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Autore: MonicaX1974    19/08/2019    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry

È stata una giornata difficile sotto ogni punto di vista: lo sguardo di rimprovero di Jordan è stata una costante di cui avrei fatto volentieri a meno, la riunione ha fatto alzare il mio livello di stress, e quel pensiero martellante sembra aver scavato una voragine nella mia testa, facendo in modo che io non possa pensare ad altro.

Ancora non riesco a credere di essere stato così stupido, di aver fatto un'enorme cazzata, e ammetto che me la sto facendo sotto al pensiero di dover affrontare Chloe.

Ho rimandato il più a lungo possibile il mio rientro a casa, stasera, ma non posso nascondermi dietro a questa scrivania per sempre. Sospiro amareggiato e mi alzo in piedi dopo aver spento il computer; raccolgo i fogli sparsi sulla scrivania, lo faccio lentamente, li ammucchio in un angolo, poi sistemo la sedia, recupero portafoglio e chiavi di casa dal primo cassetto, infine vado verso l'uscita del mio ufficio, spengo le luci e resto immobile e in silenzio, al buio, per qualche secondo, come se così facendo riuscissi a raccogliere il coraggio di cui ho bisogno per poter guardare negli occhi Chloe e dirle la verità.

Credevo di aver superato tutto: la perdita di mia madre, l'arrivo di mia sorella, mio padre che sembra essere sempre più perso ad ogni giorno che passa, le responsabilità sempre più grosse che gravano sulle mie spalle al lavoro, tutte cose che sembravano diventare più gestibili, e invece mi sono ritrovato con un carico troppo pesante da portare e, senza nemmeno rendermene conto, ad un certo punto si è rotto qualcosa e sono crollato, finendo sotto tutto quel peso.

Non avrei dovuto bere così tanto quella sera, non avrei nemmeno dovuto essere lì, e non avrei dovuto lasciarmi andare... Non avrei dovuto fare tante cose, invece le ho fatte, e ora devo aprire questa dannata porta per tornare a casa e guardarla negli occhi mentre la distruggo.

Inspiro profondamente, poi esco, cammino lentamente lungo il corridoio: sono andati già tutti a casa, l'ufficio di Dylan è al buio, la scrivania di Rebekah è vuota, ma poi penso che oggi non è nemmeno venuta al lavoro perché ha passato la giornata a casa con sua sorella, per organizzare il matrimonio.

«Cazzo!» impreco a bassa voce, mentre premo il pulsante dell'ascensore, quando penso che il mio, di matrimonio, potrebbe andare a farsi fottere, e quasi certamente succederà, perché sono un idiota.

Arrivo in fretta ai parcheggi, raggiungo la macchina e metto in moto: devo farlo, devo dirglielo, è questo che penso durante il tragitto che mi porta a casa, forse, se continuo a ripeterlo, mi convinco a farlo, forse riesco a mettere da parte la paura, forse posso guardarla negli occhi e dirle che stronzo che sono...

Ma chi voglio prendere per il culo? Non riuscirò mai a guardarla negli occhi e spezzarle il cuore; se apro bocca, non sarà solo il suo cuore a distruggersi, la perderò, rovinerò tutto, mi lascerà, e non avrò nemmeno il diritto di chiederle di restare, con che coraggio potrei farlo? Con quale coraggio posso dirglielo pensando alle conseguenze?

Già... Le conseguenze...

Sospiro di nuovo, non faccio altro da giorni, spengo il motore dell'auto quando parcheggio davanti a casa, poi scendo e mi dirigo verso l'ingresso dopo aver rimesso la maschera d'indifferenza che cerco di tenere su per non cedere, ma quando entro in casa resto a dir poco sorpreso: lei non c'è.

«Chloe?» provo a chiamarla dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, ma non risponde. «Chloe?» tento di nuovo, attraversando salotto e cucina, ma niente. «Chloe!?» la richiamo un'ultima volta, alzando la voce, ma l'unica cosa che sento è il silenzio, un silenzio tanto assordante da farmi fischiare le orecchie.

Il terrore si fa presto spazio nella mia testa e la prima cosa che faccio è andare ad aprire il suo armadio, per controllare se la sua roba sia ancora qui, e tiro un'enorme sospiro di sollievo quando vedo ogni cosa ancora al suo posto.

