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Autore: Stria93    26/08/2019    4 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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one vision


No wrong no right

I’m gonna tell you there’s no black and no white

No blood no stain

All we need is one world wide vision



One vision, Queen,1986




Mesopotamia, 3004 b.C.



Ogni uomo, donna, bambino e anziano interruppe ciò che stava facendo per alzare lo sguardo verso il cielo spaventosamente scuro e rombante di tuoni. Un rumoreggiare intimorito iniziò a serpeggiare tra la folla, come se i loro cuori umani presagissero la catastrofe che di lì a poco si sarebbe abbattuta su di loro.
Crawly e Aziraphale si scambiarono un'occhiata preoccupata, nessuno di quei poveracci aveva la minima idea di cosa stesse per scatenarsi sopra le proprie teste, ma loro sapevano. Quella che si stava rapidamente avvicinando da est non sarebbe stata una tempesta come quelle che il mondo, ancora giovane, aveva conosciuto fino ad allora. Non lo sarebbe stata affatto.
Crawly rivolse all'angelo uno sguardo indignato. - Non posso credere che tu sia davvero disposto ad accettare ciò che sta per succedere. -
Aziraphale abbassò gli occhi, incapace di sostenere quell'espressione severa e accusatoria che lo costringeva a fare i conti con la propria coscienza, la quale, purtroppo per lui, aveva ben chiaro da che parte schierarsi in quella tragica circostanza.
- Si tratta del volere dell'Onnipotente, Crawly. Anche se disapprovassi, e non sto dicendo che sia così, non potrei fare proprio niente. -
- Ma tu hai ceduto agli umani la tua spada di fuoco! Non puoi semplicemente voltar loro le spalle e far finta di non vedere mentre migliaia di persone vengono spazzate via dall'acqua solo perché Dio ha deciso così. Tu tieni a questa gente, Aziraphale. Non provare a negarlo. -
L'angelo si morse forte il labbro e strinse i pugni, ostinandosi a tenere lo sguardo fisso al suolo.
- E non startene lì impalato a testa china. Dì qualcosa, maledizione! -
Allora Aziraphale sollevò il capo e guardò Crawly dritto in quegli occhi da serpente. - E che cosa dovrei dire, eh? Che sono in disaccordo con quanto stabilito dall'Onnipotente? Che, se dipendesse da me, porterei in salvo queste persone senza pensarci due volte? Mi stai chiedendo di sollevarmi contro Dio e contro la mia fazione? È questo che pretendi da me, Crawly? -
Il demone rimase attonito davanti a quell'accesso di rabbia che, tuttavia, non sembrava rivolto direttamente a lui ma pareva anzi molto più vicino ad esprimere frustrazione, senso di impotenza e colpevolezza.
In quel momento, Crawly comprese i veri sentimenti dell'angelo e si rese conto della dolorosa battaglia interiore che infuriava nel suo animo, combattuto tra il dovere verso il Cielo e la pietà per gli umani che sarebbero morti in quel cataclisma che, almeno a suo parere, era del tutto ingiustificato e ingiustificabile.
Il fuoco di poco prima si estinse nelle iridi chiare di Aziraphale, che emise un sospiro sofferente e scosse la testa. - Mi dispiace, Crawly. Ma io sono un angelo e non posso contrastare la volontà dell'Onnipotente o ribellarmi alle Sue disposizioni. Davvero, non posso. -
Il demone mimò un cenno d'assenso e, nonostante il moto di comprensione che provava nei confronti di Aziraphale, non poté impedirsi di usare un tono aspro, che suonò più duro di quanto volesse. - Capisco. Be', in tal caso, stammi bene, angelo. -
Così dicendo, Crawly si allontanò, lasciando l'altro triste e sconsolato in piedi in mezzo alla moltitudine di umani affaccendati a radunare le coppie di animali per farle salire sull'immensa arca costruita da Noè.


