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Autore: Aliasor    04/08/2019    3 recensioni
Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.
[Capitolo uno]
Qualche anno dopo la sconfitta di Le Papillon, appare un emulatore che ha ottenuto, in qualche modo, il miraculous della farfalla e lo sta usando per creare le Tenshi, una nuova versione delle Akuma.
Contemporaneamente, durante l'ultimo anno di liceo, nella classe arriva un nuovo studente cieco che non nasconde il proprio humor verso la propria condizione.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Papillon'
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I fuochi artificiali scoppiavano nel cielo, era giorno di grandi festeggiamenti per Parigi e dieci anni esatti dalla sconfitta di Chimaira, quello che era stato definito il “Giorno di Parigi”. Era diventata, per loro, una festa degna della presa della Bastiglia.
Nadja Chamack aveva passato la mattinata ad intervistare i cittadini e sapere le loro impressioni, come sempre erano eccitati all’idea all’idea della festa, il sindaco avrebbe anche svelato la nuova statua fatta costruire appositamente in onore della vittoria sul crudele nemico.
Che poi, dove diamine era finito il sindaco? Era la prima inaugurazione del mandato, era un momento importante!
Il cameraman le toccò la spalla indicandolo, era in ginocchio, tutto intendo a distribuire palloncini ai bambini con la forma dei loro eroi preferiti. Stava bene in quel completo grigio misto a viola, i capelli tirati elegantemente all'indietro facevano la loro figura.
<< Signor sindaco, cosa sta facendo?>>
<< Distribuisco palloncini.>> Attese qualche secondo. << Distribuivo, credo di averli finiti. Li ho finiti?>>
<< Sì.>> Rispose confusa.
Data la risposta, si alzò tastando il terreno alla ricerca del bastone da passeggio che portava sempre con sé, era nuovo nuovo, un regalo che gli aveva fatto la figlia, ora casa con sua sorella.
<< Allora, come ci sia sente a vincere le elezioni con 87% dei voti?>>
<< Sono felice che Parigi abbia avuto fiducia in me e nelle mie idee, ma non credo sia il momento di parlare di politica. Oggi si festeggia.>>
Era davvero allegro mentre si dirigeva dritto per la sua via fischiettando e salutando la folla. Un sindaco davvero vicino alla gente.
Poi il telefono suonò, la sveglia che aveva inserito per ricordarsi di andare sul placo a palare, credeva di avere molto più tempo.
Salì con calma le scale, inciampare sarebbe stato un brutto segno e, provato il microfono, il suo assistente o introdusse.
<< Buongiorno a tutti, grazie per essere qui. Permettetemi di introdurre il neo sindaco di Parigi: Axelle Endrick.>> Fece un applauso seguito in coro dai cittadini.
Endrick aveva superato al voto lo storico sindaco Bourgeois in maniera drastica, non sapeva fosse merito del suo programma elettorale fatto di possibilità e nessuna promessa, che definiva irreali, o del fatto che la città si era decisamente stufata del nepotismo che portava a fastidiosi privilegi per la sua viziata figlioletta.
Finito il liceo si era iscritto all’università e si era laureato a tempo record in legge e si era canditato con una lista da lui fondata.
Aveva comunque lasciato un posto in municipio come consigliere, con il benestare dei concittadini, vista la sua esperienza in materia.
<< Buongiorno a tutti, vi ringrazio per essere venuti a partecipare alla festa, sono passati dieci anni dal giorno in cui tutti noi ci unimmo contro Chimaira.>> Alzò la manica del braccio sinistro mostrando una protesi. << Io stesso quel giorno persi un braccio, ma è stato poco se pensiamo al rischio che la nostra città ha corso. Grazie a Ladybug e Chat Noir abbiamo riportato in vita il nostro Arco di Trionfo, sotto la Torre Eiffel è stata posata la targa commemorativa e, oggi, scopriamo la statua in onore di quel giorno.>>
L’artista, con sempre in bocca il fidato lecca lecca, scoprì la statua di una donna alata di grande bellezza, aveva lunghi capelli e gli occhi chiusi, quasi a meditare.
Dava un senso di calore e pace incredibile.
Sul piedistallo era scritta una frase: “Per aspera ad astra”. I caratteri incisi erano eleganti e dolci, sembrava la scrittura di un’innamorato.
Il bianco fece un applauso all’autore in modo che potesse essere il primo a complimentarsi.
<< Grazie, grazie. Ho seguito le istruzioni del sindaco, era un po’ vago, ma ci sono riuscito.>>
<< Che pretende? Ha chiesto suggerimenti visivi ad un cieco!>> Affermò ridendo.

