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Autore: Cossiopea    13/08/2019    3 recensioni
Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.
Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.
-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.
Deglutii.
-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.
Il signor Stark alzò un dito.
-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi TENTARE di non farlo, tu devi proprio NON FARLO.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Il primo passo da babysitter
 

Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.

Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.

-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.

Deglutii.

-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.

Il signor Stark alzò un dito.

-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi tentare di non farlo, tu devi proprio non farlo. Senza scuse, obbedendo alle poche semplici regole che ti ho già dato- mi fissò -O te le sei dimenticate?

-No, signore- gli risposi, esasperato.

Come potrei averlo fatto? Pensai, trattenendo a stento la tentazione di alzare gli occhi al cielo Me le avrà ripetute una decina di volte nell'ultima settimana...

-Bene- alzò il mento -Facciamo un ultimo ripasso allora.

-Non si toccano i file di Friday- iniziai, recitando a pappagallo ciò che Tony mi aveva rifilato fino allo sfinimento -Rispondere sempre alle sue chiamate; non rispondere agli sconosciuti; non distruggere la casa e soprattutto evitare che Morgan si faccia male- lo guardai -Giusto?

Tony abbozzò un sorriso appena soddisfatto, come se io avessi sfiorato la sua soglia di gradimento.

-E ti conviene rispettarle- disse -Per un giorno saranno la tua bibbia.

Annuii, convinto.

-Solo un giorno- gli feci -Ok, ce la posso fare.

Tony schioccò la lingua e mi sorrise, un sorriso che però racchiudeva tutta una fila di minacce e preoccupazioni che non voleva ammettere di avere nemmeno a sé stesso.

Quando richiusi la porta di villa Stark fu come se l'intero universo fosse a mia disposizione.

Lo spazio immenso che avevo davanti mi apriva una sfilza di possibilità incredibili. Porte a me solitamente chiuse a chiave e totalmente inaccessibili ora spalancate davanti ai miei occhi eccitati.

Se pochi giorni prima mi avessero detto che Tony Stark mi avrebbe affidato la gestione di casa sua e, soprattutto, la cura della figlia, non ci avrei creduto, mandando a quel paese il pazzo che mi aveva rifilato una simile cavolata.

Ma poi Iron-Man era venuto da me.

Lui e Pepper dovevano fare un viaggio in Europa per non so che e Happy era impegnato nel New Hampshire... Perciò Pepper aveva proposto me.

Mi ero immaginato almeno un migliaio di volte la faccia che poteva aver fatto Tony dopo le parole della moglie.

Sgomento? Terrore? Dubbio?

Certamente un intrigo di emozioni che raramente compaiono sul viso rigido di Tony, all'idea che un neanche sedicenne gestisse la sua proprietà e la sua prole...

Ma, effettivamente, i signori Stark non avevano molte conoscenze di cui potersi fidare ciecamente e il fatto che io abitassi a poche ore di macchina dalla loro abitazione mi faceva salire in cima alla classifica delle possibili scelte.

L'onore che avevo avuto nel momento preciso in cui Iron-Man mi aveva proposto la cosa non si può descrivere.

Insomma, chi non sarebbe in brodo di giuggiole davanti ad un simile annuncio?

"Peter, sarai a capo della mia villa di New York per un giorno"

In quell'istante il mio cuore aveva seriamente rischiato di esplodere.

E adesso eccomi lì, a vagare per i corridoi deserti dell'immensa villa, nella testa il pensiero che niente avrebbe potuto rovinare quel momento di gloria.

La luce entrava copiosa dalle enormi vetrate e il pavimento lindo e immacolato pareva quasi una pista di pattinaggio appena lucidata. Tutto questo sembrava così immensamente anormale per uno sfigato come me: mi guardavo intorno e mi sembrava di essermi risvegliato in un sogno irrealizzabile.

Sorrisi tra me, ficcandomi le mani nelle tasche della felpa e continuando a vagare, guardandomi attorno con interesse, quasi fossi dentro un museo pieno di reliquie fragili e con un bel cartello in vista: "Non toccare".

-Ehi, tu.

Mi voltai di scatto, bloccandomi a metà di un passo.

Proprio là, in mezzo al corridoio che io stavo percorrendo, stava una bambina.

La somiglianza di quegli immensi occhi scuri con quelli del mio mentore mi colpì come un pugno sullo stomaco.

L'espressione seria e indipendente con cui la piccola mi squadrava era assolutamente innaturale per una creatura così inerme.

Forse fu proprio in quel momento che mi ricordai di non essere realmente solo, in casa.

Abbozzai un sorriso di incoraggiamento, guardando Morgan Stark e tentando di farle capire che non ero un intruso.

-Ciao- le dissi mentre azzardavo un passo nella sua direzione.

Lei mi fulminò con lo sguardo.

Era evidente che dall'alto dei suoi sei anni di esistenza non si fidava di me.

-Chi cavolo sei?- mi fece, con una nota che ancora una volta non potei fare a meno di associare a Tony.

-Mi chiamo Peter- le dissi, continuando a sorridere -Sono il tuo Babysitter.

-Io non ne ho bisogno- mi sputò in faccia la bambina -Sono grande.

Battei le palpebre.

La piccola ha carattere pensai, sorpreso.

-Allora sono un ospite- dissi, optando per un'altra via -Tu sei la padrona di casa e io un tipo passato a salutare.

Questa versione parve piacere di più a Morgan.

-Io sono il capo?- mi chiese mentre sul suo visino compariva un ghigno funesto, quasi volesse essere certa che quel potere che aveva su di me fosse davvero reale.

Così, senza sapere davvero quale sarebbe stato l'effetto catastrofico di quelle parole dissi senza quasi pensare:

-Sì, Morgan- annuii -Tu sei il capo.

 

Adesso, guardando la mia situazione attuale, studiando la disperazione che regna nei miei occhi vi chiederete:

"Ma, Pete... Cosa hai fatto?"

Ed è così che scuoto la testa per poi immergerla nelle mani e trattenere la voglia di urlare.

La pioggia che mi inzuppa i vestiti, entrandomi nelle ossa; nemmeno un soldo in tasca e una bambina appoggiata alla mia spalla, che chissà come si è addormentata anche sotto la tormenta.

In una zona dimenticata da ogni dio in una foresta buia del Vermont, l'ultimo residuo di speranza svanito da tempo, lontano decine di chilometri dalla prima zona abitabile...

Alzo di nuovo lo sguardo su di voi e, con tutta la dignità che ancora possiedo vi rispondo, gemente: "Non lo so!"

   
 
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