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Autore: pelham    12/08/2019    1 recensioni
Febbraio 1999. Dopo la battaglia di Hogwarts e la definitiva sconfitta di Lord Voldemort, molti Mangiamorte o simpatizzanti del Lato Oscuro si sono dati alla fuga. Un discreto numero di civili è disposto a dare loro la caccia per un prezzo onesto e gli Auror sono felici di chiudere un occhio quando un ricercato viene portato alla loro porta.
[Personaggi Originali || Il rating potrebbe subire leggeri cambiamenti]
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Nota Introduttiva: Questa storia è ambientata interamente nel mondo magico/universo ideato da JK Rowling, ma non avrà nulla a che fare con i personaggi che popolano i libri di Harry Potter. Tutti gli avvenimenti della storia dovrebbero essere compatibili con il canon, almeno dei sette libri della saga principale. Nonostante ciò, mi sono preso la libertà di riempire buchi dove non ho trovato abbastanza informazioni.
Inoltre, per questa storia ho dato per scontato che ci fosse un numero effettivo di Mangiamorte di gran lunga superiore a quello dei Mangiamorte nominati nei libri. Ho accettato che i Mangiamorte di cui ci viene comunicato il nome sono i più importanti ma immagino che ci fossero molte altre persone che sono passate dalla parte di Voldemort ma non hanno fatto nulla di abbastanza importante per essere nominate nei libri. 

 
CAPITOLO PRIMO
Pennfroe

Per raggiungere il villaggio gallese di Pennfroe, il tipico viaggiatore londinese doveva prendere tre treni e un autobus, oltre a farsi circa venti minuti a piedi, per un totale di poco più di sette ore di viaggio. Il viaggiatore doveva partire dalla stazione di Paddington, raggiungere la stazione di Swansea, prendere un altro treno per Pembroke e infine un autobus per Haverfordwest, che si fermava anche a Pennfroe.
Dal momento che Pennfroe non era un villaggio turistico, o particolarmente conosciuto, non erano molti i londinesi che cercavano di imbarcarsi in questo viaggio. Il viaggiatore più frequente era un tale Colin Hughes, un attuario di origini gallesi che ogni anno andava a visitare i propri nonni per Natale.
Il 23 febbraio 1999, due viaggiatori presero lo stesso treno che partiva da Paddington. Nessuno dei due era a conoscenza della partenza dell’altro; entrambi erano diretti a Pennfroe.
Il primo dei due viaggiatori era Leopold Crankshaw che ormai da sette o otto mesi aveva lasciato il proprio lavoro per diventare un cacciatore di Mangiamorte. Aveva pagato profumatamente Caractacus Ironbark in cambio di una soffiata riguardo alla posizione dell’ex-Mangiamorte Lavinia Larcombe, sparita dalla circolazione dopo la battaglia di Hogwarts.
L’altro dei due viaggiatori era Moses Pickering che non aveva mai avuto un lavoro perché aveva ereditato una quantità non indifferente di denaro quando era morta la sua prozia Ruth. Ormai da otto o nove mesi era diventato un cacciatore di Mangiamorte (il miglior cacciatore di Mangiamorte) e anche lui aveva pagato profumatamente Caractacus Ironbark in cambio di una soffiata riguardo alla posizione dell’ex-Mangiamorte Lavinia Larcombe, sparita dalla circolazione dopo la battaglia di Hogwarts.
Entrambi avevano chiesto a Caractacus Ironbark come facesse a sapere che la Larcombe si trovava proprio a Pennfroe, ma non avevano ricevuto risposta.
Entrambi erano particolarmente fedeli ai mezzi di trasporto babbani: non davano nell’occhio, erano tendenzialmente efficienti e risultavano raramente in arti mancanti e ferite sanguinolente. Certo, avevano sentito molte storie di treni babbani deragliati, navi affondate o aerei precipitati ma il fatto che se fossero stati coinvolti in simili incidenti nessuno avrebbe potuto incolpare la loro inabilità li rassicurava. E poi, c’è un qualcosa di tranquillizzante in un lungo viaggio in treno…
Quando scesero alla stazione di Swansea, Moses Pickering pensò per un attimo di aver visto da lontano il suo collega Leopold Crankshaw. L’idea era però talmente improbabile che si convinse presto di essersi sbagliato e raggiunse il più in fretta possibile il binario uno per prendere il primo treno per Pembroke. 
