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Autore: Redferne    05/08/2019    8 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 63

 

 

 

 

L' ARRIVO DEL MOSTRO (QUINTA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si trovava proprio sopra di lui, ritto in piedi.

Incombeva, trionfante. Come un oscuro e funesto presagio ormai prossimo ad avverarsi.

Come in procinto di rifilargli IL COLPO DI GRAZIA, da un momento all'altro. E sembrava non vedesse L' ORA DI INIZIARE.

Forse gli mancava ancora qualcosa. Forse stava attendendo unicamente IL SEGNALE GIUSTO.

Un gemito, un rantolo, uno scatto improvviso di membra o di nervi...e chi lo poteva sapere, di preciso.

Ma se aspettava forse che tali segnali potessero giungere dalla povera figura mezza gonfia, dolorante e sanguinante e all'apparenza MEZZA LIQUIDATA che giaceva sotto alla sua zampa inferiore destra...beh, c'era il grosso quanto concreto rischio di rimanere FORTEMENTE DELUSI, a tal riguardo. Almeno PER QUESTA VOLTA.

La figura che ancora manteneva anche se a fatica per via dell'impressionante numero di ferite, bozzi, lividi, tagli graffi e tumefazioni varie le sue naturali fattezze DI VOLPE dava la preoccupante impressione di NON REAGIRE QUASI PIU' A NULLA. A malapena pareva fiatare ancora.

Stava semplicemente steso a terra, senza far niente per tentare di uscire da quella situazione di estremo pericolo.

Non doveva nemmeno più avere la forza necessaria per agitarsi o urlare. Neppure quel minimo.

Il suo braccio destro era ancora bloccato dal corrispettivo quanto voluminoso piede del gigantesco felino. Ancora una spinta, una sola spinta e glielo avrebbe TRONCATO IN DUE META' IRREGOLARI, appena un dito più in giù della coppia di muscoli antagonisti ed appena prima dell'articolazione che formava il gomito.

Le giunture stavano GEMENDO e SCRICCHIOLANDO a causa sia del PESO che della tremenda PRESSIONE a cui stavano venendo sottoposte già da un pezzo, senza sosta alcuna.

Ci sarebbe voluto davvero un niente. Un colpo secco seguito da una spruzzata di succo denso e scuro, accompagnato dall'emanazione di un calore a dir poco insostenibile. E poi la visione dell'arto reciso che si dimenava scosso dai tremori e dai tremolii, con le cellule ed i tessuti che pur separati definitivamente dal resto del corpo ancora si aggrappavano disperatamente alla vita. Fino all'ultima stilla dipsonibile e contenuta dentro essi.

Fino al completo esaurimento di quella scarica. E poi...PIU' NIENTE. Soltanto una cosa FREDDA ed INANIMATA.

MORTA. PER SEMPRE.

Un'eventualità a dir poco TREMENDA. Una vera VISIONE D' INFERNO E DA INCUBO.

Di quelli che si hanno dopo aver mangiato VERAMENTE PESANTE. Tipo quando si ha lo stomaco di chiedere IL TRIS DI PEPERONATA ALL' ORA DELLA CENA.

E forse era proprio tutta questa SOMMA DI COSE TERRIBILI a suggerire a Nick che era meglio, ma MOLTO meglio NON MUOVERSI. E a fargli preferire l'opzione dell' IMMOBILITA' ASSOLUTA.

Non c'era da scherzare. E nemmeno da fare movimenti troppo inconsulti. Uno strattone di troppo ed avrebbe finito col STRAPPARSELO DA SOLO, quel braccio. Ed allora...

Ed allora si che sarebbe stato veramente IL COLMO.

IL COLMO DEI COLMI, davvero.

Ma tanto, a volerci ben pensare...COSA SAREBBE CAMBIATO, in fin dei conti?

Cosa sarebbe cambiato, PER LUI?

Il pazzoide che lo stava guardando dall'alto aveva in mente lo stesso progetto.

Tra non molto...gli avrebbe fatto LA STESSA COSA.

Gli sembrava soltanto di stare RITARDANDO L' INEVITABILE. Nient'altro.

Anzi...forse forse gli conveniva provvedere PER CONTO PROPRIO alla MUTILAZIONE, prima che ci potesse pensare quell'altro. Almeno gli avrebbe NEGATO QUELL' ULTIMO PIACERE.

L'estremo sberleffo. Si sarebbe fatto delle MATTE RISATE, fino all'ultimo. Anche se poi le avrebbe quasi certamente pagate a caro prezzo. Per il semplice fatto che il bestione si sarebbe senza alcun dubbio INFURIATO. E DI BRUTTO, anche. A tal punto che lo avrebbe sicuramente UCCISO nell'attimo immediatamente successivo. Seduta stante.

Non dargli la SODDISFAZIONE, in qualche recondito modo. In QUALUNQUE POSSIBILE MODO. Non gli era rimasto che questo, ormai.

Ma é destino che ognuno le cose le debba interpretare alla sua specifica maniera. Quel che si vorrebbe tanto fare per causare DISPETTO a chi lo riceve, potrebbe finire per tramutarsi addirittuta in un FAVORE, ai suoi occhi.

E fu proprio quello che accadde con Zed. La pantera giudicò quel suo atteggiamento così PASSIVO e RINUNCIATARIO come un chiaro segnale. Il segnale che già stava apettando già da un po'.

Un chiaro quanto inquivocabile segnale di RESA.

Si era ARRESO. Aveva MOLLATO.

C. V. D, gente.

Proprio COME VOLEVASI DIMOSTRARE.

Mai che le cose vadano come uno aveva stabilito sin dal principio.

Non c'era niente da fare.

MAI UNA GIOIA, proprio.

“Il momento é giunto.” sentenziò. “Digli pure addio. Poi, dopo le tue braccia...sarà la volta DELLE GAMBE. E poi terrò LA TESTA PER ULTIMA. Dicono che durante le varie fasi di uno SMEMBRAMENTO DA VIVI...gli occhi continuino a visualizzare e a registrare le immagini che gli arrivano a portata di vista. E che continuno ad inviarle al cervello anche se questo finisce DISTACCATO DAL RESTO DEL CORPO. E che vadano avanti a farlo anche dopo essere stati DEFINITIVAMENTE DISTRUTTI. Dopo che li hanno ridotti in PURA E COMPLETA POLTIGLIA. Quel che vedrai nei prossimi secondi...ti rimarrà PER SEMPRE IMPRESSO. NELLA MENTE E NELLA RETINA. Anche se IMPAZZIRAI. Anche se PERDERAI CONOSCENZA, o FINIRAI IN COMA. Anche se DOVESSI MORIRE ALL' ISTANTE PER LO SHOCK. Il mio piede che FA STRAGE DI CIO' CHE RESTA DI TE sarà L' ULTIMA COSA CHE TI PORTERAI DIETRO DURANTE IL TUO VIAGGIO VERSO L' INFERNO.”

I suoi accoliti, ancora piazzati in capannello e poco distante, a fronte di quel discorso allucinato ed allucinante condito da quelle frasi agghiaccianti e sprezzanti...SCOPPIARONO A RIDERE, sghignazzando all'unisono e rumorosamente. E non mancando di lanciarsi in commenti quantomeno inappropriati e fuori luogo, e che facevano perfettamente il paio con quanto enunciato poco prima dal loro comandante.

“AH, AH, AH!!”

“GLIELO STA PER SPAPPOLARE SUL SERIO, RAGAZZI!!”

“FORZA, CAPO!!”

“OH – OH!! ORA SI CHE SE NE VEDONO DELLE BELLE!!”

“GRANDE!!”

“DAI, CAPO!! FACCI VEDERE UNA BELLA FONTANA ROSSA!! AH, AH, AH!!”

“CHISSA' SE RIESCE A FARLO SPRUZZARE PIU' IN ALTO DELL' ULTIMA VOLTA, EH?”

“VOI CHE DITE? ERA ARRIVATO A PIU' DI DUE METRI DI ALTEZZA!!”

“AH, AH, AH!! E' VERO!! FORZA, SCOMMETTIAMO!!”

Lo stavano addirittura INCITANDO. Roba da non credere. O forse...SI.

Si, visto che era proprio con un simile comportamento che dimostravano appieno di essere suoi DEGNI, DEGNISSIMI compari. In senso DISPREGIATIVO, ovvio.

Quello spettacolo a dir poco RIPROVEVOLE finì per togliere a Nick anche l'ultimo brandello di VELLEITA' COMBATTIVA che gli era rimasto. Questa volta dal punto di vista PSICOLOGICO, visto che per ciò che concerneva il piano FISICO...ci stava già pensando QUALCUN' ALTRO.

E ALLA GRANDE, persino.

Di colpo si era reso conto che le ragioni per RESISTERE...avevano preso a VENIRGLI MENO. Come IL FIATO. Come LA FORZA. Come IL CORAGGIO.

Aveva PERSO LA VOGLIA. E L' ESTRO.

Non ne poteva davvero più.

NON CE L' AVEVA PIU'. Un MOTIVO PER ANDARE AVANTI, s'intende.

Un motivo per andare ANCORA AVANTI.

AVANTI A SOPPORTARE.

TUTTO QUANTO. Tutto quanto L' INSIEME.

Ma non era certo il caso di fraintendere. La sua voce...

La voce di Carotina la SENTIVA ANCORA.

Continuava a sentirla, quella sua voce che lo incitava a TENERE DURO e a NON CEDERE. Ma...

Ma stava iniziando a PERDERE TONO. A diventare TROPPO FLEBILE.

TROPPO DEBOLE.

Lasciava sempre più terreno ad ALTRE VOCI. Quelle che lo stavano invitando a LASCIAR PERDERE, a LASCIARSI ANDARE.

A lasciarsi andare ALL' INERZIA. E ALL' ABBANDONO.

UNA VOLTA PER TUTTE.

Judy...NON LA SENTIVA QUASI PIU', ormai.

E tra poco, tra un momento...NON L' AVREBBE UDITA PIU' DEL TUTTO.

Non avrebbe SENTITO NE' UDITO PIU' NULLA. Anzi...

L' avrebbe senz'altro VISTA IN PRIMA PERSONA, non appena...

Non appena anche lei si fosse decisa a compiere IL GRANDE SALTO, prima o poi.

IL GRANDE SALTO OLTRE LA LINEA D' OMBRA. Oltre la quale...NON VI E' MAI PIU' RITORNO. Oltre la quale si giunge al luogo dove non vi sono più PATEMI, né ANSIE, né PREOCCUPAZIONI di sorta.

Non gli sarebbe rimasto altro da fare che ATTENDERLA, nel luogo in cui sarebbe ben presto arrivato. Un piccolo scotto da pagare, tutto qui. Profumatamente ripagato dal fatto di avere a disposizione TUTTA QUANTA L' ETERNITA'.

Da trascorrere INSIEME.

UNITI IN SOLO SPIRITO.

Mancava poco.

Era quasi finita.

Si fece coraggio. Dopotutto...

Dopotutto ci voleva un gran coraggio anche per affrontare QUELLO.

Anche per FARLA FINITA.

Chiuse gli occhi, rassegnato all' inevitabile. Almeno non voleva assistere. Pensò che almeno QUEL DIRITTO, almeno QUELLO...GLI SPETTASSE.

Se l'era MERITATO.

Esalò una lunga, lunghissima boccata d'aria, irrigidendosi leggermente come ad attendere l'imminente ESECUZIONE.

Ed ABBANDONO' SE' STESSO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Fà una BUONA TRAVERSATA” gli augurò Zed, comprendendo che l'ora fatale era ormai prossima. “E quando arriverai LAGGIU'...DI' AI DEMONI CHE TI PRENDERANNO CHE TI CI HO MANDATO IO. TI RISERVERANNO SENZ' ALTRO UN TRATTAMENTO DI FAVORE.”

Nick non lo ascoltava neanche più. Non ne aveva bisogno. Solo...

Solo che, giusto per quel vecchio quanto stupido vizio di mettersi a riflettere sulle cose STUPIDE QUANTO INSIGNIFICANTI E DI POCO, POCHISSIMO CONTO che da sempre contraddistingue i momenti TRAGICI ED ESTREMAMENTE DRAMMATICI...non poteva fare a meno di pensare a cosa ne sarebbe stato del suo POVERO BRACCIO DESTRO. Così come non poteva fare a meno di provare una sorta di PROFONDO RAMMARICO, per la sorte che lo aspettava.

Non avrebbe potuto più AFFERRARE NULLA. STRINGERE NULLA. COLPIRE NULLA. TOCCARE NULLA. E...ABBRACCIARE NULLA.

MAI PIU'.

Ma se non altro...la sua nuova vita da MENOMATO non sarebbe durata abbastanza a lungo per doversi DISPIACERE DELLA SUA NUOVA, MISEREVOLE CONDIZIONE.

Avrebbe RITROVATO ANCHE LUI, NELL' ALDILA'. Ne era più che certo.

Gliene avrebbero fornito senz'altro uno NUOVO DI ZECCA.

Più BELLO. Più FORTE. Più VELOCE.

Anche Zed aveva smesso. Di parlare.

Non che prima avesse costituito un CAMPIONE DELLE CHIACCHIERE, ma...era arrivato anche per lui il momento di AGIRE.

Alzò il piede destro per rccogliere tutte le energie necessarie a vibrare il colpo, quando...

“EHI, TU!!”

Non ci fece il minimo caso. Non gli interessava.

Si sarebbe occupato anche di quello...DOPO. Ma...una cosa alla volta. Peccato solo che chi lo aveva appena chiamato, di chiunque si trattasse, non doveva essere dello stesso avviso. E ci doveva tenere davvero UN MUCCHIO a stravolgere la sua agenda personale e quotidiana, così già fitta di numerosi impegni.

“Ehi!! dico a te, DANNATA RAZZA DI BASTARDO. Sto dicendo proprio a te. Ti vuoi decidere a darmi retta oppure no? Per caso ti si sono otturate le orecchie? O non parliamo la stessa lingua? Rispondimi, CAROGNA.”

La voce, che questa volta era durata abbastanza a lungo da far intendere che fosse di stampo prettamente FEMMINILE, aveva insistito. E Zed...

No. Questa volta non aveva potuto far finta di nulla. Proprio no. Specie a fronte di un paio di epiteti così CARINI e GARBATI.

Si voltò leggermente verso sinistra, giusto per vedere una femmina di daino in divisa da tutore della legge, che lo fissava con un espressione che traboccava ODIO.

ODIO PURO. Ma non solo.

Maggie era ritta in piedi, a qualche metro di distanza. I pugni stretti e stesi lungo i fianchi e lo sguardo furente.

“Si” puntualizzò, nel caso ve ne fosse il bisogno. “Sto parlando con te, SOTTOSPECIE DI PSICOTICO. Vieni qua.”

Aveva ottenuto la sua attenzione. E la pantera gliel'aveva concessa. Ma giusto per DUE SECONDI, o giù di lì. Poi era tornato ai fatti suoi e a concentrarsi su ciò che stava facendo.

Aveva un braccio da ridurre ai pezzi a suon di calci, in lista. E niente e nessuno lo avrebbe fatto desistere.

“EHI!!” Insistette la vice, puntandogli un dito contro. “Mi stai ascoltando o no, BELLACHIOMA? Piantala una buona volta di FARE IL GROSSO e di PRENDERTELA COMODA, mi hai capita? Non sopporto quando la gente FINGE DI IGNORARMI. Alzati, IDIOTA. E quando ti parlo...SEI PREGATO DI GUARDARMI DRITTA IN FACCIA. Sono IO LA TUA AVVERSARIA, ora. E sono qui...PER FARTELA PAGARE.”

No. Questa volta era decisamente troppo. Aveva oltrepassato il limite.

La daina, sia ben chiaro.

Zed lo guardò di nuovo.

“E tu cosa vorresti, FEMMINA?” La apostrofò.

