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Autore: Lilith_Rose    27/07/2009    1 recensioni
Però sei strano. Ogni tanto ti vedo che mi guardi. E poi, quando io ho smesso di venire con voi, sul treno. Tu hai chiesto di me. L’ha detto una di quelle così, per metterti in imbarazzo. Perché? La cosa ti imbarazza davvero? E se sì, perché? Mi vuoi ancora bene? E se mi vuoi bene, perché diavolo non mi parli più? Ti prego, spiegamelo. Perché non riesco a capirlo. One-Shot su un'amicizia e un amore lunghi una vita. Dolce? Sì. Scontata? Forse non così tanto.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao.

Ciao, ascolta, dovrei, ehm… parlarti.

Ora non ho tempo. Ciao.

Ancora. Non hai mai tempo, per me. È finita la nostra amicizia? È finito l’affetto che avevi per me? Sì. È finito tutto. Per sempre. Addio. Ma io devo parlarti, ne ho bisogno. Devo dirti tutto quello che sento, perché? Perché sì. Perché sennò esplodo. Perché non posso pensare che tu mi hai abbandonata, così, senza uno straccio di motivazione. Ti sei staccato da me. Punto. Non hai mai tempo per parlarmi? Bene. Io te lo dirò comunque. O meglio, lo scriverò. Una lettera. Sì, una lettera è perfetta. So che la leggerai, so che sai leggere, non puoi esserti instupidito fino a questo punto.

 

 

Una lettera.

Che sia una delle socie? No. Non me l’avrebbero messa qui. Me l’avrebbe data in mano. Solo una persona potrebbe averla nascosta così.

Chiara. La mia ex-migliore amica. Boh. Chissà cosa vuole. Per saperlo devo aprirla, e leggerla.

 
 


           

Ciao Alex,

         lo so, nessuno ti chiama più così, ma non fa niente. Fino all’anno scorso ero la tua migliore amica, avrò ancora qualche diritto? Sì, certo che ce l’ho.

         Vorrei tanto che tu mi spiegassi cosa cazzo ti è successo. Tutto qui, possibile che in un solo mese una persona si butti alle spalle un’amicizia durata dieci anni? Ti sembra normale? A me sinceramente no.

         Beh, prima ti voglio far capire una cosa: il valore che aveva la nostra amicizia, per me.

         Tutto è iniziato all’asilo. Non cinque minuti fa. Il secondo anno di asilo. Ok, è vero, io non ti stavo sempre appiccicata, quell’anno. Stavo con l’Edo e l’Anna. Ma avevamo già iniziato a essere amici, tu ed io.

         Il terzo anno ci siamo “fidanzati”, te lo ricordi? Dio, quante risate. Stavamo sempre insieme, eri il mio fidanzatino, ed eri così tenero, me lo ricordo ancora con un sorriso, il nostro rapporto. Tu no?

         Poi, alle elementari ci siamo lasciati. Tu ti sei messo con l’Anna, sì, la mia migliore amica. E io con Marco. Che tu odiavi. Io e lui ci siamo lasciati dopo un mesetto, ma tu e lei siete rimasti insieme fino alla quinta elementare. Sai una cosa? Io non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ma morivo di gelosia. Sì, mi piacevi, e, nella mente di una bambina era amore. Avevo riempito pagine e pagine con sfoghi e con “Ale ti amo”. Come se fossero le uniche parole che sapessi scrivere. Forse ti ho amato davvero. Mi prendevo cura di te, ti aiutavo, ogni volta che avevi bisogno di aiuto. Dai compiti ai capelli da mettere a posto. Sì, adoravo accarezzarti i capelli, facevo finta di metterli a posto solo per poterli toccare. Eri l’asso della nostra squadretta di calcio, ti ricordi? Eri il più bravo della scuola, e io, sempre lì, a passarti la palla, o a fare il tifo, e a esultare quando facevi goal.

