Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Sakurachan 92    29/08/2019    2 recensioni
"Hanami, pensò Naruto.
Era quello il termine giusto per definire quel momento. Hanami, ossia guardare i ciliegi in fiore, godere della bellezza della loro fioritura, ammirarli mentre, con tutta naturalezza, sprigionano il loro magnifici e delicati colori".
NaruSaku con accenni NaruHina/SasuSaku
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una notte d’estate afosa. Poche luci illuminavano le stradine di Konoha mentre Il flebile bagliore della luna penetrava dolce attraverso la finestra dell’ufficio del nanadaime. Il suono delle cicale spezzava l'assoluto silenzio notturno e accompagnava il fruscio delle foglie che danzavano sotto la carezza di una leggera brezza. 
"Aww, ci siamo quasi’ disse Naruto massaggiandosi energicamente le spalle, "ancora un paio di firme e il fascicolo sarà completo. 
Sakura, che se ne stava in piedi di fronte ad una scrivania, intenta a riordinare pile e pile di documenti sparsi un po’ ovunque. Era la millesima pratica che controllava quella sera e ce ne erano almeno altre cinque dozzine da vidimare e protocollare. Mentre guardava quella marea di fogli sparsi su tutto il tavolo, sospirò seccata ‘Ricordami perché sono qui ad aiutarti", disse poi voltandosi e piantando i suoi occhi color smeraldo in quelli cerulei del biondo seduto alla scrivania.  
"Andiamo Sakura-chan! Sai che di pratiche mediche non me ne intendo! “, disse Naruto scompigliandosi I capelli stressato, "certificati di malattia di qua, certificati di invalidità di là... non avrei terminato il lavoro nemmeno tra un milione di anni senza di te!" disse il giovane hokage, facendo cadere a peso morto la testa sulla scrivania.  
La donna sbuffò, per poi lasciarsi andare in un leggero sorriso. 
Da quando era diventato hokage, Naruto non avevo nemmeno un secondo libero. Rinchiuso giorno e notte in quell’ufficio, lo vedeva rincasare ad orari improponibili quando, dopo il turno notturno in ospedale, faceva anche lei ritorno a casa. Non doveva essere facile avere così tante responsabilità, così tante vite che dipendono da te e dal tuo operato. 
Lo ammirava. 
“Beh, almeno ammetti che saresti perduto senza l’aiuto della sottoscritta" disse sogghignando compiaciuta.  
“E comunque la fai più tragica di quel che è! Il grande Naruto Uzumaki, il Salvatore del villaggio… messo K.O da un po’ di cellulosa e inchiostro. Sapevo che eri una testa bakata ma non immaginavo fino a questo punto "sghignazzò la donna, per poi voltarsi e riprendere il suo lavoro. 
Naruto arricciò il naso sentendosi punzecchiato. 
Non è per nulla cambiata in questi anni, pensò poi fissando la schiena della donna. Sempre schietta e spigolosa nei commenti, non si tirava mai indietro quando si trattava di aiutare qualcuno in difficoltà. Medico eccellente, ninja temibile e madre amorevole… tutte queste caratteristiche racchiuse in un corpo sinuoso e snello, nonostante la maternità e gli anni trascorsi. 
Ad essere cambiato era pero’ il rapporto che li univa. Da ragazzino era solito fantasticare su quella ragazza dai lunghi capelli rosa e dagli occhi dello stesso colore dei prati che ricoprivano le colline del villaggio. Così bella e irraggiungibile da costringerlo a nottate insonni per i troppi pensieri legati a lei.  
Lei...che non lo degnava di uno sguardo, nemmeno di una parola, ossessionata com’era dal suo amore per il taciturno e tenebroso Sasuke, la cui ineccepibile bellezza aveva attirato l’attenzione di tutte le ragazze del villaggio.  
Il suo primo amore. 
Aveva ghermito il suo cuore e il suo animo a tal punto da spingerlo a pensare solo ed esclusivamente alla sua felicità.  
Per quel sorriso, per vederlo di nuovo nascere e brillare sul suo viso, aveva rinunciato alla sua felicità e a quei sentimenti d’amore. 
“Ehi, ma mi stai ascoltando?”. 
Sakura agitò la mano davanti al viso del biondo che, improvvisamente, si ridestò dai suoi pensieri.  
La donna era a qualche centimetro dal suo viso e lo scrutava in volto interrogativa. Preso alla sprovvista, il biondo iniziò a farfugliare ‘Er..ehm.. Si..si, certo Sakura-Chan! E’ che sono stanco, tutto qui...eheheheh’ disse ridendo nervosamente mentre le guance si velarono di un leggero color porpora.  
La Rosa lo guardo interrogativa poi, con un gesto delicato, poggiò una mano sulla fronte del ragazzo, “Quante volte ti ho detto di riguardarti? L’ultima volta avevi un febbrone da cavallo, non vorrei che ti fossi sovraffaticato di nuovo’ prosegui lei seria.  
