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Autore: Sarah_lilith    20/08/2019    3 recensioni
Lan Zhan ha passato tredici lunghi anni ad aspettare che la sua vita tornasse serena come quando Wei WuXian era accanto a lui. Sa che il dolore non scemerà mai via del tutto, ma spera che il suo cuore guarisca almeno un pò, permettendogli di respirare senza provare il desiderio di morire.
Suo fratello gli diceva che nulla cura il passato come il tempo, e che nessuno poteva rubargli l'amore che era destinato a trovare. Ora non dice più nulla, perché l'amore che aveva trovato, non era stato risparmiato dalla Morte.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo anno - Lutto


Quell’inverno era arrivato improvvisamente, spodestando l’autunno senza aspettare di essere introdotto dalla Stagione di mezzo 1. I monti dei Meandri della Nuvola erano freddi e insolitamente indaffarati.

La neve abbondante che era scesa impetuosa per tre giorni aveva bloccato gli spostamenti tra le dimore e i saloni dedicati allo studio. Nonostante questo, gli studenti più anziani avevano tranquillamente recuperato qualche libro dalle loro riserve private e si erano dedicati allo studio nelle loro stanze, attendendo il disgelo.

Lan Zhan aveva trovato conforto nella rilettura di un testo che da giovane aveva amato particolarmente. Fede e amore era un’opera strana ma profonda, che analizzava nei suoi più intimi particolari due stati dell’essere che, per i discepoli del Clan Lan, erano contrapposti. A onor del vero, in effetti, era stato scritto da un discepolo dei Jin.

Secondi i dettami del Clan GusuLan la fede è una scelta, prima di tutto. Razionale o no, credere in qualcosa e riporre fiducia in esso è un’atto di puro coraggio, che non solo valica i principi di ogni uomo, ma gli permette di raggiungere vette molto più alte con la forza del suo credo.

L’amore è invece a tutti gli effetti un atto irrazionale. Un salto nel vuoto che non dà nessuna garanzia di uscirne vivi, tanto meno vittoriosi. Se incappi nell’amore e ti lasci avvolgere dalle sue braccia, la partita è persa. Il tuo spirito non resisterà alla dolce melodia del suo richiamo.

Lan Zhan aveva potuto vedere gli effetti devastanti dell’amore con suo padre, costretto a tenere lontana l’adorata moglie pur desiderandola con tutto il suo cuore. La virtù morale aveva vinto, ma a quale prezzo? La sofferenza di un’intera famiglia valeva i pochi momenti di gioia condivisi dai suoi genitori? Per di più, anche se solo di recente, la Seconda Giada di Gusu aveva assaporato il gusto velenoso dell’amore perduto sulle sue stesse labbra.

Quindi si era detto che i suoi maestri avevano ragione e che la fede era affidabile e sicura, pronta a darti conforto in ogni circostanza, perché solida come una roccia, mentre l’amore aveva un’anima ballerina che cambiava come il vento e, proprio come la brezza leggera, poteva sparire senza lasciare traccia dopo averti sfiorato, facendotene rimpiangere e desiderare ancora il tocco. Anelare un soffio di brezza pur di risentire il suo odore sulla propria pelle; questo era un bisogno che Lan Zhan comprendeva molto bene.

Ma il tomo che stava sfogliando affermava invece che quelle due impalpabili parti della vita avevano molto in comune. C’era una frase in particolare che, prima di allora, Lan WangJi non aveva mai capito a fondo come in quel momento, rinchiuso nella sua stanza a sperare che il gelo esterno raffreddasse in qualche modo la sensazione rovente che gli bruciava le viscere ogni volta che pensava a Wei Ying.

La fede, così come l’amore, non passa attraverso la ragione 2” c’era scritto sull’ultima pagina. Proseguiva nel dire che l’amore ha molte forme e molte intensità nel suo modo di palesarsi. Gli elementi primari che crearono il mondo: Acqua, Legno, Fuoco, Metallo e Terra.

Poteva essere onda, che inesorabile si adagiava sull’affetto di due fratelli. La sua acqua era Lan XiChen

Poteva essere legno, simile alla rassicurante e ferma presenza che dava il sostegno di un genitore. Il suo albero era Lan QiRen

Poteva essere fiamma, come la passione incandescente che incendiava il cuore di un’amante. Il suo fuoco era Wei Ying

Poteva essere acciaio, che inattaccabile sosteneva i guerrieri come il Buddha regge i saggi. Il suo metallo era la virtù

Ma poteva anche essere terra, che cullava rassicurante un bimbo nel suo grembo. Ora, grazie al piccolo SiZhui aveva anche la terra.

Pensando a lui, voltò il capo nella sua direzione e si soffermò a riflettere sul fatto che quel bimbo vivace che aveva trovato in un tronco, tra le macerie fumanti di Yiling, era davvero l’unica cosa vivente che gli restasse di Wei WuXian. Gli lanciò un’occhiata, distraendosi dalla sua lettura giusto il tempo necessario per controllare che fosse tutto a posto.

Anche se Lan SiZhui 3 amava la neve, in quei giorni Lan WangJi non gli aveva permesso di uscire, troppo spaventato che il bimbo potesse prendersi un malanno. Così isolati per via della nevicata, non avrebbe potuto procurarsi le medicine. Improvvisamente, vedendolo impegnato a scarabocchiare ideogrammi su un foglio, gli tornò in mente una lezione a cui aveva assistito pochi mesi prima.

