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Autore: Mr Lavottino    04/08/2019    4 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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- Quanti giorni è che siamo qui?- Charlene discostò leggermente le coperte da se, tenendo gli occhi puntati verso il soffitto.
- Intendi da quanto siamo qua dentro?- chiese Kevin. Il moro si tirò leggermente su, rabbrividendo al contratto con la parte fredda del materasso.
- Sì. - tagliò corto lei.
- Ad occhio e croce è almeno un mese e mezzo. - il ragazzo sospirò violentemente e poi cercò di coprirsi il petto con le coperte. Ormai erano in quella casa da un sacco di tempo e nessuno sembrava volerli tirare fuori da lì, nonostante fossero rimasti solamente in due e, in un modo o nell'altro, andassero abbastanza d'accordo.
- Cristo, che palle. Mi passi il reggiseno?- la bionda fece per alzarsi ma, conscia di essere completamente nuda, decise di farlo solo dopo essersi vestita.
- Dov'è?- domandò lui, cercandolo con poca voglia.
- Dovrebbe essere da qualche parte in terra.- indicò un punto non precisato, costringendo così il moro ad alzarsi. Sussultò non appena mise i piedi sul pavimento per via del freddo. Prese il reggiseno, finito a qualche metro dal letto, e glielo passò - Grazie mille.- la bionda gli lanciò un bacetto, che lui però ignorò.
Avevano incominciato quella "relazione" dopo la prima settimana in cui erano rimasti da soli. Charlene aveva insistito per bere degli alcolici, così da rallentare l'aria di tensione fra i due e, dopo ore ed ore di lamentele, aveva convinto Kevin ad ubriacarsi assieme a lei.
Un goccio tirò l'altro ed il giorno dopo si risvegliarono nudi sul divano abbracciati. Charlene, dal canto suo, non gliene importava più di tanto, il problema fu più che altro per Kevin, che finì completamente in paranoia.
Per quasi due giorni non le rivolse la parola, fino a quando lei, stanca di quella situazione così noiosa, lo costrinse ad un confronto. E così lo fecero per una seconda volta. Nemmeno pensavano alle telecamere, sempre vigili su di loro, si limitavano a sfruttarsi l'un l'altro per darsi qualche momento di piacere.
Alla fine della fiera, la cosa era diventata un passatempo che, ogni due o tre giorni, Charlene pretendeva. Kevin non aveva di certo nulla in contrario, però, per colpa della sua patologia, non si sentiva propriamente a suo agio durante i rapporti.
Tuttavia, pian piano, ci si era abituato ed aveva perfino imparato ad apprezzarli.
- Mettiti le mutande, altrimenti tutti ti vedranno.- le ricordò lei, con un sorriso derisorio in volto. Il moro, leggermente imbarazzato, raccolse da terra la biancheria e la indossò in fretta e furia, per poi ritornare sotto il caldo delle lenzuola.
- Ce la faremo ad andarcene da qui?- Kevin si lasciò andare ad un lungo sospiro.
- Non ne ho idea. Hanno addirittura smesso di mandare i messaggi automatici per la sveglia.- la bionda si tirò su e, dopo aver sbadigliato, portò gli occhi su di lui.
- Che palle.- il moro sprofondò nel cuscino. Charlene, notando come fosse di cattivo umore, gli andò più vicina e si attaccò al suo braccio - Ma che diavolo...- il ragazzo si imbarazzò subito, portandola a ridere.
- Sei troppo negativo, prima o poi qualcuno verrà. Ne sono sicura.- lo guardò fisso negli occhi, senza nemmeno battere le palpebre. Aveva quasi iniziato ad affezionarsi a lui, nonostante lo vedesse semplicemente come un animaletto da compagnia, perché conscia che da sola in quel luogo si sarebbe annoiata.