“Semplice. Voglio che tu venga qui ad affrontarmi” gli rispose Maggie. “E che tu STIA LONTANO DA LUI, MALEDETTO. GUAI A TE SE OSI SFIORARLO ANCORA CON UN SOLO DITO.”

“Hmmm...interessante.” commentò il grosso felino.

Posò il piede destro. Ma a terra, anziché sull'arto della volpe che fino ad un momento prima aveva tutta quanta l'intenzione di frantumare. Quindi si rialzò e prese a procedere verso di lei.

Ma non era stato l'unico a ritrovarsi costretto a cambiare i propri piani in corsa.

Nick riaprì gli occhi spalancandoli di colpo, come rianimato da una scossa improvvisa.

“...Uh?!” Mormorò, quasi fosse stupito di scoprire di essere ancora vivo. E di constatare che il braccio destro si trovasse ancora attaccato al suo posto e perfettamente integro, anche se piuttosto malconcio.

Ma non si era trattato di una scossa di corrente.

Si girò verso l'artefice di tutto ciò. Verso colei che lo aveva costretto a riprendersi nonostante tutto.

Anche lui si voltò a guardare Maggie.

Le parole che aveva udito qualche istante prima dovevano essere provenute dalla sua bocca. E non le erano affatto piaciute.

A voler fare gli oltremodo precisi...CINQUE, in particolare.

SONO – IO – LA – TUA – AVVERSARIA.

Oh, no.

No no no no no no.

Ma neanche a pensarci.

E quasi di colpo, a momenti senza neanche accorgersene...di colpo aveva compreso qual'era il motivo che lo aveva spinto a RIPIGLIARSI.

Ce l'aveva di nuovo.

AVEVA DI NUOVO UNA RAGIONE PER TORNARE A COMBATTERE.

Quella STUPIDA.

Le aveva detto di STARE NASCOSTA. ALLA LARGA. E invece...

Invece aveva disobbedito, e si era messa in mezzo.

E l'unico risultato che avrebbe ottenuto era che avrebbe finito col VENIRE UCCISA, ecco cosa.

Si sarebbe FATTA AMMAZZARE.

E PER NULLA, pure.

Così sarebbero andate le cose, di questo passo. E...

No. Non poteva permetterlo. Non QUESTA VOLTA.

Non finché c'era lui. Non fino a che sarebbe RIMASTO IN VITA.

Non doveva morire.

NESSUNO DOVEVA MORIRE.

Nessuno doveva morire, quando C' ERA LUI. Che si ritrovasse DI SERVIZIO OPPURE NO. Che fosse DI PATTUGLIA O MENO.

Doveva VIVERE.

Maggie doveva vivere. Almeno lei.

ALMENO LEI.

Mentre Zed si allontanava cercò con grande fatica di rimettersi in piedi. Cercò di muovere il braccio destro ma non ottenne risposta alcuna, dall'arto in questione.

Lo sentiva pesante, macilento, intorpidito. Però...

Però LO SENTIVA ANCORA, ringraziando il cielo.

Era già QUALCOSA. Eccome.

Girò allora il busto dalla parte opposta e si poggiò sul gomito sinistro. Poi lo mise in leva rispetto al terreno e, usandolo come fulcro, se ne servì per mettersi ginocchioni. Poggiò quindi il palmo della mano ancora buona e funzionante e riuscì a rialzarsi., finalmente.

Osservò il colosso. Gli stava dando ancora le spalle, segno evidente che non si era ancora accorto del fatto che si fosse ripreso. O forse, se n'era accorto benissimo. Ma ormai doveva essere totalmente assorto e preso dal NUOVO BERSAGLIO che gli si era parato davanti. E di suà SPONTANEA VOLONTA', persino.

C'era da poter scommettere che non vedesse l'ora di iniziare a TRASTULLARSI, con lei.

E' sempre così, dopotutto. Da che mondo é mondo. Quando si scopre UN GIOCATTOLO NUOVO NUOVO E FIAMMANTE...QUELLO VECCHIO FINISCE DA SUBITO PER NON INTERESSARE PIU'. E termina così i suoi giorni celato ed occultato all'interno di uno sgabuzzino, di una cantina o d una soffitta.

Nel DIMENTICATOIO, insomma. NELL' OBLIO.

Veramente strano a dirsi, ma...provava una sorta di legger senso di FRUSTRAZIONE.

Nick si sentiva quasi DECLASSATO. MESSO DA PARTE. Proprio come si fa con un BALOCCO VECCHIO oppure PARZIALMENTE DANNEGGIATO. O DEFINITIVAMENTE ROTTO.

Ma come? Fino ad un attimo fa ESISTEVA SOLO LUI, per quel tizio. E adesso...

Mah. Poteri del FASCINO e della SEDUZIONE FEMMINILE, veniva da dire. E nemmeno quell'energumeno doveva esserne COMPLETAMENTE IMMUNE, a quanto sembrava.

Perché stupirsene, dopotutto? Visto che si parlava sia di GUSTO che di GENERE MASCHILE, se davanti ad un loro DEGNO RAPPRESENTANTE si decidesse di piazzare da una parte un CORRISPETTIVO APPARTENENTE ALLA STESSA SFERA e dall'altra una BELLA SVENTOLA...chi credete che potrebbe mai scegliere la PRIMA OPZIONE?

E andiamo...CHI MAI POTREBBE ESSERE COSI' TANTO SCEMO?

Perché i casi non possono che essere DUE. O il tipo é SCEMO, per l'appunto...oppure APPREZZA L' ALTRA SPONDA DEL FIUME. O magari ENTRAMBE.

Ma, adesso come adesso...non era certo il caso di mettersi ad INDAGARE. O ad effettuare RIMOSTRANZE DI SORTA. E nemmeno...

Nemmeno di cadere preda di SCENATE causate da improvvise e fulminee CRISI DI GELOSIA.

C'era da MUOVERSI, e basta. Perché almeno una cosa l'aveva capita, ormai.

Almeno una cosa era CHIARA E SPLENDENTE QUANTO IL SOLE CHE NON C' ERA, almeno a quell'ora tarda di notte fonda.

Lui, nonostante tutti gli sforzi e nonostante avesse messo in gioco praticamente TUTTO...non era al suo livello. E questo era LAMPANTE, purtroppo.

Non era al livello di quel tizio. E se non lo era...figurarasi se avrebbe mai potuto esserlo Maggie.

Non poteva farcela. Non avrebbe potuto. In alcun modo.

Né ora, né tra UN MILIONE DI ANNI.

Ma, tuttavia...c'era ancora una piccola speranza. Dettata da un'intuizione che gli era sopraggiunta in BUNDLE con la ritrovata botta di volonta di non arrendersi. E di continuare a voler affrontare il suo avversario.

Lo si chiami pure PACCHETTO OMAGGIO INCLUSO NEL PREZZO.

La domanda, almeno in quel momento...era UNA SOLA.

Ma non riguardava più il COME SCONFIGGERLO.

Il nuovo quesito in questione, quello a cui si doveva cercare di dare una risposta il più in fretta possibile, era...

COME DIAVOLO AVEVA FATTO?

Come accidente aveva fatto quel tizio a trovarlo subito mettendosi a tirare dritto e sfondando porte, muri, finestre e case compreso chi vi abitava dentro?

Come ci era riuscito, nonostante si fosse preso la briga di infrattarsi ed imboscarsi con cura e a puntino dentro la fitta trama di decine e decine di vicoli e pertugi che si diramavano lungo il dietro delle abitazioni, delle strade principali e del quartiere residenziale in generale?

Eppure era andato praticamente A COLPO SICURO. Almeno quanto era andato lui una volta imboccate le stradine secondarie.

Anche in questo caso...la risposta non poteva che essere una. Proprio come la domanda che l'aveva generata.

Quella pantera...quella pantera doveva disporre di un olfatto tutto PARTICOLARE.

Di norma sono i predatori a possedere vista ed odorato più sviluppati. Rispetto alle prede. Che per contro dispongono di una percezione oculare meno vivida ma più ampia, e di un udito più sensibile. Caratteristiche molto comode, specie quando nei tempi antichi si trattava di dover guardare solo diritto davanti a sé mentre si era intenti a scappare.

Ma perché si potesse sentire meglio l'effluvio della propria preda che fuggiva, occorreva una sorta di piccolo compromesso. Rappresentato dal fatto che un predatore sentiva, e sente tutt'ora QUALUNQUE ODORE TRANNE CHE IL PROPRIO.

Se così non fosse...avrebbe finito solamente col confondersi e disorientarsi. E non avrebbe più potuto CACCIARE E PROCACCIARSI IL CIBO.

E un predatore che non poteva cacciare...era praticamente MORTO. E avebbe finito col condannare a morte tutta la sua famiglia. La sua compagna e tutti quanti i suoi cuccioli, al gran completo.

Un'autentica STRAGE.

Ma nel caso specifico di quell'inquietante felino...le cose dovevano stare un FILINO DIVERSE.

Quella pantera...doveva essere in grado di PERCEPIRE ANCHE IL PROPRIO ODORE, oltre a quello degli altri. Anzi, a conti fatti...l'odore degli altri forse NON LO SENTIVA NEPPURE.

NON SENTIVA NESSUN ALTRO ODORE CHE NON FOSSE IL PROPRIO.

Ecco come stavano le cose. Ecco la verità.

Si. era un'ipotesi più che plausibile.

Quello...SENTIVA SOLO IL SUO ODORE, e basta. E quando lo aveva colpito, sin dalla prima volta che lo aveva toccato, per afferrarlo e lanciarlo di peso in aria facendogli attraversare in volo l'intero piazzale...

GLIELO AVEVA ATTACCATO ADDOSSO.

Ecco come aveva fatto a trovarlo praticamente DA SUBITO, senza sforzo.

Doveva essere così. Per forza.

Questa era L' INTUIZIONE SECCA che aveva appena avuto. E se davvero era così come pensava...Maggie poteva ancora farcela, nonostante tutto.

Lui non poteva vincerlo. E nemmeno sfuggirgli, a questo punto.

E nemmeno lei poteva sconfiggerlo. Ma fino a che...

Fino a che NON SI FACEVA TOCCARE...poteva avere ancora una possibilità di CAVARSELA.

Se riusciva a PRENDERE tempo, in qualunque modo...e se riusciva a fargli PERDERE un pochino di tempo, e si perdoni la stramba quanto sghemba ASSONANZA DAL PUNTO DI VISTA DEI TERMINI...la sua vice avrebbe potuto utilizzare quel vantaggio che le avrebbe regalato per darsela a gambe, prima di venire raggiunta ed entrare in contatto con quel maniaco.

Si mise a correre verso Zed, ma gesticolando con l'unico braccio ancora sano in direzione della sua collega affinché lo potesse vedere chiaramente.

“VA' VIA!!” Le urlò. “VATTENE VIA, AGENTE THOMPSON!! VA' VIA DA QUI!! SUBITO!! NON TI AVVICINARE!!”

Maggie lo guardò.

“N – Nick!!” balbettò, esterrefatta.

La volpe balzò sul dorso di Zed prima che questi potesse voltarsi. Sempre ammesso che ne avesse mai avuto l'intezione, visto che dalla faccia che aveva non sembrava minimamente preoccupato di agguati od eventuali sortite a sorpresa.

Nick puntò i piedi facendone fuoriuscire gli artigli ed agganciandoli alle base delle reni del rivale.

Una volta che fu saldamente ancorato, gli fece passare il braccio sinistro appena sotto la gola ed il pomo di adamo e cominciò a stringere, tentando una presa al collo.

“SCAPPA, THOMPSON!!” Le gridò ancora. “ALLONTANATI!! NON FARTI T...”

Non riuscì a terminare la frase. Zed, per tutta risposta, se lo scrollò di dossocon un ampio movimento dei voluminosi deltoidi e lo ributtò indietro di almeno un metro e mezzo.

Lo aveva staccato da sé senza il benché minimo sforzo apparente. Come se niente fosse.

Nick atterrò di dorso, sollevando testa e braccia e piegando le gambe all'impatto, mentre emetteva un gemito strozzato.

“Agh!!”

Ma non voleva demordere. Non POTEVA.

NOSSIGNORE.

Si rialzò seduta stante e si lanciò di nuovo addosso al GROSSO MAMMIFERO, cercando di stare aggrappato con ogni mezzo e con ogni residuo grammo delle sue ormai esigue forze.

“THOMPSON!! VATTENE VIA, CAPITO?! LASCIAMI QUI E VATTENE, FORZA!! NON SO PER QUANTO TEMPO RIUSCIRO' A TRATTENERLO!!”

Ovviamente, mentre si trovava impeganto a lanciare i suoi acorati avvertimenti a Maggie, si era ben guardato dal CHIAMARLA COL PROPRIO NOME.

Sperava di far passare ancora ciò che li univa come PURO E SEMPLICE RAPPORTO PROFESSIONALE.

Una precauzione in più. Se il bestione si fosse accorto che lui ci AVREBBE POTUTO TENERE, in qualche modo...

Se fi fosse reso conto che ANCHE LEI, CI TENEVA...

Se avesse capito che TRA LORO DUE CI POTESSE ESSERE QUALCOSA DI PIU', fosse anche soltanto AMICIZIA...

L'avrebbe senza dubbio UCCISA. Gliel'avrebbe uccisa SOTTO AGLI OCCHI.

L'avrebbe SCANNATA solo per CRUDELTA'. Per SODDISFAZIONE PERSONALE.

Solo per FARGLI UN DISPETTO. Per IL GUSTO DI TOGLIERGLI UNA PERSONA CARA. E fargli così aumentare ed accrescere la propria DISPERAZIONE. Che già doveva stanziare a LIVELLI RECORD, mai visti in precedenza.

Un'altra. Un'altra IN PIU'.

Un'altra vittima per COLPA SUA.

No. Non...

Non doveva succedere. Non doveva succedere MAI PIU'.

Mai più, capito?

“VA' VIA!!” Le gridò ancora. “VATTENE!! NON FARTI TOCCARE DA LUI, CAPITO? NON LASCIARE CHE TI TOCC...”

“Molto perspicace.” commentò Zed, sotto di lui.

Nick smise di di dimenarsi e lo osservò.

“...Eh?” Fece, con estremo stupore.

“Uh, uh, uh...a quanto pare HAI CAPITO TUTTO.” continuò il memmifero dal manto nero e mezzo sbrindellato. “Peccato solo che NON SERVIRA' A NULLA. E' perfettamente INUTILE, come tutto quello che hai tentato di fare fino ad ora. INUTILE, NUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE, INUTILE!!”

“T – tu!!” Esclamò lo sceriffo. “Tu...”

“Non serve a nulla.” lo interruppe di nuovo l'altro. “Ormai...E' TARDI. Si é messa in mezzo, e nessuno l'ha invitata. Ha osato interrompere il mio lavoro. E ha osato guastare il mio divertimento. E' in debito con me. Mi deve UN' UCCISIONE. E mi ripagherà col SUO STESSO CORPO. Prima di tutto...FARO' SCORRERE IL SUO, di sangue. E poi...TORNERO' AD OCCUPARMI DI TE. E DEFINITIVAMENTE.”

Nick rimase sconvolto, a quell'affermazione.

“N – no!” gli disse, in preda ad evidenti tremori. “T – tu n – non...non lo...”

“Quella femmina...é IMPORTANTE per te, non é vero?” osservò la pantera. “Non é forse così?”

La volpe preferì non rispondere. Ma non c'era più bisogno che rispondesse e che rivelasse quel che provava davvero. Altro aveva già risposto in vece della sua bocca.

Il tremolio ed i sussulti sopraggiunti poco prima.

Ed erano bastati a far COMPRENDERE APPIENO, purtroppo.

“Beh...PECCATO. Farai meglio a RASSEGNARTI.” fu la sprezzante risposta. “Lei...MORIRA'. La VEDRAI MORIRE SENZA POTER FARE NULLA. E tutto questo perché non sei altro che UN INCAPACE.”

