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Autore: laisaxrem    17/08/2019    0 recensioni
Serie di brevi racconti dell'universo di This Is Us.
Ho deciso di raccogliere tutte le storie più brevi delle mille parole perché ne sto scrivendo a bizzeffe e non mi sembrava che valesse la pena di lasciarle separate.
Coppie presenti: KakaSaku, NaruSasu, InoSai, ShikaTema, GaaLee.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kakashi, Hatake, Sakura, Haruno | Coppie: Naruto/Sasuke, Sai/Ino, Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'This Is Us'
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Capitolo 1: My Love, my Life
 

Riassunto: I pensieri di Kakashi mentre diventa padre

DATA: 15 Maggio - anno 10
TITOLO: My Love, my Life - ABBA

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La gravidanza di Sakura non era stata una passeggiata. Nausee mattutine al primo trimestre, mal di testa e mal di schiena al secondo, gonfiore e svenimenti nell’ultimo. Kakashi aveva aiutato sua moglie il più possibile e per farlo aveva lasciato in mano a Naruto parte dei doveri d’Hokage (con Shikamaru a fargli da balia, ovviamente).
Il travaglio era iniziato alle tre di notte di una calda giornata di metà maggio. Kakashi aveva preso la donna tra le braccia e si era precipitato in ospedale, ordinando ai suoi ANBU di trovare immediatamente Tsunade. La Godaime era arrivata nemmeno dieci minuti più tardi accompagnata da Shizune. E le ore di travaglio si erano protratte sempre di più.
Ad un certo punto l’avevano fatto sedere sul letto, le gambe ai lati di Sakura, e lei gli si era appoggiata al petto. Le parlava, cercava di distrarla e di farle sentire la sua vicinanza. Sapeva che non era sufficiente questo per farle dimenticare i dolori del parto ma era tutto ciò che poteva fare.
Poi le contrazioni erano diventate più forti e più ravvicinate. Sakura urlava e urlava e spingeva e urlava. E lui si sentiva impotente. Forse Tsunade-hime aveva capito i suoi sentimenti perché l’aveva incoraggiato a prendere le mani di sua moglie e lui l’aveva fatto, grato di poter fingere di essere d’aiuto in qualche modo.
E così anche lui aveva iniziato a sentire dolore. E no, non si trattava di empatia verso la donna che amava. Era vero e proprio dolore fisico.
Alla fine due urli, il suo e quello di Sakura, ed un pianto. E il loro bambino era venuto al mondo.
«È una femmina», aveva annunciato Shizune, il volto illuminato da un sorriso. «Ed è perfettamente sana».
La Godaime aveva pulito velocemente il volto della piccola, l’aveva avvolta in una copertina e l’aveva posata tra le braccia esauste della neomamma.
Kakashi era completamente sconvolto e gli sembrava di vivere in un limbo. Sentiva ancora un dolore sordo e il sangue rombagli nelle orecchie. Ma più forte di tutto c’era una sensazione che gli colmava il cuore.
Sakura piangeva e rideva, tenendo la piccola contro il petto.
«Guardala Kakashi. È perfetta», aveva sussurrato, voltandosi appena per guardare in faccia il marito.
E lo era davvero. Nonostante la pelle rossa e macchiata di sangue e liquidi, nonostante gli occhi chiusi e la bocca strillante, nonostante l’assenza di capelli, era la cosa più bella che avesse mai visto.
«Vuoi prenderla in braccio?»
Certo che voleva. Moriva dalla voglia di stringere a sé sua figlia. Oh, era terrorizzato, certo, e quel dolore non pareva voler andar via, ma il bisogno di toccare quella creaturina, sentirla viva, e vera, e sua
Sentiva le braccia pesanti, ma le sollevò per sfiorare le sue due donne. E Sakura trattenne il fiato.
«Oh, Kami-sama!» esclamò Tsunade, gli occhi fissi su di lui.
«Kakashi, ma cosa… Cos’hai fatto alle mani?»
Forse fu il tono allarmato che sentì nella voce della moglie, ma l’Hokage si costrinse a distogliere gli occhi da sua figlia per posarli sulle proprie mani.
«Oh».
Ecco perché sentiva dolore. A giudicare dall’aspetto, buona parte delle ossa delle mani di Kakashi erano rotte o incrinate. Sicuramente molte fratture erano scomposte. E le sfumature viola dei lividi rendevano lo spettacolo ancor più orribile da guardarsi.
«Ahi», sussurrò Kakashi quando Shizune si precipitò al suo fianco e gli sfiorò la mano destra.
«Sei sotto shock», gli comunicò la donna, fissandolo in modo strano, molto simile ad un rimprovero.
«Forse non avrei dovuto dirti di tenerle le mani», rifletté Tsunade mentre guardava con curiosità il risultato dei dolori del parto della sua allieva.
«Oh, Kakashi, mi dispiace tanto. Io…»
«Shh», la zittì lui, baciandole la fronte, distogliendo finalmente gli occhi da sua figlia per guardare quelli verde smeraldo della sua donna. «Sei la persona più importante della mia vita e mi hai appena fatto un dono che non credevo di volere o meritare. Per quello che m’importa potresti spezzarmi ogni singolo osso del corpo e sarei ancora qui a dirti grazie».
«Ti amo».
«Ti amo anche io».
«Sì, molto bello, ma ora tu esci da qui e ti fai aggiustare le ossa da Shizune», li interruppe Tsunade.
«Ma…»
«Subito. O ti rompo le gambe», minacciò la Godaime, lo sguardo che suggeriva di essere più che pronta ad attuare tale minaccia. Ma poi il suo volto s’intenerì ed aggiunse: «Loro saranno qui ad aspettarti. E potrai finalmente prendere tra le braccia tua figlia».
Kakashi guardò sua moglie che sorrise e gli diede una spintarella. Lui annuì, la baciò sulle labbra e si chinò per sfiorare la fronte della piccola.
«Torno subito, amore mio, vita mia».
  
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