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Autore: Shadow Doom    22/08/2019    1 recensioni
Premessa: la storia è completamente diversa da Sonic ed il cavaliere nero.
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto[Ariosto].
Sonic, giovane virtuoso, è appena diventato un cavaliere della tavola rotanda, il suo più grande sogno. Il regno sarà messo a dura prova sia da crisi intestine sia da attacchi esterni, solo le scelte del porcospino blu potranno salvarlo. Riuscirà il riccio più veloce di tutti i tempi a risolvere la situazione?
PS: i testi sono stati revisionati, parzialmente modificati e portati nel formati html
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2: Strane presenze.

I cinque cavalieri entrarono nell'armeria la quale stupì Sonic per la sua grande fornitura, poteva essere definita un vero paradiso per ogni cavaliere; si potevano trovare spade, mazze chiodate, asce di ogni dimensione, fioretti di pregevole fattura, armature eleganti ed allo stesso tempo estremamente resistenti. Il riccio blu scelse una corazza argentata con decorazioni blu elettriche simili a fulmini, mentre decise di tenere la propria arma, uno spada molto antica che suo padre gli regolò anni prima.” Sir Sonic, pronto per la tua prima avventura da cavaliere della tavola rotonda?” chiese Sir Galahad “Certo, senti la tua spada è un'arma sacra vero?” “Hai buon occhio, si è Dainsleif una delle spade più forti poiché le ferite che infligge non si rimarginano mai, l'unico modo per guarirle è usare una magia molto potente che solo una strega potente come Morgana può utilizzare” “Come l’hai trovata?” “Nel regno dei morti. Sai qualche anno fa stavo per essere ucciso da uno scagnozzo della malefica maga dato che mi spedì in quel regno; fortunatamente Sir. Lancelot è riuscito a tirarmi fuori. In quel mondo ho affrontato ed ucciso un demone che mi ha consegnato quest'arma come riconoscimento per il mio valore” “Forte, vorrei anch'io una spada sacra” “La troverai ne sono sicuro, anzi per essere precisi sarà lei a trovare te” “Cosa?” “Si dice che abbiano una vita propria, che siano senzienti e che scelgano loro il proprio padrone” “Interessante. Hai con te anche un'altra spada, esteticamente è più bella” “ Sì ed è anche molto potente” “Siete pronti?” intervenne Artù interrompendo il dialogo tra i due ricci “Si, mio signore” risposero i paladini in coro “ Bene, allora mettiamoci in viaggio”, il gruppo si diresse verso la foresta.

Sonic durante il viaggio ebbe una strana sensazione, come se qualcuno lo stesse osservando, tuttavia pensò che si trattasse semplicemente della sua immaginazione e non ne fece parola con nessuno temendo che lo prendessero per pazzo. Giunti all'ingresso della foresta notarono un'incisione a terra coperta parzialmente dalla fitta vegetazione, Sir Lamorak sguainò la Durlindana ,spada sacra anch'essa, generando un’enorme folata di vento, grazie a ciò la scritta fu visibile “Nessuno può scoprire cosa cela questa foresta, chi oserà attraversala non farà ritorno” lesse Sir Maleagant “Incoraggiante” disse sarcastico il re “Ma non ci faremo spaventare, coraggio proseguiamo” ordinò. Appena entrati Sonic provò uno strano senso di spossamento, “Restiamo uniti, è un bosco fitto potremo perderci facilmente” suggerì Sir Galahad “ Buona idea” commentò Lamorak.

Passarono attraverso un ruscello e si addentrarono ancora più in profondità, tuttavia dopo una decina di minuti si ritrovarono al punto di partenza, all'ingresso della foresta. “Diavolo abbiamo girato in tondo” si lamentò Artù “Perspicace echidna” disse una strana voce proveniente da un luogo non ben precisato, “Chi sei?” chiese il re “Non importa. Sei patetico... Excalibur ti ha abbandonato perché non ti considerava degno, Morgana non c'entra” “Come osi!” “Ed ora sei ossessionato da quell'arma, come se potesse trovarla potesse risolvere i tuoi problemi con il regno e con la regina” “ Adesso BASTA!” “ Sei entrato nel mio luogo condannando te e i tuoi uomini, la tua inettitudine mi disgusta” “Mostrati così posso farti a brandelli!” urlò Artù fuori di sé “Calma mio signore, la sta solo provocando” intervenne Galahad tentando di calmare il suo sovrano” Hai ragione” fece un sospiro ritrovando il lume della ragione “ Devo trovare un modo per superare questa dannata foresta”.