“C – cosa?! I – io non...io n – non te lo permett...OUCH!!”

Un'altra scrollata. Questa volt ancora più forte e decisa della precedente. Al punto che i muscoli si irrigidirono e guizzarono a fior di derma ed appena sotto alla pelliccia bruna e dai riflessi bluastri. Almeno quel poco che ne rimaneva. Un'onda che partì da appena sotto il torace ed attraversò tutta la metà superiore fino a scorrere lungo lungo le braccia e le mani arrivano quasi a lambire i polsi.

Nick venne sbattuto ancora indietro. Più lontano ed ancora più forte.

Fu allora che Zed si fermò e si voltò, a guardarlo con la coda dell'occhio. Quello più pallido tra i due di cui disponeva.

“Te l'ho detto prima.” sentenziò spietato. “Per quanto ti sforzi...NON PUOI SALVARE PROPRIO NESSUNO. Non ne hai LA FORZA. E' LA FORZA, la chiave. E' solo la forza CHE CONTA, a questo mondo. Dicono tutti che é IMPERFETTO, che é il PEGGIORE CHE POTESSE CAPITARCI, ma invece...la verità E' UN' ALTRA. La verità é che questo mondo E' UN' UTOPIA CHE SI REALIZZA, per QUELLI COME ME. Il paese di Utopia SI TROVA QUI, SU QUESTA TERRA. Ai DEBOLI COME TE...spetta solo LA MORTE. QUELLO, vi meritate, NIENT' ALTRO CHE QUELLO. TUTTI QUANTI.”

E proseguì.

Dietro di lui...il PESO MORTO che aveva appena scaricato non aveva davvero più la forza, proprio come aveva appena finito di commentare.

Non aveva più la forza di MUOVERSI. Non aveva più la forza di RIALZARSI.

Non aveva più la forza di FARE ALCUNCHE'.

“Ahio...” bofonchiò, con gli occhi semi – chiusi ed ormai prossimo a perdere nuovamente i sensi. “...Che male...che male che mi ha fatto...mi ha fatto proprio UN MALE DEL CAVOLO, quel dannato...accidenti a lui, che male che mi ha fatto...”

Sembrava come in preda ad una sorta di delirio. Ma, in realtà...c'era DEL SENSO, in quelle frasi all'apparenza sputate fuori a casaccio. E ancora una volta...

Ancora una volta aveva PENSATO PRIMA AGLI ALTRI.

“Stà attenta, MAGGIE...devi stare molto attenta...m – mi raccomando...se NON LO T – TOCCHI...se non ti fai t – toccare...lui...lui NON PUO' RAGGIUNGERTI...non farti toccare...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stava procendo verso di lei. Con estrema calma ed incedere tranquillo, un passo alla volta.

“Davvero molto interessante.” ripeté. “Vuoi che io stia lontano dal tuo comandante.”

“Lascialo in pace” gli ordinò Maggie. “E' CON ME che devi vedertela, ora. Vediamocela NOI DUE. IO E TE SOLTANTO. Che ne dici?”

“Mettiamola così.” intervenne Zed. “E se per caso...NON VOLESSI? Se ti dicessi che NON VOGLIO FARLO? Se ti dicessi che NON NE HO LA MINIMA INTENZIONE? Tu...COSA FARESTI? Che cosa faresti per impedirmelo, FEMMINA?”

“Mettimi alla prova, BESTIONE. Ti garantisco che NON ASPETTO ALTRO.”

“E' davvero QUESTO, quello che vuoi, mh?” Le chiese il felino. “Ne sei davvero sicura?”

“Se hai intenzione di continuare con LUI” disse la vice indicando in fondo e nella direzione dove si trovava Nick, “dovrai passare SOPRA AL MIO CADAVERE. Te lo assicuro.”

“Non é un problema, per me” commentò la pantera, con sarcasmo.

“Fossi in te...ASPETTEREI A DIRLO, amico” replicò prontamente la daina.

“Vedo comunque che AMI FARE DI TESTA TUA, a quanto sembra. Il consiglio che ti é stato impartito...TI E' ENTRATO DA UN ORECCHIO E TI E' USCITO DALL' ALTRO. Il tuo capitano...ti ha raccomandato di STARMI LONTANO E ALLA LARGA. E invece tu...TI AVVICINI.”

“Vedi, bello...io DEVO AVVICINARMI A TE. Devo farlo per forza, anche se...PREFERIREI EVITARE. Ma SONO OBBLIGATA A FARLO, se voglio DISFARTI IL MUSO. Ma...sappi che non mi dispiacerà dovermi SPORCARE LE ZAMPE, se in cambio potrò FAR SCORRERE IL TUO SANGUE. Almeno quanto ne hai fatto USCIRE A NICK.”

“E va bene.” aggiunse lui, riprendendo ad ondeggiare a destra e sinistra il collo e scrollando le spalle. “E sia. Tanto...NON AVEVO LA BENCHE' MINIMA INTENZIONE DI RISPARMIARTI. Hai BLOCCATO UN MIO DUELLO, ed ora NE PAGHERAI LE CONSEGUENZE. Senza contare che hai persino preso ad INGIURIARMI. Ma ti confesso che SONO CONTENTO, tutto sommato. Dimostri UN NOTEVOLE FEGATO, femmina. Sarà un vero piacere STRAPPARTELO VIA. Ed é proprio QUELLO CHE FARO' TRA POCO CON TE. CON LE MIE STESSE MANI.”

“L – la sai una cosa? N – non ti facevo COSI' LOQUACE, a prima vista” rispose la vice, divaricando leggermente le zampe inferiori e mettendosi in posizione di guardia, con i pugni all'altezza del busto. “Parli...T – TU PARLI UN PO' TROPPO, PER I MIEI GUSTI. DAVVERO TROPPO. Parli come se io fossi GIA' MORTA. MA ti consiglio di NON SOTTOVALUTARMI. Non prendermi sottogamba solo perché...perché sono UNA FEMMINA, come dici tu. Potresti...potresti PENTIRTENE AMARAMENTE.”

Ma il suo da lì a poco prossimo avversario non prestò la minima attenzione alle sue minacce, ed optò per rincarare ulteriormente la dose.

“TI ESTRARRO' IL FEGATO DIRETTAMENTE DAL TUO PALATO MOLLE.” le spiegò, non lesinando sui particolari più macabri e raccapriccianti. “TI INFILERO' E TI CACCERO' UNA DELLE MIE ZAMPE FIN SUL FONDO DELLA GOLA, E MI FARO'STRADA ATTRAVERSO LA RETE DI VENE E ARTERIE CHE SI TROVANO LAGGIU'. TE LO AFFERRERO' CON I MIEI ARTIGLI E POI...TE LO TIRERO' FUORI DIRETTAMENTE DALLA TUA BOCCA. Prima hai parlato di VERSARE IL SANGUE DI QUALCUNO...VORRA' DIRE CHE SE CI TIENI TANTO TI CI FARO' AFFOGARE DENTRO. DENTRO A QUELLO CHE INIZIERA' A SPRIZZARE DALL' INTERNO DEL TUO STESSO CORPO.”

Gli si sarebbero potuti fare davvero I PIU' SENTITI E SINCERI COMPLIMENTI.

In un'altra circostanza ed in lugo totalmente differente...si sarebbe meritato UN LUNGO E CALOROSO APPLAUSO.

Tipo...UN' AULA UNIVERSITARIA, tanto per fare un esempio. O ad un CONVEGNO DI MEDICI CHIRURGHI.

Se non fosse stato per lo SCHIFO ed il DISGUSTO che aveva suscitato a quelle parole...quel che aveva appena detto avrebbe dato i punti addirittura ad un MANUALE DI ANATOMIA APPLICATA.

Una conoscenza tecnica e teorica a dir poco ammirevoli ed invidiabili. Di nuovo complimenti.

Esauriente, preciso, conciso e mai tedioso.

Ma, considerando anche solo per un breve attimo ciò che aveva appena combinato, e ciò che si apprestava a voler fare...

Così risultava solo il risultato della FARNETICAZIONE DI UN MANIACO PERSO. Di uno che avrebbero fatto meglio a SIGILLARE E RINCHIUDERE NEL PROFONDO DELLE VISCERE DELLA TERRA.

FIN SOTTO ALLA CROSTA TERRESTRE.

FIN QUASI AL NUCLEO. Per poi...

Per poi BUTTARE VIA PER SEMPRE LA CHIAVE DELLA CELLA.

IN ETERNO.

“Ah...ah, si?” Gli fece Maggie.

Stava tentennando in modo alquanto vistoso, ed appariva visibilmente scossa. Ma non si perse d'animo.

“Beh...” continuò. “...Non ti resta che PROVARCI, amico. BUONA FORTUNA. Ma ti auguro di RIUSCIRCI PRIMA CHE IO TI PRENDA. Fatti sotto.”

“Se non é che per questo...finirà tutto in un attimo. Non ti darò neanche il tempo di riuscire a SFIORARMI. Ma, a ben pensarci...ti confesso che sarà un grande, GRANDISSIMO peccato farti fuori. Ti vedo spavalda, e hai temperamento. Anche se mi sembri un po' gracile. Ma compensi in modo adeguato con una certa dose di grinta. Potresti dare al mondo CUCCIOLI SANI E FORTI, col giusto compagno. Diventerebbero di sicuro degli OTTIMI GUERRIERI. Ma mi duole dirti...CHE NON ACCADRA'. La tua vita sta per concluderi QUI. ORA. E' il DESTINO, che lo vuole. Hai incontrato me, e quindi...PER TE NON C' E' UN DOMANI. Non hai più ALCUN DOMANI.”

“Non ho bisogno di maschi che facciano le cose al mio posto. Ne faccio volentieri a meno, CARINO. La sottoscritta, per tua informazione e cronaca...é abituata a SBRIGARSI LE COSE PER PROPRIO CONTO. Le mie faccende ME LE SBRIGO DA ME. Intesi?”

“HAI PAURA.” Osservò l'enorme fiera. “Anche se le stai tentando tutte...NON PUOI RIUSCIRE A NASCONDERLA. E' bastato manifestarti apertamente le mie intenzioni nei tuoi confronti per farla SCATENARE. Ed ora...ha finito con lo SFUGGIRE AL TUO CONTROLLO. E tu...NON PUOI FARCI NULLA. PIU' NULLA. Te la leggo NEL TREMOLIO DELLE GAMBE. Te la leggo NEGLI OCCHI. Te la leggo NEL TUO RESPIRO INGROSSATO. Te la leggo NELLA TUA PELLLICCIA MADIDA DI SUDORE. E te la leggo NEL TUO CUORE CHE STA BATTENDO ALL' IMPAZZATA. Fai tanto la dura...ma sei SPAVENTATA A MORTE.”

“S – sarò anche...sarò anche spaventata a morte c – come dici tu. M – ma, a – almeno io...almeno UNA PELLICCIA MI RISULTA DI AVERCELA ANCORA. Io, intendo” buttò lì la giovane, fingendo ironia e tentando di rimanere incurante dell'angoscia che l'attanagliava senza tregua alla base del collo e alla bocca dello stomaco. “N – nel tuo c – caso, i – invece...m – mi pare che NON SIA RIMASTO POI MOLTO D – DA P – POTER ESIBIRE.”

“V – vuoi s – sapere s – se h – ho p – paura ?” Gli chiese poi, tartagliando. “E – ebbene...ebbene SI. CE L' HO. Ce l'ho ECCOME. M – ma...ma può darsi che LA VOGLIA CHE HO DI SPACCARTI QUELLA LURIDA FACCIA MEZZA SFREGIATA E RIBUTTANTE CHE TI RITROVI SIA PIU' FORTE DELLA MIA PAURA. E, detto tra noi...NON VEDO PROPRIO L' ORA DI SCOPRIRLO.

PREPARATI.”

Così si faceva. Così gli aveva sempre insegnato Nick.

Se ti fanno una domanda a cui non sai o non ti senti di rispondere...per evitare di farti cogliere in castagna prima di tutto RISPONDI ALLA DOMANDA CON UN' ALTRA DOMANDA. E poi...DATTI LA RISPOSTA DA SOLA.

Ne si esce sempre ALLA GRANDE. Garantito.

E ne sarebbe uscita alla grande ANCHE QUESTA VOLTA.

Ne SAREBBERO USCITI. Sia LEI che NICK.

INSIEME.

Doveva farcela. Ad ogni costo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maggie fece un breve passo avanti con la gamba sinistra e ruotò leggermente di lato con il busto, alzando ulteriormente le braccia ancora messe ad angolo retto e portando i polsi all'altezza degli zigomi.

Lo stesso fece poi con le ginocchia, piegandole leggermente ed abbassando il baricentro.

Si stava preparando ad attaccare, senza alcun dubbio.

“Ti consiglio di NON PREDERMI SOTTOGAMBA” gli raccomandò. “Oppure...il tuo ORGOGLIO MASCHILE rischia di subire un BRUTTO, BRUTTISSIMO COLPO. Rischi un DANNO IRREPARABILE al tuo SENSO DELL' EGO, bello. E NON SONO A QUELLO.”

“Attaccami pure quando ti pare e piace.” si limitò a dirgli l'altro.

“Lo hai voluto tu.”

Partì alla carica.

“KYAAAAAHHHH!!”

Una volta raggiunta la corretta distanza alzò di scatto il piede avanzato, staccandolo di netto dall'asfalto e senza nemmeno piegare il resto dell'arto che era ad esso collegato.

Senza preparazione. Senza nemmeno caricare.

Stava eseguendo un GERI – KEAGE in maniera pressoché perfetta.

Un CALCIO FRUSTATO. Sferrato velocissimo, in modo che chi avesse avuto la sfortuna di riceverlo in pieno non potesse nemmeno intuire la direzione. E, di norma...NON CI SI PUO' DIFENDERE DAGLI ATTACCHI CHE NON SI RIESCONO A VEDERE.

Non appena lo ebbe all'altezza giusta spinse in avanti le proprie anche e scagliò un affondo laterale con la parte laterale e posteriore della zampa che stava utilizzando, dopo averla piegata verso il basso fino a farla diventare un blocco unico e rigido con l'articolazione della caviglia.

Mirò decisa all'inguine. Perché perdere tempo con tecniche preliminari fatte giusto per saggiare la forza?

Le sue capacità le aveva gia viste a sufficienza. Inoltre...vistoche aveva parlato di volerlo ferire NELL' ORGOGLIO MASCHILE...tanto valeva iniziare dalle sue SACRE BORSE, tanto per voler mettere le cose in chiaro.

Ma lei, le sue intenzioni, le avrebbe esternate CON I DATI DI FATTO, e non con le CHIACCHIERE.

Accompagnò la pedata con un altro urlo a pieni polmoni.

“KYAAAAA – AH!!”

Ma, con sua enorme sorpresa...vide Zed che fece scattare la sua mano destra appena sotto la pancia, senza minimamente scomporsi.

La afferrò per il tallone giusto un attimo prima che il suo colpo micidiale potesse giungere a segno, bloccandole la gamba per poi mantenergliela in sospensione.

“TROPPO POCO.” Le disse. “NON E' ABBASTANZA. Ci vuole BEN ALTRO, per me.”

Lei si irrigidì, mettendosi a fare un paio di goffi saltelli nel tentativo di rimanere in equilibrio.

Era bloccata. Totalmente sotto il suo controllo. Non poteva più muoversi.

A quel punto il bestione, con un rapido movimento del braccio verso l'alto, la scagliò diritto in aria.

Lanciare un ramoscello gli avrebbe comportato di sicuro uno sforzo maggiore, a giudicare dalla semplicità con cui aveva effettutato il movimento.

Maggie fece una piroetta all'indietro e si ribaltò completamente su sé stessa. Quando atterrò si ritrovò nella posizione opposta rispetto a quella con cui era decollata, con i piedi al posto della testa e viceversa. Era successo tutto quanto talmente in fretta che non aveva avuto nemmeno il tempo di gridare.