- Forse hai ragione.- quelle parole, dette con un filo di voce, vennero seguite da rumore metallico che attirò la loro attenzione. Kevin fece per alzarsi, ma Charlene lo prese per un braccio e gli impedì di muoversi.
A ciò, seguì un rumore di passi che, secondo dopo secondo, si fece sempre più forte. I due rimasero immobili, già pronti a reagire se la situazione si fosse messa male, con gli occhi puntati verso l'entrata della camera di Aya, il luogo in cui si trovavano in quel momento.
Passarono giusto due minuti, poi qualcuno fece il suo ingresso nella stanza. Era un uomo abbastanza alto, con dei lunghi capelli neri, da cui partiva un ciuffo sparato in aria, e gli occhi azzurri. L'individuo si fermò all'ingresso della camera e, dopo essere scoppiato a piangere, corse loro incontro.
- Siete vivi! Oh, grazie al cielo.- cadde in ginocchio ai piedi del letto, finendo con le gambe proprio sopra i pantaloni del moro. Charlene e Kevin si guardarono, senza riuscire a capire chi fosse.
- Saresti?- domandò la bionda.
- Sono Josh Hill e sono venuto a portarvi fuori di qui.- si presentò, per poi porre la mano al moro, che la accettò seppur riluttante.
- Beh, questo l'avevamo capito, ma... sai, forse prima sarebbe il caso di... ehm... lasciarci vestire.- Charlene gli fece notare i vestiti presenti a terra e si coprì il corpo nudo, perché ancora il reggiseno non lo aveva messo, con un lenzuolo.
- Ah! Ehm, sì, ecco... avete ragione. Vi aspetto fuori.- detto ciò uscì dalla stanza, senza riuscire a nascondere il suo imbarazzo.
Non appena Josh uscì dalla stanza, Kevin si nascose sotto le coperte. In quell'istante aveva voglia di morire nel peggior dei modi, magari soffrendo talmente tanto che quella brutta figura sarebbe stato un ricordo piacevole.
- Andiamo, non fare così. Tanto ci hanno visto tutti grazie alle telecamere.- gli disse lei, avvicinandosi ancora di più - Anche quando mi hai presa da dietro e...- iniziò a sussurrargli nell'orecchio tutto ciò che avevano fatto la sera precedente, mandandolo ancora di più in paranoia.
- Smettila!- Kevin provò a scostarla, ma la bionda gli si attaccò addosso ancora di più.
- Parliamo di cose serie.- lentamente lasciò la presa, così da avere la sua piena attenzione - Cosa facciamo, ci fidiamo?- il moro esitò per qualche secondo, poi trasse un grosso respiro e ci pensò su.
- Sì. - non aggiunse altro.
- Va bene, allora andiamo.- Charlene non obiettò la sua scelta. Si limitò a vestirsi in silenzio e a dirigersi nella cucina senza dire niente. Venne raggiunta poco dopo anche da Kevin.
L'uomo li stava aspettando seduto su una sedia e, come li vide uscire, si alzò e gli andò in contro.
- Siete pronti per tornare a casa?- disse loro, con un sorriso in volto. La bionda scosse la testa in segno d'assenso, mentre il moro tenne la testa rivolta verso il pavimento - Venite con me. - detto ciò, si incamminò verso il cancello.
Kevin lo seguì in silenzio fino a quando, proprio davanti all'uscita, richiamò la sua attenzione. Mantenne lo sguardo basso, troppo spaventato per alzarlo, e poi finalmente parlò.
- Io... non voglio tornare a casa. - i due lo guardarono straniti.
- Che intendi dire?- chiese Josh. Lo osservò con un'espressione confusa in volto e gli andò leggermente più vicino.
- Non voglio tornare a casa. - ripeté, scandendo le parole.
- Nemmeno io. - Charlene, approfittando della cosa, gli dette man forte. Andò vicino a lui e lo prese per mano, facendolo imbarazzare.
