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Autore: Miryel    10/08/2019    44 recensioni
Non esiste un luogo dove nascondersi; non esiste un luogo dove chiudersi, sparire e non lasciarsi trovare. Non esiste niente del genere, quando al mondo esiste una persona come Tony Stark. Non che Peter abbia voglia di non passare del tempo con lui – siccome è il suo idolo, il suo punto fermo, il suo più grande tallone d'Achille e la persona che ama – incondizionatamente, quasi ossessivamente. Così tanto che certe volte fa veramente troppo male, quando ci pensa. Eppure, quando cerca di non farsi trovare, Tony lo scova sempre. Persino lassù, su quel palazzo, mentre Peter ha la tuta di Spider-Man addosso – senza la maschera, così è pure mezzo esposto e mezzo no. Così è pure mezzo supereroe e mezzo sfigato; né carne, né pesce. Né Peter, né Spider-Man.
[ Tony x Peter - Fluff - wc: 2193 ]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ironguy and SpiderKid into the Canonverse'
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[Tony x Peter | Fluff | wc: 2193] 
 


Peter’s
Lament


•••

«Love we, need it now
Let's hope, for some

'Cause oh, we're bleedin' out.»
•••

 

 

 

  

  Non esiste un luogo dove nascondersi; non esiste un luogo dove chiudersi, sparire e non lasciarsi trovare. Non esiste niente del genere, quando al mondo esiste una persona come Tony Stark. Non che Peter abbia voglia di non passare del tempo con lui – siccome è il suo idolo, il suo punto fermo, il suo più grande tallone d'Achille e la persona che ama – incondizionatamente, quasi ossessivamente. Così tanto che certe volte fa veramente troppo male, se ci pensa. Eppure, quando cerca di non farsi trovare, Tony lo scova sempre. Persino lassù, su quel palazzo, mentre Peter ha la tuta di Spider-Man addosso – senza la maschera, così è pure mezzo esposto e mezzo no. Così è pure mezzo supereroe e mezzo sfigato; né carne, né pesce. Né Peter, né Spider-Man. Ha i piedi penzoloni al cornicione sulla quale si è seduto. Osserva la città ridotta ad una miniatura affascinante; uno spettacolo che ama ammirare e che, paradossalmente, non lo stanca mai. Mangia un sandwich; lo divora a grossi morsi, e non smette di farlo, quando il signor Stark scende dal cielo – propulsori su mani e piedi accesi – e si siede accanto a lui, come se niente fosse. Come se Peter non si fosse mai nascosto e lui non l’avesse mai cercato. L'uomo toglie la maschera e rivela il suo viso sorridente; un sorriso troppo gagliardo, per non leggerci sopra un: «Tana libera tutti!» 

 Peter lo guarda. Ha ancora la guancia piena di quel sandwich che non è tanto male, ma che gli ha messo su una sete pazzesca e gli è appena rimasto sul groppone. Fa una fatica infinita a mandarlo giù. Poi non ricambia il sorriso. Non voleva essere trovato; non ci sono particolari motivi – uno solo, in realtà, ma è talmente stupido che nemmeno lui vuole accettarlo. Così sospira, torna a guardare giù, e le miniature delle auto e dei passanti, non sono più affascinanti.

 «Non dovresti aver superato da un po’ quella fase dell’adolescenza dove scappi dai problemi?», gli chiede Tony, e Peter alza le spalle e un sopracciglio. Sbuffa divertito e schiocca la lingua.

 «Io non sto scappando dai problemi!» 

 «Ah, no? Sai che ti cercano tutti? Tua zia mi ha fatto otto telefonate. Otto, Peter! Il record era fermo a cinque, fino al mese scorso», lo redarguisce, ma non sembra arrabbiato. Continua a ridacchiare, come se, dopotutto, non avesse alcuna intenzione di rivelare a nessuno, che lo ha trovato. Meglio così, pensa Peter. Non vuole essere trovato e, in realtà, vorrebbe che pure il signor Stark se ne andasse via e lo lasciasse da solo, almeno fino al giorno dopo, quando quella giornata maledetta finalmente sarà finita.

 «Non ho il cellulare con me. Non lo porto. La tuta non ha le tasche», cerca di giustificarsi, e Tony scoppia a ridere.

