Durante la notte un'ombra scivolò fuori dal suo letto e uscì allo scoperto sul ponte della nave. Era alta e atletica, con il corpo a clessidra. Appena avvistò Zoro si mosse furtiva nella sua direzione. Arrivò alle sue spalle e lui non se ne accorse. Probabilmente stava dormendo, si disse. Gli toccò la spalla e lui sussultò. Si girò e un'espressione di sorpresa gli comparve sul viso. -Che ci fai qui?- -Zoro.- disse Robin. -Dovrei parlare con te di una cosa importante ma non voglio farlo davanti agli altri e avevo bisogno di una risposta subito o sarebbe stato un tormento e...- Lui le mise un dito sulle labbra; questo gesto semplice e delicato provò in Robin la stessa sensazione di quel giorno quando lui le sfiorò la mano. -Siediti e calmati. Dimmi tutto.- disse con voce profonda. -Beh, ecco... non so cosa stia succedendo, ma sento un qualcosa che mi attira verso di te... non credo sia semplice simpatia...- A Zoro batteva forte il cuore. Possibile che la sua "attrazione" per Robin fosse corrisposta? Era da tanto tempo che in un qualche modo gli piaceva Robin ma non riusciva mai a capirlo e poi, ammettiamolo, era un totale disastro con il corteggiamento. -Beh anche io mi sento in qualche modo attratto verso di te e...- ci stava girando intorno ma ora doveva andare al sodo. Non poteva più aspettare. Le prese le mani. -Robin, io... devo dirtelo...- lei trattenne il fiato in attesa. - ...quando sei arrivata sulla nave non mi fidavo tanto di te dato che prima eri una nostra nemica ma poi l'ho capito: tu mi piaci e tanto. Me ne sono reso conto a Skypea, quando Eneru ti aveva colpita e io mosso da uno strano istinto ti ho presa tra le braccia prima di cadere. Da lì ho capito di provare qualcosa per te ma tu eri sempre distante, fredda... non riuscivo a capire i tuoi sentimenti...- A Robin vennero le lacrime agli occhi ma si trattenne. -Io fin da piccola, con tutte le esperienze che ho passato ho imparato a non lasciare trasparire le mie emozioni, ma anche io credo di provare questo per te... Insomma, è una sensazione nuova per me...- Zoro strinse forte le mani di lei. -Io ti amo, Robin e mai mi separerò da te.- Lei si lasciò sfuggire una lacrima che le rigò una guancia. -Zoro...- Lui ormai andava come un treno. -Il momento in cui ho avuto veramente paura di perderti è stato ad Eneis Lobby. Mi ero promesso che se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato e...- una mano comparve dal suo petto e gli mise un dito sulle labbra per zittirlo. Robin aveva la testa china ed era molto scossa. -No dire altro...- la mano che zittiva Zoro svanì e Robin appoggiò la testa sul suo petto, sprofondando nei suoi vestiti e scoppiò a piangere. Zoro si trovò impreparato; cosa aveva fatto di sbagliato? Aveva detto qualcosa di male? L'unica cosa che riuscì a fare fu abbracciarla. -Anch'io ti amo, Zoro.- disse Robin tra i singhiozzi. Lui le prese il viso bagnato tra le mani e le asciugò le lacrime. -Io pensavo che mi avreste considerato un mostro visto che avevo mangiato un Frutto del Mare diverso da quello di Luffy, mi sentivo esclusa e...- lui la zittì posando le sue labbra su quelle di Robin. Lei rimase un attimo spaesata ma poi rispose al suo bacio e si sentì protetta. Aveva finalmente trovato qualcuno che era riuscito a farle ritrovare se stessa. Zoro sentì la risposta di Robin a quel suo gesto. Sentì il suo aroma di fiori delicato e l'odore delle lacrime salate che aveva versato prima. Erano uniti, insieme, in un unico abbraccio e niente o nessuno sarebbe riuscito a dividerli. Quando si staccarono lei si fiondò di nuovo tra le sue braccia, che la avrebbero protetta sempre e comunque, dove si sentiva a casa. Finalmente Robin aveva qualcuno su cui contare e che non avrebbe mai tradito. Rimasero uniti per un po' di minuti finché non fu Robin a parlare. -Zoro, promettimi che non faremo mai pazzie per amore.- Dopo anni passati a fuggire e nascondersi dalla Marina aveva finalmente trovato qualcuno che la accettava per quello che era e che la amava profondamente. Non voleva perdere una persona che amava. -Promesso.- disse lui e la strinse forte a sé come se non dovesse mai lasciarla andare via ora che ce la aveva tra le braccia.