- Però...- Josh sembrò pensarci su, poi scosse la testa e sospirò - Intanto venite con me, poi vedremo cosa fare.- detto ciò, il moro aprì la porta e fece loro cenno di seguirlo.
Non appena misero piede fuori dall'edificio vennero sommersi dalla luce del sole. Istintivamente portarono le mani davanti alla faccia per coprirsi, venendo anche rinfrescati dalla leggera brezza del vento.
Ce l'avevano fatta, erano riusciti ad andarsene da quel luogo. Si voltarono a osservare per l'ultima, ma allo stesso tempo prima, volta la casa: aveva, come previsto da Aya, un design irregolare e piuttosto aguzzo, però risultava essere, almeno da fuori, piuttosto confortevole.
- Quindi adesso cosa ci aspetta?- domandò Charlene, mentre entrava nell'auto.
- Per adesso vi prenderò con me. La vostra entità rimarrà segrete, diremo alle vostre famiglie che per colpa di un incendio, la casa è andata distrutta.- spiegò Josh. Accese la vettura e, osservando un'ultima volta l'abitazione dallo specchietto, si avviò verso la strada principale.
Il peggio era finalmente passato e, a conti fatti, era riuscito quanto meno a salvare quei due. Sorrise istintivamente e pensò a come avrebbe fatto a nascondere la loro esistenza a Blaineley, ma alla fine non sarebbe stato tutto così difficile, d'altronde lei nemmeno sapeva dell'esperimento.
 
- Ci stai cacciando di casa?- Charlene si appoggiò al muro con la schiena e guardò Josh con un sorrisetto in volto. Il moro provò a balbettare qualcosa, ma alla fine si limitò a sospirare.
- No, non lo sto facendo. Penso solo che, per il vostro bene, dovreste andare con Nihal.- guardò la bionda, conscio di star venendo preso in giro.
- Però...- abbozzò Kevin, tenendo lo sguardo verso terra - A me piace questo posto.- si guardò attorno, osservando il piccolo appartamento in cui Josh li aveva mandati a vivere dopo averli salvati. Era situato in un piccolo quartiere di Toronto, un posto tranquillo in cui lo psicologo ebbe modo di tenerli d'occhio senza avere paura di venir scoperto.
- È per il vostro bene. Nihal saprà come trattarvi, io più di questo non posso fare per voi.- appoggiò una mano sulla testa di Kevin e gli dette una leggera pacca.
- Io...- trasse un grosso respiro, non del tutto convinto da quelle parole. In quei tre anni passati assieme a Josh aveva iniziato a riconoscere l'uomo come una figura paterna, tanto che provava moltissima ammirazione verso di lui. Si era addirittura interessato al lavoro di psicologo solo grazie a lui.
- Su, andiamo, non fare il bambino. Facciamo come dice e via.- Charlene sbuffò violentemente, quasi annoiata dai sentimentalismi del moro. Provava una certa gelosia per l'ammirazione che Kevin aveva verso Josh e non cercava nemmeno di nascondere la cosa.
- Purtroppo non posso garantirvi una vita tranquilla e pacifica, ma con lui sarete al sicuro.- lo psicologo guardò Kevin con un sorriso in volto, nella vana speranza di fargli accettare la cosa.
- E tu che farai?- chiese prontamente il moro, sollevando di scatto la testa. L'uomo sembrò pensarci un po', fino a quando, con un grosso sorriso in volto, non trovò la risposta.
- Penso che viaggerò per un po'. Ho bisogno di una bella vacanza, in questi tre anni non mi sono potuto allontanare da qui, quindi... sì, mi concederò un po' di relax.- vedendo l'espressione radiosa nel volto di Josh, Kevin si convinse ad accettare la sua offerta.
- Questo Nihal di cui parli è il famoso signor Barlow?- puntò gli occhi verso di lui, facendolo sussultare.
- Sì, è lui. È un tipo intelligente, sono sicuro che saprà farvi rendere al meglio.- concluse.