Raggiunto il binario uno, poté constatare con certezza che Leopold Crankshaw era lì, ad aspettare il treno. Pickering decise di far finta di non averlo visto.
Crankshaw si accorse della presenza di Pickering quando stavano entrambi camminando verso la stessa fermata degli autobus, ma nessuno dei due disse nulla.
Aspettarono l’autobus in silenzio. 
Quando finalmente, in ritardo di due minuti e mezzo, l’autobus arrivò, entrambi comprarono dal controllore un biglietto per Pennfroe. Crankshaw andò a sedersi in un posto vuoto. Pickering si sedette di fianco a lui.
Dopo aver passato i primi cinque minuti di viaggio a guardare fuori dalla finestra in silenzio, Crankshaw si decise a parlare: “Lavinia Larcombe?”
Pickering annuì. 
“Caractacus Ironbark?”
Pickering annuì di nuovo. “Quanto l’hai pagato?”
Crankshaw si strinse nelle spalle. “Troppo”, disse. “Cinquanta galeoni”.
Pickering non sapeva se sentirsi offeso per il fatto che lui ne aveva dovuti pagare settanta. 
“E quando l’hai pagato?”
Crankshaw si voltò finalmente verso di lui. “Ha importanza?”
“Beh, era giusto per essere cer-”
“Ieri”.
“A che ora?”
Crankshaw sbuffò udibilmente.
“Non c’è bisogno di essere così teatrale, Leopold, lo stavo chiedendo giusto perché-”
“Non so, saranno state le tre”.
Dopo pranzo, quindi?”
“Sì”.
Pickering si sentì immediatamente sollevato da tutte le preoccupazioni che lo avevano assalito sin dal momento in cui aveva intravisto Crankshaw scendendo dal treno a Swansea. 
“Beh, Leopold, mi dispiace dirti che a me ha dato le informazioni prima di pranzo, quindi mi sembra corretto che sia io a occuparmi di questa… taglia, anche se sono certo che faresti un ottimo lavoro”.
Dallo sguardo di Crankshaw, Pickering capì subito di aver detto la cosa sbagliata. Certo, non poteva aspettarsi altro da qualcuno che aveva appena speso cinque ore in treno e cinque minuti in autobus per raggiungere un villaggio sperduto del Galles, soprattutto se aveva appena detto a quel qualcuno che il suo viaggio era stato per nulla.
“Se vuoi”, accennò Pickering, “posso rimborsarti la somma che hai pagato a Caractacus. Mi rendo conto del fatto che si tratta di una cifra piuttosto proibitiva, ma-”
Crankshaw lo interruppe per la terza volta. “Non mi interessano i tuoi soldi, Pickering”.
“Molto bene, allora, mi dispiace che tu abbia fatto tutto questo viaggio per nie-”
“Non ho intenzione di tornarmene a casa”.
Doveva sempre fare il difficile.
Pickering sospirò e iniziò a pensare al piano B. “Ti sto implorando, Leopold”.
“Ti ho detto che non ho intenzione di tornarmene a casa. Possiamo cercare entrambi la stessa persona. La troveremo più in fretta”.
Per un attimo, Pickering sentì il desiderio di ribattere che sì, potevano, ma non era certo la stessa cosa e che qualcuno doveva pur prendersi il merito, ma si trattenne. Non voleva peggiorare la situazione. 
Come se l’universo volesse prendersi gioco di lui, in quel momento iniziò a piovere. Inizialmente, era una pioggia leggera, a mala pena percettibile, ma nel giro di pochi minuti si fece più forte. Diventò la tipica pioggia invernale: martellante, ghiacciata e accompagnata da un vento poderoso.
In cuor suo, Moses Pickering iniziava ad avere alcuni dubbi.

