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Autore: Parthenope    20/08/2019    7 recensioni
Dopo aver trascorso tutto l'inverno in caserma, Oscar decide di concedersi un po' di riposo a palazzo con la speranza che André possa raggiungerla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era da poco arrivata la primavera: gli alberi erano in fiore, i paesaggi iniziavano a colorarsi, si respirava il profumo del polline e la gente era più allegra, nonostante la miseria in cui versava.
Fu proprio in una giornata di inizio primavera che il comandante della guardia cittadina di Parigi, Oscar François de Jarjayes, decise di concedersi due settimane di riposo dopo aver trascorso tutto l'inverno nella caserma parigina, recandosi nella sua dimora non più di una decina di volte.                              
In realtà le dispiaceva un po' lasciare la caserma per un paio di settimane, alla fine si era affezionata ai suoi soldati, nonostante gli inizi non erano stati molto incoraggianti, ma aveva necessariamente bisogno di alcuni giorni di vacanze e poi era anche certa che i soldati non si sarebbero dispiaciuti così tanto poiché, sebbene vi fosse stima reciproca tra le due parti, non riuscivano ad abituarsi alla rigida disciplina che imponeva il bel comandante. E infatti, non appena Oscar ebbe lasciato la caserma, i soldati che erano a riposo si diedero alla pazza gioia, stappando le bottiglie di vino che avevano nascosto nelle federe dei cuscini qualche giorno prima.
 
Oscar nel frattempo era arrivata a palazzo e dopo essere stata accolta dolcemente dalla anziana governante, su invito di quest’ultima si recò nelle sue stanze per rilassare le membra con un bel bagno caldo. Salite le scale lentamente, ma con passi decisi, Oscar osservò gli affreschi che rappresentavano eventi ispirati alla teogonia greca e che decoravano le pareti del palazzo. In particolare la sua attenzione si posò su quella di Crono con il corpo insanguinato mentre divora i suoi figli. Sorrise. Non per la rappresentazione ovviamente, ma per un ricordo che le balenò nella mente: quando lei e André erano ancora dei bambini avevano paura di percorrere quel tratto di scale da soli, proprio per quella terrificante rappresentazione e quindi si prendevano per mano e correvano fin quando non arrivavano a all'inizio o alla fine della rampa di scale. Continuò a sorridere pensando a quei due innocenti ragazzini finché i suoi pensieri non si focalizzarono su André. Nel frattempo era arrivata nella zona riservata alla toilette dei suoi appartamenti e mentre iniziava a spogliarsi continuava a pensare ad André. Non erano pensieri precisi, in realtà, formulava semplicemente dei pensieri vaghi in cui il protagonista era il suo attendente e ci si perdeva dentro. Iniziò a fare dei pensieri più razionali solo dopo essersi messa nella vasca da bagno. Cominciò a riflettere sul suo rapporto con André: negli ultimi mesi si erano allontanati molto e non comunicavano tra loro, se non per questioni legate alla caserma, ai soldati e alla città. Ma quello che si dicevano erano semplici informazioni, legate ai loro dovuti compiti. Non parlavano più fino a tardi davanti a un calice di buon vino, non facevano più lunghe cavalcate o passeggiate. Un nodo alla gola iniziò a infastidirla e lacrime pungenti minacciavano di scendere. Conosceva bene il motivo del loro allontanamento, era lo stesso che aveva spinto Oscar a richiedere il comando della guardia cittadina. Si sentiva colpevole nei confronti del povero André, ma aveva ritenuto necessaria la