Serie TV > Everwood
Segui la storia  |       
Autore: Mave    07/08/2019    1 recensioni
Amy è intraprendente e testarda, Colin è riflessivo e in cerca di sé stesso, Ephram è ironico e arguto, Laynie è spigolosa e frizzante, Bright è esuberante ma profondo, Hanna è insicura e sognatrice.
Sei personalità diverse, sei amici, sei ragazzi che crescono ad Everwood...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Allora erano questi i tuoi piani? Costringermi, con l’inganno, a tuffarmi nell’acqua gelida del lago?”

Buck’ s Rock la lasciava sempre senza fiato: uno specchio d’acqua limpida e scura in cui si riflettevano le linee delle montagne circostanti. All’intorno larici e abeti si ergevano da un caotico ammasso di sassi, coperti da cespugli di rododendri e di mirtilli.

Colin si era seduto su quel vecchio tronco nodoso posto poco più a monte e aveva sorriso in direzione di Amy.

Quello era il loro posto speciale.

Riecheggiavano ancora le risate delle loro estati passate, le colonne di spruzzi che si levavano quando andavano sotto e quando riemergevano annaspando; le bracciate in acqua e le gare di tuffi, lui che si scrollava l’acqua dai capelli spruzzando lei…

Cartoline storiche di un passato perso per sempre.


“Chiudi gli occhi!”

Amy non si fidava. Si portò una mano al collo per assicurarsi di non indossare collane che Colin avrebbe potuto slacciarle surrettiziamente e, accompagnata dalla risata allegra del ragazzo, obbedì.

Percepì i palmi delle mani di lui che le coprivano gli occhi per accertarsi che non stesse sbirciando poi un puro brivido d’adrenalina le attraversò la schiena quando quelle stesse dita giocarono sulle linee ben definite del suo collo. Qualcosa le solleticò il petto e, quando riaprì gli occhi, vide luccicare quel piccolo ciondolo: una croce intarsiata in oro bianco.

“Il regalo della mia cresima!”

Aveva esclamato Amy con incommensurabile nostalgia.

“Mi dispiace. Stamattina avevo rubato un raggio di sole ma non so come sia riuscito a scappare dalla scatola. Eppure l’avevo chiusa così bene!”

Aveva scherzato Colin per non lasciarsi sopraffare dall’emozione. Lui non era mai stato troppo bravo con le parole.

“Perciò ti devi accontentare di riavere indietro quello che ti spetta di diritto. Mi ha portato fortuna per tutto questo tempo ma ora è arrivato il momento di restituirtela, non credi?”

Aveva continuato tranquillo, mentre Amy giochicchiava con il ciondolo. Inevitabilmente quella croce riportava alla mente di entrambi ricordi tristi che avevano lasciato cicatrici indelebili.

Amy l’aveva chiusa nel pugno inerme di un ragazzo in coma poche ore prima che il Dottor Brown lo sottoponesse ad una difficile operazione e, da quel giorno di oltre due anni prima, era sempre rimasta con Colin.

“Ho tenuto la tua croce, per tutto questo tempo, mentre portavo la mia di croce!”

Quel gioco di parole era il suo modo di sottolineare quanto fosse stata indispensabile la presenza della ragazza al suo fianco durante quella dura lotta per la vita.

“Non c’è niente da guadagnare a rivangare il passato, Colin. È solo un modo per farci ancora del male!”

Per lei il passato era una catena, un ancora che impediva di salpare verso il futuro ma per Colin era invece un dono prezioso.

“Questa è una parte di te, Amy. Per me è un piccolo tesoro perché stringevo la tua collana tra le mani mentre stavo male, ogni volta che miglioravo e il mio cuore si riempiva di speranza e ogni volta che ero costretto a scalare un nuovo gradino da solo. Ogni volta che venivi a trovarmi in quella clinica di riabilitazione e ogni volta che cadevo e credevo che non ce l’avrei mai fatta…”

L’emozione che stavano provando in quell’istante era così intensa che non c’era bisogno di parole: le loro mani erano intrecciate, i loro occhi si specchiavano a vicenda gli uni negli altri e il loro ansimare si fondeva in un unico respiro.

