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Autore: Fujiko91    26/08/2019    0 recensioni
Ho usato due attori famosi come presta volto: Richard Armitage è Adam e Mia Wasikowska è Catherine.
La storia è ambientata negli anni '50.
Un'estate e l'incontro con Adam cambiò ogni cosa nella vita di Catherine.
Non tutto però fu positivo, molti segreti vennero a galla e nulla fu come prima.
Catherine perdonerà Adam?
E Alan quale ruolo avrà in questa storia?
Auguro una piacevole lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Betato: ringrazio Crazy Lion per la sua correzione dei piccoli errori! :*

 

Alla fine giungemmo nel luogo che più amavo in vita mia. Appoggiai il mio cavalletto sul terreno e tirai fuori la tela. Ero pronta per dipingere, quando alzai lo sguardo e incontrai quegli occhi blu. “Adam! Scusa, ma non sapendo che saresti venuto con me non ho preso nulla per te… Facciamo così, per stavolta ti faccio usare tutta la mia roba.”

“No grazie, a me piace guardare.”

“Va bene.”

Tornai al mio dipinto, tirai fuori i vari pennelli e un piccolo contenitore di vetro per poterli sciacquare ogni volta.

Nel frattempo con la coda dell’occhio intravidi lui  tirare fuori una specie di taccuino e una matita e disegnare qualcosa.

“Se posso sapere, cosa stai facendo?”

“Disegno queste meravigliose orchidacee.”

“Oh, amo le orchidee.”

“Anche a me piacciono molto, sono fiori perfetti!”

Ripresi il mio dipinto, cercai di non pensare a quell'ennesima stranezza, ma la mia mente non poteva non rifletterci sopra. Alla fine glielo chiesi:

“Adam, perché ci tieni così tanto alle perfezioni? E alle razze?”

“Cosa? Non è come pensi! Non mi conosci affatto. È meglio tornare a casa, questa sera Thomas ha organizzato per me un ricevimento” disse in fretta.

Aveva voluto evitare il discorso e io non insistetti.

“Lo sai che sei l’unico a chiamarlo per nome?”

“Chi?”

“Mio padre, davvero nemmeno io o mia madre lo facciamo.”

“Io e Thomas siamo… è meglio andare” tagliò corto.

Si spostò e se ne andò verso la direzione che avevamo seguito. Cercai di fermarlo ma non ci riuscii. Così finii il mio dipinto. Appena lo completai  presi tutta la mia roba e mi incamminai verso casa. Una volta raggiunta, lì davanti alla porta c’era Adam ad attendermi.

“Non dica a Thomas che ero con lei, grazie.”

Misteriosamente era tornato a darmi del lei. Annuii in assenso, così lui entrò, invece io mi sedetti sul dondolo per riposarmi un po’ dopo quel pomeriggio tanto particolare.

 

Quando rincasai, mia madre mi attendeva. Salimmo insieme in camera e lei mi diede il vestito da indossare. Un abito molto elegante fatto di pizzi bianchi, con una graziosa cintura di fiori gialli sempre ricamati e un paio di ballerine con i lacci , di colore nero.

Mi andai a fare un bagno, poi mi vestii e infine scesi per dare una mano. Ma mia madre mi fece capire che non aveva bisogno di me.

Così la lasciai fare.

Io me ne tornai in camera mia, e lì attesi fino a che mia madre non mi fece chiamare da una delle cameriere.

Quando scesi le scale, mi sentivo già stanchissima. Non avevo molta voglia di incontrare quegli ospiti che trovavo davvero noiosi. Ma per mia fortuna venne verso di me Annie che mi prese a braccetto.

“Allora dimmi, dov’è l’ospite?” mi chiese subito, curiosa.

“Non nominarlo!” risposi prontamente. “Ora voglio solo godermi la festa.”

“Capisco che debba essere successo qualcosa di nuovo, domani mi racconterai. Andiamo da quella parte, ho appena visto dei bellissimi ragazzi.”

Mia madre aveva trasformato uno dei tanti salotti in una sala da ballo per noi giovani, questo mi fece tornare il sorriso. Perché non mancava nulla. La sala era in stile americano. Le cameriere portavano sui loro vassoi dei mini hot dog, con dei bicchieri di coca cola. E poi non potevano mancare i buonissimi Milkshake. Io ero entusiasta, per non parlare del mitico juke box con le canzoni di Elvis e altre di quel genere.

“Tua madre si è battuta! Non pensi?” mi disse Annie prima di gettarsi nella mischia e ballare.

“Sì in effetti… se l’avessi saputo avrei indossato degli abiti adatti…” ma prima di poter finire la frase qualcuno mi prese per mano e mi tirò nella mischia.

Con mia grande sorpresa era Adam, la musica ora era un lento davvero molto romantico.

Ci stavamo tenendo uno stretto all’altra. Non riuscivo a staccarmi da lui, emanava davvero un buon profumo. I rumori intorno a noi mi arrivavano ovattati.

Adam faceva apprezzamenti sul mio vestito, poi disse qualcosa sui miei capelli e sul mio sguardo. So solo che arrossii. E mi strinsi maggiormente a lui, quando ad un certo punto qualcuno mi afferrò per il polso e mi strappò dalle sue braccia. Mi girai infuriata verso quella persona che aveva osato interrompere un momento tanto bello. Come si era permessa? Non ci potevo credere, era mio padre!

