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Autore: DGrey    13/08/2019    0 recensioni
Era sempre una pessima giornata il 13 Aprile.
La giornata più brutta per Luna Lovegood.
Il giorno in cui tutto le crollò addosso e la sua via cambiò per sempre...
«Mamma, Chi è Ben?»
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Luna/Neville, Luna/Rolf
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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«Mi dispiace. Davvero. Abbiamo fatto il possibile…»

 «Avete provato con la medicina babbana?»

«Babbana, Magica, Alchemica, Fitoterapica, persino Mistica. Non hanno avuto effetto. Mi dispiace Signor Longbottom, non sappiamo più cosa fare.»

Fu quello il momento in cui Neville prese davvero coscienza di quello che stava succedendo. Suo figlio sarebbe morto, senza sé e senza ma, senza alcuna speranza.

«Quanto…»

«Settimane, mesi, forse un anno, non di più. Se la maledizione continua a svilupparsi con questo ritmo…»

La Maledizione l’avevano chiamata. Non sapevano se fosse veramente una maledizione, se fosse una malattia, un virus, un veleno. Non sapevano niente, non ci avevano capito niente. Ma dovevano darle un nome per forza, come se fosse quella la cosa più importante.

«Non si dia colpe, professor Nox, lei ha fatto del suo meglio. La ringrazio per tutto.»

Se ne andò via dal San Mungo con Ben. Se davvero non potevano fare niente, non avrebbe avuto senso farlo rimanere lì. Sarebbe stata un ulteriore scelta sofferta.

Decise di portarlo al parco. Si sedette su una panchina per guardarlo giocare. Ormai non si muoveva più tanto bene, inciampava, barcollava, erano finiti i tempi in cui correva spensierato. Non aveva ancora sei anni.

Si accorse di stare piangendo. Non riuscì a farne a meno. Lasciò che le lacrime scendessero da sole, senza trattenerle o forzarle.

«Che c’è, papà?»

Se n’era accorto. Di tutto quanto. Aveva l’intelligenza di sua madre, lo sapeva già dall’inizio. Eppure, nonostante tutto, la sua paura sembrava essere svanita, sostituita da un’ingenua preoccupazione per i suoi genitori e dalla sofferenza nel sorprenderli a litigare a causa sua. Sembrava che della sua futura morte non gli importasse più di tanto ormai.

Neville gli sorrise.

«Niente bestiolina, allergia.»

«Allergia?»

«Allora, hai fame? Ti va di mangiare qualcosa?»

«Porridge. Con Gelato. Al Cioccolato.»

Se suo figlio sarebbe sopravvissuto solo pochi mesi, per le mutande di Merlino, allora sarebbero stati i mesi migliori della sua vita.

«E va bene. Porridge e Gelato sia!»


Luglio 2021

 

Si svegliò di soprassalto. I ricordi avevano preso di nuovo i suoi sogni. Lo facevano spesso negli ultimi anni.

Guardò l’orologio, era notte fonda. Cercò di riaddormentarsi, ma fu inutile. Neville sapeva che, quando si svegliava, poteva solo alzarsi. Si diresse verso la cucina per bere qualcosa. Dopo decise di preparare le lezioni per l’anno scolastico che sarebbe arrivato.

L’aveva già fatto, in realtà, ma importava poco.

«Che ci fai sveglio?»

Non aveva sentito arrivare sua moglie, che lo guardava assonnata in camicia da notte.

«Non riesco a dormire.»

«Lo hai sognato di nuovo.»

Non era una domanda. Andava dritta al punto. Rispose annuendo.

«Ti va di parlarne?»

Non c’era bisogno di rispondere. Neville lasciò che si sedesse al suo fianco.

«Era un ricordo, più che un sogno…» Disse «Di quella volta che mi chiese il Porridge con Gelato.»

«Richiesta eccentrica.»

«Era fatto così. Fosse stato per lui avrebbe messo il porridge anche sulla pizza.»

«E tu che hai fatto?»

«L’ho accontentato. Semplice. Non sarei riuscito a fare altro. Luna divenne una furia dopo aver scoperto che lo avevo fatto mangiare fuori pasto.»

«Luna che si arrabbia? Per una cosa del genere?»

«Era molto strano, neanche io me lo aspettavo, lei amava le cose fuori dall’ordinario. Ma era diventata… iperprotettiva. Stava negando la realtà, non so se mi spiego…»

«Capisco…»

«Sono stato parecchio duro con lei. Le ho detto in faccia che nostro figlio stava morendo e che non poteva proteggerlo da qualcosa di inevitabile… non l’ha presa bene…»

«Luna sta negando la realtà anche adesso.»