In compenso lo fece per il dolore, non appena picchiò col dorso sul catrame solidificato ed in parte reso ancora tiepido dalla calura assorbita durante il giorno. Anche se da quelle parti non era proprio il massimo del torrido, visto che si era quasi in alta montagna.

“UUUURRRGGHH!!”

Non fece neanche in tempo ad aprire gli occhi che si ritrovò proprio sopra la sagoma di Zed, che la osservava in silenzio.

La pantera la afferrò per la gola con la mano sinistra, spingendo verso il basso e constringendola a terra, mentre portava l'altra rimasta libera sopra la sua fronte.

La aprì e sfoderò le unghie.

“V – vuoi davvero farlo?” sembrò incitarlo lei, rivolgendogli un'occhiata di contesa. “Vuoi davvero PROVARE A FARLO? A – ACCOMODATI. M – ma t – ti voglio a – avvertire...qualunque cosa VORRAI INFILARE TRA LE MIE LABBRA, e sottolineo QUALUNQUE COSA...beh, sappi che LA PERDERAI. TU LA PERDI, CAPITO?! PER SEMPRE!! Prova ad infilarci anche UN SOLO DITO E GIURO C – CHE TE LO TRONCO DI NETTO COI MIEI DENTI!! TE LO STACCO A MORSI, LO GIURO!!”

Lui non si mosse.

“Avanti...” insistette lei. “...FALLO, SE HAI CORAGGIO! M – ma p – poi...poi non dirmi che non ti avevo avvertito, a riguardo.”

“Tornando a prima...” disse improvvisamente il nero felino, “...devi sapere che NON TI STAVO AFFATTO SOTTOVALUTANDO, contrariamente a quanto tu credi. Il mio...NON E' AFFATTO UN PREGIUDIZIO, anzi...stavo solo esprimendo UN DATO DI FATTO, se ci tieni a saperlo. Puoi provare ed insistere per quanto ti pare e piace. Ma per quanto tu ti possa preparare ed allenare, devi sapere che UNA SCIOCCA FEMMINA COME TE NON POTRA' MAI ARRIVARE AD AVERE LA STESSA FORZA DI UN MASCHIO COME ME. Questa é la verità. E' una legge di natura.”

“Q – questo...q – questo l – lo d – dici tu.” gli rispose Maggie, parlando e respirando a gran fatica.

“E' così, invece.” obiettò lui. “Le femmine...le femmine esistono con l'unico scopo di FARE E DARE FIGLI AD UN GUERRIERO. POSSIBILMENTE MASCHI. E solo PER QUESTO, che noi VI CONCEDIAMO DI VIVERE. Meno ce ne sono di voi, in un villaggio...MENO PROBLEMI CI SARANNO. E se le femmine cominciano ad essere troppe...LE SI STRANGOLA SUBITO DOPO LA NASCITA, USANDO IL LORO STESSO CORDONE OMBELICALE. Ed é LA FEMMINA STESSA CHE CI DEVE PENSARE. In caso contrario...in caso contrario SARA'IL SUO SIGNORE E PADRONE AD ELIMINARLE ENTRAMBE. I rami malati e storti vanno RECISI SIN DALL'INIZIO. Potrebbero INQUINARE LA SPECIE.”

Roba da matti. Da MANICOMIO, davvero. La daina non riusciva, non voleva credere a quel che stava sentendo.

Qualcuno...qualcuno aveva provveduto ad avvisare quel buzzurro che IL TARDO MEDIOEVO ERA GIA' PASSATO? E GIA' DA UN PEZZO, ANCHE?

Ma fu quel che udì dopo, a fugarle ogni dubbio residuo. Sulla sanità mentale in generale. Ed in particolare su quella dell'individuo che stava fronteggiando.

“E' cosi, che si fa. Così si genera UNA TRIBU' IN GRADO DI CONQUISTARE TUTTE LE TERRE LIMITROFE, E DI STERMINARE CHIUNQUE VI ABITI. Così si crea UN POPOLO INVINCIBILE.”

Guardò ancora la giovane agente.

“Di un po'...” le chiese, con voce sommessa. “Scommetto che é stato TUO PADRE, a tentare INUTILMENTE di insegnarti a combattere, non é così?”

La vice non disse nulla. Ma nel suo sguardo c'era già ben più di una risposta. Ed erano tutte quante fin troppo eloquenti.

“Lo immaginavo.” commentò, con un lieve quanto divertito ghigno. “Sono i MASCHI DEGENERATI come tuo padre a mettere in testa simili, ASSURDE SCIOCCHEZZE nelle teste delle loro figlie. Credono davvero di poterle tramutare in COMBATTENTI. MA si SBAGLIANO. L'unico modo che ha una femmina di salvare sé stessa...é di INGINOCCHIARSI E CHIEDERE PERDONO. Per poi...SPOGLIARSI ED OFFRIRE SE' STESSA. Solo così può sperare di aver salva la propria vita. E chiunque la pensi diversamente da così...non é altro che un povero IMBECILLE ILLUSO.”

“M – mio padre...mio padre E' MORTO.” gli rivelò Maggie, all'improvviso. “E' MORTO, MI HAI SENTITA?! MORTO!!”

“Non mi stupisce affatto.” le rispose il colosso. “Doveva essere senz'altro un AUTENTICO IDIOTA. Di sicuro ha avuto QUELLO CHE SI MERITAVA.”

“S – sta...STA' ZITTO!!” Gli inveì contro la daina, nonostante la posizione a dir poco critica in cui si trovava. “NON PERMETTERTI ASSOLUTAMENTE DI PARLARE COSI' DI MIO PADRE, E' CHIARO?! Non...non nominarlo. NON AZZARDARTI MAI PIU' A NOMINARLO, MI SONO SPIEGATA?! E RICORDA DI SCIACQUARTI QUELLA FOGNA DI BOCCA, PRIMA DI METTERTI A NOMINARLO! MI HAI CAPITA, STRAMALEDETTISSIMO PEZZO DI STR...”

Prima che potesse terminare Zed la issò con lo stesso braccio con cui l'aveva tenuta fino ad adesso. Quindi la lanciò con un ampio movimento ad arco verso l'esterno, facendola finire contro la portiera dell'auto che si trovava a loro più vicina. Una di quelle laterali anteriori, a voler fare i precisi.

La mammifera ci finì contro con la parte bassa della schiena ed i glutei, lasciando il calco dentro alle lamiere. Per finire successivamente a terra, di nuovo. Questa volta con la pancia.

Ruotò il collo di lato.

Ancora lui. Gli stava sempre addosso, quel dannato. Non gli dava neanche il tempo di reagire. Nemmeno di respirare, a momenti.

Nemmeno un dannatissimo attimo di tregua.

Vide ancora la sua mano levarsi sopra di lei. Ma questa volta la notò chiudersi a formare un pugno, pronta ad abbattersi come una pesante mannaia..

Si trovava giusto giusto all'altezza della sua fronte, perfettamente allineata. Dove da lì a poco sarebbe partita per FARCASSARGLIELA.

“Muori.” sentenziò lui. “Muori, ora. Muori CON LA SCONFITTA NEGLI OCCHI.”

Il suo pugno cresceva sempre di più mentre scendeva, fino a diventare sempre più gigantesco e minaccioso...

“L – LASCIALA!!”

Si voltarono entrambi in direzione della voce. Che non avevano tardato certo a riconoscere.

ERA NICK.

Non si sa come la volpe era lì davanti a loro, ancora in piedi. Nonostante apparisse alquanto malconcio.

Si reggeva dritto a malapena ed arrancava vistosamente ad ogni passo, procedendo lentamente e tenendosi per un fianco con una delle zampe anteriori. L' UNICA DELLE DUE CHE POTEVA ANCORA RIUSCIRE AD IMPIEGARE, almeno per il momento.

Il filo di bava biancastra mescolata a sangue che gli era fuoriuscito in precedenza continuava a colargli dal bordo del labbro inferiore senza sosta, denso e copioso.

Davvero non si capiva come facesse ancora a muoversi.

“Lasciala stare, ho detto” intimò, rivolgendosi alla pantera. “I – io e te...io e te a – abbiamo UN CONTO I – IN SOSPESO. I – io e t – te...io e t – te N – NON ABBIAMO ANCORA FINITO. Lasciala...LASCIALA ANDARE.”

Zed lo osservò. Poi osservò la sua collega al suolo. E ridacchiò.

Un gesto che stava facendo da sinistro preludio a qualche nuova crudeltà appositamente ideata per l'occasione.

Stese la mano su di lei. Ma anziché colpirla la prese tra nuca e collo e la sollevò di peso, con un braccio solo. Schiacciò le punte dei propri artigli contro la pelliccia color nocciola, ed essi si fecero largo tra le ciocche andando a confidarsi nel derma sottostante.

Maggie gridò, chiudendo gli occhi.

“AAAAHHH!!”

La portò vicino a sé, con una delle orecchie in corrispondenza delle sue fauci. Aveva i denti davanti e i canini in evidenza e belli scoperti, proprio come una belva selvaggia ed affamata.

Il suono della sua voce bassa, inframezzata da una serie di sbuffi di fiato caldo, glielo fece ondeggiare e rabbrividire. Quest'ultimo si propagò attraverso l'intero corpo della poliziotta in men che non si dica, facendole intirizzire l'intero manto.

“Allora? Che ne dici?” Le domandò. “Fa male, non é vero? Senti le ossa premere contro alla superficie del cervello, e causano una pressione sempre più forte...DAVVERO INSOPPORTABILE.”

E strinse il collo una seconda volta, causandole un ulteriore e più forte grido di dolore.

“LASCIALA STARE, T – TI DICO!!” Gridò a sua volta Nick, ripetendo l'ammonimento precedente. “D – DEVI L - LASCIARLA SUBITO!! S – SONO IO I – IL TUO AVVERSARIO, NON...N – NON L – LEI!!”

La pantera, per tutta risposta, si girò verso lo sceriffo e gli mostrò cosa stava reggendo.

“L – LASCIALA ANDARE!!” Insistette con ostinazione la volpe. “E – E V – VIENI QUI A...VIENI QUI A C – COMBATTERE!! V – VIENI QUI A B – BATTERTI C – CON ME!!”

Il felino serrò la presa e strizzò una terza volta, facendo gemere la daina.

“AAAAGGHH!!”

“S – SMETTILA!!” Gli intimò a seguito il rosso predatore. “P – per l'ultima volta...LASCIALA ANDARE!! B – bada che E' IL MIO U – ULTIMO A – AVVERTIMENTO. N – n on te lo ripeterò un'altra v – volta.”

“Così non é sufficiente.” osservò Zed. “Devi SUPPLICARE.”

La volpe strabuzzò gli occhi, assumendo un'espressione stupita.

“...C – cosa?!” disse. “C – cosa s – stai dicend...”

“Hai capito.” gli fece notare la pantera, ammutolendolo. “Proprio così. E' proprio come ti ho appena detto. Devi IMPLORARMI. Mettiti IN GINOCCHIO. E PREGAMI DI RISPARMIARLE LA VITA.”

E per spiegarsi meglio, diede una strizzata supplementare al collo della daina.

Un'altra stretta, e un altro urlo straziante.

“AAAAAAGGHH!!”

Se continuava così gli sarebbe bastata un'altra pressione, ed appena appena un po' più forte, per frantumargli trachea e prime vertebre cervicali in un'unica mossa.

“Avanti.” gli ordinò poi. “FALLO. O lei MUORE. ADESSO.”

Nick sospirò.

“O – ok.” disse, abbassando lo sguardo.

Si mise proprio come egli aveva imposto, con le ginocchia a terra e la mano buona aperta, come in adorazione. Come se lo STESSE ADORANDO.

“T – ti prego...non ucciderla” gli fece, con voce esitante. “N – non...non farlo, ti scongiuro. Fà pure di me CIO' CHE VUOI, ma...risparmiala, per favore.”

Mentre si prostrava e genufletteva, i suoi occhi incrociarono quelli di lei.

Non potevano parlare. Non potevano profferire verbo. Ma...tra i due avvenne lo stesso QUALCOSA.

Fu come se il loro rapido scambio di sguardi avesse dato vita ad una sorta di dialogo invisibile. Proprio come quello che avevano tenuto in centrale, a distanza e separtai dal vetro trasparente di una finestra, in occasione dello scherzo della finta fucilata fatta per prendere in giro Finnick e costringerlo a levarsi dalla scrivania del comandante.

 

Perché?

Perché stai facendo tutto questo PER ME, Nick?

Perché ti stai facendo TRATTARE COSI'?

Perché ti stai facendo UMILIARE IN QUESTO MODO?

Per QUALE MOTIVO?

 

 

Stà tranquilla, Maggie.

Va TUTTO BENE.

Non deve andarci di mezzo PIU' NESSUNO PER COLPA MIA, capito?

Basta. MAI PIU'.

 

Anche gli scagnozzi che si trovavano alle spalle della volpe avevano udito le sue richieste ed appelli all'immediato rilascio dell'ostaggio. Ed avevano preso ad insultarlo, ridendo sguaiatamente e a crepapelliccia.

Nick non ci badò.

Abbassò ancora il muso.

“Liberala” aggiunse. “T – ti prego.”

Quando lo rialzò, vide che Zed lo aveva raggiunto in un batter di ciglia. Stava ancora tenendo la sua vice per il retro del collo con una sola mano. Con lei che invece teneva entrambe le sue attorno all'arto che la teneva imprigionata, nel disperato tentativo di liberarsi.

Un tentativo VANO, naturalmente. E lui ne sapeva qualcosa.

L'effetto era disorientante. Sembrava di vedere un impiegato o un viandante nell'atto di portare una grossa borsa o valigia.

“Ho...ho f – fatto quel che dicevi” gli disse. “O – ora...ora lasciala. Lasciala andare.”

La pantera, per tutta risposta, lo centrò con una ginocchiata diretta alla mandibola.

Un dolore lancinante gli esplose lungo tutto l'osso temporale, mentre i denti sfregarono tra loro facendo quasi scintille. In particolare le otturazioni presenti tra alcuni molari delle ultime file.

Finì mezzo metro più avanti, piegato su di un fianco e col braccio destro completamente riverso.

“Tsk. BEL GUERRIERO, che sei.” sentenziò il bestione, con estremo disprezzo. “Tu che mandi avanti una MISERA FEMMINA a BATTERSI AL POSTO TUO. E che hai bisogno addirittura che VENGA A PRENDERE LE TUE DIFESE. Sei UN DISONORE per l'intera categoria. Dovresti davvero VERGOGNARTI.”

Sputò nella sua direzione, poi spostò gli occhi su Maggie.

“E adesso TOCCA A TE.” le annunciò.

La ributtò a terra. Poi prese da subito ad avanzare verso di lei, minaccioso.

“N – NO!! F – FERMO!!”

Un'altra invocazione. Di nuovo.

Si era ripreso prima del previsto, a quanto sembrava.

TANTO MEGLIO. Si sarebbe potuto GODERE LO SPETTACOLO IN PRIMA FILA.

Ruotò di un quarto circa alla sua sinistra e scorse Nick a terra, carponi. E rivolto nella direzione ESATTAMENTE CONTRARIA a quella dove si trovava lui.

Probabilmente non ci vedeva quasi più. Doveva avere le palpebre talmente gonfie, tumefatte e piene di sangue che da lì a poco gli sarebbero ESPLOSE, come minimo. Così come era fin troppo chiaro che doveva aver completamente perso il senso dello SPAZIO.

In quanto a quello dell'orientamento...IDEM CON PATATE.

“Riesci ancora a parlare.” gli disse. “Mi viene quasi il dubbio che tu possa essere IMMORTALE. Ci potrei persino giurare. Ma la verità...é UN' ALTRA. La verità...é che hai soltanto AVUTO FORTUNA. SONO IO CHE TI HO GRAZIATO.”