«Dove sei, Stewart?» pronuncio a bassa voce, con lo sguardo fisso sui suoi indumenti appesi.
La sua auto è parcheggiata fuori, i suoi vestiti sono ancora qui, eppure lei non è ai fornelli, come tutte le altre sere, non è nemmeno in casa e posso immaginare che sia ancora con sua sorella, ma la verità è che non ho nessuna certezza.

Prendo il telefono dalla tasca interna della giacca e faccio partire la chiamata: uno squillo, due, tre, quattro, li conto, uno ad uno, cinque squilli, poi la segreteria.

Sono Chloe, lasciate un messaggio!

Poche parole che ho sentito altre volte, ma stasera sembrano essere fredde come il ghiaccio, tanto da sentire realmente freddo: è questo che prova quando mi guarda? È questo che sente quando sono io a farle sentire la mia indifferenza?

Non lascio un messaggio, chiudo la comunicazione e mi tolgo il completo per indossare qualcosa di più comodo, poi vado in bagno per darmi una rinfrescata, cercando di convincermi che Chloe sia con sua sorella e che voglia soltanto ignorarmi, infine vado in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare, anche se non ho davvero fame, così ci rinuncio, riprendo il telefono e la chiamo di nuovo, solo per sentire un'altra volta quel messaggio registrato.

Sbuffo rumorosamente, mentre lascio andare in malo modo il cellulare sul ripiano della cucina, mi passo con forza una mano tra i capelli, cammino verso la finestra per controllare se sia tornata, ma di lei non c'è traccia. Riprendo il telefono e chiamo sua sorella.

Uno squillo, due, tre...

«Ciao, testa di cazzo». Chiudo gli occhi e trattengo la frustrazione, quando sento la voce di Zayn.

«Chloe è lì?» gli domando secco, senza salutarlo, senza replicare alle sue parole. Non gli parlo da giorni, non lo faccio con nessuno, perché non voglio coinvolgere nessun'altro, e so che mi sto comportando da stronzo anche con lui, ma è meglio così: non voglio che debba scegliere tra me e Rebekah.

«A quanto pare sai ancora parlare... Credevo avessi perso la lingua...» mando giù la sua battuta senza ribattere, lo merito e ha ragione, ma soprattutto, ora non ho tempo da dedicare alle stronzate.

«Zayn dobbiamo rimandare questa bella chiacchierata, dimmi soltanto se Chloe è lì... Per favore...» so che sembro disperato, e la realtà è che lo sono.

«Per favore, eh? Devi essere disperato...» Zayn dà voce ai miei pensieri, mi conosce troppo bene «e comunque la risposta è no: Chloe non è qui».

«Sai dove può essere?» gli domando, dato che è altamente improbabile che si trovi con sua sorella, altrimenti perché Zayn starebbe rispondendo al telefono di Reb.

«Non ne ho idea, Harry. È rimasta con Reb fino ad un paio d'ore fa, poi è andata via, non ha detto dove andava, credevamo che sarebbe andata a casa...» Sento la paura salire vertiginosamente, dopo le parole del mio amico.

«Puoi chiedere a Rebekah?» gli domando, con lo stesso tono disperato.

«Sei in vivavoce, Harry, lei ti ha sentito...» e questo può voler dire soltanto che Rebekah ce l'ha con me: Chloe dev'essersi confidata con lei, deve averle raccontato quanto sono stato stronzo con lei, e ora, sul pianeta, c'è una persona in più che mi detesta, per questo non ha voluto parlarmi.

«Se non vuoi dirmi dov'è andata, va bene, Reb» dico ancora «dimmi solo che sta bene» è la cosa che mi preoccupa di più, in questo momento.

«Harry» è sempre Zayn a parlare «Reb non sa davvero dove sia Chloe...» sento la sensazione del terrore farsi spazio ovunque, perché è chiaro il tono preoccupato nella voce del mio migliore amico.

«Prova a chiamarla, Reb, a te risponderà» le dico con un filo di voce, nella speranza di poter avere sue notizie. «Fammi solo sapere che sta bene». La mia è ormai una supplica, perché mi è rimasto soltanto questo da fare.

