Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    28/08/2019    4 recensioni
Ryo e Kaori devono portare a termine una nuova missione per Saeko, dalle conseguenze impreviste...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mese di giugno finalmente era arrivato. Eccezionalmente bello e caldo, fece la gioia di tutti, grandi e piccini, felici di godersi le passeggiate al parco, le serate animate nei luna park, le giornate in spiaggia...
Kaori, che si avvicinava al termine della sua gravidanza, si godeva le mattine e le serate, più fresche. Il bimbo pesava, naturalmente, ma si sentiva ancora relativamente in forma e cercava di vivere la sua routine quotidiana come meglio poteva. Ryo l'aveva sostituita in alcune cose, come andare a fare la spesa, e l'aveva lasciata sola per un'ora. Quell'oretta era un bene per lei perché lui la sorvegliava come una chioccia, cosa che la infastidiva. Era incinta, non morente. Iniziò a canticchiare:
"Let it go, let it go...non va bene, bimba mia?" scherzò Kaori, pensando che ultimamente aveva dovuto passare troppo tempo al parco. Guardò l'ora e si preparò per uscire. Ryo non avrebbe dovuto tardare. Avevano appuntamento al Cat's Eye con i loro amici. Prese la borsa dall'armadio e, chiudendo l'anta, osservò il suo profilo. Faceva ancora fatica a credere che il suo ventre si fosse arrotondato tanto e che un piccolo essere ne sarebbe presto uscito. La porta si aprì su un Ryo con due borse della spesa, senza fiato. Le lasciò in cucina e cominciò a mettere in ordine.
"Lascia, finisco io. Vai a prepararti"
"Devi stare tranquilla"
"Lasciami stare e vai a prepararti. Non partorirò solo perché metto in ordine la spesa" disse con un'occhiata omicida, facendolo filare.
Dopo qualche minuto scesero a prendere l'auto per recarsi al Cat's Eye.
"Stai tenendo il muso?" chiese Kaori, guardando il profilo serio di Ryo. "Non sarà perché ho messo gli assorbenti sulla lista della spesa" disse, scherzosa.
"Tieniti forte" ribatté lui, lo sguardo acuto, le mani in posizione sul volante.
"Ryo..."
"Ascolta, ci stanno seguendo. Non hanno un'aria simpatica e non voglio che tu rimanga coinvolta in una sparatoria" disse, mettendo una mano sul suo ventre e togliendola due secondi dopo.
Kaori si sforzò, cercando di mantenere la calma. Prese la borsetta e controllò la sua arma. Era carica.
"Farò del mio meglio per allontanarmi. Preparati a scendere. Ti lascerò all'entrata di un vicolo. Entra lì, gira a destra, poi a sinistra e a destra, vai dritto e arriverai al Cat's Eye. Capito?"
"Destra, sinistra, destra. Sì, va bene"
"Rimani lì finché non vengo a cercarti"
"Ok. Ryo, stai attento"
"Non preoccuparti. Eccoci. Vai" la esortò.
Non appena lei chiuse la portiera, lui si avviò e lei si tuffò nel vicolo. Camminò più velocemente che poteva, ma il caldo e la mancanza di respiro non l'aiutavano. Si voltò a destra, sollevata di non essere visibile dalla strada. Riconosceva il vicolo. Era a cinque minuti dal bar. Girò a sinistra e camminò. All'improvviso arrivarono degli uomini dall'incrocio successivo e lei si voltò, ma un altro gruppo le sbarrò la strada nella direzione opposta. Erano sei contro una. Anche con la pistola, non poteva fare nulla. Fece l'unica cosa che poteva fare. Afferrò una spilla che aveva lasciato nella borsa e che conteneva una cimice e se la ficcò in tasca. Si bloccò quando sentì la canna di un'arma appoggiata contro la sua schiena, lasciando cadere la borsa a terra e facendosi trascinare sulla strada dove un'auto attendeva.
Ryo finì per seminare i suoi inseguitori una decina di minuti dopo aver lasciato Kaori nel vicolo. Si recò al Cat's Eye, ansioso di sapere che stesse bene, che non si fosse agitata troppo. Era a una settimana dal termine della gravidanza: un evento del genere poteva scatenare il parto. Quando arrivò, i loro amici lo guardarono sorridenti. Miki gli si avvicinò e, guardando dietro la sua spalla, lo prese in giro:
"Che ne hai fatto di tua moglie, Ryo?"