“L – lasciala andare...” ripeté l'altro, imperterrito. “T – tu...tu avevi...a – avevi d – detto c – che...”

“Io NON HO DETTO PROPRIO NULLA.” Lo corresse la pantera. “E sappi che il sottoscritto...MANTIENE SEMPRE QUEL CHE DICE.”

“M – ma...ma t – tu...tu...TU AVEVI PROMESSO!!” Urlò disperato lo sceriffo. “T – tu avevi...T- TU M – MI AVEVI P – PROMESS...”

“Te lo ripeto un'altra volta...” lo interruppe Zed, facendolo zittire. “IO MANTENGO SEMPRE QUEL CHE DICO. Ed io...NON HO PROMESSO NULLA. ASSOLUTAMENTE NULLA. Ti ho ordinato solo di SUPPLICARMI, NON CHE LE AVREI SALVATO LA VITA. Se hai CAPITO MALE...TANTO PEGGIO PER TE.”

Altre sonore risate da parte dei suoi sgherri, a quelle parola di scherno.

La volpe sbatté la parte esterna del pugno, quella collimante con l'ultimo dito, contro la strada a lui sottostante mettendosi ad imprecare.

“M – MALEDETTO...” ripeteva furente, seguitando a menar colpi senza sosta. “Maledetto...maledetto...”

Si rivolse quindi verso la vice che nel frattempo, pur rimanendo a terra, aveva cercato di mettere un poco di distanza puntellando e spingendo sui propri talloni. Ma che adesso era lì completamente immobile, tremante ed incapace di muovere un solo muscolo.

“MUORI.” le disse, alzando di nuovo la mano dopo averla chiusa a pugno.

Non le riusciva nemmeno di gridare.

Maggie serrò gli occhi, preparandosi a ricevere la zampata fatale

Sentì un forte contraccolpo che la fece sobbalzare. Ma, a parte quello...nessun dolore.

Nulla di nulla.

 

Forse non ho fatto in tempo a sentirlo, aveva pensato.

Forse mi ha già uccisa. E forse...

Forse ho avuto la grazia di schiattare prima di sentire qualunque cosa.

 

Un momento. Se fosse stata davvero morta come pensava...non avrebbe dovuto sentire NIENTE.

Nemmeno i suoi pensieri. E invece...

Invece no. Palpebre abbassate a parte...sentiva ancora tutto. E si sentiva VIVA e SPAVENTATA come e quanto prima.

Ma allora...ma allora come...

Poì, di colpo...CAPI'.

Lo intuì dalla pressione che stava sentendo sul davanti.

Qualcosa si era frapposta tra lei ed il suo assalitore. O, meglio...

QUALCUNO.

E temeva di SAPERE CHI FOSSE.

Il peso che sentiva adosso, il modo in cui era distribuito le fecero intuire a chi potesse appartenere la figura. E poi...

E poi c'era IL TEPORE.

QUEL tepore.

Lo stesso tepore che l'aveva tirata via di quella bottiglia incendiaria che avevano scagliato con forza dentro alla stazione di polizia, e che per un pelo non l'aveva centrata minacciando di ridurla ad una TORCIA AMBULANTE.

Ebbe un presentimento, subito dopo al sollievo per averla scampata.

Un BRUTTO, BRUTTISSIMO presentimento, che immediatamente oscurò la gradevole sensazione provata appena prima.

E quando si decise finalmente a riaprire il sipario sulla scena...la prima cosa che vide fu UN COLORE. Anzi...

DUE COLORI.

DUE SMERALDI. Anche se terribilmente OPACHI ed APPANNATI.

Lo sguardo di chi si sta aggrappando brutalmente alla propria vita, alla propria anima ad ogni costo e con ogni mezzo rimasto, per impedir loro di fuggire via e non far più ritorno.

MAI PIU'. Eppure...

Eppure quel bagliore laggiù, sul fondo...il bagliore che l'aveva AMMALIATA e CONQUISTATA nel corso del loro prim...no, del loro secondo incontro...

Quel bagliore C' ERA ANCORA.

Era FLEBILE. Come uno zolfanello mezzo incenerito e ormai prossimo a spegnersi.

Quel bagliore che ardeva più di una fiamma e splendeva più di un sole.

Quel bagliore che sembrava volerla avvolgere e riscaldare, e che era diventata la LUCE da cui aveva SCELTO DI FARSI GUIDARE. Sin dalla sua PRIMA COMPARSA.

E che in cambio la PROTEGGEVA. Persino ORA. Da tutta la TENEBRA e dall' OSCURITA' ormai imperanti che erano sul punto di ingoiarli e farli sparire.

IN ETERNO.

C'era ancora. Ma...PER QUANTO SAREBBE RIUSCITO A DURARE di questo passo?

Quanto sarebbe potuto durare, prima di ESTINGUERSI?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“NICK!!” Esclamò lei, mentre le lacrime già iniziavano a fare capolino per poi iniziare a scorrerle lungo le guance, a seguito della tremenda scoperta.

Il suo comandante era sopra di lei. Le si era buttato addosso facendole da scudo, ed aveva preso in pieno il colpo che le era destinato.

Come se non avesse già presi a sufficienza.

Lo chiamò ancora.

“NICK! NICK!! RISPONDIMI, PER FAVORE!! DIMMI...DIMMI QUALCOSA, TI PREGO!!”

“Q...q – qual.....qualcosa...”rispose la volpe.

“N – non...non p – piangere...”le disse poi, con la voce ridotta a poco più di un mormorio sommesso. “...N - non devi...non devi...non devi m – mai m – mostrare...non DEVI M – MAI MOSTRAR LORO I TUOI P – PUNTI D – DEBOLI, r – ricordalo. R – ricordatelo s – sempre. Perché...p – perché s – se lo C – CAPISCONO...se lo c – capiscono é...é FINITA.”

“PERCHE', NICK?” le domandò lei. “P – PERCHE'?! PERCHE' LO HAI FATTO? P – PERCHE' STAI FACENDO TUTTO QUESTO PER ME? D – DIMMI PERCHE' LO HAI FATTO!!”

“N – non...non p – permetterò...non p – permetterò c – che possa FARTI D – DEL MALE. Nessuno...N – NESSUNO deve...nessuno d- deve SOFFRIRE o R – RIMANERE F – FERITO PER C – COLPA MIA. N – nessuno. M – MAI PIU', finché A – AVRO' V – VITA.”

“Oh, Nick!!” Sinnghiozzò la daina.

“Q – quel tipo c – che vedi...” le spiegò, “...i – il t – tipo che vedi alle m – mie spalle...E' SPORCO.

L – le sue zampe...le sue z – zampe non devono...n – non d – devono A – AVERTI. I – io...io GLIELO I – IMPEDIRO'.”

“Vuoi fare l'eroe.” commentò il tizio sporco alle sue spalle. “Peccato che sia inutile. Inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile, inutile ed inutile. NON LA PUOI SALVARE. Così come NON PUOI RIUSCIRE A SALVARE NEMMENO TE STESSO, in alcun modo. MORIRETE ENTRAMBI, SOTTO AI MIEI PIEDI. VI SCHIACCERO' ENTRAMBI, CONTEMPORANEAMENTE.””

“I – in q – quanto a t – te...” intervenne Nick alzando il muso e rotendo gli occhi verso l'alto, come se avesse davvero potuto farli andare fin dietro la parte posteriore del cranio e da lì osservare tranquillamente tutto ciò che gli stava dietro, senza nemmeno voltarsi.

Era alla pantera che si stava direttamente rivolgendo. Senza volersi nemmeno prendere la briga di guardarlo. Neanche con la coda dei suoi occhi ormai mezzi pesti.

“...I – in q – quanto a t – te...” gli ripeté, “...p – puoi...puoi a – anche a – andare a – avanti a colpirmi...a C – COLPIRMI D – DOVE E F – FIN Q – QUANTO T – TI PARE E P – PIACE. Che tanto...t – tanto io...I – IO N – NON S – SENTO N – NIENTE! NON SENTO PIU' NIENTE, MI HAI CAPITO?!”

Zed a quella risposta, scoprì e digrignò i denti.

Sembrava inferocito, furibondo.

“Molto bene.” rispose. “Benissimo. Voglio proprio vedere FINO A QUANTO RIUSCIRAI A RESISTERE.”

Alzò di scatto la zampa posteriore destra e sempre altrettanto di scatto la fece scendere, tempestandolo di pedate furiose.

Maggie le sentiva. Le sentiva TUTTE. Gli stavano arrivando addosso, l'una dopo l'altra. Ma private dell'immancabie carico di danni e di dolore che invariabilmente si portavano appresso.

A quelli...CI STAVA PENSANDO NICK.

Se gli stava pigliando TUTTI QUANTI, IN PIENO. Con il corpo che perdeva sempre più vigore ad ogni impatto subito, diventando ad ogni secondo sempre più flaccido ed inerte. E lei...

Lei SENTIVA ANCHE QUELLO, PURTROPPO.

Si trovava ridotto allo STREMO.

Era ALLA FINE.

ERA ORMAI PROSSIMO ALLA FINE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finnick li stava guardando.

Non poteva proprio farne a meno. Non lo poteva proprio evitare, nemmeno se lo volesse.

Neanche se aveva deciso di TIRARSENE FUORI.

Ma non si può mai tirarsene fuori. Non del tutto, almeno. Specie quando di mezzo ci sono le vite di chi si ha di PIU' CARO AL MONDO.

E nel caso del piccoletto...due inequivocabili appartenenti ed esponenti della CATEGORIA IN QUESTIONE si trovavano proprio lì, davanti a lui.

La cerbiatta non se la stava passando NIENTE BENE.

Men che meno il suo socio.

Si morse le labbra, in preda alla smania e all'impazienza.

Cosa doveva fare?

Cosa avrebbe dovuto fare?

In realtà era IN ERRORE. Un errore voluto, escogitato apposta per farlo auto – sviare da quella che era LA DOMANDA AUTENTICA.

Lo sapeva già.

SAPEVA GIA' quel che doveva fare.

Il punto era...SE LO AVREBBE FATTO DAVVERO.

Era proprio come aveva detto BAMBI.

Aveva avuto ragione.

Alla fine era solo una questione di CORAGGIO.

Ma non si trattava del coraggio di FARE LA SCELTA GIUSTA.

GIA' LA CONOSCEVA, la scelta che avrebbe dovuto fare.

La conosceva SIN TROPPO BENE.

Si trattava di UN ALTRO TIPO DI CORAGGIO.

Del coraggio DI ANDARE FINO IN FONDO.

Il DEMONE che aveva di fronte...NON SI POTEVA FERMARE.

Mancava IL DIO ADATTO A QUELLO SCOPO.

Il Dio che lo poteva fermare...era MORTO.

MORTO DA UN PEZZO.

DIMENTICATO, ABBANDONATO E SEPOLTO, IN TERRA IGNOTA.

E quando DIO E' MORTO...l'unica cosa che può PLACARE LA RABBIA DI UN DEMONE...

L'unica che può placarlo é UN SACRIFICIO.

UN SACRIFICIO DI SANGUE.

Le vittime designate erano NUTS e NICKYBELLO.

Non rimaneva che una possibilità.

Qualcuno...qualcuno DOVEVA PRENDERE IL LORO POSTO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si stava infuriando sempre di più. Ad ogni colpo.

Non si fermava.

Non voleva più fermarsi.

Voleva...

Voleva CANCELLARLO DALLA FACCIA DELLA TERRA. E...

E ci sarebbe senz'altro riuscito, di questa lena.

“BASTA!!”

Zed si bloccò.

Maggie, un istante prima che arrivasse il prossimo calcio, aveva cacciato un urlo disperato e si era messa seduta. Ed aveva preso a stringere a sé Nick, che nel frattempo pareva aver perso i sensi, all'altezza del suo grembo.

La volpe aveva tutta l'aria di essere rimasto totalmente priva di conoscenza. Aveva gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, con mezza lingua di traverso. Era completamente immobile,e stava respirando a fatica.

La daina sembrava davvero una madre che stava difendendo disperatamente, con le unghie e con i denti, il suo cucciolo dall'assalto di una torma di bestie assetate di cibo e carne.

Tese una mano in direzione della pantera, in segno di resa.

In segno di tregua.

“B – basta, t – ti prego...l – lo...lo stai A – AMMAZZANDO, d – di q – questo passo” gli disse, tra i continui e ripetuti singhiozzi.

Stava piangendo a dirotto, ormai.

“Basta, t – ti prego...” ripeté, con la voce rotta. “Sm – smettila...smettila, per favore. P – pietà. Basta...smettila. Smettila di picchiarlo, ti prego. N – non...non lo picchiare più. C – così...così l – lo AMMAZZI, i – in questo modo. S – se continui...se continui...s – se c – continui c – così l – lo...se continui c – così L – LO A – AMMAZZERAI...b – basta, t – ti scongiuro.”

“Piangere non ti servirà a NULLA” le rispose Zed, completamente sordo ed immune sia a quelle parole che a quel tipo di suppliche. “Niente lacrime. La sofferenza...NON VA SPRECATA. Non bisogna MAI BUTTARLA VIA IN QUESTO MODO. Ha senso solo se va di pari passo con un'adeguata dose di DOLORE FISICO. Se ad accompagnarla ci sono solo TERRORE ed ANGOSCIA...allora la stai proprio GETTANDO AL VENTO.”

“T – ti p – prego, n – non...non f – farlo...i – io...io n – non...”

“Lui...lui SIGNIFICA QUALCOSA, per te?” Le domandò, indicando Nick.

“T -ti p – prego, n – non...”

“Parlo ARABO, forse?” La incalzò lui. “A scuola non te lo hanno insegnato, che bisogna rispondere alle domande di chi STA SOPRA DI TE? Te lo richiedo un'ultima volta. Lui...SIGNIFICA QUALCOSA, per te? RISPONDI!!”

Maggie lo fissò, senza riuscire a dir nulla.

“RISPONDI, HO DETTO!!” Tuonò il bestione. “TI HO DETTO DI RISPONDERE!!”

“I – io...” balbettò lei. “Io...io...”

Zed sogghignò. Gli bastava ed avanzava, come dichiarazione.

“Uh, uh, uh...immagino di si.” concluse. “Bene. Se non ce la fai più ad assistere...se non ce la più a sopportare tutto questo, vorrà dire che TI UCCIDERO' PER PRIMA. Così non sarai costretta a vederlo morire.”

“Ma non ti devi affatto preoccupare.” aggiunse poi, beffardo. “Subito dopo...TI RAGGIUNGERA' ANCHE LUI. Vi ritroverete tutti e due ALL' INFERNO.”

Alzò il pugno destro e se lo portò dietro alle proprie spalle e alla propria testa, con esasperante lentezza. E pronto a scagliarlo per un'ultima, letale volta.

“Addio.” disse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“FFIIIIUUUIIITTT!! EHI, TU!!”

Un nuovo grido. A braccetto con un fischio acutissimo. Talmente acuto da sembrare un sibilo. E così tagliente da far male persino alle orecchie di chi aveva la sfortuna di trovarsi all'ascolto.

Gli venne quasi la voglia di tapparsi le orecchie. Purtroppo...non gli era mai riuscito di desensibilizzare pure i timpani.

Zed guardò alla propria destra, con un'espressione che stava giusto alla metà tra l'incuriosito e lo spazientito.

E adesso chi diamine poteva mai essere, questo nuovo GUASTAFESTE?

Non gli piaceva. Non gli piaceva per niente. Di solito...era abituato a lavorare con le cose che andavano liscie come l'olio. Ma...

Ma quella sera iniziavano davvero ad esserci TROPPI INTOPPI, per i suoi gusti.

Troppe INTERRUZIONI. E troppi SCOCCIATORI.

DAVVERO TROPPI.

Non gli piaceva. C'erano STRANE FORZE che si agitavano, quella notte.

