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Autore: LilyLunaMandrake    07/08/2019    5 recensioni
Severus Piton ci spiega l'utilizzo delle paperelle di gomma nella Stanza delle Necessità.
Immaginate il povero Capo Casa di Serpeverde come il meme di Robert Downey Jr., che alza gli occhi al cielo perchè circondato da teste di legno.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Dicembre 1995, tardo pomeriggio.

 

Siedo alla scrivania del mio ufficio dopo una giornata di lezioni, e leggo svogliatamente i compiti sulla Pozione Sputafuoco: lascerei ardere vivo molto volentieri il giovane Crabbe per avermi consegnato quella pergamena senza né capo né coda.

TOC TOC.

“Avanti.”

Fa capolino da dietro la porta il giovane Malfoy.

“Buongiorno professore, perdoni il disturbo, le ho portato la lista degli studenti Serpeverde che si recheranno in gita a Hogsmeade, questo fine settimana.”

“Molto bene, Draco.” Porge la lista e prende rispettosamente commiato.

Proseguo la correzione dei temi: Zabini e Nott hanno fatto un buon lavoro. Mi accusano di praticare il nepotismo, con le mie Serpi, con troppa noncuranza. Hanno ragione, ma badassero ai fattacci loro, dico io. Comunque, finalmente dei voti non regalati.

TOC TOC.

Io starei lavorando... Metto da parte la pergamena della Greengrass.

“Avanti.”

E' di nuovo Malfoy.

“Mi scusi, professore... Millicent Bulstrode si stava esercitando con la Pozione Esplosiva in Sala Comune e... Beh, deve aver aggiunto troppo fluido di Erumpent e ora...”

“I dettagli non mi interessano. Sei un Prefetto, Draco. Chiama un Elfo Domestico per ripulire tutto, accompagna la signorina Bulstrode in Infermeria e assicurati che la sua stupidità non faccia altri danni. A costo di schiantarla.”

Sorride sardonico.

“Subito, professore, vado.”

Il tempo passa, e io mi chiedo come si possa scrivere che le radici di zenzero debbano essere aggiunte nella preparazione della Pozione Aguzzaingegno PRIMA delle uova di Runespoor. Maledette teste di legno.

Accantono l'ultima pergamena, finalmente ho finito di leggere questa pila di roba.

TOC TOC.

Oh, Merlino!

“Avanti.” Il tono spazientito della mia voce potrebbe essere percepito a miglia di distanza.

Questa volta è Pansy Parkinson, l'altro prefetto, con la sua faccia da carlino.

“Mi scusi, professore. Qualcuno ha portato un Cavolo Carnivoro Cinese in Sala Comune, e Goyle si è fatto mordere come un idiota...”

La mia risposta arriva tutta d'un fiato.

“Accompagnalo in Infermeria e nel caso lanciagli l'Incantesimo della Pastoia, la prossima volta ci pensa due volte a farsi mordere da una pianta che dovreste aver studiato il mese scorso! Poi trova quel burlone che lascia le cose in giro e affattura pure lui con i miei saluti. Ora via! Sono impegnato!”

Saluta molto velocemente e sparisce.

In realtà ho finito di correggere tutti i compiti, e le mie lezioni per l'indomani sono già pronte, è che davvero ne ho le pluffe piene di questi mentecatti! Ho già preso una Bevanda della Pace questa mattina per calmarmi, quando quei due stupidi Tassorosso del primo anno hanno reso la mia aula un disastro. Come, come, come è possibile aggiungere le lumache cornute DOPO gli aculei di porcospino, nella Pozione Scacciabrufoli?

Prima di sentire delle nocche bussare nuovamente all'uscio, decido che per oggi ne ho abbastanza di adolescenti imbecilli. Ho decisamente bisogno di un po' di tempo per me. Chiudo a chiave l'ufficio e mi fiondo verso le scale, in direzione del settimo piano. Dove sta... dov'è... Eccolo! Eccomi di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll"! È da tantissimo tempo che non vengo alla ricerca della Stanza della Necessità, sembra un secolo. Erano tre giri mentre si pensa molto intensamente a ciò di cui si ha bisogno... Ecco!

Una bella porta in legno di ebano appare davanti a me, e non esito ad aprirla e varcarla, per richiuderla alle mie spalle a doppia mandata.

La Stanza è esattamente come me la sono immaginata! Un bel camino di pietra custodisce un allegro fuocherello, che riscalda la piccola sala da bagno a cui avevo pensato. Le piastrelle color verde smeraldo sono decorate con graziosi motivi floreali; l'arredamento è elegante, semplice e funzionale. Sfogliare le riviste babbane di arredamento, di tanto in tanto, può essere ispirante.

Al centro della stanza troneggia lei, una grande vasca da bagno in marmo di Carrara bianco, venato delicatamente di nero. Mi avvicino ai rubinetti d'argento finemente cesellati, permettendo loro di rilasciare l'acqua calda che laverà via il mio stress. Su una toletta di legno di ebano trovo diverse boccette di sapone, ognuna di esse contiene un odore gradevolissimo, e io scelgo di inebriarmi con la tenue ma rassicurante fragranza del gelsomino. Mannaggia all'avarizia, verso tutto il contenuto della boccetta nella vasca. Chissà quando potrò tornare qui! L'odore del gelsomino si spande per tutta la stanzetta, il vapore sale sale fino al soffitto, un tepore rasserenante mi circonda e io mi sento proprio come l'infelice della fiaba "La Fonte della Buona Sorte", mi sento un privilegiato che è potuto arrivare fin qui per ricevere giovamento dall'acqua prodigiosa.

È il momento giusto per riporre ordinatamente i miei vestiti su quella bella poltrona verde. Il pavimento è tutt'altro che freddo, e i miei piedi nudi non protestano al contatto, come spesso accade con la ceramica. Mi piace ammirare le fiamme nel camino che danzano vivaci.

Quando la temperatura dell'acqua è perfetta per me, chiudo i rubinetti ed entro nella vasca, abbandonandomi al delicato abbraccio della schiuma profumata.

Ci voleva proprio!

Chiudo gli occhi, appoggiando la testa al bordo della vasca e lasciando che i muscoli carichi di stress si rilassino.

Riapro gli occhi, e realizzo che manca qualcosa per rendere l'atmosfera perfetta. Avevo appoggiato la bacchetta su un tavolino, accanto alla vasca.

Evoco una paperella di gomma, gialla e sorridente, che galleggia serena tra la schiuma. Ricambio il sorriso.

Durante le riunioni dell'Ordine a casa Black, sentivo Arthur Weasley lambiccarsi il cervello, con chiunque gli capitasse a tiro, per cercare di capire a cosa servissero le paperelle di gomma.

Servono a farti compagnia, imbecille. E sono una compagnia straordinaria: non dicono stupidità, non si comportano male, non ti giudicano.

E questo segreto lo terrò per me.

Richiudo gli occhi, godendomi il tepore e il profumo, perchè non so quando e se potrò tornare qui, nella Stanza delle Necessità, a rilassarmi come mi merito.

   
 
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