L’argomento di quel giorno era la necessità. L’insegnante stava domandando ai giovani allievi cosa ci fosse di indispensabile nella vita, sia quella dei Coltivatori, che quella delle persone comuni. Quando il maestro aveva chiesto al piccolo SiZhui cosa credesse essenziale, il bambino aveva risposto con una parola che aveva fatto voltare tutti, perfino Lan Zhan, che era seduto lì vicino e intento a copiare alcuni manoscritti danneggiati dall’incendio della biblioteca.

-Le emozioni- aveva detto con tono sicuro e un pò stupito, come se si stesse chiedendo come facesse un’adulto a non sapere una cosa tanto ovvia.

Il maestro aveva insistito, domandandogli cosa intendesse per “emozioni”. Voleva forse dire che i sentimenti erano alla base del mondo? Era possibile un ragionamento così approfondito per un ragazzino della sua età? O forse il bimbo aveva solo ripetuto qualcosa che gli era stato insegnato in precedenza.

-Xian Gege 4 diceva che un’emozione è quando tremi ma non hai freddo- aveva ribattuto con un gesto vago del capo, perché scrollare le spalle è maleducazione e sinonimo di un pessimo carattere. 

Nella sala era caduto il silenzio, tanto che gli alunni riuscirono perfino a sentire i lievi suoni che le foglie delle magnolie da poco sfiorite facevano quando sfregavano tra loro, agitate dall’aria mattutina. I bambini non avevano capito cosa ci fosse di tanto sconvolgente nella frase appena pronunciata, ma vedendo il maestro e il loro Hanguang-Jun irrigidirsi a tal punto, non poterono far altro che congelarsi.

L’insegnante, ripresosi dal stato confusionale nel quale era piombato, si voltò con lentezza verso Lan WangJi, domandandogli silenziosamente cosa volesse dire quel nome, detto da quel bimbo.

Lan Zhan reagì in modo piuttosto scortese. Si alzò senza riordinare le carte che stava consultando o il pennello che stava usando, si avvicinò a Lan SiZhui e lo prese in braccio, stringendoselo forte al petto. Poi uscì dalla sala. Con il cuore che batteva forte, l’algido Coltivatore sussurrò al bambino i suoi dubbi.

-Ti ricordi di Wei WuXian?- disse con voce grave, appena tremolante per l’emozione. Il piccolo lo guardò confuso, e una patina opaca oscurò il suo sguardo. Scosse la testa con veemenza.

-Chi?-

 


ANGOLINO D’AUTRICE

1. Stagione si mezzo: secondo la tradizione cinesi, tra ognuna delle quattro stagioni principali, si può collocare una breve periodo detto stagione di mezzo, o quinta stagione, che dura 18 giorni. Qui sono spiegate pressappoco le differenze tra le nostre stagioni e quelle cinesi (https://energieinmovimento.net/2015/11/29/le-stagioni-secondo-il-calendario-cinese/
2. La fede… la ragione: citazione di Hermann Hesse che personalmente amo, perché pur essendo banale, ti fa capire che l’amore per qualcuno ti porta ad aveva fiducia (e fede) nelle sue decisioni, senza che il cervello si metta in mezzo con assurde elucubrazioni
3. Lan SiZhui: ero indecisa se mettere il suo nome “adottivo”, oppure A-Yuan, ma dato che ormai è un anno che sta coi Lan su quella cavolo di montagna, direi che fa parte del Clan, ormai
4. Xian Gege: è il modo in cui il piccolo Lan SiZhui chiamava Wei WuXian, sarebbe l’equivalente di “fratellone Xian”, quindi un termine molto informale ed affettuoso che si usa solo per le persone molto intime, ma tanto è un bambino.


Ok, sono stata cattiva. Forse più che con il capitolo precedente. Ma diciamocelo, Lan Zhan è sempre sembrato il tipo che, in casi di estrema necessità (quindi solo quando si parla di Wei WuXian) sa mettere da parte le buone maniere e reagire come una persona dotata di emozioni.
Per chi lo notasse, gli elementi primari che ho inserito sono quelli cinesi, non i nostri quattro (Acqua, Terra, Fuoco e Aria… e qui nella mia testa parte la sigla di Avatar - la leggenda di Aang)
Il fatto che io abbia fatto dire al piccolo A-Yuan una frase di Wei Ying, per poi fargli scordate chi era, è dovuta al fatto che io mi sono sempre immaginata una scena un pò diversa da quella descritta dall’autrice. Il novel originariamente dice che A-Yuan ha dimenticato tutta la sua infanzia a causa della febbre che gli è venuta stando nel tronco sul monte Yiling, ma per me, la memoria è stata sì danneggiata per quello, ma ha continuato a logorarsi col tempo (tipo Alzheimer?!).
Infondo, chi di noi si ricorda perfettamente tutto sulla propria infanzia? A parte Jin GuangYao e la sua memoria di ferro, lo stronzo.
Comunque, vi immaginate la drammaticità dei sentimenti di Lan Zhan nel vedere l’unico ricordo che gli resta del suo amato che si sgretola davanti agi suoi occhi. Ne uscirebbe pazzo. (Beh, nel prossimo capitolo ne parliamo)
Quindi… non ho altro da dire, se non che ringrazio _A r a s h i_  per la recensione dello scorso capitolo. Tesorino, spero che non ti arrabbi se ti ho nominata nelle note senza chiedetelo.

​Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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