Troppa sfortuna. Energia CATTIVA.

Non gli piaceva. Non gli piaceva PER NIENTE.

Le cose non stavano affatto andando come voleva. E come aveva stabilito che dovessero andare, sin dall'inizio.

Quando lui decideva una cosa...QUELLA ERA. E se non filavano PRECISAMENTE come come voleva...allora doveva esserci CHIARAMENTE qualcosa che non andava.

Qualcosa di FUORI POSTO. E che si ostinava a non filare per il verso giusto.

Si era girato di scatto ed aveva aguzzato la vista, per mettere immediatamente a fuoco l'identità del nuovo arrivato. Senza che nessuno glielo avesse chiesto, tra l'altro.

Di chiunque si trattasse...doveva venire PUNITO.

Toh.

Un'altra volpe. E con questa erano già a DUE.

Cominciavano ad essere IN TANTE, in quel luogo.

TROPPE.

Un piccolo fennec. Una piccola, insignificante volpe del deserto.

Con ogni probabiltà doveva trattarsi dell'elemento ancora mancante all'appello del terzetto.

Doveva essere il tizio del furgone. Quello che era giunto in soccorso ed in aiuto dei due ufficiali di polizia facendo irruzione col suo mezzo all'interno del commissariato ormai avvolto dalle fiamme, e tirandoli fuori entrambi da quella che era ormai una trappola infuocata. E che avrebbe dovuto tramutarsi nella loro tomba.

Quasi se n'era scordato, di quel tipo.

QUASI, aveva detto. Ma, per fortuna...

Per fortuna aveva avuto l'accortezza di PRESENTARSI LI' DA SOLO. Senza che si dovesse prendere la briga di andare a STANARLO.

Neanche lui. Neanche lui DOVEVA SCAMPARLA.

Nemmeno lui si sarebbe SALVATO.

Ma mettersi a fare un po' di SANA COMMEDIA, dando l'illusione e la falsa speranza di potersela davvero riuscire a cavare in qualche modo...non guastavano afftto.

Non guastavano mai.

“Ah...” fece. “...Il BUON SAMARITANO. E' la seconda volta che ti metti in mezzo ai miei paini. Dovrei UCCIDERTI SEDUTA STANTE solo per questo, lo sai?”

“E comunque...” aggiunse subito dopo, “...cosa diavolo vorresti, hm? Sei venuto a PRENDERLE ANCHE TU PER SOLIDARIETA' VERSO I TUOI AMICI, per caso?”

Il tappo non diceva nulla. Ma l'espressione che aveva in volto già diceva tutto senza bisogno di sprecare tante parole.Era uno sguardo ricolmo di disapprovazione e risentimento.

Persino RIBREZZO, si sarebbe potuto dire. Ma non soltanto.

C'era indubbiamente di più, oltre al senso di SFIDA.

Una sorta di FATALISTICA RASSEGNAZIONE.

Alla situazione attuale. All'inevitabile. E a chissà cos'altro.

Risultava piuttosto difficile interpretare i suoi pensieri. Ma sia l'aria attorno a lui che l'atteggiamento risultavano chiaramente OSTILI.

Anche se non si era posto ostentatamente a difesa dei suoi due compagni in difficoltà...era arrivato col chiaro inetnto di METTERGLI I BASTONI TRA LE RUOTE.

Lo si VEDEVA LONTANO UN MIGLIO, ed anche di più. Lo si percepiva in modo fin troppo facile ed inequivocabile.

Ma, nonostante ciò, e nonostante l'impressione che dava...Finnick seguitava a rimanersene muto. A non spiccicare parola.

“Allora?” gli fece Zed. “Ti hanno mangiato la lingua? Oppure ti serve forse il PERMESSO SCRITTO? Deciditi a dire qualcosa.”

Anche Maggie lo stava fissando. Ma lei era sbalordita. Al contrario del grosso felino.

Per il semplice fatto che oramai gli aveva dato il BENSERVITO, dentro al locale di Tobey. Riteneva di aver definitivamente TAGLIATO I PONTI, dopo la loro ultima litigata. E che il piccoletto avesse deciso di FARE ALTRETTANTO, abbandonandoli al loro nefasto e tristo destino.

E invece...

“F...F...” Mormorò.

“Va tutto bene, EMME” le disse lui, a momenti senza nemmeno guardarla. “Ho CAMBIATO IDEA, TUTTO QUI.”

Era incredibile.

Le aveva dato l'impressione di aver aperto bocca solo per impedirle di PRONUNCIARE IL SUO NOME PER INTERO. Prima che potesse riuscire a farlo. Ma la cosa più singolare...

La cosa più singolare era che per LA PRIMA VOLTA da quando lo aveva conosciuto si era espresso senza utilizzare quella sorta di curioso IDIOMA FINTO – ISPANICO imbastardito con almeno MEZZO MILIONE di altre lingue diverse.

Sembrava lo avesse PERSO. SMARRITO DI BOTTO. Era...

Era una cosa addirittura INQUIETANTE. Non pareva...

Non pareva NEANCHE LA STESSA PERSONA DI UN ATTIMO PRIMA.

Ma come era possibile?

Poi si ricordò di una cosa.

Si ricordò delle parole di chi stava stringendo al suo petto in quel preciso momento.

E cioé che, quando si trattava del buon vecchio Finn...TUTTO ERA POSSIBILE.

“E va bene.” Annunciò poco distante Zed, ormai al limite della pazienza. “La sai un cosa, sgorbio? Ancora non avevo deciso se di te MI IMPORTASSE QUALCOSA O MENO. ABBASTANZA DAL PUNTO DI VOLERTI AMMAZZARE, intendo dire. Ma col tuo modo di fare...ti voglio avvertire che hai segnato la tua DEFINITIVA CONDANNA A MORTE. Lo considero un vero e proprio AFFRONTO nei riguardi del sottoscritto.”

E non che avesse tutti i torti. Anche senza dir niente...quella pulce gli stava facendo un'autentica DICHIARAZIONE DI GUERRA.

Ignorò totalmente sia Maggie che Nick, e prese ad avanzare verso colui che aveva stabilito come nuovo bersaglio della sua incommensurabile rabbia.

“Tu...SARAI IL PRIMO.”

A quel punto...accadde qualcosa. Una cosa davvero STRANA.

Finnick, sempre restandosene in perfetto silenzio, cominciò a frugare nella tasca destra dei pantaloncini. Dopo pochi secondi tirò fuori una sigaretta e se la mise in bocca. Una sigaretta realizzata in maniera artigianale, alla buona. E di sicuro CONDITA con qualche sostanza psicotropa proveniente dalla sua scorta personale. Doveva essere qualche sua rinomata specialità, ricavata ed estratta dritta dritta dal suo ormai ben noto GIARDINO DELLE PRIMIZIE.

Si fece una decisa aspirata e la sigaretta, quasi magicamente...SI ACCESE.

Un tenue bagliore rosso comparve all'estremita'. O, forse...era semplicemente RICOMPARSO.

Forse l'aveva semplicemente RIACCESA. Per quanto potesse risultare INVEROSIMILE.

Ma quando c'era di mezzo il FOLLETTO DEL DESERTO...NIENTE ERA INVEROSIMILE.

Ormai era COSA FIN TROPPO NOTA.

Tutto ciò comunque non impressionò minimamente Zed, che anzi volle accelerare ulteriormente il passo.

Voleva sbrigare LA NUOVA PRATICA il più in fretta possibile, per potersene poi tranquillamente tornare alle due vecchie lasciate in sospeso, suo malgrado.

Giusto un istante prima di arrivare a tiro Finnick alzò la mano destra, con fare tranquillo. Fu un movimento lento, cadenzato. Persino ricercato e studiato. Quasi TEATRALE, si sarebbe potuto dire.

Dava tutta l'impressione di preparare qualcosa.

Stese quindi l'indice, il medio e l'anulare in contemporanea, tenendoli ben dritti.

In principio li rivolse contro sé stesso, portandoli all'altezza dei suoi occhi. Quindi li girò in direzione di chi stava sopraggiungendo, ma questa volta all'altezza della sua gola. Ed infine, dopo averli girati ancora contro di sé...se li puntò contro alla propria di gola, pigiando forte.

Il tutto con con sguardo contrito, serio ed incredibilmente severo.

Persino per UNO COME LUI..

Zed, a quel gesto, arrestò di colpo la propria corsa.

Sembrava...no, ERA SORPRESO.

E VISIBILMENTE, anche.

Aveva persino inarcato leggermente un sopracciglio. Anche se, nella perenne inespressività del suo muso, un simile movimento doveva essere apparso come minimo QUASI IMPERCETTIBILE.

“...L' EDITTO DEI TRE GIORNI.” disse, a voce bassa. “...Tu...sei UNO DI NOI.”

“No” lo corresse all'istante la piccola volpe, con il tono di chi quasi si sentiva SCHIFATO, da quella eventualità. “Ti sbagli. E di grosso, anche. Ti posso garantire che non ho proprio NULLA A CHE FARE, con voi. Non ho proprio NIENTE A CHE SPARTIRE, CON LA SPAZZATURA DEL TUO CALIBRO.”

“Chi diavolo sei, tu?” Gli domandò la pantera.

“Ci sono non ti riguarda” fu la risposta da parte di Finnick. “Ti basti solo sapere quel che ti ho detto. Non c'entro nulla, con voialtri. Né con te, Né con GLI ESCREMENTI CHE TI TRASCINI APPRESSO E CHE TI PORTI DIETRO per ragioni che continuo ad ignorare. E di cui NON MI FREGA NULLA, se ci tieni a saperlo. Ma levami giusto una curiosità...quando devono andare AL GABINETTO A SVUOTARE LA VESCICA, lo sanno che prima di TIRARLO FUORI DEVONO SLACCIARSI LA PATTA ED ABBASSARSI I PANTALONI? O devi PROVVEDERE TU? Sai...mi sembrano tanto i classici tipi che da soli NON SONO NEMMENO IN GRADO DI SOFFIARSI IL NASO. Ce l'hanno un minimo di LIBERTA' DECISIONALE e di AUTONOMIA PERSONALE, le AMEBE INCROCIATE A PROTOZOI che ti SCODINZOLANO DIETRO? O se gli dici di BUTTARSI DENTRO AD UN BURRONE LO FANNO SENZA PENSARCI DUE VOLTE?”

Arrivò un forte brusio, dal gruppo di sgherri poco distante. Ma non erano risate né motti di scherno, questa volta. Piuttosto...note di POLEMICA e MALANIMO.

Erano senza dubbio CONTRARIATI.

Si. Li aveva decisamente PUNTI SUL VIVO.

Del resto...la verità può fare DAVVERO MALE. MOLTO MALE.

“Si può sapere di che stai parlando?” Intervenne Zed, stroncando il vociare sul nascere.

“Ma niente” fece Finn, affettando noncuranza. “Classiche frasi da MEMBER HERECTUS, come direbbero i LATINI. Quelle belle frasi DA DURO che nel corso dei decenni hanno fatto la fortuna di HOLLYWOO, ovviamente senza la D, ed in genere dell'industria cinematografica tutta. Le si può trovare in centinaia di film. Sono VECCHIE COME E QUANTO IL CUCCO, eppure...funzionano sempre. Funzionano alla grande. Specie per quelli COME ME. E COME TE, almeno si spera. Fanno MASCHIO. Fanno TESTOSTERONE. Fanno GALOPPARE GLI ORMONI. E fanno anche RIZZARE E DIVENTARE BEN TURGIDO IL CA...”

“Piantala.” Lo interruppe il felino. “Dimmi cosa vuoi, piuttosto. E fà alla svelta.”

“Ma come?!” fece il fennec. “Non ti piacciono i film? Io li adoro!! Almeno te lo leggi qualche libro, ogni tanto?”

“Ti ho detto di DARCI UN TAGLIO!!” Ribadì l'altro, evidentemente al colmo della misura. “E dirmi COSA ACCIDENTI VUOI. Sappi che la mia tolleranza, al contario della mia FORZA...é MOLTO ESIGUA.”

“Cosa voglio io, dici?” Chiese il piccoletto. “Niente. Assolutamente NIENTE. Anche perché...non ho bisogno certo di aggiungere qualcosa. Quel che ho fatto in precedenza...é stato di per sé ELOQUENTE.”

“Dunque...non é stato un caso.”

“Ti pare possibile che lo sia stato?”

“Per l'ultima volta...dimmi cosa vuoi.”

“Te l'ho detto...niente. Ma sei HAI RICONOSCIUTO IL GESTO...allora SAPRAI ANCHE CHE SIGNIFICA.”

“Lo so, cosa significa.”

“Ma ceeerto che lo sai. Ho visto come ti sei fermato. E ho visto la faccia che hai fatto. Piuttosto...CI STAI O NO?”

Zed, pazzesco a dirsi...rimase fermo, senza parlare. Appariva alquanto indeciso.

“ALLORA? CHE MI RISPONDI?” Gridò il tappo. “NON HAI MOLTE ALTERNATIVE, A RIGUARDO. O CI STAI, O NON CI STAI!! NON ESISTE UNA TERZA SCELTA, E' CHIARO?! O CHIAMI, O TE NE TIRI FUORI!! E VOGLIO SENTIRLO FORTE E CHIARO, DALLA TUA BOCCA!! ORA!!”

“Ci sto, non temere.” Disse il colosso. “Visto che hai così tanta voglia di morire...TI VOGLIO ACCONTENTARE. Dimmi solo DOVE VUOI LASCIARE IL TUO CORPO.”

“Qui va benissimo.”

“Ottimo. Mi piacciono le PERSONE PRECISE. Ci si rivede tra TRE GIORNI ESATTI, allora. A PARTIRE DA ADESSO. In fin dei conti...sarebbe un vero peccato AMMAZZARVI TUTTI QUANTI SUBITO, visto che mi avete FATTO DIVERTIRE. Quindi, in onore del vostro coraggio e siccome si dà il caso che me la stia SPASSANDO...ho deciso di CONCEDERVELI. Ma prima...”

Fece un rapido dietro – front e tornò dalla coppia di poliziotti. Allungò quindi una delle sue mani, gonfiando i possenti muscoli che la contornavano e che erano adibiti al suo movimento, e strappò Nick da Maggie e dal suo abbraccio, affrerrandolo per il bavero.

“NO!!”

La daina aveva tentato di opporsi. Ma il tutto era successo in maniera estremamente rapida. TROPPO rapida.

Non aveva potuto fare pressoché nulla, per impedirlo. A parte manifestare il proprio aperto dissenso a tale mossa da parte della belva con un grido. Rimasto anche quello inascoltato, purtroppo sia per lei che per la persona di cui stava cercando disperatamente di salvaguardare l'incolumità, con ogni mezzo e con ogni forza residua rimasta.

Zed esibì la volpe come un trofeo, mostrandolo orgoglioso a tutto l'uditorio. Sia i suoi, che applaudirono indecorosamente, sia a coloro che stavando cercando di opporsi in qualche modo al suo strapotere.

Il rosso predatore pareva un manichino senza fili a condurlo. Le braccia e le gambe a penzoloni, la testa contro alla base del collo. Una vera e propria marionetta alla mercé del suo costruttore.

Ridotto alla sua mercé, ed alla più totale impotenza. In sua completa balia.

La sua vita, ed insieme la continuazione di essa erano aggrappate al suo umore e ad un suo capriccio.

Avrebbe potuto FINIRE LI', da un istante all'altro.

Avrebbe potuto davvero FINIRE TUTTO QUANTO LI'. Ma...

Ma erano CAMBIATI I PIANI. Almeno PER IL MOMENTO.