«Tu dici?»

«Pensa di non essere cambiata per niente, ma non potrà nascondere per sempre il fatto che qualcosa l’ha scossa dal profondo. Questa cosa ha cambiato tutti e due, sia Lei che Te.»

«Vorrei che tu lo avessi conosciuto, Hannah. Ben era così… Ben.»

«Lo so. Vorrei averlo conosciuto anche io.»

 

 



«Zio?»

«Cosa c’è, piccoletto?»

«Io… sto morendo, vero?»

Ron rimase di sasso. Non se l’aspettava una domanda del genere da lui, pensava che non fosse abbastanza grande da capire. Ma, in effetti, lo avrebbe dovuto prevedere. Era sempre stato un bambino intelligente.

Cercò di evitare una risposta diretta.

«Perché pensi di stare morendo?»

«Siete tutti tristi per me. Mamma, Papà, la Nonna e il Nonno, il professor Nox. Anche tu sei triste. Non voglio che siate tristi per me.»

«Non siamo tristi, piccoletto, siamo solo… preoccupati.»

«Non voglio far preoccupare nessuno io.»

«Chi ti vuole bene si preoccupa per te. È normale, non si può evitare.»

«Se muoio prima smetterete di preoccuparvi?»

SbagliatoSbagliatoSbagliato. Non era questo quello che voleva dire. Si sentì un idiota. Mai che ne facesse una giusta.

Cambiò approccio.

«Senti… ti posso dire un segreto?»

«Che segreto.»

«Tra poco sarò Papà. Io e la zia Hermione stiamo per avere un bambino.»

«Davvero? È fantastico! Avrò una cuginetta!»

«Cosa ti fa pensare che sia femmina?»

«Secondo me è una femmina.»

«Va bene. Però acqua in bocca, che non lo sa ancora nessuno.»

«Ok. Però… quando nascerà… io ci sarò ancora?»

«Mi prometti che farai del tuo meglio per esserci?»

«Si!»

«Bravo il mio piccoletto.»

«E tu mi prometti che la farai ridere? E anche gli altri?»

Ben faceva domande inaspettate a volte. Ron sorrise.

«Certo, lo prometto. Farò ridere lei e tutti quanti.»

 

Gennaio 2022


«Ron?»

Dawn si era affacciata dalla porta della camera. Gli sarebbe piaciuto tanto che lo avesse chiamato Papà, ma non voleva farle pressione. Da poco aveva smesso di chiamarlo “Signor Weasley”

«Che c’è, Didi.»

«Sei triste di nuovo?»

Non poteva nasconderle niente. Non c’era verso di riuscirci. Decise che era il momento di dirle qualcosa. Le fece cenno di sedersi sulle sue gambe, aspettando che si accomodasse per cominciare a parlare.

«Ti ricordi di quando sono venuti Lorcan e Lysander?»

«Quella volta in cui ho fatto arrabbiare Zia Luna? Non è più venuta per colpa mia.»

Se la ricordava troppo bene, a quanto pare.

«No. Non è stata colpa tua. Zia Luna era un po’ triste quel giorno.»

«Per Ben?»

«Si. Per Ben.»

«Ben era suo figlio? È morto, non è vero?»

«Si. Aveva una brutta malattia.»

«Anche tu sei triste per Ben?»

«A volte. Ero il suo zio preferito sai? Adorava gli scherzi che facevo con Zio George. E che gli facessi il solletico.»

«Perché lo facevi ridere?»

«Si.»

«Hai pianto quando è morto?»

«Si. Tanto.»

Ron vide la bambina rabbuiarsi.

«Mi dispiace…»

«Di cosa?»

«Io… ho visto Le foto nella Testa. Non volevo.»

Dawn ancora non sapeva come chiamare quei pensieri che scorgeva nella mente delle persone. Per lei erano “Le foto nella Testa”.

«Tranquilla. Non l’hai fatto apposta, giusto? Devi solo imparare a controllarlo.» le accarezzò la testa in modo affettuoso. «Al massimo ti posso dare un consiglio…»

«Che consiglio?»

«Quando vedi “Le foto nella Testa”, cerca di non dire quello che vedi a voce alta davanti a tutti. Sono cose private, qualcuno potrebbe arrabbiarsi.»

«Capito. Cose Private.»

«Brava Didi. Adesso andiamo a fare una cosa importante.»

«Cosa?»

«Andiamo a trovare zia Luna.»

   
 
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