Naruto non rispose, ma si limitò a fissare confuso gli occhi della donna che, colpiti dalla flebile luce della lampada ad olio che aveva sulla scrivania, brillavano come due smeraldi. La sua mano sulla sua fronte, così esile e delicata, era fresca come il vento di primavera e portava con sé il profumo dei ciliegi in fiore che tanto amava ammirare.  
Hanami, pensò Naruto. 
Era quello il termine giusto per definire quel momento. Hanami, ossia guardare i ciliegi in fiore, godere della bellezza della loro fioritura, ammirarli mentre, con tutta naturalezza, sprigionano il loro magnifici e delicati colori. 
Passò qualche secondo prima che Sakura si rendesse conto dello sguardo del biondo. Il cuore perse un battito mentre, per qualche strana ragione, i suoi occhi cerulei esercitavano su di lei uno strano effetto magnetico. Dopo un istante che parve infinito, distolse lo sguardo visibilmente imbarazzata. 
Cos’era quella reazione? Imbarazzarsi in quel modo per così poco...era forse una bambina? 
È Naruto...è soltanto Naruto, pensò. 
Non ricordava l’ultima volta che era arrossita davanti a lui. Era mai successo? Forse...in un’altra vita. Una vita che aveva ancora i contorni del Team7, una vita passata e ormai lontana fatta di missioni e dal sapore di ramen istantaneo. 
Già...ramen istantaneo. 
Naruto non ne mangiava più ormai. Hinata, da brava mogliettina, preparava per lui il bento per il pranzo ogni giorno. 
Eppure ricordava ancora i giorni in cui, davanti ad una scatola fumante, Naruto sprigionava i suoi più luminosi e caldi sorrisi. 

 
FLASHBACK 
Naruto sdraiato sul letto d’ospedale protestò, “eddai Sakura-chan!Non riesco ad impugnare le bacchette! Imboccami tu!” disse poi col suo solito sorriso furbetto. 
Sakura sospirò. 
“E va bene...ma non ti emozionare troppo!” disse accomodandosi sulla sedia accanto al letto del biondo. “Lo faccio solo perché EFFETTIVAMENTE non puoi impugnare le bacchette”. 
Il braccio destro del biondo era avvolto da un’enorme fasciatura. Frattura scomposta con deficit di vascolarizzazione; nonostante questo, lui non smetteva di allenarsi per padroneggiare al meglio in nuovo jutsu che, a suo dire, l’avrebbe portato più vicino a Sasuke. 
Lo ammirava così tanto. 
La rosa prese dal comodino il barattolo bollente contenente del ramen al pollo e le bacchette con cui prelevò una manciata di noodle, soffiandoci sopra per raffreddarli. Si sporse poi verso Naruto, “Dai su, apri la bocca”. 
“Saresti una moglie perfetta, Sakura-chan” disse il biondo con un sorriso stampato in volto. La naturalezza con cui pronunciò quella frase provocò un sussulto nel cuore della rosa. 
C-cos'è questa sensazione?”pensò, mentre la mano sospesa a mezz’aria iniziò a tremarle leggermente facendo ondeggiare lievemente i noodle tenuti tra le bacchette. Era così vicina al suo viso che le parve di annegare in quegli occhi color del mare. 
Erano di quel colore i suoi occhi? 
“Uh?!” 
Naruto si sporse leggermente verso di lei, avvicinando la mano non infortunata al suo viso. La ragazza rimase paralizzata mentre delicatamente il ragazzo sfiorava i suoi capelli con la punta deile dita. 
“Hai un petalo di ciliegio tra i capelli Sakura-chan" disse il ragazzo, completamente ignaro dello shock emotivo della ragazza. Accorgendosi dell’improvvisa rigidità di Sakura, ormai paonazza in volto, Naruto si bloccò. 
Con la mano ancora tra i capelli di lei, Naruto incontrò il suo sguardo imbarazzato. 
Poteva sentire il calore del suo fiato accarezzargli il viso e l’odore del balsamo alla ciliegia che usava spalmare sulle sue labbra. Nel rendersi conto della situazione, entrambi arrossirono ma nessuno dei due ebbe il coraggio di interrompere quel momento. 
“In un libro ho letto che imboccare qualcuno è un gesto d’amore che una ragazza compie nei confronti del proprio innamorato!” disse Sai, improvvisamente sbucato dalla porta della stanza d’ospedale. 
Sakura, completamente viola in volto, sobbalzò imbarazzata rovesciando tutto il contenuto del barattolo addosso a Naruto che urlò di dolore al contatto del brodo bollente con la sua pelle. 
La rosa cercò di riprendersi dallo shock mentre il biondo, mezzo ustionato, iniziò a frignare “Sakura-chaaaaan il mio ramen! Adesso cosa mangerò?”. 