 «Avrei dovuto implementarle, a quanto pare. E anche una tasca con la zip, magari. Sai che voli, mentre fai Tarzan da un palazzo all’altro con quelle cose appiccicose?» Reclina la testa all’indietro e il suo fascino adulto lo ammalia per l’ennesima volta. Eppure Peter quel giorno non ha tempo nemmeno per quello. Vuole solo stare solo e, Dio, quanto accidenti è difficile cacciare via la gente, specie quella che non vuole davvero scansare! Come potrebbe mai, dire al signor Stark, che nemmeno lui è in grado di tirargli su il morale, quel giorno? Peter sa che le parole non sono semplici e che Tony, spesso e volentieri, non ascolta. Non lo fa perché non gli interessa, ma solo perché è un tipo pratico. Gli somiglia, per certi versi, ma non condividono la stessa sicurezza. Peter si sente attratto da qualcuno che è esattamente ciò che lui vorrebbe essere e che non sarà mai. Così Tony non è un punto di riferimento, un modello… è qualcuno che Peter vorrebbe accanto, perché è esattamente ciò di cui ha bisogno. Eppure, Peter con la consapevolezza che stare col signor Stark sia impossibile, ci convive benissimo. Non è così scemo, anche se ci soffre. Sa vedere quando qualcosa è impossibile e bisogna semplicemente lasciar andare le cose, e aspettare che passi. Perché, dopotutto, che non si muore per amore, è una gran bella verità¹. Peter ha raggiunto quella palazzina perché la solitudine è la sola cosa di cui necessita, ora come ora. Perché, per una volta, non è il signor Stark, il suo problema e, paradossalmente, è convinto che Tony sappia benissimo qual è.

 «Oh, nemmeno ridiamo più alle mie battute? Guarda che potrei offendermi, Parker!», dice Tony e gli dà una spallata. Lui non riesce a trattenere un sorriso, mentre gli occhi dell’altro si fanno specchio dei suoi. Per quello Peter abbassa la folta corolla di ciglia, e scuote la testa, un po’ malinconico.

 «Non è giornata, signor Stark. Mi dispiace di essere sparito, ma avevo – e ho bisogno, di stare un po’ da solo. Con me stesso. Devo… capire delle cose.» 

 «E io non sono d’aiuto? Accidenti, deve essere grave, se io non ti sono utile.» Tony lo dice divertito, ma Peter ormai ha imparato a riconoscere ogni singola sfumatura delle sue parole. Ride, ma è spiazzato. Lo sa, perché Tony lo vuole sempre aiutare a non cadere in errori scemi – tipo quelli in cui lui è sicuramente incappato da giovane. Perché Tony ha costantemente bisogno di sapere che Peter sta bene, anche se non lo vuole dare a vedere. Peter ama che si preoccupi per lui, ma a volte è troppo paterno e non è quello che vuole. Sa che è stupido solo a pensarlo, ma è così. Ha avuto già un padre – e zio Ben. Ora ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, alla pari. Che lo consideri un pezzo di cuore e non di cervello. 

 «Una delle mie tante stupidaggini che si possono benissimo ignorare.» 

 «Sai, Peter. Se sono qui, seduto a gambe per aria su un cornicione, mentre Spider-Man si mangia un sandwich e ha la bocca sporca di maionese, è perché niente –  e dico niente, mi convincerà mai che il cruccio di qualcuno è qualcosa da ignorare.» Peter non riesce a fare a meno di guardarlo, sentendosi un perfetto idiota, mentre col dito coperto dalla tuta si toglie un pezzo di crema dall’angolo del labbro. Vorrebbe sotterrarsi. «Dai, bimbo-ragno, raccontami.» 

 Peter sospira. Tony non lo lascerà in pace finché non gli risponderà. Lo sa. Diventa pedante. A volte fastidioso e inopportuno. Dannatamente ficcanaso e invadente. Irresistibile, dannazione. «Ci sono giorni, tipo questo, che vorrei non esistessero. Che fossero solo parte di un calendario e che passassero veloci come giorni meno corrosivi.» Lo ammette, e le parole gli scivolano via dalla bocca come se nemmeno lui fosse padrone della propria coscienza. È il fatto di essere mezzo Spider-Man e mezzo Peter, il problema. Diviso tra l’eroe e lo sfigato. Tra quello figo e quello di cui non interessa niente a nessuno, o quasi. «Ci sono giorni che hanno troppa importanza per gli altri e non per chi dovrebbero. Tipo oggi. Oggi è uno di quei giorni.»