“Quando questo FANTOCCIO che avete messo per SCERIFFO e che OSA DEFINIRSI TALE si risveglierà, SEMPRE AMMESSO CHE CI RIESCA E PER TEMPO...” sentenziò la pantera, “...ditegli che se mai gli riuscirà di riprendersi ha TRE GIORNI DI TEMPO per FARE I BAGAGLI E FUGGIRSENE DA QUI A ZAMPE LEVATE. Perché dopo che avrò finito col PICCOLETTO che si é messo in testa di volermi affrontare...TOCCHERA' DI NUOVO A LUI, SE COMMETTERA' LA TREMENDA IDIOZIA DI FARSI TROVARE ANCORA NEI PARAGGI AL MIO RITRONO. Se sarà così STUPIDO da volersi ostinare a rimanere, ed io ho proprio motivo di ritenere che LO SARA'...lo aspetterà LO STESSO TRATTAMENTO DI QUESTA NOTTE. E gli toccherà di PATIRE DI NUOVO GLI STESSI TORMENTI. Glieli RE – INFLIGGERO' UNO AD UNO, DI NUOVO. E quando avrò finito con lui...LEGHERO' CIO' CHE NE RIMANE AL RETRO DELLA MIA MACCHINA. E POI LO PORTERO' A FARE UN GIRO PER TUTTO IL PAESE E DINTORNI, TRASCINANDOLO FINO A CHE NON SARA' RIDOTTO AD UNA POLTIGLIA SANGUINOLENTA.”

“P – puoi...puoi G – GIURARCI, che ci sarò. C – ci p – puoi g – giurare A – ASSOLUTAMENTE.”

Zed buttò giusto una puntata con la coda dell'occhio. Ma un ennesimo urlo, insieme ad un NOME, pronunciato da parte di Maggie gli fece capire come stavano le cose senza nemmeno il bisogno di guardare direttamente.

“NICK!!”

La volpe aveva afferrato con entrambe le mani il polso dell'arto che lo stava tenendo sollevato di peso. Ed aveva spalancato di colpo entrambe le palpebre, pur mezze enfiate per via delle botte.

“Oh, si” specificò. “M – mi hai s – sentito. N – non d -darti p – pena, tranquillo. Q – quando verrai...quando v – verrai q – qui....quando t – tornerai m – mi...mi r – ritroverai ESATTAMENTE QUI AD A – ASPETTARTI, a – amico. E...e che il c – cielo m – mi possa f – fulminare s -se NON T – TE LA F – FARO' P – PAGARE CARA P – PER TUTTO Q – QUELLO C – CHE H – HAI COMBINATO.”

Zed se ne tronò a guardare dritto il nuovo contendente, ignorando di prosito la sua minaccia.

“Non ho tempo né voglia di sentire i LAMENTI E I GUAITI DI UN CANIDE BASTONATO.” disse, con disprezzo.

“Oh, m – ma...ma i – invece D – DOVRESTI” gli assicurò Nick. “...F – forse...forse n – non c – ci siamo c – capiti, a – allora. T – tu, C – CARO MIO...t – tu M – ME LA P – PAGHERAI. E...e con TUTTI Q- QUANTI GLI I – INTERESSI, stanne p – pur certo.”

“SMETTILA, NICK!!” Esclamò Maggie. “PER L' AMOR DEL CIELO, NON LO PROVOCARE!!”

“L – la mia v – vice e – esagera c – come sempre” seguitò lui, senza nemmeno badarle.”E' u – un suo v – vecchio v – vizio. I – io...n – non ti sto p – provocando a – affatto. T -ti sto s – solamente dicendo di T – TENERTI P – PRONTO. H – hai...hai c – commesso...stai c – commettendo u – un GRAVISSIMO ERRORE, a N – NON U – UCCIDERMI. E...e n – ne A – AFFRONTERAI LE CONSEGUENZE. D – dovevi...a – avresti d – dovuto f – farlo Q – QUANDO N – NE A – AVEVI LA P – POSSIBILITA'. S -sappi...sappi c- che t – te ne f – farò P – PENTIRE AMARAMENTE.”

“Posso sempre RIMEDIARE, se é questo il tuo pensiero.” gli rispose la pantera.

Lo scagliò con violenza a terra. Poi, per ribadire meglio il suo disprezzo e quanto detto in precedenza sputò di nuovo verso di lui, questa centrandolo in pieno sulla nuca.

“Fatti soltanto rivedere qui tra tre giorni e sarà LA TUA FINE.” gli raccomandò. “Mi basterà scorgere anche solo la TUA OMBRA e TI FARO' A PEZZI CON LE MIE STESSE MANI.”

Sollevò la gamba destra, portandola all'indietro. Poi lo calciò in pieno torso, dandosi lo slancio come se stesse tirando un PENALTY durante una partita valevole per la finale di un campionato di FOOTBALL.

Nick venne scagliato distante, quasi sollevato dal terreno e roteando vorticosamente su sé stesso come una vecchia trottola di legno sopra al suo puntale. Si fermò giusto giusto cinque metri circa più in là dopo aver tirato su un nugolo di polvere, completamente esanime.

“NICK! NICK!!” Lo chiamò Maggie, agitando un braccio verso la sua sagoma ormai lontana. Quasi a lanciarlo, come se avesse potuto riprenderlo al volo o bloccare la sua corsa, in qualche modo.

“Ci si ritrova qui.” disse il felino, rivolgendosi ancora a Finnick. “TRE GIORNI. A PARTITE DA ORA.”

“Right.” rispose l'altro, cercando di mantenere il controllo.

“Da qui a tre giorni sarà TREGUA. Fossi in te...fino ad allora penserei soltanto a SPASSARMELA e DIVERTIRMI.” gli suggerì la pantera. “E non costringermi a venire a cercarti. Perché se solo ci provi...se soltanto ti azzardi, a fuggire e a non mantenere la parola data...allora sarà GUERRA APERTA. PER TE, prima di tutto. E prima di chiunque altro. Ti inseguirò fino in capo al mondo, e non avrò pace fino a che non ti avrò ritrovato. E fino a che non ti avrò di nuovo A TIRO DEI MIEI ARTIGLI. E sappi che non esisterà posto al mondo, dove tu ti possa nascondere.”

“Non ti preoccupare” replicò subitaneamente il fennec. “Io ho UNA SOLA PAROLA, sappilo. Per chi diavolo mi hai preso? Per un VIGLIACCO, forse?”

Aveva gettato uno sguardo di sfuggita a Maggie, mentre aveva pronunciato quel vocabolo.

“Inoltre” continuò, “Non badare a quello che farò per ammazzare il tempo in questi tre giorni. Quello...é AFFAR MIO. Tu vedi di NON DARTELA A GAMBE, piuttosto.”

“Non succederà.” gli fece Zed, di rimando. “Anch'io ho UNA SOLA PAROLA, se ci tieni a saperlo. Ma anche SE NON CI TIENI. E' UGUALE.”

Detto questo il bestione si mise ad annusare l'aria attorno a sé.

Evidentemente...la supposizione di Nick relativa al fatto che dovesse sentire UNICAMENTE IL SUO ODORE appariva quantomeno ERRATA. Poteva sentire benissimo anche QUELLO DEGLI ALTRI, a quanto si poteva notare.

“Mph. Eh, eh, eh. Fai tanto L' ARROGANTE, ma...in realtà SEI TU QUELLO CHE HA PAURA, qui. Lo si nota CHIARAMENTE.” affermò, ridendo di gusto.

E visto che l'affermazione in questione riguardava proprio Finnick...NON AVEVA TUTTI I TORTI, A RIGUARDO. Anzi...NON AVEVA PROPRIO NESSUN TIPO DI TORTO.

Il tappetto stava SUDANDO LETTERALMENTE FREDDO, da sotto al pelo. E nonostante stesse cercano in tutti i modi di NON DARLO A VEDERE...la cosa non doveva essere AFFATTO SFUGGITA, al colosso.

Quest'ultimo lo indicò con un dito.

“La sigaretta che stai fumando.” gli disse. “E' AL CONTRARIO.”

In effetti aveva ragione DA VENDERE anche su questo. Ragione PIENA.

La sigaretta CONDITA che il piccoletto era intento a sfumacchiarsi...era davvero AL CONTRARIO. La parte che sbucava dalle sue nere labbra, al termine dell'affusolata parte centrale...era IL CARTONCINO PRESSATO ED ARROTOLATO DEL FILTRO.

SE LA STAVA FUMANDO A PARTIRE DAL FILTRO.

Beh, che altro c'era da dire, se non...che se aveva potuto constatare il suo nervosismo da un particolare di stampo prettamente VISIVO, allora forse la precedente teoria dell' OLFATTO A SENSO UNICO non era proprio da BUTTARE VIA.

Il buon vecchio Finn doveva avere davvero i suoi poveri nervi a fior di pelliccia. Ma non si perse d'animo.

Tirò su un'altra profonda boccata, stringendo e schiacciando le guance.

“MMMMPPPPPHHHH!!”

La brace si ravvivò e ciò che rimaneva della sigaretta venne ridotto in men che non si dica ad uno stecchino di cenere nera e fumante, che gli cadde ai piedi nel giro di una frazione di secondo.

Anche al contrario...se l'era letteralmente DIVORATA, quella paglia.

Poi buttò fuori tutto il fumo passivo a pieni polmoni, in una sola volta. Accompagnando l'emissione con un sonoro rutto.

“BBEEUUURRKKK!!”

Grazie al rigurgito gassoso modellò la coltre vaporosa facendole prendere la forma di un grosso anello verticale che arrivò fino all'avversario. Per di più, lo spostamento d'aria gli aveva pure leggermente scompigliato ciò che gli rimaneva della sua pelliccia quasi interamente sfregiata.

Per voler tacere poi delle miriadi di antifurti che presero a strillare e strepitare tutti insieme, in seguito all'onda d'urto sonora.

Proprio come quello che aveva attivato lui gettando Nick di peso sulla carrozzeria dell'auto che lo ospitava. Ma MOLTIPLICATO PER VENTI, O FORSE PIU'.

Zed non si scompose, e si limitò a disperdere il fumo con ampio e quasi elegante movimento della mano.

“PAURA, EH?” Disse Finn. “EMBE'?! Cosa mai ci sarebbe di strano? Devi sapere che solo I CRETINI e i DEFICIENTI non hanno paura. Ma se questa é tutta la paura che riesci a farmi...allora vedremo CHI TRA NOI DUE AVRA' DAVVERO PAURA, tra tre giorni.”

“Non ci sarà proprio UN BEL NIENTE, da vedere.” lo contraddisse Zed. “Tra tre giorni...TE LO FARO' VEDERE IO, CHE COS'E' IL VERO TERRORE. E sarà L' ULTIMA COSA CHE VEDRAI, SU QUESTO MONDO.”

“Ancora una cosa” ordinò infine, rivolgendosi ad entrambe le figure rimaste ancora all'ascolto. “Quel SUV che si trova ancora parcheggiato vicino al mucchio di ROVINE FUMANTI che una volta erano la vostra STAZIONE DI POLIZIA...quello E' MIO. Può darsi che MI PIACCIA. LO VOGLIO. Lasciatemelo lì per quando torno. Con le chiavi infilate a lato del volante o sopra al cruscotto, non mi importa.”

Finita la frase prese ad allontanarsi, raggiungendo i membri rimanenti che componevano la sua masnada.

Si avvicinò al suo vice, invitandolo a riconsegnare la felpa. E quello gliela porse, senza fiatare.

“Andiamocene via da qui, CRUSHER.” gli disse Zed, battendo un leggero colpo di pugno a martello sul cofano del pick – up. “Subito. Si torna tra tre giorni.”

E senza nemmeno aspettare la risposta aprì la portiera anteriore dalla parte del passeggero e si issò a bordo.

“Si, capo” rispose il leopardo, correndo al proprio posto e mettendosi immediatamente al volante.

Tutti gli altri fecero la stessa cosa, senza aspettare o correre il rischio di farselo ripetere una volta di più.

Ognuno di loro si risedette a bordo del proprio veicolo e ripartirono tutti quanti all'unisono tra schiamazzi, risate sguaiate, assordanti colpi di clacson e dando di gas a più non posso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli allarmi avevano cessato di suonare.

Tutti insieme. Come tutti insieme avevano cominciato a farlo.

Rimasto padrone assoluto del campo, Finnick tirò un sospiro.

“Eh...ormai quel che es fatto es fatto” disse tra sé, a voce alta. “Inutile starce a rimuginare sopra o a CHIAGNERSE addosso. No sierve a nada, a nulla, piangerce sopra giunti ad esto punto. NINGUNA LAGRIMA, SOPRA AL LECHE VERSADO. Non besogna buttarce nemmeno una lacrima, sul latte versato a tierra. Ormai es accaduto. Ormai es succiesso.”

Maggie, poco distante da lui, era in ginocchio, seduta sui propri talloni. Ed era ancora PARALIZZATA.

Avrebbe dovuto, avrebbe VOLUTO tanto alzarsi in piedi, correre verso il suo capitano, sincerarsi delle sue condizioni, ma...ma semplicemente NON LE RIUSCIVA.

Non le riusciva di fare altro se non rimanere totalmente INEBETITA.

Poi, all'improvviso...SI RICORDO'.

Era finita. Era TUTTO FINITO. PER ORA.

PER TRE GIORNI.

Era POCO, certo. Ma, visto come stavano messi...di sicuro doveva essere MEGLIO DI NIENTE, analizzato sotto ad una certa ottica.

Poteva tornare a RESPIRARE. Poteva tornare a VIVERE. Potev tornare a MUOVERSI.

Ma, prima di ogni altra cosa...

Poteva tornare a FAR SCORRERE LE LACRIME. A FAR SCORRERE IL PIANTO.

LIBERATORIO, di AMMISSIONE DELLA PROPRIA INCAPACITA' od IMPOTENZA...

QUALUNQUE CHE FOSSE LA RAGIONE. Ma...

Ma DOVEVA FARLO.

SI SENTIVA DI FARLO.

Si sentiva di fare SOLTANTO QUELLO.

Soltanto quello. E BASTA. NIENT' ALTRO.

Si accasciò sul davanti, nascondendo il muso tra le braccia conserte ed esplodendo in una serie di ripetuti singhiozzi, che le fecero sobbalzare le sue snelle membra da capo a piedi.

Nick, intanto, si trovava ancora in disparte da loro due.

Era riverso su di un fianco. Gli occhi entrambi chiusi. A corto di fiato, col respiro quasi impercettibile. Eppure...

Eppure SORRIDEVA.

STAVA SORRIDENDO, nonostante tutto.

E stava pure mormorando qualcosa, con un filo di voce quasi prossimo a recidersi. Però ancora PRESENTE. Ancora udibile.

“...E' finita, CAROTINA...E' fatta...s – se ne s – sono andati, finalmente...c – ce L' ABBIAMO FATTA, hai v – visto?...E'...é finita...ce l'abbiamo fatta...se ne sono andati...ABBIAMO VINTO...abbiamo vinto...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Uff, alla fine, anche quest'anno...ce l'ho fatta!! E giusto in tempo, per giunta!!

Detto tra noi...mi sarebbe spiaciuto tantissimo lasciare la vicenda TRONCA e BLOCCATA SUL PIU' BELLO.

Sono contento. E' stata una vera faticaccia, non ve lo nascondo. Tra la mia piccola a casa da scuola, il lavoro in fase di chiusura ed il caldo che non invoglia certo a mettersi al pc a scrivere...ho faticato, e parecchio.

Ci ho dato sotto come un matto. Ma ora, ringraziando il cielo...ce l'ho fatta.

E posso dire di poter partire per le vacanze con il cuore leggero.

Già. Come di consueto, ad ogni mese di Agosto...THE PROMISE YOU MADE si prende il suo buon mese di pausa.

E ci si rivede a Settembre, come sempre.

Vi dirò...mai come quest'anno sento il bisogno di staccare per un po'. Sono arrivato davvero ESAUSTO, questa volta.

Per carità...per ciò che riguarda il recensire e dare il mio parere, quello continuerò a farlo. Leggerò e commenterò tutte le nuove storie che arriveranno. Ma sul pubblicare...non ne voglio sapere più niente almeno per un mese.