- Va bene, se dici così allora mi fiderò.- si alzò dal divano e lo guardò con un'espressione seria, facendolo quasi spaventare.
- Ne sono felice.- disse, seppur titubante per colpa di quello sguardo colmo di fiducia ed ammirazione. Notò anche due grossi occhi celesti scrutarlo con una forte aria omicida, tanto che per poco non rischiò di farsela addosso.
Da buon psicologo, si era accorto subito di come Charlene avesse sostituito, l'ormai defunto, James con Kevin. Quindi sapere che il moro obbedisse solo a lui era per lei un colpo al cuore. Inoltre aveva anche notato i classici segni di una cotta, come il suo prenderlo sempre in giro o il modo in cui si rivolgeva a lui per qualsiasi cosa.
Charlene era, più o meno, come Blaineley, questa era la conclusione alla quale era giunto. D'altronde anche d'aspetto si assomigliavano, quindi gli venne quasi automatico da dire.
- Muoviamoci, non vedo l'ora di lasciare questo buco. - Charlene, presa dalla voglia di andarsene da lì, andò da Kevin e, con forza immane, lo tirò su per un braccio, per poi trascinarlo fino all'uscita.
- Adesso vi accompagnerò da lui, così potrete parlargli.- spiegò Josh, mentre prendeva le chiavi dell'auto. Fece uscire i due, dopodiché guardò per un'ultima volta l'appartamento in cui, per ben tre anni, aveva vissuto assieme a quei due ragazzi. Scosse la testa, per poi chiudersi la porta alle spalle con un colpo sonoro.
 
- Quindi, ricapitolando, vuoi due siete stati salvati da un esperimento fatto da uno psicologo per testare le vostre "patologie"?- Barlow guardò i due ragazzi che erano appena entrati nel suo studio e rise istintivamente pensando a quanto quella storia fosse simile alla sua.
- Esattamente.- Charlene scosse la testa in segno d'assenso, per poi sorridergli a sua volta. L'altro, invece, rimase immobile ad osservarlo.
- E questi tre anni li avete passati assieme a Josh, perché vi siete rifiutati di tornare a casa. Dico bene?- dette una rapida occhiata al loro "curriculum", se così si poteva chiamare quel foglio protocollo su cui la bionda aveva scritto, anche piuttosto male, l'intera storia del come fossero arrivati lì.
- Esattamente.- ripeté lei. Si sistemò sulla sedia e si passò una mano sul volto, senza sapere cosa fare. La richiesta di Josh era stata piuttosto semplice: prendere i due sotto la sua ala e farli lavorare per lui. Tutto facile a parole, ma sulla carta il discorso era ben diverso.
Cosa poteva far fare a due tipi del genere? Sicuramente non li avrebbe mandati a girovagare come faceva con gli altri, sarebbe stato troppo pericoloso.
- Sapete fare qualcosa di specifico?- domandò, osservandoli negli occhi. Quelli della ragazza erano azzurro cielo, mentre quelli del ragazzo erano grigi, talmente tanto che sembravano vuoti.
- Io me la cavo nell'ammazzare le persone.- si indicò con un dito - Lui, anche se non sembra, è piuttosto sveglio.- lo puntò poi contro l'altro, che la guardò con un'espressione confusa, non del tutto sicuro se fosse un complimento o un'offesa.
- Questo non mi aiuta.- si dette un piccolo colpo sulla fronte e rimase immobile ad osservare il foglio di carta con sguardo perso - Potete assicurarmi che, se vi dovessi "assumere", non facciate di testa vostra?- spostò gli occhi prima sull'uno e poi sull'altra, soffermandosi maggiormente sulla bionda.
- Beh... io...- Charlene iniziò a parlare, ma venne prontamente fermata.
- Sì, glielo assicuro. Baderò io a lei.- Kevin guardò il rosso fisso in volto con espressione seria.