"Non è qui?" chiese, sentendosi impallidire.
Miki lo guardò in attesa di vederlo sorridere per poi dirle che era con lui, ma non successe niente. Al contrario, Ryo corse via, seguito rapidamente da Mick e Umibozu, e si infilò nella strada che Kaori avrebbe
dovuto prendere. Non la trovò, solo la sua borsa. La pistola era all'interno. Doveva essere stata sorpresa o aggredita da troppi uomini.
"È stata rapita" disse cupamente, rivolgendosi agli amici. Li vide gelarsi. Tornarono al locale, preoccupati. Ryo svuotò il contenuto della borsetta di sua moglie. Lei lo aveva fatto di fronte a lui una settimana prima, improvvisamente presa dall'impulso di riordinare. Nonostante l'ansia, sorrise.
"Ryo, tutto bene?" chiese Mick, sorpreso di vedere la sua aria gioviale.
"Sì. Ho sposato un fenomeno. Non è andata in panico e ha riflettuto con calma anche in un momento critico" disse, stupito dalla sua partner.
"Perché?" chiese Miki, un po' rassicurata dalla serenità del suo amico.
"Ha preso l'unica cosa di cui aveva davvero bisogno: la spilla con su la cimice. Non la indossava. Quindi l'ha recuperata volontariamente"
"Allora puoi localizzarla!" gridò Mick, sollevato.
"Sì"
"Allora andiamo!" disse la voce burbera di Umibozu.
Si precipitarono alla macchina di Ryo. Mick si sedette sul lato del passeggero e tirò fuori il ricevitore dal vano portaoggetti. Ryo gli disse quale era la cimice che Kaori aveva addosso e apparve una sola luce.
"Hai cambiato auto e attrezzatura. Da vero padre di famiglia, ammettilo"
"Piantala, Mick. Ci vedi con un bambino nella Mini o nella Panda?" ribatté Ryo, compiaciuto che il suo amico distogliesse la sua attenzione dalla situazione, permettendogli di mantenere la calma.
"Da quanto tempo ce l'hai?"
"Otto mesi, qualche giorno prima del matrimonio"
"Funziona bene?" continuò l'americano, consapevole dell'effetto della conversazione sul suo amico.
"Sì. Eccoci"
"Qual è il piano?"
"Entriamo, immobilizziamo tutto quello che si muove e prendiamo mia moglie"
"Ok"
Scesero dall'auto e misero il piano in azione. Naturalmente, da bravi professionisti, si presero alcuni minuti per esaminare il luogo, valutare la situazione e studiare nuovamente il piano prima di...buttarsi.
All'interno, Kaori era stata rinchiusa in una stanza isolata. Triturava la spilla sperando che il trasmettitore funzionasse ancora correttamente. Cercò di esaminare il luogo, ma la porta era blindata: non aveva idea della configurazione del luogo. La porta si aprì improvvisamente e apparvero due uomini armati e una donna sulla quarantina. Kaori individuò il simbolo della Fenice sui loro vestiti e sussultò. Non c'era bisogno che chiedessero cosa volevano.
"Non avvicinatevi!" disse, facendo un passo indietro e ritrovandosi contro il muro di fronte alla porta.
"Vogliamo tuo figlio e l'avremo. Per noi non sei di alcuna utilità. O vieni gentilmente con noi e ti faremo partorire tranquillamente senza il rischio di danneggiare il bambino e avendo diritto a una morte indolore, oppure ti apriremo la pancia col coltello e lo faremo uscire selvaggiamente, lasciandoti dissanguare" annunciò la donna, senza alcuna traccia di pietà nella voce.
Kaori si sentì impallidire. Non aveva davvero scelta. Doveva guadagnare tempo. Capitolò. Era il suo primo figlio. Logicamente, ci sarebbe voluto del tempo. A sufficienza perché Ryo arrivasse a liberarli? Lo sperava. Si avvicinò e li seguì, una guardia si posizionò dietro di lei. Quando entrarono in una stanza illuminata con un tavolo per il parto, si fermò davanti alla porta. Si sentiva spaventata, shockata, ma allo stesso tempo la rabbia cresceva, così come lo spirito di ribellione contro quei trafficanti marci. Senza veramente riflettere, Kaori diede una gomitata alla guardia dietro di lei, poi l'afferrò, lo spinse nella stanza, impedendo all'altro uomo di avvicinarsi. Filò via prendendo il corridoio fino a trovare un'uscita.
