Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Frytty    28/07/2009    1 recensioni
Si sa, una notte svegli rende nervosi. Momenti di insonnia per i Malandrini e non solo.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Salve a tutti/e! Torno, nonostante altre due Fanfic ancora incomplete, con questa raccolta che non vuole fare altro che essere una piacevole lettura di momenti di insonnia dei Malandrini e non solo. Ispirata da una mia personale notte insonne trascorsa ad arrovellarmi se c'era davvero qualcosa da fare, ho subito pensato ai Malandrini e soci e ho pensato di condividere con voi le miei idee. Se vorrete farmi sapere cosa ne pensate, sarò ben lieta di ricevere commenti, ma anche critiche costruttive che mi aiutino a migliorare ^^
Ed ora, ENJOY!

Il rumore assordante di un tuono e la luce improvvisa del fulmine subito dopo la risvegliarono per la seconda volta.
Lily Potter sbuffò voltandosi dalla parte del marito in un fruscio rumoroso di lenzuola.
Osservò per un attimo il suo consorte dormire placidamente dalla sua parte di letto, i capelli neri scompigliati che gli coprivano appena le palpebre chiuse, una mano sotto il cuscino e l'altra accanto al viso che si muoveva aritmicamente. Le dita sembravano affette da una sindrome nervosa.
Lily sorrise. Quando dormiva James si immergeva totalmente in un altro universo: non dormiva come ci si sarebbe aspettato.
La pioggia che batteva insistente sui vetri ritornarono a farla sbuffare. Possibile che avesse ancora così paura dei temporali da non riuscire a chiudere gli occhi e a farsi accogliere dalle braccia di Morfeo?
Si distese sulla schiena, cercando di mettere a fuoco gli oggetti che componevano la loro camera da letto. Di solito da piccola riusciva ad addormentarsi così, contando quanti giocattoli era riuscita a tirar fuori dall'armadio durante il pomeriggio e che erano rimasti lì, sul pavimento, oppure osservando le piccole figure illuminate a forma di stella che Petunia aveva insistito per appiccicare al soffitto.
Ma non funzionò.
Sbuffò per la terza volta nel giro di mezz'ora e cambiò nuovamente posizione, girandosi sul fianco destro. Lo sguardo le cadde inevitabilmente sul libro che aveva abbandonato qualche ora prima con uno sbadiglio e che ora giaceva sul comodino. Per continuare la lettura tuttavia, avrebbe dovuto accendere la luce e non voleva svegliare James.
Sbuffò per la quarta volta e si voltò sul lato sinistro trovandosi di nuovo davanti il volto di suo marito.
Odiava non riuscire a dormire: iniziava ad agitarsi perché puntualmente era sempre troppo presto per alzarsi e troppo tardi per fare qualunque altra cosa. Diventava irrequieta.
Scostò appena le coperte e si rimise distesa sulla schiena, le braccia distese, diritte sulla coperta leggera.
Sbuffò.
Forse avrebbe potuto mettersi a contare le pecore...
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci... Niente da fare! Beh ci doveva assolutamente essere un modo per dormire sereni fino alla mattina!
Sbuffò.
< Lil...? Stai bene? > Si voltò di scatto al suono della voce di James, gli occhi ancora semichiusi, la voce impastata dal sonno.
< Si, sto bene. > Mentì.
< Come mai sei sveglia? > James le sorrise, passandosi l'attimo dopo una mano sul viso per scostarsi le ciocche scure che gli ricadevano sugli occhi. Chissà perché i suoi capelli durante la notte, peggioravano visibilmente in quanto a disordine.
< Non riesco a dormire. > Sbuffò di nuovo voltandosi verso di lui. Non voleva sembrare patetica, ma non poté fare a meno di far prendere alla sua voce una tonalità quasi drammatica.
< Il temporale? > Le chiese pratico, in un sussurro.
< Credo di si. > Rispose annuendo, anche se nel buio e senza occhiali credeva impossibile per James riuscire a vederla.
< Mi dispiace, ti ho svegliato... > Continuò.
< Non importa. Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo? Un thé, una camomilla? > Le sorrise, avvicinando una mano per accarezzarle i capelli.
< No, sto bene così. > Sorrise di rimando.
James sbadigliò.
< Cosa posso fare per farti addormentare? >
Lily fece spallucce.
James si voltò verso di lei, posandole una mano su un fianco e attirandola a sé. Lily sorrise mentre incrociava le sue braccia intorno al collo.
James le sfiorò le labbra in un bacio e Lily non ci mise molto a ricambiare. Le permise di appoggiare il capo sul suo petto mentre lui, un braccio sotto la testa, osservava il soffitto scuro che si rischiarava appena quando la luce di un lampo faceva capolino dalle finestre.
Sbuffò.
< Sai, non mi sembra ancora vero che siamo marito e moglie. > Esordì James, la voce appena più alta di un sussurro.
Lily sorrise.
< Attento, potrei sempre cambiare idea. > Si sollevò sulle braccia sovrastandolo senza smettere di sorridere.
< Non lo faresti. > Sorrise di rimando prendendole tra le dita una ciocca ramata, stringendola.
< Come fai ad esserne così sicuro? >
< Sei troppo assuefatta dalla mia presenza. Ti mancherei. >
< Beh, faccio sempre in tempo a tornare dal ragazzo del market giù in paese. >
< Quale ragazzo del market? > L'espressione del viso di James si contrasse in una smorfia disgustata, un misto tra terrore e gelosia.
< Quel ragazzo così simpatico che ha sempre un occhio di riguardo per me. >
< Dovremmo davvero cambiare supermercato. > Borbottò debolmente prima che le sue labbra venissero catturate da quelle della moglie.
< Geloso, Potter? > Gli chiese appena si furono separati.
< Non sai nemmeno quanto. > Le rispose prima di coinvolgerla in un altro bacio.
Iniziò a spogliarla piano, facendo attenzione ad ogni singolo bottone che sgusciava via dalla rispettiva asola della sua camicia da notte.
Lei di rimando riuscì a sfilargli la maglietta del pigiama a righe azzurre e a gettarla via al di là del letto prima ancora che lui stesso se ne rendesse conto.
Aveva bramato quel corpo così tanto ai tempi di Hogwarts che non le sembrava ancora poi così vero di poterlo accarezzare, sfiorare, baciare. E lei... lei diventava ogni giorno più bella.
Gli sembrava impossibile dopo quello che aveva provato, innamorarsi di nuovo, eppure ogni volta che si svegliava e la trovava addormentata al suo fianco, l'ombra di un sorriso sul volto, non poteva fare altro che lasciarsi trascinare dalle emozioni che l'avevano agitato fin dalla prima volta che l'aveva vista. E inevitabilmente si innamorava di nuovo. Perdutamente. Completamente.
La liberò della biancheria mentre lei si premurava di fare lo stesso.
Ribaltò le posizioni quando si scoprì impaziente di amarla completamente.
Non era certo una sensazione estranea alla loro esperienza, eppure c'era qualcosa di magico quella sera e non erano i lampi e i tuoni della tempesta e non era la pioggia che continuava a battere insistente sui vetri della finestra. Era qualcosa di decisamente più potente e perfetto: la meravigliosa sensazione di appartenere completamente a qualcuno, la stupefacente sensazione di perfezione che lascia che le loro mani unite combacino come se l'una fosse la gemella dell'altra, la dolcissima sensazione di un sorriso condiviso dopo essersi amati.