- Perfetto.- si alzò dalla sedia ed andò verso di loro - Non so di preciso cosa vi farò fare, sappiate solo che qui abbiamo un "codice d'onore" che va rispettato.- si prese un attimo di pausa - Non si uccidono gli innocenti.- concluse.
- Tutto qui?- la bionda sembrò parecchio stranita.
- Esattamente, per quel che mi riguarda potete fare tutto, basta che non facciate azioni avventate o stupide.- il rosso scollò le spalle si avvicinò ulteriormente a loro.
- Fantastico.- la ragazza si strofinò le mani.
- Kevin, Charlene.- li chiamò per avere la loro piena attenzione - Io sono Nihal Barlow, ma voi potete chiamarmi semplicemente capo. Da oggi in poi lavorerete per me. - si indicò con un dito e gli fece l'occhiolino.
- Che emozione, il mio primo lavoro!- la bionda batté, sarcasticamente, le mani.
- Adesso credo sia il momento di illustrarvi il vostro primo lavoro.- Nihal estrasse un foglio di carta dalla busta e glielo porse - Abbiamo deciso di fare uno "scherzetto" ad una conoscenza del vostro tutore. Diciamo che voi dovrete venire con me e fare presenza scenica, siete pronti?- i due si guardarono per qualche secondo, poi annuirono con un cenno della testa.
Il rosso gli sorrise e, dopo essersi alzato, porse loro la mano. Seppur riluttanti, entrambi la accettarono.
- Perfetto. Direi che possiamo andare.- detto ciò, si alzò e si diresse verso la porta e fece loro cenno di andargli dietro.
 
Josh cadde a terra dolorante. Si toccò la spalla, punto colpito dalla bionda con la pistola, ed osservò il sangue che, lentamente, iniziò a sgorgare dalla ferita. Portò gli occhi verso di Blaineley e la vide con un l'arma in mano, ancora tremante.
- Io non...- fece per parlare ma, in quel preciso istante, un altro colpo di pistola partì. Tutti si voltarono verso la fonte del rumore e videro Ace con l'arnese fra le mani ed un'espressione ferrea in volto.
La bionda appoggiò due dita sulla gola, dove si era conficcato il proiettile, poi cadde a terra di peso, lasciando quindi la presa sulla pistola. Josh le si avvicinò di colpo e, per prima cosa, allontanò l'arma. Poi prese la testa della donna e la tirò leggermente su.
- Io volevo... aiutare...- tentò di parlare, ma sentiva di non avere né la voce e né le forze per farlo.
- Non parlare.- il moro le accarezzò i capelli mentre, con sguardo preoccupato, le osservò la ferita. Il proiettile, a forma di freccia, le si era conficcato nella trachea e, ad occhi e croce, non avrebbe potuto aiutarla. Kevin gli andò vicino e, dopo una rapida occhiata, scosse la testa in direzione di Josh, che capì subito.
- Dovevo essere... la migliore...- sussurrò, con quel poco di fiato che le rimaneva.
- Lo sei, Mildred, lo sei.- una lacrima iniziò a scendere dagli occhi del moro. Continuò ad accarezzarle i capelli con calma.
- Non... chiamarmi così...- Blaineley chiuse gli occhi. Josh provò a muoverla, ma capì ben presto che ormai era andata. Le dette un bacio sulla testa e poi si lasciò andare ad un pianto, così da potersi sfogare.
Nonostante tutti gli errori che lei aveva commesso, sapeva di non poterla mai odiare. Il loro rapporto era stato fondamentale per entrambi. Il non essere riuscito a farle desistere dalle sue, stupide, convinzioni era un fardello che per tutta la vita si sarebbe portato dietro.
Osservò la sua mano, sporca del sangue di entrambi, e vi vide cadere una lacrima, che lavò via un po' del rosso.
