Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Stardust_Explosion01    10/08/2019    0 recensioni
Dal testo:
Era mattina presto.
Ero nella mia stanza a rifarmi il letto con un sorriso a trentadue denti. Non stavo più nella pelle. Finalmente quel giorno avrei avuto la giornata libera! Gli allenamenti e le spedizioni ultimamente mi avevano fatto sprecare un po' di energia non solo a livello fisico, ma anche mentale. Avevo da tempo bisogno di un po' di meritato riposo.
Il tanto fatidico giorno era ufficialmente arrivato!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una fortunata giornata libera


Era mattina presto.

Ero nella mia stanza a rifarmi il letto con un sorriso a trentadue denti. Non stavo più nella pelle. Finalmente quel giorno avrei avuto la giornata libera! Gli allenamenti e le spedizioni ultimamente mi avevano fatto sprecare un po' di energia non solo a livello fisico, ma anche mentale. Avevo da tempo bisogno di un po' di meritato riposo. Il tanto fatidico giorno era ufficialmente arrivato!
Volevo ancora ringraziare il capitano per avermela permessa. 
"Va beh, lo farò stasera quando gli porterò il tè. Adesso devo godermi al meglio questo momento che ho tanto atteso." pensavo euforica.
Solo, non sapevo che fare per passarmi il tempo. Certo, mi era stato concesso di fare quello che volevo, ma proprio non sapevo di preciso cosa.
Da papà ero andata a trovarlo la settimana scorsa quando dovevo svolgere qualche mansione lì nelle vicinanze.
Non avevo molta voglia di passare tutta la giornata a dormire, anche se in un certo senso non mi avrebbe fatto male, dal momento che tutti i giorni ci svegliamo prestissimo. 
Mi girai verso la finestra aperta. Fuori c'era una bellissima giornata. Eravamo in piena estate e quindi faceva un caldo pazzesco. Un lieve vento faceva volteggiare gli alberi dalle verdi chiome che ci circondavano.

Sembrerà strano da dire, ma non avevo mai ispezionato i dintorni del quartier generale. Avevo come la vaga impressione che nascondesse dei segreti... 
"Chi lo sa. Forse non ci sarà niente di speciale, ma tanto vale provare. E poi, sarà sicuramente rilassante entrare in pieno contatto con la natura. Durante le spedizioni mica possiamo ammirare panorami o fare gite... Perfetto, ho deciso! Farò una passeggiata." mi dissi, più facile che mai.

E così, dopo essermi messa la divisa e aver fatto una veloce colazione, uscii fuori con fretta e furia, portandomi dietro un piccolo cestino, perché avevo sentito dire da alcuni miei compagni che si nascondevano bacche, more e altri doni che la natura ci offre. 
Respirai quell'aria fresca a pieni polmoni, lasciando che il vento mi scompigliasse i capelli. A causa del caldo dovetti togliermi la giacca della divisa, che lasciai sul ramo di un albero che si trovava vicino l'uscita della fortezza.
-Che bellissima giornata.- dissi, godendomi quella pace.
Ma era solo l'inizio. Con tutta calma cominciai ad inoltrarmi tra degli alberi, dopo aver notato un piccolo sentiero che faceva capolino tra di essi, coperto leggermente dalle sterpaglie. 
"Chissà dove mi condurrà..." mi chiesi, non stando più nella pelle.

La curiosità mi stava travolgendo sempre di più, così come il bosco che divenne sempre più fitto man mano che mi addentravo.
Il fogliame degli alberi mi fecero ombra, mentre i cespugli ai lati del sentiero sembrarono all'improvviso decorarsi di frutti di bosco, dall'aspetto davvero invitanti.
-Trovati!- dissi sorpresa, cominciando a raccoglierli uno dopo l'altro e mettendoli nel cestino che in poco tempo si riempì. Pulii una piccola mora sulla camicia e me la portai alla bocca, gustandone l'aroma dolcissima.
"Mmmm... Deliziosa!"
Fu allora che mi venne una piccola idea: "Con questi potrei farci una torta per tutti i miei compagni. Chissà se anche al capitano piacerà...."
Per l'ennesima volta, la sua figura mi si palesò in testa, pensando a qualche sua possibile reazione alla mia futura creazione culinaria. E di lì a poco, come sempre, ebbi in mente ben altre fantasie riguardo al mio amore segreto impossibile e a causa di ciò, fui di nuovo infastidita della mia solita stravagante immaginazione.
"Uffa! Perché devo sempre pensare al capitano? Lui non mi ama e mai mi amerà. Devo mettermelo bene in testa.... Ma come potrei riuscirci? È come una droga! Se provassi a smettere di desiderarlo, otterrei solo l'esatto opposto." mi rassegnai alla fine: sarei rimasta con questo enorme peso al cuore da trasportarmelo fino alla mia futura tomba.
Mentre continuavo a farmi questi esami mentali, sentii in lontananza uno scorrere d'acqua. Un fiume? Un ruscello? Un lago? Avrei trovato la risposta solo andando a guardare di persona.
Proseguendo, notai che il sentiero ad un tratto si interruppe tra dei cespugli che però lasciavano un piccolissimo spazio per passarci. Ma il suono in quel punto sembrò essere più vicino, così iniziai a farmi largo tra di essi, proseguendo per circa una decina di metri.