Emerse in pieno sole, accecata, sul porto. All'improvviso sentì due braccia attorno a sé e cominciò a divincolarsi, terrorizzata.
"Kao, sono io" rantolò Ryo, stordito.
Avevano appena iniziato la loro spedizione di salvataggio quando la giovane donna era piombata fuori dall'edificio, fermandoli sui loro passi. Non era affatto uno scenario che avevano immaginato specialmente quando, seguendo la giovane donna, giunsero una ventina di uomini e una donna furiosa.
"Vuole il nostro bambino" spiegò Kaori.
"Cosa pensate di fare in tre contro venti?" disse la donna.
"Penso che siamo un po' troppi per il poker, ma possiamo tentare con Uno, no?" disse Ryo, beffardo.
"Pensi davvero che sia il momento di fare battute?" fece Kaori, non molto gioiosa all'idea di finire in mezzo a una sparatoria.
"Sei tu, City Hunter?" disse la donna, con un mezzo sorriso.
"Sì, signora, presente. A chi devo l'onore?" replicò Ryo.
"Ana Maria Gonzalez. Sono il capo della Fenice"
Ryo raddrizzò la testa, i suoi occhi improvvisamente seri, l'atteggiamento meno rilassato. Quindi avevano il capo di fronte a loro. La faccenda era seria...
"Mick, proteggi Kaori"
"Va bene. Avvicinati, mia cara" disse l'americano, tirando la giovane donna verso di sé.
Mick si trovava tra Ryo e Umi. I due avrebbero fatto da scudo, lasciando loro un po' di tempo per scappare se necessario. I tre uomini tenevano di mira gli altri. Mick indietreggiò dolcemente, posizionandosi di fronte alla giovane donna. Le aveva preso la mano.
"Non metterti a partorire adesso. Ok, Kao?"
"Non era previsto ma sembra che non sia io a decidere..." fece lei, leggermente tesa.
Sarebbe stato davvero sconveniente. Ryo lanciò un'occhiata veloce per osservare i loro progressi e serrò i ranghi con Umibozu per proteggerli. All'improvviso, fu il delirio. Uno degli uomini iniziò a sparare e tutti gli altri lo imitarono. Mick ebbe appena il tempo di sistemare Kaori in macchina. Ryo e Umi si difesero e lottarono. Gli uomini caddero uno a uno, feriti, e presto rimase solo Ana Maria. Quest'ultima ribolliva.
"Non è possibile. Devo proprio fare tutto!" urlò, tirando fuori una granata dalla sua tasca. "Ti odio, City Hunter. Hai distrutto tutto quello che avevo impiegato così tanto a costruire, e non solamente qui"
"Deve mancarti l'amore. Vieni a fare visita allo Stallone se hai bisogno di sfogarti..." scherzò.
"Ryo Saeba, vuoi un martello?!" gridò Kaori, esasperata.
Pensava davvero che fosse il momento di scherzare. Avevano cose migliori da fare che chiacchierare con una pazza furiosa, no? Ryo rischiò un'occhiata verso la sua donna che lo fulminava e deglutì, spaventato. Aveva dimenticato che la sua dolce metà era leggermente gelosa e gli ormoni non aiutavano a controllare il suo stato d'animo...
"Andrà tutto bene, angelo mio. Mantieni la calma, per favore" la incalzò dolcemente.
"E mi prende pure per stupida! Lo ucciderò!" disse lei, afferrando la pistola di Mick e mirando a Ryo.
"No, pietà, Sugar, amore mio, angelo mio. Pensa al bambino. Ha bisogno di un padre" supplicò, in ginocchio. Lei abbassò la pistola.
"Va bene. Puoi ancora essermi utile. Ma chiudiamo questa storia e torniamo al Cat's Eye. Muoviti"
"Sì, tesoro" disse Ryo saggiamente sotto lo sguardo sarcastico dei suoi compari.
"Lo sweeper numero uno del Giappone" scherzò Mick, contorcendosi dalle risate.
Si bloccò all'improvviso, sentendo la canna di una pistola sulla testa.
