Prologo
Ofelia era venuta al mondo in un regno difficile, in una famiglia difficile.
Ofelia era venuta al mondo con un dono terribile e spaventoso, un dono che fin dall'infanzia aveva cercato di nascondere e dominare.
Un dono che alla fine l'aveva sopraffatta e l'aveva resa colpevole di un atto intollerabile.
Un dono che l'aveva convinta ad abbandonare l'unica persona che amava e allontanarsi da tutto e da tutti.
Era cresciuta, Ofelia, da sola nel deserto; era stata modellata dalla sabbia aspra e dai venti prepotenti, finché il suo stesso carattere non era divenuto affilato come una scheggia di selce.
Aveva imparato a conoscere il suo dono, scatenandolo, modellandolo, mai cercando di reprimerlo, ed esso ora le rispondeva con la velocità e l'obbedienza di un segugio.
La ragazzina spaventata che era aveva lasciato il posto ad una giovane donna dalla pelle olivastra e lo sguardo fiero di un leone.
Era arrivato il momento. Poteva tornare a casa.