 

Alla fermata di Pennfroe, scesero solo in due. Era una giornata misera, come molte altre giornate di febbraio, quindi poterono vedere il villaggio come era realmente. Infatti, nelle rare giornate di sole, Pennfroe poteva sembrare un luogo quasi idilliaco in cui tutti si prendevano cura dei propri giardini e i bambini giocavano felici. Ma per quasi tutti i giorni dell’anno si presentava così come lo videro per la prima volta Crankshaw e Pickering: un piccolo agglomerato di case tutte uguali costruite intorno a una strada piena di buche e non un’anima viva in vista.
Davanti alla fermata dell’autobus si poteva facilmente vedere l’unica nota colorata dell’intero villaggio: la bandiera rossa dell’Esercito della Salvezza, appesa a un edificio dal colorito grigiastro. 
Per un attimo, Crankshaw e Pickering rimasero indecisi sul da farsi. 
Poiché tutto a Pennfroe sembrava funzionare quando visto da molto lontano da un miope, ma nulla funzionava nei fatti, la fermata dell’autobus era fornita di un parapioggia che aveva la peculiare qualità di non riparare per nulla dalla pioggia. Un problema aggiuntivo: sia Crankshaw che Pickering erano partiti in fretta e furia senza pensare troppo ai bagagli e nessuno dei due aveva portato un ombrello. Un terzo problema: il fatto che due sconosciuti erano arrivati con l’autobus da Pennfroe aveva sicuramente attirato l’attenzione di molte persone le cui case si affacciavano sulla via principale e le cui vite erano così prive di avvenimenti da dover spiare costantemente fuori dalla finestra, motivo per cui Crankshaw e Pickering non potevano usare un incantesimo per ripararsi dalla pioggia. Ultimo problema: nessuno dei due aveva pensato di informarsi riguardo a un posto in cui stare, e nessuno dei due aveva pensato alla possibilità, piuttosto realistica, che a Pennfroe non ci fosse un hotel.
“Suppongo che tu non abbia un posto dove stare?” chiese Pickering.
Crankshaw scosse la testa.
“Neanche io”. 
Crankshaw indicò la bandiera rossa davanti a loro. “Proviamo a chiedere informazioni a loro”.
All’esercito della salvezza? Leopold, sei sicuro di voler disturbare…”
Senza dargli retta, Crankshaw iniziò ad attraversare la strada. Pickering si ritrovò a seguirlo.
Nonostante non ci fosse nessuna macchina in vista, guardò quattro volte a destra e a sinistra.
“Leopold, stavo dicendo-”
Crankshaw raggiunse la porta.
“Leopold, per l’amor di Merlino, fermati”.
Crankshaw si voltò a guardarlo e Pickering lo raggiunse in fretta.
“Leopold, stavo dicendo… non mi sembra una buona idea andare a disturbare un esercito”.
Crankshaw accennò a una risata. Bisogna dire che accennò perché Leopold Crankshaw era quel tipo di persona che per scelta non ride mai e che quando, suo malgrado, si ritrova a ridere lo stesso, cerca di smettere il prima possibile. 
“Non è un esercito vero, è tipo… un’associazione di cristiani”.
“Una chiesa?”
“No, è più una cosa… eh, fanno beneficenza e cose così, cose per i poveri, sai?”
Pickering annuì con poca convinzione. Nel mondo magico, la beneficenza non era una pratica particolarmente diffusa. I maghi non amavano aiutare i babbani, neanche i maghi che li avevano in simpatia, e per quel che riguarda i maghi poveri, in genere si credeva che avessero meno bisogno di aiuto economico dei babbani poveri (una convinzione che avevano quasi tutti i maghi ricchi ma pochi dei maghi poveri, i quali però non erano inclini a donare in beneficenza a causa di una mancanza di fondi).
“Vieni, allora?”