La kunoichi si voltò adirata verso Sai e con passo spedito si avvicinò allo shinobi, che di contro le sorrideva cortese. Furiosa, lo afferrò per un orecchio e sollevandolo lo scaraventò fuori dalla finestra con tutta la forza che aveva in corpo. 
“SHANNAROOOOOOO!!!!!! urlò, mentre Sai volava sui tetti della città. 
Si pulì le mani soddisfatta, “così impari a dire certe assurdità!” sentenziò. 
Naruto, dal canto suo, osservava il ramen riverso sul suo letto con aria affranta e le lacrime agli occhi. 
“Domani ti offro una ciotola di ramen da Ichiraku” disse la rosa mentre a capo chino e ancora lievemente scossa cercava di porre rimedio al disastro di poco prima. 
“Domani sarà una giornata fantastica dattebayo!”, gridò Naruto esultante mentre Sakura lo osservava divertita. 
 FINE FLASHBACK 

Il distacco da quel dolce e fresco tocco fu un trauma per Naruto, costretto di punto in bianco a rinsavire da quella sottospecie di stato catatonico in cui era piombato.  Resosi conto di quanto accaduto, avvampò. 
“I-io...non...” disse balbettando mentre nel suo cervello tentava disperatamente di elaborare una frase di senso compiuto che potesse in qualche modo allentare la tensione quasi palpabile.  
Sakura si voltò di scatto dando le spalle all’uomo e, ancora visibilmente turbata, strinse la mano che fino a pochi istanti prima era poggiata sulla fronte del biondo. Prima che Naruto potesse aggiungere altro, si diresse verso la porta con passo spedito cercando di mantenere stabilità nelle gambe tremanti, mentre il cuore non la smetteva di pulsarle nelle orecchie.  
Non poteva mostrarsi in quello stato. 
“E’ ora che vada… si è fatto molto tardi e Sarada sarà in pensiero”, disse premendo la mano contro la maniglia della porta nell’intento di riprendere il controllo delle sue emozioni. 
“Grazie di tutto Sakura-chan" disse l’hokage scattando in piedi, “Ehm..qui concludo io” proseguì afferrando fogli a caso nel vano tentativo di mostrarsi indaffarato. 
“Di nulla”, le parole della donna rimasero sospese nella stanza accompagnate dal suono della porta che si chiudeva alle sue spalle. 
L’ufficio ritornò ad essere vuoto e silenzioso. 
Naruto fissò per un po’ l’uscio poi, con un lungo sospiro, si lasciò cadere sulla sua poltrona, coprendosi il volto con entrambe le mani. 
“Dannazione...” disse scuotendo il capo.  
Reazioni simili non erano da lui...non erano da hokage, per di più sposato e con figli.  
Lui era felice, più di quanto avesse mai immaginato. 
Aveva una moglie stupenda che lo amava e lo sosteneva ogni giorno, due figli straordinari dalle eccellenti doti ninja, seppur ancora estremamente giovani. Non gli mancava nulla, non desiderava nulla di più di quello che aveva già tra le mani. 
Già. 
Pero’...cos’era quella “cosa”? Quell’incomprensibile vampata di calore che l’aveva investito? Quell'arrossire come un dodicenne nel pieno di una tempesta ormonale. E quei pensieri? Cosa diavolo gli era successo? 
È Sakura-chan...soltanto Sakura-chan. 
“Che ti prende? C’è un po’ di trambusto qui!” disse Kurama con tono sarcastico  mentre se ne stava a braccia conserte ad osservare la scena. 
Ahhh..falla finita” disse seccato Naruto. 
Sarà il caldo... pensò tra sé, Fa davvero brutti scherzi.

N.D.A
Salve a tutti quelli che, per loro sfortuna, sono approdati qui (per caso e non) a leggere questa fanfiction. Che dire?Non scrivevo una NaruSaku da non so quanto tempo...anzi, diciamo che non scrivevo proprio da una vita. Sono molto ma MOLTO arrugginita, quindi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali o di sintassi. Sentivo la necessita di inserire un po' di NaruSaku nel contesto "Boruto" perchè, per quanto io mi sforzi di dare un senso a questa serie, continuo a reputarla una mera scelta commerciale che ha soltanto gettato fango su una delle serie manga più amate ed apprezzate di tutti i tempi, A noi, povere anime NaruSaku che ancora resistiamo, non restano altro che fanfiction e trastullamenti mentali su come sarebbe potuta andare la storia se Kishimoto avesse mostrato un po' di attributi e avesse deciso di dare un senso a 700 capitoli. Questa storia la dedico a voi NaruSaku, a voi che combattete quotidianamente contro il fanservice che tutto muove. Spero che questa storia vi piaccia!Non so se rimarrà una one-shot o diventerà una storia con più capitoli.Vedremo dove il mio cuore NaruSaku mi condurrà- P.s L'idea di questa fanfiction mi è venuta qualche tempo fa leggendo un'altra NaruSaku qui su EFP, "Ramen" di Dregya (con cui mi comlimento nuovamente).

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sakurachan 92