"Unisciti a
me", dice, e le porge il braccio.
Compie due passi verso di lei mentre del sudore cola dal suo mento che
trema.
Se la connessione
è vera, se ciò che ho visto è
realtà, se ciò che ho sentito esiste
concretamente - che non sono solo, che ci sei tu, ci sono io, siamo noi
insieme - allora stringi la mia mano. Ci separano otto passi. No? E
come potevi essere più vicina quando eri a milioni di
miliardi di anni luce di distanza? Non ti sento, non ti comprendo. Mi
guardi piangendo e io non riesco a percepirti. Mi guardi e io non
capisco. Non capisco perché sei triste. Ti ho detto che sei
importante. Per me, per me tu sei importante. Avresti dovuto essere il
nulla e invece sei diventata qualcosa, sei diventata qualcuno. Non so
cosa sei, ma non è vero che sei niente. Non lo sei
più da diverso tempo. Sei tu. Sei tu con me. Siamo noi
insieme.
Stringe il palmo su se stesso come se fosse una contrazione
involontaria dei muscoli -
come se volesse trattenere qualcosa di lei che già non
c’è più sulla sua pelle -
e stende le dita verso le sue. Rey singhiozza e respira dolorosamente.
Vede che si trattiene faticosamente, con gli occhi gonfi e
tremendamente rossi. Ogni sua lacrima scivola giù verso il
pavimento e si confonde con altre scintille luminose arancioni che
crollano dal soffitto come frammenti di fuoco fatuo. Sono fiocchi di
lava tramutati in vetro nero. Ogni cosa è distrutta vicino
ai suoi piedi, ma nessun rumore cattura la sua attenzione. Lo osserva e
non indietreggia, non piega la testa. Singhiozza e basta.
Ti ho vista vicino a me,
convertita al Lato Oscuro della Forza. Combattevamo insieme, eravamo
insieme. È stata una manipolazione? Il nostro legame, la
visione, le sensazioni. La certezza di non essere più solo.
Era soltanto un altro inganno?
“Ti prego”, sussurra piano, senza riuscire a
trattenere una preghiera, - senza riuscire a nascondere una speranza.
Non riesce a placare il senso di vuoto che si allarga nel suo petto.
Straripa via dalle sue costole e lo abbandona lì, indifeso.
Lo sconquassa e lo trasforma in un essere vulnerabile. Lo plasma nelle
sembianze di un uomo patetico e inetto, un qualcosa che ha sempre
cercato di distruggere e di uccidere in qualsiasi modo possibile. Ma
non può fermarsi, perché ha bisogno di sapere. E
perché ha bisogno che sia vero.
Unisciti a me. Sfiora la
mia mano, accetta ciò che sono. Non tradirmi. Dimostrami che
il legame era nostro, soltanto nostro. Lascia che il resto muoia -
Snoke, Skywalker, i Sith, i Jedi, i Ribelli -, che muoiano tutti. Ci
siamo io e te. Siamo io e te.
La mano di Rey si solleva verso la sua. E il dorso trema, le dita si
muovono nell’aria. Sono mani che si cercano e che sembrano
non trovarsi mai. Congelate in un istante in cui vorrebbero toccarsi,
in cui vorrebbero abbandonarsi. La pelle freme e la speranza brucia le
sue cicatrici e le sue pupille. Non riesce a smettere di osservare il
suo viso. Lei piange in silenzio o forse non sta piangendo
più. La sua mano bianca è una scintilla chiara in
un abisso di oscurità infinita. Può quasi
toccarla.
Siamo solo noi.
Ma questa è la verità: lo sguardo di Rey si
indurisce e si trasforma in pietra tagliente. Assomiglia allo sguardo
che gli aveva rivolto nella foresta. Lo guarda come se non lo
conoscesse, come se potesse fargli del male senza tentennare un solo
secondo. Lo osserva alla stregua di un ostacolo da eliminare e da
pugnalare alle spalle. Non c’è altro nei suoi
occhi. Non deve mai esserci stato niente altro. E' stata un'ombra,
un'illusione. Era soltanto la sua debolezza riflessa.
O sono solo io?
Angolo autrice.
Ciao a tutti! Entro in punta di piedi in questo fandom, in questo mondo
che ormai amo più di me stessa, e vi chiedo di perdonare
questi piccoli deliri. Dovevano essere delle Drabble per il progetto
del gruppo "Il Giardino di Efp", ma una storia è diventata
una flash e questa è un'OneShot. Si capisce che non ho il
dono della sintesi. Vorrei scrivere un'ultima scena prima di terminare
la raccolta. Spero di farcela. A presto! (Se vi va, ditemi cosa ne
pensate di questo progetto).