- Ace, amore mio!- Nihal fece per andare incontro alla ragazza, ma lei lo colpì con una gomitata sullo stomaco, facendolo piegare su se stesso - Ma che diavolo...- si tenne il punto colpito e, per poco, non scoppiò a piangere per il dolore.
- Perché non mi hai detto che era tutto finto?- gli disse, con foga. Lo guardò dritto negli occhi e, senza alcun rimorso, lo colpì nuovamente, questa volta in volto.
- Ahia! Pensavo che... sarebbe stato più sicuro non dirti nulla.- spiegò Nihal, per poi cadere in terra come una pera cotta. Si rialzò lentamente, pronto a ricevere ancora più colpi da parte della fidanzata.
- Io...- Ace caricò un altro colpo e lui, istintivamente, si coprì il volto - ho avuto paura.- la ragazza lo abbracciò di colpo, facendolo spagliare. Ci mise qualche secondo a realizzare la cosa, poi finalmente ricambiò.
- Mi sei mancata.- le appoggiò una mano sui capelli e le baciò la testa.
- Anche tu. - sussurrò lei, imbarazzata. Stettero così per una ventina di secondi, poi Ace si staccò e, con espressione afflitta, si avvicinò a Josh, ancora con il cadavere di Blaineley fra le braccia.
- Mi dispiace...- disse, con un groppo in gola. Presa dalla foga del momento, oltre che dalla rabbia e dalla frustrazione, le aveva sparato senza pensare alle conseguenze.
- Purtroppo andava fatto. Ormai lei...- si prese un attimo di pausa per respirare - Si era convinta di star facendo il giusto, quindi... va bene così. - dire quelle parole gli fece male, perché conscio che fosse la verità nuda e cruda, senza alcuna menzogna.
- Scusate, ma di cosa vi dispiacete? Le hai dato la pistola che ti ho detto di usare, vero?- Nihal guardò il moro che, dopo averci pensato, fece cenno di sì con la testa - Ecco, allora è tutto a posto.- il rosso alzò le spalle con noncuranza e, in quel preciso instante, Josh si rese conto che il cuore di Blaineley batteva ancora.
- Ma cosa...- disse istintivamente, ancora non del tutto conscio di ciò che era successo.
- Sono dei tranquillanti. È solo svenuta.- indicò il proiettile, facendo rimanere tutti i presenti a bocca aperta. I quattro portarono gli occhi su di lui, squadrandolo con delle espressioni fra l'arrabbiato e l'incredulo - Non ha fatto nulla di male, quindi non ho motivo di ucciderla.- scrollò le spalle nuovamente.
- Io ti uccido.- Ace lo colpì con un altro pugno dritto nello stomaco, mozzandogli il fiato sul colpo. Il rosso si piegò istintivamente, per poi accasciarsi in terra in preda al dolore.
La ragazza fece per colpirlo di nuovo, ma le risate di Josh le impedirono di continuare. Voltò lo sguardo verso il moro che, aveva iniziato a ridere senza alcun preavviso.
- Non posso crederci.- ripeté per quattro volte, senza sapere effettivamente cosa dire. Si portò una mano sulla fronte, dopodiché si gettò di colpo sul pavimento.
- Faccio fatica a capire cosa sta accadendo.- Charlene puntò l'indice verso la cattedra, nella speranza che qualcuno le spiegasse cosa fosse effettivamente successo.
- La pistola che Ace ha usato per sparare a Blaineley l'ho data io a Josh. Non aveva dei veri proiettili, ma solo dei tranquillanti.- disse con calma Nihal, dopo essersi alzato nonostante i dolori, per poi raccogliere da terra l'arma e girarla su se stessa.
- Quindi cosa faremo con lei?- chiese Kevin.
- Beh... ce la porteremo dietro. È una donna intelligente, se sapremo come trattarla potrebbe darci una grossa mano. - il rosso si avvicinò alla bionda e se la caricò di peso sulle spalle.
- Aiutarci a fare cosa?- domandò istintivamente Charlene, ancora non del tutto dentro agli schemi.