Il demone camminava nel deserto, tirando calci rabbiosi ai sassi che gli capitavano a tiro. Aveva una tale voglia di sfogare il malcontento che sentiva crescergli in corpo! Come ex-angelo ormai esiliato all'Inferno, Crawly non era soggetto alle limitazioni imposte ad Aziraphale quanto a biasimo verso l'Onnipotente e, a suo parere, Egli dimostrava davvero un'abnorme ipocrisia. Davvero riteneva che la migliore soluzione all'insoddisfacente condotta dei mortali fosse uno sterminio di massa? Non Gli importava che, in quel disastro, sarebbero morti anche dei poveri disgraziati senza colpa? Sul serio era pronto a elargire una punizione tanto orribile anche a dei bambini innocenti?
Si sentiva tradito, Crawly. Deluso.
Un conto era condannare all'eterno esilio nel pozzo infernale un manipolo di angeli che avevano osato ribellarsi alla Sua autorità, un altro decidere di punto in bianco di commettere un genocidio per poter ricominciare da zero, come un bambino che traccia un disegno sulla sabbia per poi cancellarlo con una sola passata di mano perché scontento del risultato.
Quando Crawly fu certo di essere solo, allargò le braccia, gettò la testa all'indietro e si rivolse al cielo atro e minaccioso sopra di sé. - Devo riconoscerlo! Mi hai davvero sorpreso, vecchio mio! Questa proprio non me la sarei mai aspettata da Te! Ma complimenti per aver battuto l'Inferno nella gara a chi è più crudele! Complimenti davvero! -
Il demone si esibì nella parodia irriverente di un applauso. A quel punto, si sarebbe aspettato di essere colpito da una saetta, di ricevere un segno qualunque dell'ira dell'Onnipotente dinanzi a quella provocazione, invece non accadde nulla, e quel nulla fu quasi peggio che essere folgorato sul posto.
Crawly si lasciò cadere su un masso lì accanto prendendosi la testa tra le mani.
Naturalmente sapeva per esperienza personale che i metodi divini potevano, a volte, rivelarsi un po' drastici, ma quel piano assurdo rasentava il delirio di un pazzo omicida! Era dunque quella la tanto declamata Giustizia Divina? Se tu o i tuoi simili vi comportate male, allora tutta la razza umana (ok, la razza umana locale) merita l'annegamento?
Se essere un angelo comportava appoggiare una tale follia, allora Crawly era felice di non esserlo più. Quantomeno, poteva dirsi apertamente contrario a quel disegno vaneggiante; un privilegio che ad Aziraphale non era concesso, nonostante la sua opinione discordante fosse piuttosto palese.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da un movimento poco distante che il demone colse con la coda dell'occhio.
Alzò il capo e incrociò due occhioni neri che lo scrutavano con un misto di timore e curiosità. Essi appartenevano ad una bambina che, valutò Crawly, non poteva avere più di sei o sette anni. Era molto graziosa e teneva in braccio un cagnolino dal folto pelo marroncino.
- Si può sapere che cos'hai da guardare, ragazzina? -
Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, le parole sfuggirono dalle sue labbra più rudi di quanto intendesse.
La bambina si ritrasse un poco e Crawly sospirò profondamente, cercando di controllarsi.
Non ce l'aveva con quella bimba, ovvio. L'unico destinatario del suo astio in quel momento era Dio, che però sembrava troppo occupato a organizzare la Sua tempesta killer nell'alto dei Cieli per curarsi di lui.
Sfoderò quello che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere un sorriso rassicurante.
- Scusa, non volevo spaventarti. È solo che sono un po' arrabbiato con, ehm... una persona. -
La piccola lo studiò diffidente, indecisa se filarsela il più lontano possibile da quello sconosciuto dai lunghi capelli color delle fiamme o avvicinarglisi.
- Ehm, ti serve qualcosa? - domandò il demone, incerto su come comportarsi.
- Da che parte è l'arca del signor Noè? - chiese lei con una vocina sottile ma decisa.
Crawly alzò un sopracciglio e le indicò un punto indistinto alle sue spalle.
La bambina annuì sia per dimostrare che aveva capito sia per ringraziarlo dell'informazione e s'incamminò dritta per la strada che lui le aveva mostrato, il passo svelto e risoluto.
- Ehi, aspetta! - la chiamò Crawly, alzandosi in piedi e raggiungendola.
La bimba si arrestò e gli piantò addosso uno sguardo sospettosamente interrogativo.
- Dove sono i tuoi genitori? -
Lei rimase in silenzio ma abbassò gli occhi a terra mestamente.
- Oh. - fece Crawly, dandosi dell'idiota per non aver capito subito che la piccola fosse un'orfana. Avrebbe dovuto intuirlo dall'eccessiva magrezza, dalle vesti lacere e dalla polvere che la ricopriva da capo a piedi. Inoltre quella diffidenza, quella cautela mista a coraggio e fierezza denotavano che ella, nonostante la giovanissima età, fosse già abituata a badare a se stessa.
Nel frattempo, la fanciulla aveva ripreso a camminare rapida verso l'imponente battello.
Crawly le corse dietro e l'affiancò, adeguandosi al suo passo. - Perché vuoi andare all'arca? -
Lei gli rispose senza staccare gli occhi dall'orizzonte. - Hanno detto di portare gli animali e io ho Toto* -
Il demone immaginò che si stesse riferendo allo scodinzolante sacco di pulci che reggeva tra le braccine.
- E perché vorresti farlo salire sull'arca? - chiese Crawly, inspiegabilmente affascinato da quella bambina.
- Perché Toto è un maschio e magari lì ci sarà qualcuno con una compagna per lui, così non sarà più solo. Avrà una famiglia. -
Suo malgrado, il demone si sentì assalire da un fastidioso moto di compassione e tenerezza per quella piccola umana.
- E tu? - indagò. - Che farai dopo che Toto sarà partito? -
Solo allora la bambina si fermò per voltarsi verso Crawly.
- Io andrò con lui. - rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo e la domanda che lui le aveva posto suonasse oltremodo stupida.
- Ehm... -
Crawly fece per obiettare, ricordando alla bimba che solo a Noè e ai membri della sua famiglia sarebbe stato permesso di salire a bordo, ma qualcosa nel suo sguardo determinato lo indusse a tacere.
Forse il suo cagnolino si sarebbe salvato, ma quella bambina innocente e del tutto ignara del funesto destino che l'attendeva, sarebbe presto annegata.
Quella consapevolezza lo trafisse come una stilettata e, a un tratto, Crawly prese una decisione: l'avrebbe tratta in salvo. Se non poteva fare nulla per impedire che il discutibile piano divino si compisse, almeno avrebbe provato a salvare quell'unica giovane vita, sottraendola al fato che Dio aveva decretato per lei. Si sarebbe preso quella rivincita, anche se minima. Strappando alla morte quella bambina, avrebbe espresso all'Onnipotente tutto il suo dissenso, sarebbe valso come un atto dimostrativo.
Mentre le camminava a fianco, il suo cervello iniziò ad elaborare un piano per farla salire di nascosto sull'arca. Forse c'era una possibilità, ma avrebbe avuto bisogno di aiuto...