Pickering annuì, sempre con poca convinzione. Il suo lavoro, se così lo si poteva chiamare, aveva una natura che poteva essere violenta. In parte, era proprio quello ad averlo attirato: la scarica di adrenalina che poteva causare solo un duello. Nonostante ciò, cercava di evitare di attirare la violenza più del dovuto. Andare nel covo di un esercito di cristiani non gli sembrava ideale.
Quando andava a Hogwarts aveva parlato con sir Nicholas de Mimsy-Pompignon abbastanza volte da sapere che i babbani cristiani non vedevano i maghi di buon occhio.
Ma non disse nulla. Si limitò a guardare Crankshaw che suonava il campanello e ad aspettare. Presto, una donna aprì la porta.
Era il genere di donna a cui nessuno avrebbe mai dato più di uno sguardo. Non perché ci fosse qualcosa di sbagliato in lei, ma perché era, sotto tutti i punti di vista, comune. Bionda, di media statura, occhi probabilmente azzurri, e così via. Sorrideva anche, come sorridono tutte le persone che devono incontrare persone del pubblico e convincerle a entrare nell’Esercito della Salvezza.
“Posso aiutarvi?”
“Sì, buongiorno, gentile signora dell’esercito, brutta giornata, vero? Davvero tremenda, ah e se non è un dis-”
“Stiamo cercando delle informazioni” tagliò corto Crankshaw. Pickering decise di non protestare. Nelle maggior parte delle circostanze, Pickering era un ottimo conversatore ma, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva, i Babbani lo mettevano a disagio. Soprattutto i babbani che facevano parte di associazioni che probabilmente non tenevano i maghi in alta considerazione.
“Sarei felice di darvi tutte le informazioni che volete” disse la babbana, senza mai smettere di sorridere. “Volete accomodarvi?”
La babbana fece segno di entrare. 
Tra la pioggia torrenziale e la sede di un esercito di babbani, Pickering scelse i babbani. 
Furono portati in una stanza che sembrava uscita da un catalogo d’arredamento babbano degli anni ‘70. Non che Pickering avrebbe potuto saperne qualcosa: i maghi, in fatto di arredamento, avevano sviluppato le proprie correnti che assomigliavano più a quel che era popolare tra i babbani nel 1870. 
“Io sono Martha Clarke, sono un soldato dell’Esercito della Salvezza”. Martha Clarke ridacchiò. “Ma direi che quello era ovvio, vero?”
Pickering immaginò che quello avesse qualcosa a che fare con i vestiti che Martha Clarke, soldato dell’Esercito della Salvezza, aveva indosso. Forse era un uniforme. Non che Pickering fosse bravo a distinguere i vestiti babbani; quando, come in quel momento, doveva fingersi babbano, tendeva a indossare esattamente i vestiti che trovava su un manichino nella vetrina di un negozio babbano, per assicurarsi di non sembrare particolarmente stupido o fuori posto.
“Io mi chiamo Moses Pi-”
“Oh, Moses! Un nome che si sente raramente!”
“Beh, è un nome di famiglia”.
“Un bellissimo nome biblico”.
“Ah, certo, è per quello che mi hanno chiamato così, siamo molto religiosi nella mia famiglia, sa, ehm, cristiani, dei grandi fan dell’esercito della salvezza”.
Martha Clarke continuò a sorridere e ad annuire. 
“Dicevo che stiamo cercando delle informazioni” interruppe Crankshaw. 
Se Pickering poteva vantarsi di essere un ottimo conversatore, almeno con i maghi, Crankshaw poteva almeno dire di essere coerente nel suo essere incapace o riluttante a portare avanti una conversazione con chiunque, mago o babbano che fosse. 
“L’Esercito della Salvezza sta sempre cercando nuove reclute che aiutino a diff-”
“No, scusi, stiamo cercando informazioni su Pennfroe, non sull’esercito, credevamo che poteste aiutarci”.
Il sorriso di Martha Clarke era probabilmente l’entità più resiliente dell’intera cittadina. Tuttavia, per un brevissimo momento, sembrò vacillare. Poi ritornò al suo solito splendore.
“Certo”, disse. “Siete nuovi qua? Anch’io, sapete... immagino si senta dall’accento. Sono qua solo da qualche mese ma posso dirvi che è un posto bellissimo e il tempo in genere è molto migliore”.