"Dicevi, Mick Angel. Ti informo che ti ho disarmato senza che tu reagissi, quindi se fossi in te, mi arrenderei se non vuoi che tutta Tokyo sappia che lo sweeper numero uno degli Stati Uniti si è fatto fregare da una donna incinta" lo sgridò severamente.
"Ok, va bene"
"Banda di pazzi! Siete dei pagliacci!" gridò Ana Maria, sganciando la granata e buttandola su Mick e Kaori sotto lo sguardo spaventato di Ryo.
Per puro riflesso, Kaori sollevò la pistola e puntò la granata che tornò in direzione del capo della Fenice ed esplose, uccidendola all'istante. La donna abbassò l'arma e la guardò incredula.
"Sono stata io?"
"Si può dire che hai una buona mira quando la tua arma non è modificata..." fece Mick guardando Ryo.
"Cos'è questa...ohi" fece Kaori, piegandosi in due.
"Kao?"
Ryo arrivò in due falcate vicino a sua moglie, posandole una mano sulla schiena.
"Una contrazione" gli disse, riprendendo fiato.
"Ti porto in clinica"
Falcon e Mick rimasero lì ad aspettare che arrivasse Saeko, sorvegliando i feriti. Ryo arrivò alla clinica in tempo record. Le contrazioni si susseguivano regolarmente. Stava per diventare padre. Il momento era finalmente arrivato. Avrebbero potuto tenere il loro bambino tra le braccia, vedere il suo viso. Si sentiva felice ma allo stesso tempo ansioso e spaventato. Aveva paura di fallire in quella missione, di non essere all'altezza del bambino e di sua madre. Guardò la giovane donna nello specchietto retrovisore e incontrò il suo sguardo. Lei gli rivolse un piccolo sorriso.
"Sei spaventato, vero?" disse lei con tono canzonatorio.
"Sì" sussurrò.
"Andrà tutto bene, vedrai. Sii te stesso, sarà sufficiente. Abbiamo solo bisogno di essere amati e tu sai farlo"
Lui si sentì onorato di essere il compagno di quella donna. Aveva saputo ispirare così tante cose in lui: gentilezza, generosità, tenerezza, amore...lo aveva salvato da se stesso e le sarebbe stato grato per il resto della sua vita. Oggi lei gli faceva un altro regalo meraviglioso.
"Ti amo, Kaori"
"Anch'io...forse un po' meno in questo istante" fece una smorfia sentendo l'arrivo di un'altra contrazione. Lui l'aiutò ad uscire dalla macchina e ad avanzare verso la clinica. Il Professore arrivò, sorridendo.
"Allora, il grande momento è arrivato?"
"Sembra di sì" boccheggiò Kaori, con una nuova contrazione.
"Seguitemi"
Ryo prese sua moglie tra le braccia. Non gli piaceva vederla soffrire, anche se per un buon motivo. La mise sul letto che il medico gli indicò. Poi l'aiutò a cambiarsi mettendo una vestaglia. Il dottore tornò subito dopo per esaminare la sua paziente. Sistemò le sonde per il monitoraggio.
"Il collo dell'utero è appena aperto. Faremo un piccolo monitoraggio per vedere a che livello sono le contrazioni" disse, per poi lasciarli soli.
Le ore passarono. I loro amici si riunirono nella sala d'aspetto. Erano ansiosi di incontrare il nuovo membro della loro famiglia, quello che a dire il vero meno si erano aspettati di conoscere. Camminarono su e giù, ascoltando il minimo rumore che avrebbe dato loro un'indicazione di ciò che stava accadendo all'interno della stanza, osservando il via vai di Doc...
"È proprio un Saeba...sa farsi desiderare" soffiò Miki, impaziente.
Tutti si guardarono e risero di cuore. All'improvviso, la porta si aprì, lasciando passare il Professore e poco dopo Ryo che chiuse la porta e vi si appoggiò, esausto e cupo. Tutti si guardarono, presi dalla paura. Non avevano sentito nulla: nessun grido, nessun pianto...non potevano crederci. Non poteva essere vero. Mick si avvicinò al suo amico e gli mise una mano sulla spalla.
"Ryo?" mormorò, la voce tesa.
Lo sweeper numero uno lo fissò e scosse la testa.

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl