Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: karter    13/08/2019    4 recensioni
1. Noi, adulti nel corpo di bambini
"Quella che stavano per intraprendere sarebbe stata una vera avventura alla quale speravano di non soccombere. Non sarebbe stato facile affrontare da soli le difficoltà della vita, ma insieme avrebbero affrontato anche quell’ostacolo."
2. Compiti di chimica
" Ai entrò in salotto sfogliando una rivista di moda dietro la quale nascondeva un sorriso divertito. Adorava vedere il detective in difficoltà. Non poteva che fargli bene, magari si decideva ad abbassare un po' la cresta.
Il piccolo Edogawa fulminò la coetanea. Non si sarebbe mai piegato a chiedere il suo aiuto. L’avrebbe deriso a vita."
3. Comportamenti incomprensibili, o quasi...
" Quella sciagurata gli aveva fatto prendere un colpo. Un attimo prima stavano percorrendo insieme le strada per andare a scuola, l’attimo dopo aveva varcato la soglia dell’edificio da solo."
4. Sigarette
“Quei due erano uno spasso. Due testoni orgogliosi che non riuscivano ad esprimere le loro emozioni e finivano sempre per farsi male, inconsapevolmente.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Noi, adulti nel corpo di bambini
 
 
 
Ai osservò attentamente la figura seduta davanti a lei. Conan se ne stava fermo, lo sguardo basso e le nocche strette al cuscino del divano. Non aveva emesso fiato dal momento in cui la piccola scienziata gli aveva comunicato la notizia che avrebbe cambiato per sempre le loro vite. Sapeva quanto il detective avesse desiderato, negli ultimi anni, tornare adulto, solo per poter riabbracciare la sua bella. Scoprire di non poterlo fare sembrava avesse spento quella luce che da sempre gli aveva illuminato lo sguardo.
Chiuse gli occhi la piccola Haibara rivedendo il momento esatto in cui le speranze di quello che aveva sempre considerato il suo punto fisso, l’ancora che l’aveva tenuta a galla nel mare oscuro che era il suo passato, si erano frammentate e lo sconforto aveva travolto quel corpo infantile al cui interno era racchiusa la mente di uno dei più brillanti detective del paese.
«Ne sei sicura?»
La voce di Conan tremava mentre pronunciava quelle parole senza riuscire a guardare in volto l’amica. Sapeva che Haibara non gli avrebbe mai mentito su una cosa del genere ma non poteva fare a meno di sperare di aver capito male o di star semplicemente sognando.
La donna nel copro di bambina si prese qualche istante per rispondere. Quello che stava per rivelare all’amico lo avrebbe distrutto ancor di più dello scoprire di non poter tornare dalla ragazza dell’agenzia, ma non aveva senso mentirgli. Shinichi non avrebbe mai accettato una verità a metà.
«Sì» dichiarò in tono lugubre.
Non avrebbe mai voluto essere lei a procurargli un simile dolore, ma non poteva fare diversamente.
«Ho trovato l’antidoto definitivo» iniziò a spiegare vedendo lo sguardo tetro dell’amico riacquistare quella luce speranzosa che l’aveva aiutata a non arrendersi anche quando sembrava che il mondo le stesse crollando addosso «L’ho assunto io stessa per essere sicura che funzionasse e ha funzionato» confessò sotto lo sguardo interrogativo del detective dell’est che non riusciva a comprendere.
Se l’antidoto aveva funzionato, perché davanti a lui era seduta Ai Haibara e non Shiho Miyano? E perché gli aveva detto di dover dire addio alla sua vera identità e a tutti i suoi sogni?
«Per cinque giorni sono tornata a vestire i panni di Shiho Miyano. Non te ne sei accorto perché sono rimasta chiusa in laboratorio a controllare ogni cosa. Ho avuto bisogno di molto tempo per ultimare tutti i test e quando stavo per chiedere al dottore di chiamarti ho iniziato ad avvertire che qualcosa non andava. Ho impiegato poco a capire che il mio corpo stava regredendo ancora, ormai riconosco i sintomi» spiegò davanti allo sguardo interrogativo del bambino «Così ho svolto nuovamente tutte le analisi e ho fatto una terribile scoperta. I vari antidoti assunti durante questi due anni hanno fatto sì che i nostri organismi sviluppassero degli anticorpi contro le molecole che compongono quello definitivo. Per i nostri corpi, questo non è altro che un virus da combattere, come una qualsiasi influenza»
Conan ascoltò in silenzio le parole dell’amica non riuscendo a crederci, non poteva essere vero, non riusciva a capacitarsi che l’unico motivo per cui non sarebbe potuto tornare ad essere se stesso era da imputare esclusivamente alla sua testardaggine.
Sorrise amaramente, Shinichi, mentre la consapevolezza di ciò che sarebbe accaduto gli crollava addosso. Sarebbe rimasto per sempre bloccato nel corpo del piccolo Conan Edogawa. Avrebbe dovuto dimenticarsi della sua vita e iniziarne una nuova. Ma soprattutto avrebbe dovuto dire addio a Ran. Tra tutte, forse l’ultima era la cosa che gli faceva più male.
«Ho deciso di andar via per qualche tempo» interruppe i suoi pensieri la ramata «Simulerò la morte di Shiho Miyano per allontanare i sospetti dei pochi membri dell’Organizzazionerimasti a piede libero. Tornerò in Giappone solo quando le acque si saranno calmate»
Ai lanciò la bomba sorseggiando una tazza di the. Sapeva di aver appena stravolto ulteriormente la vita di Kudo, ma doveva dirglielo. Tra poco più di una settimana i giornali avrebbero riportato la notizia della sua morte, ma lei sarebbe già stata lontana.
Sorrise amaramente. Prendere quella decisione era stato difficile ma sapeva che era la cosa giusta. Non sarebbe mai potuta rimanere accanto al dottore, i bambini e gli altri, non finché Gin era ancora a piede libero e avrebbe potuto riconoscerla al solo sguardo. Sapeva che avrebbe sofferto per quel distacco ma doveva andare per la sua strada, era anche per quello che aveva già preso accordi con Furuya-kun e Akai-san. Non sarebbe potuta tornare indietro, non più ormai. 
Conan sbattè ripetutamente le palpebre a quelle parole. Non riusciva a crederci. Ai non poteva abbandonarlo in quel modo, non dopo ciò che gli aveva appena rivelato. Che ne sarebbe stato di lui se anche l’l'unica persona in grado di capirlo gli voltava le spalle a quel modo?
«È già tutto deciso, Kudo, non cambierò idea» lo anticipò vedendolo pronto a protestare.
Sapeva non avrebbe approvato la sua scelta, ma non le importava. Per una volta sarebbe stata lei a decidere del proprio destino.
 
