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Autore: Sherry_4869    25/08/2019    2 recensioni
Il dottor Agasa e i Giovani Detective si preparano per una giornata al mare., in cui vogliono tutti rilassarsi. Proprio ora che Ai sta iniziandoa sentirsi al sicuro dall'organizzazione, le sue sicurezze crollano inesorabilmente, ma Conan sarà pronto a difenderla. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Hiroshi Agasa, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai aprì gli occhi di scatto. Era di nuovo su quel letto bianco, la camera era silenziosa, le luci soffuse ed era

ancora notte. Tentò di tirarsi su, ma sentì immediatamente dolore.

“Ahi! Accidenti!” esclamò.


 
‘Sono di nuovo una ragazzina di sette anni... Devo essere svenuta dopo che Gin mi ha scaraventata contro

quella parete...’ pensò la ragazza, portandosi una mano alla fronte, tentando di ricordare la serata precedente.


 
“Cerca di non muoverti Ai.” Le disse una voce maschile. La ragazza alzò lo sguardo: era Shinichi, adulto.

Era senza maglietta, aveva addosso solo i bermuda ed era seduto alla scrivania.

Ai arrossì leggermente, ma senza perdere l’occasione di fare del sarcasmo: “Dove hai messo la maglietta,

signor Kudo? Non ti bastano i complimenti per le tue doti da detective?” gli disse ridacchiando.

Lui si girò, arrossendo leggermente: “Spiritosa! Ma non ti sei accorta che la stai indossando tu?” le rispose.

“Che cosa?!” gridò la ragazza, abbassando immediatamente lo sguardo sul suo corpo.

Era piena di bende ovunque, attorno a tutto il corpo, ai fianchi, sulle cosce, sulle braccia e aveva dei cerotti

su tutti i graffi.

Immediatamente si rese conto che quelle bende poteva avergliele messe solo Shinichi, e che sicuramente

doveva averla spogliata per farlo. Sentì il viso diventare rosso, viola o di qualche altro colore che non è

ancora stato inventato.

Nemmeno lei sapeva se fosse per la rabbia o altro.

“Shinichi... Mi hai medicata tu?” gli chiese sottovoce, con lo sguardo basso e il viso nascosto dai capelli che

le ricadevano sul volto.

“E chi sennò?” le rispose distogliendo lo sguardo: “Avresti preferito rimanere con tutte quelle ferite aperte?”

le disse, ruotando gli occhi altrove, per poi guardarla di nuovo, mentre si copriva il volto con le mani e stava

zitta.

Notandola, tentò di risolvere quella situazione imbarazzante.

“Ehi, tranquilla! Guarda che ti ho messo solo le bende, non ti ho fatto niente!” le disse, sperando che quelle

parole risolvessero qualcosa, ma peggiorò soltanto: “Ma Shinichi!” gridò la ragazza, pentendosi subito dopo

di aver mostrato debolezza.

Decise di cambiare argomento.

“Che ore sono?” gli chiese.

“Sono le quattro e mezza...” rispose il moro sbadigliando.

La castana rimase zitta qualche secondo.

“Shinichi... P-Puoi dirmi che cosa è successo?” chiese con la voce tremolante.

“Mh... Meglio se te lo racconto dopo, adesso dovresti riposare, e anche io vorrei...” non riuscì a terminare la frase.

“No. Non mi piace quel tono, si vede quando nascondi qualcosa, Shinichi, e non ti autorizzo a farlo quando

ci sono di mezzo quelle persone!” gli disse, con lo sguardo basso.

“Sì Ai, ma è anche vero che hai rischiato di morire, ed è meglio che tu ti riprenda, prima.” Disse il ragazzo,

irremovibile.

“Gin... Mi ha sparato lui... A quella fune... Ieri pomeriggio? Ha scoperto la nostra identità?” gli chiese,

continuando a fissare il vuoto.

Quelle parole fecero sussultare Shinichi, che pensò fosse meglio raccontare cosa era successo, se questo

fosse servito a tranquillizzarla.

“No... Ti ha sparato Belmot. Non so cosa cavolo avesse in mente quella donna stasera, sta di fatto che, per

qualche motivo, non ci ha traditi.”

La ragazza sbottò.

“Come diavolo fai a esserne così sicuro!? Come fai a fidarti di quella donna?!” Gridò lei di scatto,

con le lacrime agli occhi.

“Le ho parlato.” Le rispose lui.


...


FLASHBACK

2.00 AM

Conan si era svegliato, e, con ancora la testa appoggiata al letto, aveva sentito la porta chiudersi.

Si alzò, intento ad andare a riportare in casa Ai, quando vide lo zaino dell’amica, probabilmente rimasto aperto

durante la giornata precedente.

‘Ai ha detto che porta l’antidoto sempre con sé...’ pensò il ragazzo, quando udì un’altra voce.

Immediatamente, si diresse in punta di piedi verso la porta di ingresso, e capì immediatamente di chi era la voce:

era quella donna, Belmot.

‘Stanno parlando...’ pensò Conan.

Mentre ascoltava, Conan sentì una frase di Ai: “Una pistola... Non mi sembra che tu sia qui per parlare, Belmot.”



‘Una pistola!?!? Cosa hai in mente, Belmot?!’