 «E… tu stai aspettando che passi, mentre tua zia ti cerca con un mezzo infarto in corso e i tuoi amici chiamano lo S.H.I.E.L.D. per sapere che accidenti di fine hai fatto? Peter… ci sono giorni che non sono belli per nessuno, e che si vogliono dimenticare, ma non per questo devi far preoccupare quelli che ti reputano la loro famiglia. Stavo per avere un attacco di cuore, quando mi hanno detto che ti cercano da stamattina.» 

 «Lo so, mi dispiace», ammette in un sospiro affranto. Si stringe le dita intorno alle ginocchia, poi si carezza nervoso le cosce e tamburella le dita che tremano, come se stesse pizzicando la tastiera di un antico e solenne pianoforte. «Signor Stark… perché certe cose sono così importanti, per le persone? Perché qualcosa che tutti amano e aspettano, per uno come me non sono altro che giorni pregni di ricordi di cose che non tornano e di altre cose che fanno male? Vorrei solo poter essere come tutti.» 

 «Non puoi. Tu non sei come tutti. Tu sei Spider-Man, accidenti! Hai grandi poteri e grandi responsabilità. Ovvio che la tua visione del mondo – della vita, non può essere uguale a un idiota qualunque. Dannazione, chi può capirti meglio di me?» 

 «Eppure è qui. Se mi avesse davvero capito, non mi avrebbe nemmeno cercato!», lo ammonisce e Tony non sembra sorpreso. Gli riserva un’occhiata scettica, e Peter sa di essere stato convincente come un peluche lanciato a difendere il mondo da una guerra nucleare. 

 «Sì, come ti pare», sbuffa Tony, sbrigativo, «E non mi hai ancora detto qual è il problema.» 

 «È una cosa troppo stupida! Io non ce l’ho il coraggio di dirgliela!», sbotta, e gli trema la voce. Guarda altrove. Ha serrato la mascella.

 «Peter?» 

 «Signor Stark, non c’è modo di convincermi! Le costa tanto aspettare domani e far finta di nulla? Come sempre passerà, come ogni volta. Voglio solo che cali la notte.»

 «Peter.»

 «Tornare a casa, mentre zia May dorme.»

 «Peter.» 

 «Infilarmi nel letto, giocare col cellulare perché no, io non dormo subito! Non sia mai che io sia uno di quei tipi che poggia la testa sul cuscino e che crolla in un sonno ristoratore! Per carità! Siccome non ne ho bisogno, no?» 

 «Peter…» 

 «Un ragno mi morde, divento il giustiziere del Queens, il metabolismo mi scombussola tutto. Poi… poi ho problemi a integrarmi, perché quando tolgo la tuta io divento questo: invisibile.» 

 «Peter!»

 Si blocca. Peter si blocca e trattiene il respiro. Ha lasciato scivolare via molte più cose di quelle che avrebbe voluto. Si è esposto. Con Tony Stark. L’uomo che non si espone, ma ha il potere di calare via il sipario dall’anima degli altri e, inesorabilmente, dalla sua. Tony Stark non è stato morso da nessun ragno; non ha poteri, non ha magie tra le dita, non si trasforma in un mostro verde quando si arrabbia, non è un soldato geneticamente modificato. Tony Stark è il super eroe più umano di tutti e ha poteri diversi; quelli che risvegliano la psiche, sono di certo il suo forte.

 «Vorrei solo che lei mi lasc-» 

 «Buon compleanno, Peter.» 