 
***
 
 
Un mese dopo...
 
Ran era ferma, immobile, una statua di cera accarezzata dalla pioggia che non aveva smesso di cadere nemmeno per un secondo dal momento in cui il telefono in agenzia aveva squillato per comunicare la triste notizia.
Shinichi stava tornando a Tokyo per restare quando un tir impazzito aveva travolto tre auto. C’erano stati due morti e quattro feriti gravi. Purtroppo Shinichi era stato uno dei due sfortunati cui era stata strappata la vita.
Pianse più forte Ran a quel ricordo mentre le ginocchia le cedevano scontrandosi con la dura terra davanti alla sua lapide. Era inconsolabile la giovane Mori.
Sonoko la stringeva a sé. Aveva anche lei il volto rigato dalle lacrime. Per quanto non fosse mai andata d’accordo con il ragazzo non avrebbe mai voluto un simile destino per lui.
Era vero, era sempre stato un arrogante detective da strapazzo, ma era suo amico e, come diceva sempre, il marito della sua migliore amica. Le sarebbe mancato terribilmente. Sperava solo che da ovunque lui fosse veglia sse sulla loro Ran. Avrebbe avuto bisogno di tutto l’aiuto del mondo per riprendersi.
 

In un altra zona del cimitero...
 
Un uomo dai ribelli capelli corvini osservava la lapide di una giovane donna. Aveva un volto gentile, occhi color del cioccolato e il sorriso gentile. Bellissima. Masami Hirota era il nome inciso sulla lapide, sotto al quale, di recente ne era stato aggiunto un altro, Akemi Miyano.
Sorrise l’uomo accarezzando con lo sguardo il profilo dell’unica donna che abbia mai amato e leggendone il vero nome.
Shiho era stata di parola, le aveva ridato la sua vera identità prima di simulare la sua morte e far allestire la sua tomba vuota accanto al corpo dell’altra.
Sorrise a quel pensiero. Nonostante non fosse riuscito a salvare lei, aveva permesso alla sorella che tanto amava di voltare pagina. Shuichi era certo che Akemi ne sarebbe stata felice.
 
 
***
 
 
Dieci giorni prima...
 
La stazione dei treni era super affollata quel giorno e nessuno sembrava badare a due bambini che, zaino in spalla e trolley in mano, si apprestavano a salutare la vita che avevano conosciuto fino a quel momento. Quella che stavano per intraprendere sarebbe stata una vera avventura alla quale speravano di non soccombere. Non sarebbe stato facile affrontare da soli le difficoltà della vita, ma insieme avrebbero affrontato anche quell’ostacolo. Sarebbero cresciuti ancora una volta e, una volta messi al sicuro i loro cari dalla minaccia dell’Organizzazione che dava loro la caccia, sarebbero tornati.
 










 
Questa storia partecipa alla Teen! Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp
Prompt: 29 - Adulto nel corpo di un bambino
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: karter