideravi. Un giorno mi spiegherai perché tanta fortuna è toccata tutta a me, tutta insieme: il tuo corpo, la tua poesia, tu.
Tuo Ettore
PS: Non è decoroso di notte fare l’amore con gli sconosciuti sulla spiaggia. Sarò costretto a riferirlo ai tuoi genitori. Chissà che festa ci faranno