         Le medie, sì quelle sono state la svolta. Ho capito che per te provavo un misto di attrazione fisica e di affetto sincero, e l’avevo scambiato per amore. O forse lo era davvero. Ora non lo so. Comunque, parlavo delle medie. Ogni giorno facevamo la strada insieme. E tu eri così carino, soprattutto quando eravamo da soli. Tu ed io. Senza nessuno tra le scatole. Eri la persona più dolce del creato. Mi portavi la cartella se te lo chiedevo, ogni tanto prendevi anche qualche spuntino da mangiare per strada, quando passavamo davanti a casa tua. E mi facevi ridere. Eri, semplicemente, il mio migliore amico. L’unico ragazzo con cui io avessi legato davvero. Eravamo tanto uniti che ho dovuto spiegare un sacco di volte alle pettegole della classe che non stavamo insieme. Mi hanno chiesto non so quante volte se ci eravamo baciati. Ma io non lo volevo più. Ti volevo bene, certo; un bene immenso e forse te ne voglio ancora, un po’. Eppure non volevo che tu mi baciassi. Non più.

         E ora, la parte più brutta. Le superiori, o meglio il primo anno. Sei sparito. All’inizio dell’anno ancora mi salutavi. Poi, puff, tutto ad un tratto hai smesso. Se io ti salutavo mi rispondevi con un “ciao” svogliato. Come se io fossi una pulce fastidiosa.

         Mi spieghi cosa ti ho fatto? Possibile che il fatto che a me non piaccia la tua compagnia abbia potuto distruggere un’amicizia lunga più di dieci anni?! È possibile?

         Però sei strano. Ogni tanto ti vedo che mi guardi. E poi, quando io ho smesso di venire con voi, sul treno. Tu hai chiesto di me. L’ha detto una di quelle così, per metterti in imbarazzo. Perché? La cosa ti imbarazza davvero? E se sì, perché?

Mi vuoi ancora bene? E se mi vuoi bene, perché diavolo non mi parli più?

Ti prego, spiegamelo. Perché non riesco a capirlo.

 
         Ti voglio bene.

                   La tua migliore amica.

 

 

 

Il giorno dopo, sulla strada che andava verso la casa della ragazza…

 

Chiara! Aspetta!

……

Il ragazzo le toccò la spalla, e lei si riscosse. Non l’aveva sentito. Stava ascoltando la musica a tutto volume.

Oh, ehm… Ciao, Alex.

, ehm, ciao. Volevi parlarmi?

Beh, ora non più. Quello che dovevo dirti te l’ho scritto. Hai letto la… la lettera?

Sì. E pensavo di risponderti a voce. Non mi interrompere. Oh, sì. Mi ricordo tutto, Chiara. Eri la più dolce e premurosa delle fidanzate, all’asilo. E sei rimasta altrettanto premurosa alle elementari. Tutti mi dicevano che ti piacevo. Ma non ci credevo, in fondo, tu eri la mia migliore amica. La bambina a cui volevo più bene. Eri più importante anche della mia Anna. E se tu mi avessi detto che soffrivi, l’avrei lasciata, sicuramente. Tenevo troppo alla tua amicizia. Mi ricordo tutto. Sì, mi ricordo che ero come Holly, nella scuola, mi volevano sempre tutti, quando si giocava a calcio. Come non sorridere, Chiaretta? Al ricordo del nostro stupendo rapporto?

Lui sorrise, e anche lei, di rimando. Allora lui non la odiava. Le voleva bene, o forse aveva solo caro il passato.

Però non hai risposto alla parte che più mi interessa. E devi farlo. Altrimenti sarebbe tutto inutile.

D’accordo, però devi capire che mi costa molto.

Che cosa, cosa ti costa?

Beh, parlarti delle medie. Allora. Tu eri la mia migliore amica. Giusto? Beh, per te, forse. Tu mi piacevi, alle medie.

Ma allora…?

