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Autore: Brisus_Chris    22/08/2019    1 recensioni
Joseph e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici. Ma ci sarà una svolta, che in un giorno di novembre, cambierà le loro vite. (storia sulla ship Hardzello).
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Leggeva e rileggeva quelle parole, ma a ogni sillaba un'altra stilettata arrivava al cuore.

Ormai sul suo viso correvano lacrime su lacrime. Lui invano cercava di asciugarsele col dorso della mano, ma una era caduta vicino alla lacrima lasciata da Joe nella stesura della lettera, anche se lui non poteva saperlo.

Incurante della tempesta che infuriava sopra Nottingham, Ben si era alzato da quei freddi gradini e, pur avendo le gambe intorpidite, si era messo a correre verso la casa del ragazzo...del ragazzo che finalmente aveva capito di amare.

Bussava con tutte le sue forze, continuava a bussare nonostante le gocce di pioggia gli finivano sui capelli e scorrevano verso il viso mischiandosi così con le salate, amare lacrime.

La donna che gli aveva aperto aveva degli occhi verdi come il veleno più potente di questo mondo e i suoi capelli chiari le arrivavano alle spalle.

<< Oh Ben caro, entra o ti prenderai un malanno. >>. Il pittore aveva fatto come gli era stato detto e subito aveva chiesto di Joseph.
Il volto della donna cambiò radicalmente da dolce a disgustato e arrabbiato.
<< Perché mai dovrebbe importarti di quel finocchio caro?
     In fin dei conti era un buono a nulla!
     Puoi trovarti sicuramente qualcuno di migliore come amico, insomma, guardati: sei bello e intelligente, sono sicura che là fuori avrai le file di corteggiatrici.
     Comunque quell'essere codardo se n'è andato via ieri sera. Cielo, solo il pensiero che quella schifezza era mio figlio mi mette i brividi.
     Immagino che tu concordi con me, vero caro? >>

Ben, che di quelle parole ne aveva ascoltate sì e no due, aveva iniziato a parlare osservando l'unica foto di Joe che era sopravvissuta alla furia dei genitori: 
<< Sa signora, suo figlio, Joe, è molto bello, sia fisicamente che spiritualmente.
     Quegli occhi marroni sono così profondi che mi ci vorrei immergere e non uscire mai più, poi, quando è emozionato, compaiono delle piccole sfumature verdi e non so come spiegarlo, ma ogni volta che io guardo quegli occhi rimango sempre senza fiato.
     E le sue labbra! Oh, le sue fantastiche labbra che quando si arricciano all'insù, danno vita al sorriso più bello che io abbia mai visto. Quelle sottili, bellissime labbra: ogni volta che lui parla io vorrei solo sfiorarle e assaporarle. Baciarle fino a farle diventare gonfie e rosse.
     Per non parlare dei suoi mori capelli: sempre tenuti ordinatamente come quelli di un soldato. Vorrei passarci dentro una mia mano, sentire come sono morbidi e accarezzarli, intrecciarli fra le mie dita e tirarli, ma non per fargli male, sia chiaro.
     E il suo corpo, Dio, sarà meglio non entrare nei dettagli, potrei rischiare di metterla in imbarazzo... >>.

Detto questo il ragazzo si era girato verso la sbigottita donna e le aveva lanciato uno sguardo divertito.

<< Poi c'è la bellezza d'animo, ma cosa glielo dico a fare, lei non sa neanche cosa vuol dire.
     Non sa neanche quanto Joe sia un ragazzo timido, gentile, romantico. Lei non ha mai conosciuto Joseph.
     Non sa come soffriva suo figlio, eppure quel dolore si leggeva nei suoi occhi. Questo maglione... >> aveva dovuto mandare giù un magone amaro prima di continuare a parlare.
<< Questo maglione me lo aveva dato solo perché aveva paura chi mi ammalassi. Suo figlio è bellissimo, sia d'anima che di corpo e io mi chiedo da chi abbia preso, perché non mi riesco a spiegare che una persona come lui, sia la vostra prole. >>
Nel mentre era rientrato in casa anche il padre, che si era pietrificato davanti alla porta.
<< Ora, se le dispiace spostarsi, desidero portare fuori di qui il mio culo omosessuale. >> e senza aspettare una risposta, aveva spintonato il padre ed era uscito di casa.

Due settimane dopo tutta la città aveva saputo della sua omosessualità.
E lì la sua vita era sprofondata ancora più in basso.                                                                                                              


 

3 mesi dopo 

   

Joe alla fine, rimediandosi qualche passaggio qua e là e camminando molto, era arrivato a Londra.