Dopo aver superato dei grandi alberi e cespugli, rimasi a bocca aperta per quello che mi si presentò davanti: un immenso lago circondato dagli alberi.
-Wow...- l'unica cosa che riuscii a dire in quell’attimo di stupore. Fui incantata da quella inaspettata meraviglia. Non mi sarei mai e poi mai immaginata di trovare un luogo del genere proprio nei dintorni del quartier generale.
"Mai visto nulla di così spettacolare. Rimarrei qui ad ammirare questo paesaggio per sempre."
Feci dei passi avanti con il chiaro intento di avvicinarmi quando, poco lontano da dove mi trovavo, sentii dei passi che si stavano dirigendo proprio verso di me.

Inutile dire che venni colta dalla paura. Mi nascosi dietro uno degli innumerevoli alberi, iniziando a chiedermi chi potesse essere quest'ospite indesiderato. I miei primi pensieri mi fecero subito pensare ad un cacciatore, un pescatore, o anche un'umile contadino, che in un certo senso può essere considerato abbastanza giustificato.
Ma non ebbi il tempo di farmi altre domande perché appena quella persona arrivò, mi decisi con coraggio di sporgermi leggermente, cercando di non farmi notare.... e per poco non urlai dallo spavento! 
"Che cosa ci fa il capitano Levi qui?" mi chiesi scioccata, e veloce come un fulmine, ritornai subito al mio nascondiglio. Cominciai a tremare come una foglia.

"Perché proprio oggi e perché proprio qui!?" sbuffai rassegnata, dal momento che capii che d'ora in avanti la sua presenza mi avrebbe involontariamente e contro la sua volontà perseguitata per sempre. Come mi poteva capitare proprio a me una sfiga così grossa, più grossa delle varie stature dei giganti!?
Tornai in me (nonostante il mio nervosismo continuasse ad essere a tratti abbastanza indomabile), cercando di analizzare al meglio questa imbarazzante situazione e ponendomi qualche opzione:
"Ora cosa dovrei fare: dovrei uscire allo scoperto e inventare una scusa senza senso come «capitano, ma che coincidenza averla incontrata anche in questo posto!», oppure dovrei rimanere nascosta e vedere cosa avrebbe fatto?"
Ovviamente scelsi la seconda, non volevo mica fare "belle" figure di "M" proprio davanti al mio amato capitano! Ero disposta a rischiare, più che altro perché in effetti ero proprio curiosa di sapere perché si trovasse lì.
Per un po' rimase fermo a fissare il lago senza dire una parola. Sicuramente anche lui aveva bisogno di un po' di pace e quel posto, da quanto avevo capito, faceva proprio a caso suo.