Erano sentimenti che viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda.


Il silenzio intermittente in quell’angolo di incontaminata natura fu rotto dal rombo di un motore e anche il momento magico tra i due innamorato fu interrotto sul più bello.

“Forse Bright ha cambiato idea e ci ha raggiunti!”

Ipotizzò Colin mentre un’auto risaliva la strada esterna.

“Il solito tempismo di mio fratello!”

Non era Bright. Era uno sconosciuto che, con passi fermi e decisi, si era avviato verso di loro facendo un cenno con la testa per farsi notare.

“Ha bisogno di aiuto?”

Gli aveva chiesto Colin ironicamente, con calma, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo. Era un ragazzo dalle fattezze latine, con zigomi alti, capelli scuri e naso prominente.

“Si, vengo da Denver e sono diretto ad Everwood. Purtroppo temo di essermi perso e aver scorto la vostra auto è stato un miraggio. Devo incontrare il Dottor Harold Abbott…”

Amy si stupì di quella buffa coincidenza e sorrise pensando a quanto piccolo fosse il mondo.

“Dunque sei diretto a casa mia?”

Gli aveva chiesto in tono divertito. Quella ragazza aveva il sorriso più bello che lo sconosciuto avesse mai visto, ma anche gli occhi non erano da meno. Parlavano di felicità…

“Se hai carta e penna ti scrivo subito l’indirizzo. Troverai sicuramente il Dottor Abbott a poltrire davanti alla tv!”

“Grazie davvero! Ci rivedremo presto allora signorina Abbott!”

Sebbene si fossero scambiati solo dei meri gesti di cortesia, Colin si scoprì geloso e, come un qualsiasi maschio alfa, cinse le spalle di Amy con un braccio per chiarire al ragazzo di non avere nessuna possibilità.

Quello, intanto, si stava già allontanando.


“Chissà cosa vorrà da mio padre…”

Meditò Amy a voce alta.

“Forse vuole un semplice consulto medico!”

La ragazza inarcò un sopracciglio.

“Per quello la gente di ogni parte del Colorado guida fino ad Everwood solo per vedere il Dottor Brown!”

Colin si strinse nelle spalle, pensando che non stavano dipingendo un ritratto troppo meritocratico del povero Dottor Abbott.

“Non gli abbiamo nemmeno chiesto come si chiama!”

Amy sembrava molto incuriosita da quell’incontro inaspettato e la cosa cominciava ad infastidire Colin.

“Si e magari lo potevamo invitare ad unirsi ad un picnic con noi!”

Era un malumore passeggero e, infatti, era bastato che lei lo stuzzicasse un po' perché il piccolo incidente fosse presto dimenticato.

“Forse devo ridarti la mia collana. Non sono passati nemmeno dieci minuti che l’ho avuta indietro e già litighiamo!”

“Non stiamo litigando!”

Si erano guardati ed erano scoppiati a ridere.

“È ora di tornare a casa. Così potrai soddisfare la tua curiosità sul bel forestiero…”

A quella provocazione Amy gli aveva assestato una gomitata nel fianco e lo aveva sorpassato, avviandosi indispettita.

“Aspetta Grover! Ho dimenticato di dirti una cosa!”

Lei aveva sempre amato quel nickname, fin da quando era bambina.

“Che vuoi?”

“Ti amo!”

Solo due parole eppure rappresentavano un mondo. Il loro mondo.

“Ti amo tanto anche io, idiota!”

“Ora chiudi di nuovo gli occhi, anzi facciamolo insieme!”

Era un modo spontaneo e naturale per gustare fino in fondo quel bacio e lasciarsi inondare da quel sentimento.

“Possiamo considerarlo il nostro terzo primo baci ?”

Aveva chiesto Colin, in un sussurro appena percettibile per non contaminare l’incanto di Buck’ s Rock.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Everwood / Vai alla pagina dell'autore: Mave