loro rottura... André la amava e lei amava Fersen. Lei aveva il cuore spezzato e anche André ce l'aveva, però non potevano contare l'uno sull'altra e non potevano consolarsi tra loro, come era sempre accaduto in passato. Almeno non questa volta. Alla fine Oscar sapeva che non era colpa sua, non si può scegliere chi amare. Ma nonostante ciò si sentiva lo stesso colpevole per essere la fonte di sofferenza di André. Voleva riallacciare il loro legame e voleva sfruttare quelle due settimane di vacanze per farlo, sperando che André avrebbe deciso di passare il suo congedo a palazzo e non tra i dormitori della caserma e Parigi.                                                                  
Nel frattempo l’acqua si stava raffreddando e Oscar si era alzata dalla vasca, aspettò che le gocce d'acqua le scendessero dal suo bellissimo corpo per non bagnare troppo il pavimento. Nel frattempo si osservò allo specchio che si trovava vicino alla vasca. Provava una sensazione di estraniamento ogni volta che vedeva il suo corpo nudo e si chiedeva se gli uomini potessero trovarla attraente. Scacciò via quei superficiali pensieri e prese un grosso asciugamano di lino. In realtà avrebbe dovuto farlo una domestica, ma lei non voleva che nessuno la vedesse nuda. Questo onore era riservato solamente alla governante che le diceva sempre che aveva un corpo stupendo. Mentre si stava avvolgendo nel grosso asciugamano si fermò di scatto. Ancora… pensò. Ancora. Stava facendo ancora quei pensieri così futili. Nessuno l’avrebbe vista nuda, agli occhi degli altri era un uomo, o almeno era quello che voleva. Sapeva che non per tutti era così. Si avvicinò al letto e si mise sotto le coperte, godendo momentaneamente della piacevole sensazione della pelle nuda a contatto con le lenzuola. Chiuse gli occhi e subito si addormentò.
 
Si svegliò qualche oretta più tardi, o meglio dire, fu svegliata. Non fu assolutamente un risveglio brusco, fu molto dolce e piacevole. André la chiamò da lontano, ai piedi del letto. Non gli sembrava il caso di avvicinarsi. In realtà il giovane provava emozioni contrastanti, da un lato era felice per poter essere così vicino all'amata, in una situazione abbastanza eccitante, ma proprio per questo si sentiva imbarazzato e anche agitato. Non doveva e non voleva provare delle cose simili, principalmente per rispetto nei confronti di Oscar. E, nonostante la bellissima visione che aveva davanti, avrebbe preferito che la nonna fosse andata a chiamare Oscar per la cena. Oscar appena lo vide sussultò per lo stupore e si coprì meglio. Di qui André si scusò allontanandosi ancor di più dal letto, rispetto a quanto non lo fosse già. Oscar gli sorrise e gli disse di non preoccuparsi, aggiungendo che avrebbe raggiunto la sala da pranzo subito dopo. Al che André si congedò portando la mano destra alla fronte. I due si guardarono e risero "Non è necessaria tutta questa formalità, André. Almeno non qui" disse Oscar continuando a ridacchiare. "Perdonami, è l'abitudine" rispose anche lui ridendo. "Vado comunque" aggiunse con un tono un po' più serio. Prima che André si chiudesse la porta alle spalle Oscar lo richiamò. Questo si fermo e si girò "André, sono felice che tu abbia deciso di trascorrere il riposo qui a palazzo" il ragazzo sorrise e poi andò via. Oscar era rimasta per qualche minuto immobile nel suo letto, ripensando alla situazione in cui si era ritrovata. Non aveva provato imbarazzo, si era coperta solo per istinto. Nonostante ciò si sentiva completamente a suo agio. E ciò la lasciò un po’ perplessa.