“... Appena ti sei sentita male mi sono messa nei panni di quello smidollato del bagnino...” diceva Belmot.



‘Lo sapevo...’ Conan respirava cercando di fare il più piano possibile.



“Sappi che sono in debito solo con il ragazzo di Tokyo...”



‘No Belmot!’ il ragazzo iniziò a trattenere il fiato.



“... Ma Gin sta iniziando a sospettare che io stia mentendo...”



‘Non farlo!’ si morse la lingua.



Tu non piaci a me tanto quanto io non piaccio a quel pazzo!”



‘NO!!!’ strinse i denti tanto da provare dolore.



“E tu mi sei solo di intralcio!”



‘NOOO!’



A un tratto, sentì dei passi veloci: Ai aveva cominciato a correre.

Conan tirò un sospiro di sollievo.

‘Brava Ai...’ pensò il ragazzo tra sé, rivolgendo poi di scatto lo sguardo verso lo zaino dell’amica.

Un sorriso comparve sul suo volto.

Corse, e afferrò la custodia delle capsule di Ai.

“A... PTX... Ok... Deve essere questa!” mormorò il ragazzo, afferrando una compressa, e inghiottendola.

Sentì il suo cuore battere sempre più in fretta...

Sempre più forte... Ormai erano violente palpitazioni...

Ed ecco che arrivò la prima scarica di dolore, che lo pervase, bruciando come fosse soda caustica,

e ricordandogli di togliersi i vestiti prima che fosse troppo tardi.

Riuscì a sfilarsi  tutti, in tempo per un’altra scarica che lo avrebbe fatto urlare, se solo la situazione glielo

avesse permesso.

Egli tentò di non gridare, producendo un verso che strozzò in gola, e che lo fece accasciare a terra.

Cercò di non svenire e, non appena la trasformazione fu completa, Shinichi cercò di alzarsi e di arrivare

al suo zaino: era sua abitudine portare i suoi vestiti, per ogni evenienza.  Quando oramai era pronto,

sentì un urlo disperato:

Dh... DHAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



‘Ai! Devo trovare il modo di metterli in fuga... Non posso fare da solo, Belmot non è da sola!’  pensò il ragazzo,



che stava per correre fuori di casa.

Iniziò a riflettere, ed ebbe l’idea: “Trovato!” esclamò il ragazzo, che iniziò a cercare per la casa tutto l’occorrente.

Aveva con se la carta, le pile e il nastro, e, non appena afferrò il suo papillon, udì degli spari, seguiti dalle urla di Ai.

Ciò lo spinse a prendere tutto l’occorrente e a montarlo.

‘Spero solo che non sia troppo tardi!’ pensava intanto il ragazzo, muovendo velocemente le dita su quegli oggetti,

mentre la sua fronte brillava sempre più a causa del sudore.

Poco dopo corse fuori, dove Belmot, girata di spalle lo attendeva appoggiata al muro, fuori dalla porta.

“Chi si rivede... cool guy!” esclamò la donna, sorridendo.

Stavolta Shinichi, però, non era affatto in vena di chiacchiere: “Dov’è?!” chiese impaziente e arrabbiato.

“Oh, ti riferisci a Sherry... Beh, se ne sta occupando Gin!” gli rispose la donna, facendo spallucce, incurante.

“Tu! Come hai potuto!?!” il ragazzo provava una rabbia incontrollabile.

“Ehi! Non devi prendertela con me, cool guy! Di fatto, io non le ho torto un capello, come promesso!

Ho lasciato anche che si trasformasse, senza far accorgere di nulla Gin, mantenendo il vostro segreto!”

Il ragazzo portò la mano all’orologio spara-freccette narcotizzanti, ma Belmot se ne accorse.

“Impara a essere più discreto la prossima volta. Non ho intenzione di opporre resistenza stavolta.

Narcotizzami pure, ma ricorda queste parole: sappi che la prossima volta non avrò pietà!” concluse la donna.

Shinichi non rispose, prese la mira e sparò, lasciando che la donna crollasse a terra, e mise in atto il piano,

parlando attraverso il papillon.

Con il favore delle tenebre, passò inosservato da Gin che, in tutta fretta, raccolse Belmot e fuggì.

Non appena fu sicuro di essere rimasto solo, corse verso il retro della casa, giusto in tempo per vedere

la donna dai capelli castani, piena di sangue e ferite, trasformarsi in una bambina dal volto innocente.

Le tolse di dosso l’asciugamano insanguinato, si sfilò la maglietta pulita e gliela mise addosso,

riportandola dentro casa per medicarla.

FINE FLASHBACK




...



ANGOLO DELL'AUTRICE: Ecco il capitolo successivo, conclusosi con un resoconto di quanto successo durante la notte dal punto di vista di Shinichi! Non è stato facile scriverlo e non mi piace un granchè il risultato... Insomma, questo capitolo non mi ha soddisfatta poi tanto, ma il risultato, diciamo, non mi fa "schifo", e il capitolo successivo sarà meglio, solo che è ancora tutto da scrivere! In questi giorni mi riposerò un po', e magari mi tornerà l'ispirazione di prima, anche se ovviamente le idee nonn mancano, quindi di sicuro non sono in blocco! Detto questo, a presto!!! <3
   
 
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