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Autore: Fiore di Giada    05/08/2019    0 recensioni
Ho voluto dedicare una fic alla mia città, Terlizzi, e alla Festa Maggiore, a cui non ho potuto partecipare direttamente, ringraziando la mia claustrofobia. Ho cercato di vedere video di altre edizioni della Festa, ma non so se ho capito bene lo svolgimento.
Ho immaginato Miguel e Vulcano Rosso (che shippo) insieme in questa città, con un pizzico di romanticismo. E' collegata, anche se vagamente, ad altre mie storie su questi due.
Qui, entrambi mostrano di essere un pochino cresciuti (almeno spero).
P.S.: viene detto che Vulcano Rosso è nato a Bari. Cosa impedisce che sia in parte di origine terlizzese? Non vorrei che qualcuno qui mi dica qualcosa su una certa scelta narrativa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le luci delle luminarie rompevano l’oscurità della sera estiva e illuminavano la città di rosso, violetto e oro.

Il cielo era attraversato dai palloncini, sfuggiti alle mani dei bambini, mentre decine di persone si assiepavano sulle strade e contemplavano la lenta avanzata del Carro trionfale di Terlizzi, illuminato dalle luci delle fiaccole e colmo di persone, sedute sulle gradinate, che ora salutavano i presenti con ampi gesti delle mani, ora urlavano, ora si guardavano intorno.

Di tanto in tanto, la pesante struttura lignea si fermava, incerta, ondeggiava, quasi fosse prossima a schiantarsi sul pubblico, ma i sicuri movimenti dei timonieri, vestiti di vivaci abiti neri e celesti, lo riportava in asse e l’avanzata proseguiva.

Il carro era preceduto da un lungo serpente umano, nel quale spiccavano le autorità politiche, ammantate in eleganti smoking, i religiosi, coperti da mozzette celesti e i devoti, mentre, incessanti, risuonavano le note della banda musicale.

Molti reggevano dei lunghi ceri, che illuminavano in modo ancora più vivo la serata.

Vulcano Rosso e Miguel Caballero Rojo, rapidi, percorrevano Viale Roma e, di tanto in tanto, si fermavano ad ammirare i mercatini, eretti sotto gli alberi, verdi di foglie.

Perché mi hai voluto portare qui? – chiese il lottatore spagnolo.

L’altro, sentendo quella domanda, accennò ad un sorriso sereno.

Qui ho parte delle mie radici. Sono nato a Bari, come tu sai, ma mia madre era originaria di questo splendido paese. Quando posso, mi piace tornare, specialmente in occasione della Festa Maggiore. Lo spettacolo del Carro trionfale è magnifico. Una vera manifestazione di arte e fede. – confessò.

Gettò un lungo sguardo sull’imponente struttura, che continuava ad avanzare.

Non posso darti torto., pensò. Una simile manifestazione aveva una sua grandiosità, che sembrava coinvolgere l’intera città.

Perfino lui, malgrado le sue origini straniere, non poteva non fissare senza ammirazione l’avanzata dell’immenso carro.

Accennò ad un sorriso. Forse, non era così incomprensibile un tale fenomeno.

In tempi remoti, gli spagnoli avevano governato l’Italia meridionale e vi erano rimaste tracce profonde del loro passaggio in quelle terre.

Sulle prime non se ne era accorto, ma, in quel momento, gli pareva di vedere uno spettacolo a lui familiare.

La mano di Vulcano Rosso, posata sul suo braccio, interruppe il corso dei suoi pensieri.

Che cosa c’è? – chiese lui, sorpreso.

Un sospiro si liberò sulle labbra dell’altro.

Purtroppo, non ho nessun familiare vivo… Ma vorrei che loro, ovunque siano, accettino il mio rapporto con te. In amore, posso dire di essere stato fortunato. – dichiarò e nella sua voce vibrò una lieve nota di malinconia. Lo strano legame con Miguel gli aveva permesso di ritornare ad amare, ma non aveva dimenticato lei.

Flora.

Il suo ricordo l’avrebbe sempre accompagnato.

Miguel, con un gesto deciso, gli strinse un braccio attorno alle spalle.

Ehi, tutto bene? – domandò. Non odiava l’ex fidanzata di Teodoro, perché, come Ana, la sua dolce sorella, era vittima di un’organizzazione crudele.

Entrambe erano state uccise dalla cattiveria di individui bramosi di potere.

Gli sembrava crudele detestare una persona condannata a morte da un simile, insensato capriccio.

Aveva commesso un grave errore tanto tempo fa, quando, annebbiato dalla sua gelosia, aveva condannato Gonzalo, il fidanzato di sua sorella, pensando di ucciderlo.

Aveva pensato solo al suo egoismo, senza curarsi dei sentimenti di Ana.

Per fortuna, era riuscito a fermarsi.

In quei giorni, aveva compreso quanto l’amore non coincidesse con il possesso, ma col sacrificio della propria persona, in nome della felicità della persona amata.

Certe cose però non cambiano., rifletté, ironico. Era riuscito a crescere, in quei duri giorni, ma molti tratti caratteriali non erano mutati.

Per lui, le persone amate erano tesori e, pur di proteggerle da qualsiasi pericolo, si sarebbe fatto scarnificare.

Lo sapeva, Teodoro era un uomo forte, ma gli dispiaceva scorgere la tristezza nei suoi occhi.

Sto bene. Il ricordo di lei, però, non mi abbandonerà mai del tutto. Spero che tu possa capirmi. – ammise, con semplicità. Flora non si sarebbe mai allontanata dal suo cuore.

Con lei, aveva vissuto momenti splendidi e mai avrebbe potuto dimenticarla.

Ma, almeno ai suoi occhi, questo non sminuiva il legame con Miguel.

Non dire assurdità! Abbiamo vissuto la stessa pena. – rispose, secco. Un tempo, il suo cuore sarebbe bruciato d’ira, ma in quel momento avvertiva solo una forte empatia.

Quella emozione, da lui repressa per tanto, troppo tempo, era riemersa e gli dava la possibilità di comprendere le emozioni di Teodoro e di sentirle sue.

Sì, era davvero cresciuto.

Con garbo, l’italiano si allontanò un poco da lui e gli posò la mano sul braccio.

Andiamo in centro? Lì ci sarà lo spettacolo migliore, te lo assicuro. Speriamo solo di trovare posto. – gli disse, gli occhi brillanti di eccitazione.

Miguel, con un deciso cenno del capo, annuì.

Bene, guidami. Conosci questo posto meglio di me. – gli disse.

Vulcano Rosso sorrise e, rapidi, si avviarono verso il centro storico.



   
 
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