La luce le dava fastidio agli occhi. Quante volte avrebbe dovuto ripetere a James di chiudere le tende prima di andare a dormire?
Voltò la testa dall'altra parte, ma era inutile, la luce aveva ormai preso possesso di ogni più piccolo anfratto di quella stanza.
Sbatté le palpebre per abituarsi all'intensità della fonte luminosa e diede un'occhiata alla sveglia: le sette e mezza.
Si stiracchiò sbadigliando e voltò la testa alla sua sinistra, convinta di trovarci James, eppure non c'era nessuno.
Strano.
Si mise seduta sul letto, accorgendosi solo in quel momento di star indossando la maglia del pigiama di James. Sorrise appena.
< James? > Provò a chiamare. Niente. Forse era andato di sotto a preparare la colazione.
Si alzò, lasciando che i piedi nudi accarezzassero il pavimento freddo. Ormai sulle scale che l'avrebbero condotta al piano inferiore, si maledisse di non aver infilato le calde pantofole.
< Jaaames? > Cantilenò continuando a scendere, piano. Nessuno in cucina, né in salotto, né nell'ingresso.
Forse era già uscito. Senza salutarla e per giunta, così presto.
Risalì le scale diretta in bagno per una doccia calda, ma due braccia le avvolsero la vita da dietro mentre attraversava diretta la loro stanza da letto e la costrinsero ad un grido di spavento.
James rise di gusto prima di prenderla in braccio e trascinarla di nuovo sul letto.
< Mi hai fatto quasi venire un colpo! > Protestò lei mentre lo osservava sovrastarla.
< Volevo farti una sorpresa! > Protestò di rimando lui, divertito.
< D'accordo, bene, sei riuscito a spaventarmi, contento? > Sbuffò lei, il viso ancora indeciso se mostrare un sorriso o un broncio.
< Daaai! E' stato divertente! > Le scostò con un dito i capelli che le erano dispettosi, caduti sulla fronte.
< Bel divertimento, certo! > Mise su un broncio che James trovò adorabile. Gli era sempre piaciuto farla arrabbiare.
< Beh, almeno sono servito a qualcosa, sei riuscita ad addormentarti alla fine. > Sorrise compiaciuto.
Lily per tutta risposta prese a fargli il solletico, mettendo in precario equilibrio la sua stabilità su due braccia e lasciando che ricadesse al suo fianco per poterlo intrappolare.
< T-ti prego... ok, ok, hai vinto! > Riuscì a scandire lui tra una risata e l'altra mentre si contorceva sul materasso tentando di scappare dalle sue dita.
< Ti arrendi facilmente... > Lo prese in giro rimanendo seduta a cavalcioni su di lui in attesa che riprendesse fiato. Anche lei aveva il fiatone.
< Non vale! Mi hai colto alla sprovvista! > Borbottò in difesa.
< Allora siamo pari. > Sorrise prima di allontanarsi da lui, rimettersi in piedi e dirigersi verso il bagno.
James fu più veloce e la bloccò per un braccio prima che afferrasse la maniglia della porta, costringendola a voltarsi verso di lui.
La abbracciò, inspirando il buonissimo profumo dei suoi capelli chiudendo gli occhi.
Lily ricambiò la stretta.
< Cosa c'è che non va? > Gli chiese in un sussurro.
< Niente. > Le rispose allontanandola appena dal suo corpo. < Il mio pigiama ti sta d'incanto. > Le sorrise.
Lei ricambiò.
< Grazie. > Mormorò. Lo strinse in un secondo abbraccio, circondandogli il collo con le braccia.
< Ti amo. > Le sussurrò, la sua bocca vicinissima all'orecchio di lei.
< Anche io. Ma sarà meglio muoversi se non vogliamo arrivare tardi alla riunione. > Si separò dolcemente da lui lasciandogli un bacio sulla guancia ed entrando in bagno.

COMMENTATE?!? ^^

   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Frytty