Quando arrivarono in vista della folla radunata attorno al battello, Crawly fu sollevato di scorgere Aziraphale tra i presenti. Temeva che l'angelo se ne fosse andato per evitare di assistere agli eventi drammatici che sarebbero seguiti di lì a poco, invece sembrava che intendesse restare a fianco di quegli umani sventurati fino alla fine, pur sapendo di non poter fare nulla per loro.
Un mezzo sorriso si disegnò sulle labbra del demone: quell'angelo gli era piaciuto fin dall'inizio ed era felice che quella prima positiva impressione venisse ora confermata.
Prima che i due arrivassero troppo vicino alla calca, Crawly allungò un braccio per fermare la bambina, poi le si inginocchiò di fronte e la prese per le spalle, rivolgendole un'occhiata seria.
- Ascoltami bene, non ti permetteranno di salire a bordo. È concesso solo a Noè e alla sua famiglia. Vedi quei due grossi uomini con le lance? Sono guardie che hanno il compito di assicurarsi che nessuno salga sull'arca. -
La piccola umana gli restituì uno sguardo allarmato. - Ma... ma io devo andare. Non posso lasciare Toto! -
Crawly annuì. - Lo so. Ascolta, credo di riuscire a farti imbarcare senza che nessuno se ne accorga, ma mi servirà l'aiuto di un, ehm... una specie di amico. Andiamo a parlarci, ti va? -
La bimba annuì vigorosamente e Crawly le sorrise. - Bene, allora. Vieni con me. -
Le tese una mano e la piccola l'afferrò, non senza una lieve esitazione, e si lasciò condurre tra la moltitudine di persone, fino a quando non furono arrivati in prossimità di un uomo biondo vestito di bianco e con gli occhi chiari che si guardava intorno con aria sconfortata.
- Aziraphale! - gridò Crawly, levando un braccio per attirare l'attenzione dell'angelo che, in effetti, lo riconobbe subito e gli si fece incontro.
- Crawly, che ci fai ancora qui? Tra poco si scatenerà il caos! -
- Potrei farti la stessa domanda, angelo. E comunque devo chiederti un favore. -
Aziraphale alzò gli occhi con espressione stanca. - Te l'ho già detto, non posso fare niente per fermare la tempesta. -
- Non è per questo che sono qui. - ribatté il demone. - Devi fare una cosa per me, e per lei. -
Crawly abbassò lo sguardo e solo allora Aziraphale notò la bambina che stringeva la sua mano.
- Crawly, ma che cosa... -
Il demone abbassò la voce e si accostò all'angelo con atteggiamento confabulatorio. - Intendo farla salire su quella dannata barca, costi quel che costi. Una vita innocente risparmiata, la salvezza di un'unica piccola umana senza colpe. Ti chiedo solo questo. -
- Lo sai che ci sono guardie armate per evitare che i non autorizzati mettano piede sull'arca. - obiettò Aziraphale.
- Ecco perché mi serve il tuo aiuto. - replicò Crawly. - Tu creerai un diversivo e distrarrai quegli energumeni mentre io farò salire la bambina di nascosto. Sarà facile, non sembrano molto svegli. -
- Ma Crawly, io... -
Aziraphale stava per opporsi fermamente alla richiesta, poi commise l'errore fatale di guardare in basso, verso la piccola. Incrociò quei grandi occhi neri e profondi, colmi di domande, di suppliche, di aspettativa e sentì le proprie resistenze sciogliersi come neve al sole. In fondo, si trattava di una povera creatura che certamente non meritava l'amaro castigo che l'Onnipotente stava per infliggere.
Emise un sospiro rassegnato e, prima ancora che potesse comprendere la portata delle sue parole, udì se stesso acconsentire.
- Va bene, Crawly. Tu va', portala al sicuro. Mi occupo io delle guardie. -
Il sorriso luminoso con il quale lo ricompensò il demone gli fece provare un bizzarro fremito lungo la schiena, dopodiché si fece largo tra la folla per raggiungere le guardie, che lo osservarono con piglio severo e circospetto.
- Da qui non si passa. - decretò solennemente uno dei due uomini.
- Oh, lo so. - fece Aziraphale, alzando le mani in segno di resa. - Ma io sono solo venuto a dare un'occhiatina. Sapete, sono un appassionato di ingegneria nautica e mi sarebbe piaciuto poter vedere questo gioiellino con i miei occhi. Certo che è fatto davvero molto bene, non trovate? È la barca più grande che abbia mai visto! Voi ne avete mai viste di più grandi? -
- Sparisci. - gli intimò l'altra guardia. - Abbiamo un compito da svolgere e tu ci stai disturbando. -
- Disturbando? - esclamò Aziraphale, portandosi teatralmente una mano al petto. - Oh, ma io non avevo nessunissima intenzione di distogliervi dal vostro dovere, anzi mi piacerebbe saperne di più. Come mai state sorvegliando l'arca? Perché nessuno può salire? Vi pagano molto per stare qui ad allontanare i curiosi? -
L'angelo straparlò a raffica finché, con la coda dell'occhio, non vide Crawly e la bambina sgattaiolare oltre il presidio e sparire dietro lo scafo dell'enorme imbarcazione. Missione compiuta, e appena in tempo dato che la pazienza delle guardie si stava esaurendo.
Aziraphale decise di porre fine a quella farsa. - Ehm, sapete che vi dico, cari signori? Ora me ne vado e vi lascio lavorare in pace, eh? -
Indietreggiò di qualche passo sorridendo giovialmente ai due energumeni, poi si dileguò tra la folla, confondendosi in mezzo alla gente.