Dopo qualche minuto il gruppo ritrovò il ruscello, Sonic sentì uno strano odore e decise di prendere un po' d’acqua, puzzava di zolfo e di metallo. Si ricordò di in libro che Amy gli aveva regalato l'anno prima per il suo compleanno, parlava di luoghi mistici e delle loro peculiarità, “Credo che sia colpa dell’acqua” esordì “Cosa vuoi dire?” interrogò il re “ È incantata, questo odore simile a zolfo potrebbe essere dato da una magia di protezione” “Non capisco” disse Sir Lamorak “Questo odore agisce sul nostro sistema nervoso ingannandolo: pensiamo di camminare in linea retta in realtà ci spostiamo in cerchio, l'ho letto in un libro” “Per cui basta non toccare l’acqua” commentò Sir Maleagant “No, il problema sta nell'aria che è satura di questa sostanza. Bisogna trovare un modo per rendere l’ambiente meno soffocante così da far circolare più aria disperdendo questo odore” concluse Sonic.” Il problema è la fitta vegetazione” dedusse il re “Ci penso io” disse Sir Maleagant il quale estrasse Caladblog, la spada sacra capace di generare enormi esplosioni di energia elettrica, considerata l'arma con il maggior raggio distruttivo. La lama si colorò di un giallo intenso “Dietro di me” urlò Galahad proteggendo sé ed i compagni con uno scudo psicotelecinetico, Maleagant scatenò una gigantesca esplosione che distrusse completamente la vegetazione. “Non credi di aver esagerato?!” rimproverò Sir Lamorak “Ora la strada è libera, è questo ciò che conta” “Guardate lì in fondo, sembra essere una strana cittadella. Raggiungiamola” ordinò il re.

Giunti lì esaminarono la zona, c'erano numerose rovine il che fece supporre i paladini che fosse un luogo abbandonato da molto tempo, ma si avvertivano delle presenze, il che era molto inquietante. Improvvisamente comparve dal nulla uno spettro nero ( Black Doom) che colpì in pieno Sir Maleagant con una strana sfera oscura che esplose all'impatto scaraventando il cavaliere lontano, “Questo è per la mia foresta” affermò soddisfatto il nemico. Il paladino stordito si ritrovò ad un paio di km dal bosco, stava per unirsi ai suoi compagni quando una mano si poggiò sulla sua spalla “Merlino?!” disse il cavaliere…

“Sei tu colui che si è preso gioco di me?” esordì il re “Si, sono lo spirito guardiano della foresta, gli immeritevoli non possono uscire vivi. Per questo ho dovuto colpire quel cavaliere ed è per questo che tu e Lamorak morirete qui ed ora” “Sarei immeritevole?! Se non fosse per me l'intero regno sarebbe sotto il controllo di Morgana!” “Un tempo eri degno, nobile, ma la tua mente è stata avvelenata” “Stai delirando” “La vittoria ti ha reso cieco. Sei pericoloso ed ora che ho la possibilità di fermarti lo farò, prima che le tue azioni condannino Camelot alla rovina” “Spettro, ora mi hai veramente stufato”, detto ciò Artù estrasse le sacre spade gemelle Galatine appartenute a suo padre, non erano paragonabili all'Excalibur, ma rappresentavano delle degne sostitute. Lo spettro rinchiuse in una prigione spirituale Sonic e Galahad dicendogli” Voi siete degni, avete il mio permesso di calpestare il suolo di questa terra, però la vostra fedeltà ad Artù è grande e so che vorreste combattere al suo fianco, per questo vi terrò imprigionati fino a quando non avrò ucciso lui e quel subdolo e finto eroe, Lamorak” “Come ti permetti!” disse il paladino verde “Credi che non sappia dei tuoi affari segreti” ringhiò lo spettro facendo rabbrividire il pennuto. “Ora facciamola finita re corrotto”, dopo aver proferito queste parole il fantasma estrasse una spada nera avvolta da un'aura rosso scuro “Questa è Devil Doom, una delle più potenti spade spettrali, soprannominata lama della giustizia in quanto può ferire solo color che hanno un cuore dominato dalle tenebre” “Quante idiozie!” sbottò Artù. Lo spettro si mise in postura d'attesa mentre i due cavalieri si lanciarono all'attacco travolti dall'ira.

   
 
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