- Ah, giusto, voi due siete nuovi. Ho messo su una squadra che impedirà alle persone potenti di fare questo tipo di esperimento. Questa volta, grazie al contributo di Josh, sono riuscito ad impedire un genocidio, ma non sarà sempre così facile. Quindi... voi tutti mi aiuterete.- spiegò - Amore, potresti aprire la porta, per piacere.- Ace, seppur ancora arrabbiata con lui, obbedì al comando e lo seguì fuori, come del resto fecero anche gli altri tre.
- Quindi adesso dove si va?- chiese Kevin, ancora spaesato.
- Alla mia base, dobbiamo curare Josh e far riprendere la signorina. - indicò Blaineley con un cenno della testa - Dobbiamo accertarci che sia ben isolata quando si risveglierà, non vorrei mai vedere la sua reazione.- scoppiò a ridere di colpo.
- Va bene...- il moro si grattò la testa, senza farsi ulteriori domande. Rimase fermo per qualche secondo, tempo in cui Josh, Ace e Nihal salirono le scale.
- Nihal... grazie.- lo psicologo gli andò vicino e, con ancora gli occhi arrossati, lo ringraziò.
- Di nulla, Josh. Era anche nel mio interesse fermarla. Andiamo, sopra il tetto ci aspetta il mio elicottero.- detto ciò, mosse uno scatto rapido, per quanto la presenza della bionda sulle sue spalle glielo permettesse, cercando di andare il più veloce possibile.
Kevin fece per salire le scale, ma Charlene lo afferrò per la maglietta e lo tirò a se. Il moro rischiò di cadere per terra, però riuscì inaspettatamente a rimanere in piedi.
- Che c'è?- chiese, riprendendo l'equilibrio.
- Noi... cosa siamo?- domandò lei, con il suo solito sguardo tagliente.
- In che senso?- Kevin indietreggiò leggermente. Non aveva la minima idea di cosa dirle, del resto per lui quegli argomenti erano un segreto arcano e, nonostante avesse ormai rapporti con lei da più di tre anni, non se la sentiva di considerarla al pari di una fidanzata.
- Lo sai perfettamente.- la bionda tenne gli occhi fissi su di lui, il quale non poté far altro che deglutire e boccheggiare alla ricerca di una risposta.
- Noi siamo... due scagnozzi del capo. - disse, senza guardarla fissa negli occhi. Charlene lo guardò per qualche secondo con una smorfia in volto, poi scoppiò a ridere.
- Sono felice di sentirtelo dire. Per un attimo ho avuto paura che tu l'avessi presa sul serio.- detto ciò si avviò, abbastanza velocemente, per le scale senza nemmeno aspettarlo.
Kevin si limitò a sbuffare, per poi andarle dietro. Una nuova esperienza della sua vita stava per iniziare e, a conti fatti, sapeva già che non sarebbe stato affatto semplice. Non poté far altro che sospirare in silenzio, conscio che ormai il peggio era passato.
 
Fine.
(Per ora)
 
 
ANGOLO AUTORE:
Questo è l'epilogo! Però Domenica prossima uscirò un'altra capitolo. Sto progettando un continuo per questa storia, avrete più informazioni domenica prossima.
Riguardo alla storia: avevo scritto un finale in cui Blaineley finiva come una groviera, ma... non aveva senso. Si può uccidere una persona solo per le sue intenzioni? Forse sì, m non spetta a me deciderlo. Quindi l'ho voluta risparmiare e le troverò un bel posticino nel sequel (qualora lo dovessi fare, ovviamente).
Insomma, Charlene e Kevin, eh? Chi l'avrebbe mai detto. I due hanno vissuto sotto lo stesso tetto per ben tre anni e... beh, direi che nemmeno io sono sicuro sulla loro relazione attuale.
Bene, credo di aver detto tutto. Ci vediamo domenica prossima!
   
 
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