Perché non te l’ho mai detto? Perché ti avevo sentito dire decine di volte che io non ti piacevo, che ero solo un amico. Che la cotta ti era passata. Beh. Mi faceva stare male. Ma ho deciso che, pur di starti vicino avrei fatto la parte dell’amico. Ero dolce con te come tu lo sei stata per anni, con me. Ti amavo. Non fare quella faccia. Sì, tu hai detto che avevi confuso l’attrazione e l’affetto per amore. Beh, io non avevo confuso niente. Sapevo di amarti. Mi sentivo morire quando parlavi di quel Mirko. Avrei voluto stritolarlo quando ti vedevo soffrire per colpa sua. Sì. Ti amavo.

E allora perché…?

Perché non ti sono rimasto vicino? Beh. Tecnicamente sei tu che te ne sei andata. All’inizio venivi con me e con la mia compagnia. Poi hai iniziato a staccarti. Perché?

Beh, non mi piaceva quella gente. L’ho scritto, nella lettera. Tu avresti potuto chiedermi qualcosa. Non togliermi il saluto.

Già, ma fammi spiegare. Quando te ne sei andata dal gruppo, io ci sono rimasto male. Beh, non mi sono messo a piangere o cose del genere. Ma avevo meno voglia di uscire, ci stavo male. E una volta ho chiesto alla Anna di te. Volevo sapere che fine avevi fatto, e lei era in classe con te, quindi poteva saperlo. Lei, come al solito, ha detto a tutti che io mi ero preoccupato perché non ti vedevo e la Giusy ha iniziato a tormentarmi. Come suo solito. Poi, il Lory ha iniziato a dirmi che non mi meritavi. Che se te n’eri andata non eri una vera amica. Che dovevo lasciarti perdere. E io ci ho creduto.

Oh. Mi dispiace, non volevo ferirti. Scusami. Ma, c’è la domanda che mi interessa di più.

Ti voglio bene? Sì. Non ho mai smesso di volertene. Anche se fingevo di no.

Posso chiederti una cosa che non ho scritto nella lettera? Ma perché mi fissi?

Il ragazzo sorrise.

Beh. Per lo stesso motivo per cui alle medie ero dolce con te.

Cioè tu…

Ti amo? Non lo so. Ora so che l’amore è una cosa profonda. So che ti voglio bene. E… che mi piaci. So che ti ho ammirata. Perché sei riuscita a staccarti dalla gente che non ti piaceva, senza guardarti indietro, anche se tra quella gente c’era il tuo migliore…

Oh, ma io non volevo staccarmi da te!

Lo so. Adesso. Ma allora come potevo? Non sono intelligente come te, Chiara.

Questa volta fu la ragazza, a sorridere.

Quindi, io ti piaccio e mi vuoi bene. Giusto?

La risposta non fu un “sì” scontato e monotono. Dato che stavano parlando da più di un quarto d’ora.

La risposta fu data dalle labbra di lui. Ma non alle orecchie di lei. Alle sue labbra. Un bacio lento e dolce.

Un bacio che lui bramava ormai da tre anni. E che a lei non dispiaceva per niente. Perché lei provava le stesse cose. Lui era bello, col fisico modellato dal calcio, la pelle abbronzata data la stagione estiva, i capelli neri e gli occhi del colore dell’ebano. E gli voleva bene. Questo bastava a giustificare l’abbraccio in cui i due erano stretti?

Chissà. Forse sì. Di certo i due ne erano convinti. Soprattutto quando il bacio finì.

Allora? Ti basta come risposta?

Mmm… direi di sì, per adesso sì.

Lui rise, lei gli scompigliò i capelli corvini come non faceva da tempo, ormai.

Chiaretta, vuoi mangiare qualcosa?

Mah, direi di sì. Sono già le due e mezza. È strano non aver già mangiato.

Già. Strano, ma… un attimo. Le due e mezza possono essere l’alba?

Beh. Per loro due lo era senz’altro.

         Le due e mezza erano l’alba di un nuovo rapporto. Che, più avanti, avrebbero sicuramente ricordato con un sorriso.

 

 

L’S space.

Aalors. Spero vi sia piaciuta. È una cosina buttata giù in una serata. Un po’ sdolcinata? Beh, sì. Inverosimile? Non credo, ma proprio per niente.

Un commento sarebbe taaanto gradito.

Lilith_Rose

 

 

  
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