"Povero il mio amato capitano..... quanto vorrei essergli sempre accanto per aiutarlo quando è molto giù di morale...." pensai con aria sognante.
Ma ecco che alzò le braccia verso il suo fantomatico foulard, slacciandolo e appoggiandolo su un ramo basso abbastanza spesso. Poi passò alla camicia, sbottonando con pazienza ogni singolo bottone.
"No... Non vorrà mica...." sperai, incrociando le dita con la speranza di sbagliarmi, mentre le mie guance cominciarono ad andarmi a fuoco. 
E purtroppo sì, avevo indovinato. Il capitano Levi voleva immergersi nel lago.
Lo vidi togliersi e sistemare con cura la camicia sullo stesso ramo in cui aveva poggiato prima il foulard. Il petto e gli addominali scolpiti ben esposti alla luce del sole mi fecero sciogliere gli occhi. Riuscii anche a scorgere, in gran parte sulle sue spalle, varie cicatrici che, secondo me, inutilmente avevano provato ad imbruttirlo.
"Quanto è bello.... Nonostante sia di bassa statura, il fisico lo porta davvero bene. Fin trooooppo bene."
Da un lato volevo che si immergesse subito da quanto già la situazione stava diventando abbastanza sconcertante, ma dall'altro volevo che continuasse. Era una cosa che mi poteva capitare di vedere una sola volta nella vita!
Finito con la parte del busto, passò ai pantaloni, rimanendo con soltanto dei semplici boxer neri, ma di cui si potette benissimo immaginare cosa si nascondesse... al solo pensiero mi sentii svenire.
Il capitano si tuffò, rimanendo sott'acqua per un bel po', per poi riemergere quasi al centro del lago. Stava fermo a fissare l'orizzonte in un religioso silenzio, rotto soltanto dai movimenti del suo corpo per rimanere a galla, dal debole vento e dal cinguettio degli uccelli, come se cercasse di vedere oltre le alte mura che, nonostante gli alberi, riuscivano comunque a fare capolino, come per ricordarci che ci troviamo sempre e comunque dentro una "gabbia". 
"Sono sicura che un giorno vedremo un vero panorama. Riusciremo a portare l'umanità fuori da questa prigione, dandole la tanto meritata libertà. E lo faremo insieme. Fidati di me."
Mi sporsi più in fuori aggrappandomi ad un ramo per ammirarlo meglio in tutta la sua bellezza, ma ecco che quel maledetto ramo si spezzò, provocando rumori che furono udibili sino a lui. Infatti, si voltò di colpo verso di me, ma io riuscii appena in tempo ad abbassarmi tra dei cespugli, restando immobile e tappandomi la bocca, impedendomi di emettere qualsiasi suono. 
-Chi è là!? Fatti vedere se sei in cerca di guai!- disse con un leggero tono minaccioso, girando su sé stesso per scrutare attentamente il perimetro del lago.
Cominciai ad allontanarmi piano piano a gattoni, con il manico del cestino (purtroppo quasi vuoto a causa dello sbalzo) stretto tra i denti.
"Cavolo cavolo cavolo! Meglio se faccio ritorno alla base il prima possibile se voglio continuare a rimanere in vita..."
E così feci. Dopo aver superato quel passaggio segreto, iniziai a correre in fretta e furia per tutto il resto del tragitto. Tornai con il cuore che ancora palpitava non soltanto per la folle corsa, ma anche per le mille emozioni che quella giornata libera mi avevano regalato.

Poi, soprattutto a causa della stanchezza, il resto della giornata la passai a dormire profondamente sotto l'albero in cui appesi accanto alla giacca il cestino, cullata dalla leggera brezza estiva. 
Ad un tratto ebbi l'impressione di qualcosa di fresco che mi sfiorò delicatamente la guancia, ma sarà stata sicuramente la mia solita immaginazione. 
Di sera invece, decisi di usare i frutti di bosco che "miracolosamente" avevano riempito di nuovo il cestino (non mi feci molte domande: forse qualche altro mio compagno ne aveva approfittato per prenderlo in prestito per voler contribuire alla mia raccolta) per preparare quella tanto desiderata torta. La produssi nel tardo pomeriggio, finendola giusto in tempo per essere degustata dopo cena.

Tutti la adorarono. Anche al capitano, che suppur mi disse soltanto un: -Niente male.- mi riempirono il cuore di gioia.
Più tardi, come al solito, gli portai il suo tè in camera e nel mentre ne approfittai per ringraziarlo nell'avermi concesso quella giornata libera, nonostante l'enorme imbarazzo nel guardarlo con gli occhi che ancora mi mostravano insistentemente la sua immagine "quasi" senza veli.
-Non ringraziarmi. Anzi, spero che ti sia divertita e di aver fatto cose di cui non potrai pentirtene.-
Non capii dove volesse arrivare con quella frase. Ne avevo viste di cose quella mattina e di certo ne ero più che sicura: non me ne sarei mai e poi mai pentita.
Senza dilungarmi troppo, per tutta risposta feci il saluto militare, dicendogli soltanto:
-Certamente signore. La ringrazio ancora. Buonanotte.-
Chiusi alle mie spalle la porta del suo ufficio e svelta mi diressi verso la mia camera, mettendomi la camicia da notte e infilandomi subito nel letto. Ero ancora emozionata, con il cuore che mi martellava nel petto.

Ripensai un'ultima volta alla sua maestosa figura in piedi davanti al lago, avvolto dall'abbagliante luce solare e, con ancora il sorriso, sprofondai in un sonno profondo. 
Sicuramente la miglior giornata libera della mia vita!

 

 

 




* Scena bonus! *
Intanto nell'ufficio...
Dopo aver finito di bere il tè, il capitano si voltò verso la finestra aperta che incorniciava una notte serena e stellata con una grande luna piena al centro. Dopo aver posato la tazza sulla scrivania ed essersi diretto verso di essa disse, affacciandosi e fissando l'infinito di quel cielo notturno:
-Tranquilla, Petra. Non ti avrei mai uccisa se ti avessi scoperta che mi stavi spiando. Anzi, ringraziami che mi sono limitato e non ti ho mostrato il "resto". A quel punto saresti già morta da sola...-

Fine.

   
 
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