E bravo l'angelo” pensò Crawly con un sogghigno mentre conduceva furtivamente la bimba oltre le guardie.
Un tuono formidabile squarciò la volta violacea del cielo e il demone sentì le dita della piccola stringersi più forte attorno alle sue. Toto lanciò un guaito spaventato, fiutando l'aria satura di elettricità.
- Sta' buono, Toto. Non è niente. - gli sussurrò la padroncina in un orecchio, ma Crawly poté cogliere la paura che vibrava nella sua voce.
Girarono per un po' attorno all'arca e, finalmente, il demone scovò un passaggio chiuso da una semplice asse di legno appoggiata allo scafo. Crawly la scostò e sbirciò all'interno. Si trattava della stiva, dove era stata già sistemata un'esorbitante quantità di fieno e provviste di ogni genere. Una botola conduceva sopra coperta.
Il demone condusse la bambina oltre quel varco, sollevò cautamente la botola e si accorse di essere finito in una specie di stalla dove una mucca dall'aria mite riposava placidamente ruminando fieno con aria beata.
Crawly fece nascondere bimba e cagnolino in una nicchia lì accanto. Nessuno li avrebbe notati se non dopo la partenza. Erano tutti troppo indaffarati a occuparsi degli ultimi preparativi. Noè e la sua famiglia non avrebbero avuto cuore di gettarla fuori bordo una volta che la Terra fosse stata sommersa dall'acqua, o almeno lo sperava.
- Resta qui. Non ti troveranno. - raccomandò alla bambina, la quale si era rannicchiata con le ginocchia al petto e il cagnolino stretto a sé come a volerne trarre conforto e, nello stesso tempo, donarne a lui, altrettanto spaventato.
Lei annuì ed esibì di nuovo il piglio fiero e caparbio che tanto aveva colpito il demone.
- Be', allora buona fortuna, piccola. -
Crawly fece per andarsene quando si sentì chiamare da quella voce sommessa.
- Aspetta... -
Il demone si voltò di tre quarti verso la bimba.
- Grazie. - sussurrò lei, l'ombra di un sorriso a incresparle le labbra.
Crawly annuì piano. - Abbi cura di te, - disse in tono amaro. - perché puoi star certa che Dio non ne avrà. -
L'espressione sul volto della piccola si fece perplessa ma il demone si era già avviato verso il passaggio dal quale erano arrivati, sparendo oltre la botola.