 
Dopo qualche ora dalla cena Oscar fece chiamare André nella zona riservata al suo studio e chiese di fargli portare una bottiglia di vino e due calici. Oscar lo aspettava leggendo svogliatamente un libro su una poltrona vicino al caminetto. Nonostante la primavera fosse giunta, la sera faceva ancora freddo. Distolse lo sguardo dal libro e lo posò sulla porta che si apriva. Vide comparire André che posò ciò che aveva portato sul piccolo tavolino che si trovava sul lato destro della poltrona vuota di fronte a Oscar. Silenziosamente stava per andarsene. Al che Oscar lo richiamò "André! Ma dove vai? Per chi credi che sia l'altro calice?" poi sorrise e aggiunse ‘’dai, siediti. Verso io il vino. E non replicare!’’ quest'ultima frase la disse con un tono un po' più severo, visto che André stava per ribattere. Mentre apriva la bottiglia André prese posto. Guardò prima Oscar e poi si soffermò sui riflessi dei suoi capelli, dovuti al fuoco che si trovava alle sue spalle. Bellissimi. Mentre Oscar versava il vino confessò ad André che le mancavano le serate passate con lui. Avrebbe voluto aggiungere che le dispiaceva per il loro allontanamento, ma non lo fece. Forse per orgoglio, o forse per altro, ma era sicura che lo avesse capito. André annuì solamente, ma le sorrise facendole capire di non preoccuparsi. Oscar gli porse il calice e gli chiese a cosa potessero brindare. André fissò un attimo il calice, poi Oscar e le rispose "a queste vacanze".  Avvicinarono i calici tra loro fino a farli suonare al loro contatto, poi li avvicinarono alle loro bocche. Trascorsero la serata a parlare e a bere, proprio come ai vecchi tempi. Poi Oscar chiese altre bottiglie. André le andò a prendere. Oscar si sdraiò sul divano che si trovava in quella stanza, poi decise di spostarlo vicino al camino. Voleva sedersi vicino ad André. Una volta compiuta l’impresa, pensò che era un’egoista: aveva mandato André a prendere altre bottiglie perché voleva ubriacarsi e con quella scusa voleva rubargli un bacio. Codarda. Pensò. Stupida. Che cosa le era saltato in mente? Non poteva farlo, avrebbe fatto soffrire André se il giorno dopo avesse fatto finta di nulla o avrebbe dato la colpa all’alcol. “Eccomi qua” disse André sulla porta. Poi fissò il divano e le chiese cosa ci facesse lì. Oscar gli disse la verità, ossia che voleva stare seduta vicino a lui e non di fronte. Un po’ stupito André si avvicinò al divano e aprì l’altra bottiglia. Oscar lo osservava e notò di essere attratta da lui, ma intanto continuava a concentrarsi sui suoi pensieri. Si sentiva impazzita. Non era molto razionale. Bevve un sorso di vino che le aveva dato André poi lo posò, la stessa cosa fece André. Oscar si avvicinò alla sua spalla destra e poggiò lì la sua testa. Dopo qualche secondo la rialzò e fissò André che era un po’ perplesso. Si avvicinò alla sua guancia e gli diede un bacio. Poi lo guardò negli occhi e sorrise. André non sapeva cosa fare, non voleva approfittare della situazione, ma avrebbe voluto stringerla a sé e non lasciarla andare. Pensò Oscar a questo, si mise a cavalcioni sulle sue gambe e lo abbracciò. André era immobile, non ricambiò l’abbraccio. Oscar lo notò e lo strinse di più a sé. ‘’Per favore, scendi Oscar” disse André sottovoce. “Non voglio, André” rispose.  André sospirò e disse “Oscar, potrei reagire in modi che potrebbero offenderti e spaventarti e non voglio”. Oscar si strinse nuovamente più forte al corpo di André e disse “io invece lo voglio”. Non appena il giovane sentì quelle parole ricambiò l’abbraccio e poco dopo incominciò ad accarezzarle la schiena. Si stringevano a vicenda come se entrambi non ne avessero abbastanza. André cercò di spostare con il naso i capelli di Oscar che le coprivano la guancia e poi le diede un bacio. Oscar si girò verso di lui e avvicinò la sua bocca a qualche centimetro da quella di André. Si guardarono negli occhi e poi si baciarono. Fu in quel momento che Oscar pensò che l’indomani non avrebbe né fatto finta di nulla né dato la colpa all’alcol.

  
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