«Ti faccio sapere» dice Zayn alla fine, poco prima di salutarmi.

Chiudo la comunicazione, lancio di nuovo il telefono sul ripiano della cucina, poi mi appoggio con entrambe le mani sul bordo, chiudo gli occhi, e cerco di pensare a dove possa trovarsi, ma per quanto mi sforzi, la mia testa è in una confusione tale da non essere in grado di ragionare lucidamente.

Passano pochi minuti, o forse secondi, non lo so con precisione, ma d'un tratto sento dei rumori provenienti dall'esterno, così, mi avvicino velocemente alla finestra, appena in tempo per vedere Chloe scendere dall'auto di Niall: sta sorridendo, poi si abbassa leggermente verso il finestrino dal lato passeggero e riesco a vedere mia sorella, si salutano, alla fine si rimette dritta, cammina verso l'ingresso di casa, ma la sua espressione è radicalmente cambiata.

Trattengo il fiato quando apre la porta, e resto immobile quando di accorge della mia presenza. «Ciao» mi saluta freddamente, poi distoglie lo sguardo e si sfila le scarpe, senza aggiungere una sola parola.

«Stai bene?» le domando a bassa voce, quasi con timore.

«Sto bene, Harry» risponde monocorde, senza guardarmi, per poi camminare verso la camera da letto.

«Possiamo parlare?» le domando, in un impeto di coraggio, facendola fermare di colpo.

Resta in silenzio, dandomi le spalle: è tesa, lo sono anch'io, ma credo che lei sia sul punto di esplodere. Sì volta lentamente, mi guarda dritto negli occhi, e io vorrei non aver formulato quella domanda.

«Dovrei dirti di no» pronuncia a bassa voce «dovrei inventare qualche scusa per lasciarti lì» continua «dovrei lasciare che continui a logorarti» dice ancora, restando ferma dove si trova «ma non posso farlo, perché ho aspettato per troppo tempo che parlassi con me...». Riesco a vedere la speranza nei suoi occhi, insieme a tutta la fiducia che ha nei miei confronti, e io sto per rovinare tutto. «Avanti, Harry, dimmi cosa succede?»

*******

Chloe

Il mio telefono squilla e non avrei risposto se Harry non avesse insistito perché lo facessi, dicendo che di sicuro era Rebekah.

«Sì, Reb, sono a casa... Ci sentiamo più tardi...» saluto mia sorella, che mi ha chiamato dopo che Harry le ha detto di non avermi trovato a casa, poi chiudo la comunicazione e resto a guardarlo per qualche secondo, mentre poso il telefono sul ripiano del mobile accanto a me.

Non l'ho mai visto così perso come in questo momento: il suo sguardo è triste, spaventato, e preoccupato, ma forse arriveremo ad un chiarimento, ed è su questo che mi devo concentrare, perché voglio che sparisca l'orribile sensazione che mi sta martellando il cervello, la sensazione che lui si stia allontanando da me.

«Dove sei stata?» mi chiede, senza muoversi di un millimetro.

«Lo sai che non dovrei darti nessuna spiegazione, vero? Non dopo che tu hai evitato di darne a me per così tanti giorni» gli dico, cercando di fargli capire il mio stato d'animo, quello che provo, e il suo silenzio mi spinge a proseguire, perché i suoi occhi mi stanno dando ragione. «Ho incontrato tua sorella per caso, mentre stavo tornando a casa a piedi. Niall la stava accompagnando da Winter, per un ripasso, se non ho capito male, così, mi hanno offerto un passaggio».

Non mi è sfuggito il modo in cui si è irrigidito quando ho pronunciato il nome della sua ex: sta serrando la mascella e adesso è soltanto paura, quella che leggo nei suoi occhi, la stessa che sto iniziando a provare anche io. «Harry...» pronuncio con un filo di voce, per invitarlo a parlare, a dirmi cosa lo tormenta.

«Chloe...» il mio nome esce dalle sue labbra in un sussurro, poi cammina lentamente verso di me, senza distogliere lo sguardo dal mio; in questo momento vorrei non conoscerlo così tanto bene come credo di conoscerlo, perché sento che sta per dirmi qualcosa che mi farà molto male, e la mia testa mi ha già detto di cosa si tratta, ma non posso accettarlo.