Quando si riunì ad Aziraphale, il cielo si era ormai tramutato in un tripudio di fulmini. I boati dei tuoni si susseguivano quasi ininterrottamente e i primi goccioloni avevano iniziato a cadere sul deserto.
La gente si disperse, correndo alla ricerca di un riparo dalla tempesta.
- Meglio andarcene da qui. - consigliò l'angelo, più mortificato che mai.
- Sì, non sono molto attratto dall'idea di farmi una nuotata. - convenne Crawly, sarcastico, il viso rabbuiato.
- Ma prima di salutarci, - riprese Aziraphale. - dimmi, perché hai voluto salvare quella bambina? -
Il demone si strinse nelle spalle. - Se vuoi, puoi considerarlo un atto di disobbedienza civile. Un piccolo dispetto per l'Onnipotente, diciamo. -
- Crawly! - fece Aziraphale, scandalizzato.
- Che c'è? Io sono un demone, non sono vincolato alle Sue leggi ineffabili. Sono già stato bandito all'Inferno, cos'altro può farmi? -
- Vuoi dire che mi hai reso complice del tuo... com'è che l'hai chiamato? -
- Atto di disobbedienza civile? - suggerì il demone, serafico.
- Sì, esattamente! Hai idea di che guai passerei se si venisse a sapere?! Nel mio caso si tratterebbe di un'insubordinazione bella e buona! -
Crawly si accigliò. - Dunque trovi che salvare la vita a una bambina sia stato sbagliato? Pensi che sarebbe stato più giusto lasciarla annegare? -
- Be', io non... -
- La verità, angelo, è che niente è mai del tutto giusto o del tutto sbagliato e ciò che tu vedi bianco dalla tua prospettiva, può diventare nero se visto dalla mia, non trovi? -
Aziraphale aggrottò la fronte. - Suppongo di sì. - concesse. - Ma la nostra comprensione è limitata. Non possiamo permetterci di giudicare le decisioni dell'Onnipotente. Non siamo in grado di vedere il quadro d'insieme. Forse, anzi, sicuramente, Egli agisce a fin di bene, anche se non ci è dato sapere per quali vie. -
Crawly lo trafisse con uno sguardo tanto gelido e penetrante da provocargli un brivido. - Sai com'è il quadro d'insieme che vedo io, angelo? Migliaia di corpi senza vita che galleggiano nel mare in cui questa parte della Terra si trasformerà tra poche ore. Ma se a te sta bene così... -
Aziraphale prese fiato per replicare, ma il demone schioccò le dita e svanì prima che potesse farlo. Che poi, cosa mai avrebbe potuto ribattere a parole tanto dure che però sapeva essere impietosamente vere?
L'angelo sospirò di nuovo e lanciò un ultimo sguardo amareggiato verso le persone in fuga dal temporale.
- Mi dispiace. - mormorò con un filo di voce. - Mi dispiace tanto. - dopodiché schioccò a sua volta le dita, scomparendo e lasciandosi dietro un'unica piccola lacrima che andò a confondersi con la pioggia.



*Toto è il nome del cagnolino di Dorothy ne Il Mago di Oz. Sì, in questo caso, lo sforzo creativo da parte mia è stato praticamente nullo.

  
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