Si buttò sulla poltrona dietro la sua scrivania stanco come poche volte nella vita, per poco non si ribaltava di peso.
Si  tirò la cravatta mostrando il suo Miraculous dal quale, in una luce viola, uscì Nooro.
<< Buongiorno, signor sindaco.>>
<< Giorno, Nooro. Ma non chiamarmi sindaco.>>
<< Va bene, Endrick, va bene.>> Rise. << Bella statua, assomiglia molto a Shelly, sai?>> Commentò volando verso la finestra, da lì si aveva proprio una bella vista. Si sarebbe divertito un mondo a stare lì per qualche anno.
<< Merito della voce, si colgono molte informazioni con essa. Te l’aveva detto.>> Rispose  tirando fuori un sacchetto dei biscotti preferiti del Kwami dal cassetto.
Erano diventati proprio buoni amici, aveva persino smesso di dargli del lei.
Quel giorno Fu l’aveva lasciato nelle sue mani, non sapeva il perché. Avrebbe potuto usarlo per creare altri criminali, per realizzare i suoi desiderio, per ottenere i Miraculous dei due eroi.
E invece… si era ritrovato ad aiutarli a proteggere Parigi e a rimandare giorno dopo giorno il suo obiettivo.
Alla fine si era ritrovato a fare l’eroe, così, da un giorno all’altro.
Non che fosse una brutta vita, anzi era bello essere amato dai parigini. Tutti amano un cattivo che diventa buono.
Ultimi anni erano successe molte cose, tra gli altri Marinette e Adrien si erano fidanzati (e credeva che un po’ di merito fosse anche suo e dei suoi complotti), era diventato padre, aveva una casa tutta sua, Lila dopo quel giorno non si era più fatta vedere. Era semplicemente scomparsa.
La madre, povera donna, l’aveva cercata per mesi e non si era ancora data pace. A lui non importav adove fosse finita, più lontana stava meglio era.
Perché lei e non Shelly? Meritava più di lei di vivere.
Lo merita. Lo meritava. Lo meritava!
Bussarono alla porta richiamandolo dai suoi pensieri, aspettava quella visita. In tutto quel caos di festeggiamenti nessuno avrebbe fatto caso a chi entrava in municipio.
<< Siamo in ritardo?>> L’anziano cinese entrò accompagnato dal Agreste senior. Il primo portava davvero bene per la sua età. << Davvero una bella festa.>>
<< Grazie, ho fatto del mio meglio. Sedetevi pure.>>
<< Come mai ci hai chiesto di venire?>>
Endrick mise le mani a tendina con aria nervosa, era una cosa su cui aveva riflettuto negli ultimi tempi.
<< Temo che accadrà presto qualcosa di terribile a Nooro.>>
<< Cosa intendi?>>
<< Non avete notato che c’è qualcosa di strano? Intendo l’Akumizzazione di Timetagger. Come è possibile che venisse da questa epoca se io ora sono un vostro alleato ed amico?>>
I due rabbrividirono, non ci avevano pensato.
<< Sì, quello che intendo è che presto potrebbe arrivare un terzo Papillon. E noi dobbiamo fare in modo che questo non accada. Ad ogni costo.>> Era serio, tremendamente serio. << La pace ottenuta grazie a lei non la farò andare in pezzi. Lo giuro sul nome di Le Papillon.>>

Una figura camminò nel cimitero appoggiandosi al bastone. Alla visione di quella statua tombale si limitò ad accarezzarla con espressione sconfortata.
<< Anche qui è finita in questo modo? Ho capito, non mi resta che distruggere questo mondo e ricrearlo.>>





Bene, odiatemi pure per questo Finale Pacifista. Non ho mostrato come è stato sconfitto Chimaira, ma sarà svelato, con tutta la sua storia, nel seguito.
Sò che alcuni di voi si lamenteranno, ma era una cosa che volevo fare. Chi legge i miei lavori professionali sà che sono questo tipo di persona.
Ora restano i due finali negativi.
Se volete leggere altro di mio intento ho pubblicato una ff a tema Pokémon un po' più dark e vado fiero del quinto capitolo "Dark Darker Yet Darker".

   
 
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