Piano piano, poesia dopo poesia, era diventato sempre più famoso, ma questa volta si firmava con il suo vero nome.
Era talmente famoso che persino a Nottingham era arrivata la notizia della sua popolarità come poeta.

E Ben ne era tanto, tantissimo felice.

Ben... lui ormai era lo zimbello della città: i ragazzi della sua età lo prendevano di mira e lui si lasciava picchiare senza ribellarsi.

Aveva già tentato di togliersi la vita più volte.

La luce allegra e vispa che era sempre presente nei suoi occhi ora era svanita come fa la bianca, soffice neve invernale quando viene in contatto con i primi tiepidi raggi di sole primaverili.

Quando il moro era tornato a Nottingham, la prima cosa che aveva visto era quella che non avrebbe mai voluto vedere: Ben era lì davanti a lui, un ragazzo lo teneva fermo e l'altro lo riempiva di botte.

Un pugno: il naso è rotto e il sangue che vi fuoriusce cade pesantemente sul viso roseo del ragazzo, che piano a piano sta diventando vermiglio per colpa del sangue e degli schiaffi; 
Un'altro pugno: l'occhio è diventato rosso e gonfio; 
Uno schiaffo: la guancia ha il segno di quelle luride cinque dita; 
Un pugno, ora nello stomaco: dalla bocca esce saliva mischiata a sangue.

La scena va rallentatore.
Il ragazzo che lo stava massacrando tira fuori un coltello.
Un taglio sul collo: il sangue fuoriesce e finisce sulla candita camicia che ormai è a macchie rosse;
Uno sul braccio: la sostanza rossa parte dal gomito e finisce di sgocciolare dalle dita.

E poi con violenza l'aguzzino afferra il manico con più forza e lo conficca nella spalla di Ben che lancia un urlo strozzato.
Lo conficca ancora, questa volta nello stomaco.

I due ragazzi, dopo aver visto che i fiotti di sangue finiscono sulla camicia lasciando un'orribile macchia rossa che continua a espandersi, buttano il corpo martoriato di Ben a terra e scappano.

Tutto questo è successo nel giro di pochi secondi.

Ora, immaginate come possa sentirsi una persona che perde tutto, che perde anche le sue proprie emozioni e gli rimane solo il dolore: così si era sentito Joseph.

Subito si era precipitato dal suo amato e lo aveva preso tra le braccia.
<< No...non andartene anche te, ti prego, non mi abbandonare... >> lo aveva supplicato con voce tremante dal pianto.
Le lacrime: lacrime di rabbia, di dolore, di disperazione, cadevano sul volto del pittore e lasciavano una traccia tra le macchie di sangue rappreso.
Joe cercava di bloccare l'emorragia come poteva, ma non bastava.
<< Joe...hey buddy... >> lo aveva richiamato il biondo con voce fine: con la voce di uno che si stava arrendendo al proprio destino.
<< No...no Ben, ti prego... >> << Sh... ti...ti amo anch'io Joe... >> respirava sempre meno.
Joe lo stringeva sempre più forte a lui mentre continuava a piangere e i singhiozzi scuotevano il suo petto.
<< Joe...vai avanti con la tua vita... innamorati di nuovo...non seppellire il tuo cuore con il mio... >> gli occhi si stavano chiudendo.
<< NO, NO, NO! Tu ce la farai, tu sopravviverai, ti prego... >> << A-al mio f-funerale... v-voglio indosso il tuo m-maglione... >> il respiro era cessato e il battito cardiaco si era fermato.
Un urlo di dolore aveva invaso la calma e silenziosa Nottingham.
E Joe, dopo aver tirato quell'urlo, si mise a cantare a bassa voce una canzone che gli era appena passata per la mente:

Love of my life, you've hurt me
You've broken my heart and now you leave me
Love of my life, can't you see? Bring it back, bring it back
Don't take it away from me, because you don't know
What it means to meLove of my life, don't leave me
You've stolen my love, you now desert me
Love of my life, can't you see?                               
Bring it back, bring it back 

Don't take it away from me
Because you don't know
What it means to me


Così si spegneva la giovane vita di Ben Hardy: un pittore con molte aspettative per la vita.
Un ragazzo che aveva amato e che per sempre amerà.
Un pittore omosessuale che era stato ucciso solo per quello che era.
Un ragazzo che era amato.

Lì sulla Terra, in braccio al ragazzo che amava, in braccio al suo primo amore, un ragazzo dai biondi capelli e dagli occhi cerulei era morto e nello stesso instante, una nuova stella era nata nel profondo spazio.




E se non fosse andata a finire così?

   
 
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