“Ne sono sicuro” rispose Crankshaw, “ma noi siamo qui solo per lavoro. Sarà una questione di pochi giorni, speravamo che lei potesse indicarci un posto in cui trovare una stanza libera”.
“E un negozio di ombrelli” aggiunse Pickering. “O se non esistono negozi di ombrelli, un negozio in cui si possono trovare, tra le altre cose, anche ombrelli”.
Sia Crankshaw che Martha Clarke lo guardarono con uno sguardo confuso.
“La signora Jones ha un Bed and Breakfast su George Street… è la strada parallela a questa… e per quanto riguarda l’ombrello, potete provare al Sainsbury’s, non credo che ci sia un negozio specifico di ombrelli”.
Crankshaw mormorò qualche parola di cortesia e Pickering si scatenò in un fiume infinito di ringraziamenti che culminò con una promessa di considerare di arruolarsi nell’Esercito della Salvezza. Martha Clarke gli prestò un ombrello e gli diede un volantino.
Appena furono usciti, Pickering tirò un respiro di sollievo. 
“Ricordarmi di non lasciarti mai più parlare davanti a un babbano” gli mormorò Crankshaw.
“Non ho detto niente di male, Leopold, sono solo stato cortese. Dovresti provarci anche tu qualche volta”.
“Sei stato strano e vagamente ansioso”.
Iniziarono ad incamminarsi verso George Street. Pickering aveva passato l’ombrello a Crankshaw, che era più alto, nella speranza che potesse coprirli entrambi. In realtà l’ombrello poteva poco nei confronti della potenza della pioggia e soprattutto del vento. Era un ombrello piccolo, tascabile e pressoché inutile. Comunque meglio di niente.
Ero vagamente ansioso, Leopold, perché ero davanti a una fanatica soldatessa cristiana”.
“Fanatica… dai” sbuffò Crankshaw.
“Fanatica o meno, sai bene che i babbani religiosi non ci vedono di buon occhio. Avrai parlato qualche volta con sir Nicholas a scuola no?”
“Vuoi dire Nick-quasi-senza-testa”.
“Sai che non gli piace che lo si chiami così”.
Svoltarono su George Street, una strada uguale identica a quella su cui erano in precedenza. C’era un’unica differenza: non c’era la bandiera dell’Esercito della Salvezza, e quindi era sostanzialmente ancora più grigia e triste dell’altra strada.
Tutta Pennfroe consisteva sostanzialmente di due strade parallele, George Street e Church Street. C’erano poi varie stradine laterali che si incrociavano alle due principali, e su cui si trovavano principalmente abitazioni e qualche pub. Church Street era la strada della stazione degli autobus e, naturalmente, dell’Esercito della Salvezza, che era non lontano da una chiesa che né Crankshaw né Pickering avevano notato. In George Street, a essere onesti, non c’era niente, se non Sainsbury’s.
“Beh, comunque sai che sir Nicholas è stato ucciso da degli zeloti babbani quindi-”
“Pickering, i babbani non credono all’esistenza dei maghi. Non più”.
“Solo perché ci hanno perseguitato così tanto che abbiamo dovuto ridurci a vivere nella più totale segretezza”.
Qualunque risposta stesse per dargli Crankshaw, Pickering non la sentì mai. Arrivarono davanti al famigerato Bed and Breakfast della signora Jones.
 


Nota post-capitolo: Non credo che il capitolo necessiti di ulteriori spiegazioni (oltre a quelle fornite all'inizio). Questa storia è perlopiù un tentativo da parte mia di esplorare uno stile semi-comico (anche trattando di argomenti importanti) e di scrivere qualcosa con un "cast" di personaggi piuttosto ampio (anche se in questo capitolo, che funge perlopiù da prologo, ne compaiono pochi). In genere non condivido le mie storie con nessuno (e infatti non ho mai pubblicato niente su efp prima) ma mi interessava vedere che feedback avrei ricevuto. 
 

   
 
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