Voglio proprio ricaricarmi a dovere. E direi che ci vuole, visto quel che ci aspetta.

La terribile notte che ha sconvolto da cima a fondo le vite dei nostri é finalmente giunta al termine.

Il TIFONE ZED é passato. Lasciandosi dietro una scia di distruzione, feriti e forse anche vittime (ma non disperiamo...).

Il nostro terzetto di eroi é in crisi. Sono emersi conflitti, asperità, contrasti. Eppure...ne sono usciti INDENNI.

Oddio, proprio indenni no. Sono tutti alquanto malconci, ammaccati, feriti...ma sono ANCORA VIVI.

Soprattutto Nick. Ha subito una batosta di quelle che si ricorderà per un bel pezzo.

E' ridotto davvero male. Eppure...NON HA MAI MOLLATO, NEMMENO PER UN SECONDO.

Il suo coraggio é a dir poco INCREDIBILE.

HA CONTINUATO A COMBATTERE NONOSTANTE NON POTESSE NEMMENO RIUSCIRE A MUOVERSI.

Il suo corpo é mezzo disfatto. Ma la sua VOLONTA' ed il suo SPIRITO...bruciano, più ardenti che mai.

Chiunque tra voi legga gli SHONEN, i manga basati sui combattimenti...sa bene che momenti come questi sono a dir poco CRUCIALI, nel corso della storia.

Il protagonista ha subito una pesante sconfitta. Ma il punto della questione...non é tanto rappresentato dal fatto che sia CADUTO A TERRA.

Il bello...sarà vedere QUANDO SI RIALZA.

E detto tra noi...NON NE VEDO L' ORA. Davvero.

Quelle parole che ha detto a Zed, alla fine...non erano certo BUTTATE LI' PER CASO.

Io ho come l'idea che il bestione SE NE PENTIRA' AMARAMENTE, proprio come gli ha annunciato.

Siamo in puro campo SHONEN, miei cari. E lasciatemi aggiungere, con una piccola nota di superbia...che con scene come queste la mia long potrebbe diventare UN MANGA COI FIOCCHI, almeno secondo me.

In quanto a Maggie, cosa posso dire...niente, se non che come sempre HA FATTO TUTTO QUEL CHE POTEVA, NONOSTANTE I SUOI LIMITI.

Sapeva di non poter competere contro un simile essere, eppure...si é giocata IL TUTTO PER TUTTO, senza esitare. Vita compesa.

Tutto, pur di salvare Nick.

Quel poco che può dare...LO DA' SENZA ESITARE.

Grintosa, determinata nonostante il pericolo appena corso. Un pericolo MORTALE, a dirla tutta.

Poi non so voi, ma...a me la parte che é piaciuta di più é stata quella in cui finisce IN LACRIME. Addirittura a supplicare il suo peggior nemico di risparmiare il suo comandante.

Ha forza e fragilità che convivono in un'unica persona.

E' un personaggio davvero straordinario, sul serio.

Non può competere con Judy. Lo sappiamo tutti, fin troppo bene. Ma...non si arrende. Non molla mai. Ci prova e ci continua a provare, senza sosta.

E' disposta a qualunque cosa, per Nick. Persino a MORIRE.

Lo AMA DAVVERO. E la MERITEREBBE DAVVERO, una chance.

Ma non ha agito invano. La forza dei suoi sentimenti ha finito con lo smuovere qualcosa. O, meglio...QUALCUNO.

La forza del suo amore ha MOSSO A PIETA' PERSINO DIO. Che ha finalmente deciso di PROVARE A FERMARE IL DEMONIO IN PERSONA.

E...CHI E' DIO, lì?

Chi é il personaggio da cui ci si può aspettare qualunque cosa? Che può TUTTO?

Esagerazioni a parte...il buon vecchio Finnick si é deciso a DARSI UNA MOSSA, finalmente.

Ha riparato alla colossale figuraccia rimediata la scorsa volta. Ma non solo.

Abbiamo assistito ALLA SVOLTA, in questo episodio. Ha finalmente subito LA SVOLTA che gli serviva, e di cui aveva bisogno da tempo.

Già il fatto che abbia smesso di parlare in FINNICKESE é già di per sé una GROSSA SORPRESA.

E se quella sua strana parlata non fosse altro che UNA FINTA?

Posso solo dirvi questo. Che ben presto scopriremo parecchie cose, sul suo passato.

E...scopriremo anche cosa lo lega a Zed.

Perché tra quei due c'é qualcosa, non lo si può non aver notato. Anche se sembra più da parte del fennec che della pantera.

Per farla breve...ho iniziato a SCAVARE IN PROFONDITA', gente. E ne sono venute davvero fuori DELLE BELLE.

Prapariamoci, ragazzi. Finn...STA PER DECOLLARE.

Lo so.

Perché? Fino ad adesso cosa aveva fatto?” Vi starete chiedendo. “Aveva SCHERZATO, forse?”

Avete ragione. Ma fidatevi di me. Ve l'ho già detto in passato e ve lo ripeto ora.

Con lui...NON ABBIAMO VISTO ANCORA NIENTE.

Si può fare di meglio di quanto visto fino ad ora?

SI.

NE SONO CERTO.

ABBIATE FIDUCIA.

Ed ora...veniamo a LUI.

Avevo evitato di parlarne, fino ad ora. Me l'ero tenuto per ultimo. Ma adesso...direi che il momento é arrvato.

ZED.

I vostri pareri me li avete detti, a riguardo. E sono contento che vi piaccia.

Vi avevo promesso qualcosa di UNICO, in quanto a MALVAGITA' e CRUDELTA'.

E direi di aver MANTENUTO LA PROMESSA. Ed IN PIENO, anche.

Il discorso é lo stesso di Carrington, anche se qui é portato all'estremo.

A me...non interessano i CATTIVI DI OGGI. Che devono quasi sempre il loro atteggiamento ad una sorta di complesso di inferiorità nei confronti di qualcuno o di qualcosa. O ad un trauma subito. O ad un fraintendimento.

I cattivi di oggi...più che cattivi sono CONFUSI.

No. Io cerco...I CATTIVI DI UNA VOLTA.

Che messi al confronto con la complessità e l'introspezione psicologica dei VILLAIN ODIERNI...indubbiamente appaiono ANACRONISTICI, DATATI, INVEROSIMILI.

ANTIQUATI E TROPPO SEMPLICISTICI, per dirla tutta.

Sarà...secondo me un cattivo NON HA BISOGNO DI MOTIVI, PER ESSERE TALE.

Agisce spinto solo dall' AVIDITA' e dalla SETE DI DOMINIO.

VINCERE. E DOMINARE. Solo QUELLO conta, per loro.

Ma torniamo a Zed.

Da dove nasce, un personaggio così INFERNALE?

Diciamo che la nostra collega Devilangel ci ha azzeccato in pieno.

Un personaggio così non nasce per caso. Ma é frutto di un'accurata ricerca e di un'attenta pianificazione.

La base di partenza é senza dubbio KAHYOUH (o KAIOH, oppure CAIO nella sua versione trasteverina), il principale nemico di Kenshiro nella seconda ed ultima parte del fumetto e cartone HOKUTO NO KEN (e qui, un applauso alla collega DANYDHALIA che ci aveva preso in pieno).

Il maestro dell' Arcana Arte di Hokuto, dotato di un potere incommensurabile e di una malvagità senza pari. La reincarnazione del DEMONIO, per l'appunto.

A me, da ragazzino...faceva UNA PAURA DEL DIAVOLO, giusto per restare in tema. Sembrava davvero SATANA IN PERSONA, con quella maschera ed il volto sempe coperto. Senza contare i fumi e i vapori infernali che gli fuoriuscivano senza sosta dall'armatura...

Poi, va beh...si scopre che anche lui aveva sofferto molto, da piccolo. Come il 90% di tutti i cattivi di Ken. Lì l'unico davvero cattivo era JAGGER e basta, mi sa. Ed infatti...ERA SCEMO.

Poi ho preso spunto da MORLUN, il vampiro psichico che affronta Peter Paker/Spiderman in TORNANDO A CASA (HOMECOMING, nell'originale. Ma non c'entra nulla, con il film), l'ormai celeberrima storia che ha segnato l'esordio di J. Michael Straczynski alla conduzione delle avventure dell' Uomo Ragno, e l'inizio della cosiddetta “Saga dei Totem”.

Il suo scopo é quello di divorare e prosciugare le energie vitali del famoso supereroe. Vive da centinaia di anni, e considera qualunque essere vivente ad eccezione di lui come CIBO. Nulla più.

Un gran bel personaggio, comunque. Vi confesso che mi piacerebbe vederlo in qualche prossimo film. Ma non in quelli del Marvel Cinematic Universe. Magari nel sequel del fantastico SPIDER – MAN: UN NUOVO UNIVERSO, vista la sua abitudine di viaggiare attraverso le varie dimensioni ed universi paralleli...

Per la componente sadica e la tendenza ad infierire selvaggiamente sugli avversari feriti mi sono basato su GRANDE TIGRE (Tiger Mask – The Great), l'ultimo grande avversario di Naoto Date/Uomo Tigre nel cartone.

Anche costui é dotato di una malvagità e di una crudeltà senza pari.

Provate a vedervi l'ultima puntata, gente. Anche l'episodio più sanguinoso di Ken é roba da EDUCANDE, al confronto.

Per la freddezza ho preso da DIO BRANDO, il cattivo principale della prima e della terza serie de LE BIZZARRE AVVENTURE DI JOJO. Anche se in realtà lo si tirà in ballo anche in tutte le altre serie, visto che ha combinato tanti di quei casini che gli effetti si ripercuotono invariabilmente in ogni fase delle storia.

Davvero uno dei cattivi PIU' BASTARDI che siano mai esistiti.Capace di compiere atrocità innominabili senza fare una sola piega.

Direi che la ricetta é quasi completa. Ma mancava ancora qualcosa. E anche qui...anche stavolta la nostra DANYDHALIA ha indovinato.

Dicevamo...mancava ancora qualcosa. Finchénon mi sono imbattuto in LUI.

In realtà lo conoscevo già, da estimatore dei fumetti Marvel. Ma in quel caso...ho sempre pensato che avesse motivazioni a dir poco RISIBILI.

Praticamente voleva cancellare la vita nell' universo per FARE COLPO SULLA GNOCCA DI TURNO.

IL POTERE DI UN DIO IN MANO AD UNO COL CERVELLO DI UN BAMBINO DEFICIENTE DELL' ASILO.

Con tutto il rispetto per i deficienti e per i bambini dell'asilo.

Fortunatamente...nel film NON E' COSI'.

Ha una motivazione valida, crede fermamente in ciò che fa e tira dritto come un treno.

Di chi sto parlando?

Di THANOS, ovviamente.

Il cattivo principale degli ultimi due film degli Avengers. INFINITY WAR e ENDGAME.

Una macchina di distruzione assolutamente UNICA, nel suo genere. Dove passa...NIENTE RIMANE PIU' COME PRIMA.

La scena in cui Nick si nasconde nel vicolo per poi venire riagguantato da Zed...quella l'ho presa dallo scontro finale di BLADE RUNNER. Dove Roy Batty, il capo degli androidi ribelli Nexus – 6 (anche se, tanto...SONO TUTTI ANDROIDI, in quel mondo!) concede al detective Rick Deckard cinque minuti per scappare, dopo avergli spezzato due dita. Per poi raggiungerlo dopo tre secondi netti o giù di lì, buttando giù di forza muri e pareti.

Un vero capolavoro, quel film. E dire che da ragazzino mi aveva fatto persino ADDORMENTARE, la prima volta che l'ho visto...poi, col tempo, ho imparato a rivalutarlo.

E' un film che ha i suoi tempi, e va apprezzato rispettandoli.

Comunque...lo ritroveremo abbastanza spesso nel corso della mia storia, statene certi.

Ho voluto parlare di quest'opera per salutare anche il grande RUTGER HAUER, che ci ha lasciati lo scorso 19 Luglio (proprio il giorno del mio compleanno!), anche se ha dato precise disposizioni di farlo sapere UNA SETTIMANA DOPO.

Da professionista e gran signore qual'era...non ha voluto clamori.

Che dire, di lui?

Forse vi basta l'elenco dei personaggi che ha interpretato.

ROY BATTY di BLADE RUNNER.

ETIENNE NAVARRE di LADYHAWKE.

MARTIN, il soldato di ventura de L' AMORE E IL SANGUE.

Senza questi ultimi due...BERSERK non sarebbe mai esisitito.

WULFGAR, il terrorista de I FALCHI DELLA NOTTE. Dove con Stallone (l'agente Derek Da Silva, che sembra il fratello gemello di Serpico) da vita a un duello a dir poco epocale.

Ma soprattutto...il serial killer autostoppista di THE HITCHER – LA LUNGA STRADA DELLA PAURA.

Un tizio che non ha impronte, non si sa da dove venga, e ha un nome che più fittizio non si può.

JOHN RYDER.

Solo una cosa si sa. Che se te lo tiri a bordo...ti aspetta UNA MORTE ORRIBILE.

E nel finale, quando tira le cuoia...il suo corpo SCOMPARE, nell'inquadratura successiva.

Un macellaio uscito dritto dal peggiore degli inferni.

E poi DETECTIVE STONE, FURIA CIECA, LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE e IL MESTIERE DELLE ARMI, entrambi del grande Ermanno Olmi...più tutta una serie di robaccia che merita di essere vista unicamente per la sua presenza.

Perché, da grandissimo quale era, dava sempre il massimo.

Ciao, grande. E grazie di tutto.

Ci si rivede nel PARADISO DEI CATTIVI, un giorno.

Niente inferno, per quelli come lui. I demoni chiederebbero ASILO POLITICO, sul serio.

Ma torniamo all'ultimo episodio. Scusate la deviazione, ma un omaggio ci voleva.

Insomma...per farla breve i nostri eroi Nick, Maggie e Finnick hanno TRE GIORNI per trovare il modo di fermare la mainccia. Per fermare UN' AUTENTICA BELVA ASSETATA DI SANGUE.

Ce la faranno? Ma, soprattutto...

COME FARANNO?

Ne riparleremo al rientro.

Passiamo all'angolo della colonna sonora.

Per la prima parte, dall'inizio fino alla brutta battuta subita da Maggie per mano di Zed...ascoltatevi DANGEROUS d DAVID GUETTA.

Dal momento in cui Nick si butta sulla vice per farle da scudo in poi...sentitevi KEEP ON LOVING YOU dei REO SPEEDWAGON.

E per finire...dall'arrivo del mitico fennec fino alla conclusione del capitolo...sparatevi a tutto volume BAT OUT OF HELL di MEAT LOAF.

Hmm...a tutto volume meglio di no.

VI VERREBBE GIU' LA CASA.

L'effetto combinato di queste tre canzoni é a dir poco STRABILIANTE. Unito al modo in cui si muovono ed in cui interagiscono i quattro personaggi in scena (si, perché sembra di stare in un TEATRO, sul serio. Nel corso di una TRAGEDIA. Ci mancano giusto i RIFLETTORI, ad illuniare le varie zone di palcoscenico ed i vari attori coinvolti di volta in volta) e notando il gruppetto di sgherri in sottofondo, sembra davvero di assistere ad una ROCK OPERA DI IMPATTO SUPERLATIVO.

E, prima di chiudere...arriviamo al consueto angolo dei ringraziamenti.

Un grazie di cuore a Devilangel476, Sir Joseph Conrard (spero di leggere il tuo nuovo episodio, durante le ferie!), hera85 ed EnZo89 (a lui un grazie anche per la recensione al capitolo 61) per le recensioni all'ultimo capitolo.

E, come sempre...un grazie anche a chiunque leggerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

Bene. E' tutto, per ora,

Grazie di cuore e...BUONE VACANZE A TUTTI!!

 

CI RISENTIAMO PRESTO!!

 

 

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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