 Peter allora lo guarda. Si stringe tra i denti il labbro inferiore, mentre il cuore frigge, si scalda, è rovente. Se non fosse assolutamente certo che è impossibile, penserebbe che sta andando in autocombustione. Non fa male, non fa bene. È solo caldo. Non sa che dire. Rimane incatenato nel suo angolino di disagio, eppure è meno triste di quanto avrebbe immaginato. È il suo compleanno. Lo ha di nuovo arginato, sperando di poterlo dimenticare e che, tutti gli altri, potessero fare lo stesso. Non ha nulla contro il fatto che stia crescendo, ma da quando zio Ben è morto, quel giorno non ha più lo stesso significato. Svegliarsi con lui che gli canta la canzone a due centimetri dall’orecchio, con una brioche senza ripieno in mano, una candelina spenta e un sorriso luminoso, di quelli che Peter non scorderà mai, è uno dei ricordi più belli e più tristi che ha. Gli sale il magone e lo ricaccia giù, nell’oscura scatola della sua anima, quella che gli ricorda quanto è difficile andare avanti senza zio Ben. Quanto è stato importante e quanto è stato difficile dirgli addio. Tony Stark gli sorride. Alza una mano per arruffargli i capelli e Peter ricaccia la trostezza da dove è venuta e si passa un dito sotto al naso, in un gesto quasi distratto. Fissa il vuoto sotto di sé e ha paura lo mangi vivo, che lo risucchi giù e allora fa l’unica cosa che gli viene in mente di fare, per aggrapparsi a qualcuno che per fortuna è ancora lì, a prendersi cura di lui: poggia la testa sulla sua spalla e trattiene un sospiro tra le labbra. Poi mugugna un grazie, e Tony gli lascia un bacio tra i capelli.

 Peter non sapeva di averne bisogno, finché non lo ha ricevuto.

 «Voglio un sandwich anch’io», sbotta Tony, e Peter sa benissimo che, se sta cambiando argomento, lo sta facendo solo per lui. «Ne prendiamo uno tornando e, stasera, andiamo a cena al ristorante Tailandese. A me non fa impazzire ma tu e tua zia ne andate matti. Insomma, uno sforzo posso pure farlo. È il tuo compleanno!» Glielo dice noncurante, e Peter ci vede molta più premura di quella che Tony gli sta dimostrando. Sbuffa divertito.

 «Possono venire anche Ned e MJ?», chiede, anche se sa già la risposta.

 «Te ne approfitti, eh? Okay, va bene! Mi toccherà sborsare una marea di soldi a quanto pare!», gli risponde e poi ridono tutti e due e Peter vorrebbe solo rimanere lì, con la testa sulla spalla di Tony Stark, a sentirsi amato e compreso, pure se sa che non provano reciprocamente lo stesso. Gli basta che sia parte della sua vita, conta solo questo. 

 Quello che non sa, però, è che Tony vorrebbe regalargli un bacio sulle labbra e una promessa da qui all’infinito che, ogni compleanno, vorrebbe passarlo con lui e la sua incantevole compagnia. Non manca molto, perché lo sappia, giusto una manciata di ore. Però, per ora, sono solo meri sogni nascosti dietro a delle ciglia che sbattono; che rivelano occhi innamorati e che risanano qualcosa che, in qualche modo, non si era persa per davvero.


La felicità.



•••
«I belong with you, you belong with me,
you're my sweetheart

I belong with you, you belong with me,
you're my sweet'(oh).»
Lumineers – Ho Hey

•••


Happy Birthday, Peter!
You're Far From Home, but not far from my heart ♥
- Miryel

 


Fine
 

  



 

¹ Nota frase di una bellissima Canzone di Lucio Battisti - Io Vivrò (senza te)________________

Angolo angolare angoloso delle angolosità di Miryel:

Buonasera a tutti!
Tanti auguri Bimbo-Ragno! Non potevo mancare questo evento così importante, ora che conosciamo finalmente la data di nascita del nostro Pete-poh! Quindi, sperando che questa breve shot vi sia piaciuta e augurando ancora tantissimi auguri al piccolo giustiziere del Queens, vi ringrazio per esservi soffermati ancora una volta a leggere i miei deliri! Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, lo apprezzerei davvero moltissimo ♥
Spero che vi sia piaciuta e che, come me, abbiate trovato un poco di dolcezza in queste poche righe ♥ E spero che anche il disegno a inizio capitolo sia di vostro gradimento (è mio, sì ç////ç)
A presto,
Miry ♥

   
 
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