“Catherine! Ti pare il caso di dare un tale spettacolo?”

“Io e Adam stavamo solo danzando!” protestai.

“Oh, vi date del tu… allora chiedo scusa di aver disturbato, continuate pure. Devo andare a bere.”

Me ne tornai accanto ad Adam e lo stavo per abbracciare di nuovo, quando lui esclamò:

“Scusa ma devo raggiungerlo!”

“Chi?”

“Thomas.”

“Aspetta, perché? Gli passerà! Cosa ti importa di mio padre?”

“Molto. Non posso. Mi dispiace, Catherine.”

 

Venni abbandonata nel bel mezzo della sala davanti ad un mucchio di invitati, quando per fortuna mi raggiunse Annie.

“Ma dov’è andato?”

“Da Thomas. Non commentare, te ne prego. Dai, troviamoci un posto tranquillo e sediamoci.”

“Perdonami Catherine, ma io ho appena trovato della compagnia, mi capisci vero?”

“Sì tranquilla, e buona fortuna.”

Proprio così, ero stata abbandonata da tutti. Stavo per tornarmene in camera mia, decisa a lasciare quella festa, quando vidi un volto famigliare tra la folla.

Non potevo credere ai miei occhi!

Scesi velocemente le scale ed entrai nel salotto , mi guardai in torno, appena vidi Annie andai verso di lei, l'afferrai per il polso e la tirai verso di me.

Protestò, ma io la trascinai in cucina

“Catherine, ma che ti prende?”

“Scusa, è solo che ho appena visto Tom… lo so che non può essere lui, ma lo sembrava…”

Annie sbiancò, si allontanò da me e dopo un po’ si accese una sigaretta

“ora andiamo di là a controllare! Ovvio che non può essere lui, ma controllare non ci costa nulla.”

Tremava come una foglia, la sigaretta le cadde a terra e con la punta della scarpa la spense.

Uscimmo dalla cucina e tornammo dagli ospiti.

Per un bel po’ di tempo Annie entrò e uscì da varie stanze come impazzita, invece io mi sentivo felice, perché forse Tom era tornato dalla guerra!

Il che significava che fosse vivo.

Ad un certo punto venimmo bruscamente interrotte da mio padre e da Adam.

Stavano per chiederci qualcosa quando un grido interruppe la festa, 

“È Annie!” dissi guardandomi intorno preoccupata, insieme io e Adam andammo nel giardino e lì trovammo una Annie su di giri e Tom.

La luce della luna non permetteva di vederlo bene, ma io lo riconobbi dallo sguardo, mi precipitai verso di lui per abbracciarlo. 

“Non avvicinarti!”

“Ma cosa dici Annie, non vedi che è tuo fratello Tom?”

“Non è lui, Tom è morto!”

Adam venne con una torcia che puntò sul volto del giovane.

Un grande orrore si impadronì dei presenti, quel volto un tempo così bello, ben curato, dolce e di un bel colore, ora era sfigurato da una bruciatura dovuta ad un acido, l'occhio destro era di vetro, le labbra rosse, l’occhio sano era vuoto e segnato dalle molte sciagure che aveva veduto.

Venni sopraffatta dal dolore. Il mio Tom, il mio primo amore di gioventù, era un corpo senz’anima, ci guardava ma non ci riconosceva.

Mio padre chiamò subito un’ambulanza, che lo venne a prendere e lo portò via, anche Annie se ne andò per dirlo ai genitori.

 

Gli ospiti tornarono alla loro festa come se nulla fosse successo, 

Corsi nella grande sala e urlai con tutto il fiato che avevo in corpo:

“Non vi vergognate a tornare alla vostra vita, dopo aver visto ciò che la guerra ha fatto al povero Tom?”

Ero davvero infuriata e la disperazione accresceva ancora di più la mia rabbia.

La musica si fermò, gli occhi di tutti erano puntati su di me, ma io continuai:

“Vorrei che ve ne andaste tutti via! Voi e i vostri cuori di pietra!”

E feci aprire la porta da una delle cameriere, i miei genitori non protestarono Alla fine la gente raccolse i propri soprabiti e se ne andò a casa propria.

 

Appena la porta si chiuse, salii in fretta le scale ma venni seguita da Adam.

“Catherine, stai bene?”

“No! Tom era un bravo ragazzo. Non meritava ciò che gli è capitato, è il fratello della mia migliore amica e penso che un giorno sarebbe stato un buon marito…”

“Oh, non lo sapevo, chiedo scusa. Se vuoi ti faccio portare un Tè da una delle cameriere.”

Non so cosa mi prese, ma lo afferrai per il polsino della camicia,  e con un filo di voce dissi:

“No. Non te ne andare, ti prego. Resta con me per questa notte.”

“Va bene”

E insieme ci ritirammo in camera mia...

Angolo dell'autrice:

come immaginate sono stata in vacanza e in queste vacanze mi sono rilassata e riposata! u.u
Non ho fatto nulla xD

Ma ora sono tornata e finirò questa long e nel frattempo scriverò altre storie, le idee sono di nuovo molte. Il tempo non molto, ma farò del mio meglio per finire almeno questa storia! 

A presto! :*
Fuji.

 
  
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