«Harry ti prego... dillo e basta...» lo supplico, perché quest'agonia sta andando avanti da troppo tempo.

Mi guarda, poi sospira, chiude gli occhi per qualche secondo, e quando torna a guardarmi, potrebbe anche non dire più niente, perché adesso lo so, e fa male da morire. «Ricordi la sera che sono rimasto a dormire da Jordan?» mi domanda con un filo di voce.

Resto in silenzio, ma ricordo bene quella sera: avevamo discusso al telefono, poco prima che uscisse dall'ufficio - una delle tante volte in cui è successo nelle ultime due settimane - poi mi aveva detto che sarebbe uscito con suo fratello per una birra, ma quell'unica birra dev'essersi trasformata in qualcos'altro, perché Jordan mi aveva chiamato verso le due del mattino, dicendomi che Harry avrebbe passato la notte da lui. A quel punto, mi ero alzata dal divano ed ero andata a letto con una brutta sensazione, sensazione che ho cercato di accantonare fino ad ora, la stessa brutta sensazione che lui ha appena risvegliato con una sola frase.

«Non sono uscito con Jordan» dice ancora, ed è come se le sue parole stessero scavando una fossa intorno a me. Non dico niente, non ci riesco, lo lascio continuare. «Volevo soltanto smettere di pensare per un po', volevo che il mio cervello si spegnesse perché non ero più in grado di sopportare niente...» il mio silenzio persiste, non riesco a dire nemmeno una parola, come se avessi perso la voce. «Quel giorno ci sono stati dei problemi al lavoro, avevo litigato con mio padre, Grace era passata da me per parlare... perché la consigliassi sul suo percorso di studi... e ho dovuto prendere delle decisioni al posto di Jordan e...» si ferma per qualche secondo, come se si aspettasse qualcosa da me, ma l'unica cosa che riesco a fare è sentire quella fossa farsi sempre più profonda «e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che non potevo deludere nessuno, ma quello che le persone si aspettavano da me era troppo...»

In un certo senso ha ragione, perché le persone hanno grandi aspettative su di lui, questo è vero, ma ciò non significa che potrebbe deludere qualcuno... non può pensarlo davvero...

«Harry... Non sei la delusione di nessuno, non potresti mai...»

«L'ho fatto, Chloe» dice interrompendomi «ti ho delusa...» sento la disperazione nella sua voce, mentre mi sento sprofondare sempre più in basso. «Volevo stare da solo, ero seduto al tavolo, mi sono fatto lasciare la bottiglia, e più bevevo, meno sentivo la pressione addosso, la testa sembrava svuotarsi... io... avevo solo bisogno di smettere di pensare...»

«Harry...» lo sento, sento che quella fossa sta per trasformarsi in una voragine, sento che sto per caderci dentro «cos'hai fatto?» gli domando quasi senza fiato.

«Dio, Chloe, credevo che avrei finito la bottiglia e mi sarei sentito meglio, volevo solo allentare la tensione, la pressione che tutti mi stavano facendo...»

«Harry cos'hai fatto?» gli chiedo di nuovo, interrompendolo.

Fa un passo verso di me, mentre io ne faccio uno indietro, con lo sguardo fisso nel suo, quando sento che sto per scivolare verso il punto più profondo della fossa che lui stesso mi sta scavando intorno.

«Ad un certo punto è arrivata Winter» il fiato sospeso e le palpebre che restano immobili «si è seduta accanto a me e ho cercato di ignorarla, ma lei continuava a parlare» sta per arrivare il colpo di grazia e non credo di poterlo sopportare «allora ho cercato di alzarmi per poi andarmene, ma non mi reggevo in piedi, lei continuava a parlare e... cazzo, non mi ricordo nemmeno quello che diceva, è tutto così confuso...»

«Che diamine è successo!?» gli chiedo alzando il volume, perché ho bisogno di sentire dalla sua voce quello che si è materializzato nella mia testa.

Lui respira profondamente e per me è come se si stesse preparando per darmi il colpo di grazia, poi il suo sguardo assume l'espressione più disperata che gli abbia mai visto, e quando parla è come se il mio cuore smettesse di battere.

«L'ho baciata».

   
 
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