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Autore: GattyP    29/08/2019    2 recensioni
Severus Piton è pentito di quello che ha fatto: Voldemort ora conosce parte della profezia della Cooman e vuole uccidere Harry e i suoi genitori. Decide allora di salvare Lily senza ricorrere all'aiuto di Silente. Con l'aiuto di un gruppetto di insospettabili personaggi...
Genere: Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Mary MacDonald, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 17

 

Il basilisco

 

Il mostro  stava per far uscire la sua schifosa testa dalla porta e, prima di vedere i suoi malefici occhi, gli ho lanciato, sul muso, un Avada Kedavr. Poi, senza guardarlo (non sono così idiota), sono fuggito velocemente, voltandogli le spalle. Sapevo che la mia maledizione oscura era del tutto inutile, dato che le scaglie della corazza lo rendevano assolutamente invulnerabile a qualsiasi tipo di magia, bianca o oscura, e quindi le maledizioni senza perdono non gli avrebbero fatto niente, se non irritarlo. Il mio patetico e disperato piano era, in quel momento, solo quello di tirarmelo dietro, il più lontano possibile dai ragazzi (e da Lily), chiusi vicino alle cucine (i Tassorosso) o nelle torri di Grifondoro e Corvonero.

Per fortuna il mostro era lento, più lento di me e riuscivo a tenerlo a distanza. Ma non potevo allontanarmi troppo, perché temevo che, se mi perdeva di vista, cambiasse direzione e si dirigesse verso i ragazzi, o gli insegnanti che, dalle mura, controllavano  la situazione.

Mi spostavo a caso, dove trovavo la strada libera, avendo perso anche il senso dell’orientamento (era un po’ che non giravo per Hogwarts e, detto tra noi, i corridoi sono quasi tutti uguali… si distinguono per quadri o armature e, dai miei tempi, li avevano spostati abbondantemente) e sentivo, sempre dietro di me, il basilisco strisciare, mentre io, ogni tanto, senza guardare,  lanciavo un Avada  Kedavra, verso il punto in cui immaginavo fosse, dove sentivo il rumore del suo orrido corpo strisciare sul pavimento.  

Pensavo a tutto quello che sapevo del basilisco, ma non vedevo nessuna possibilità, se non una… avrei dovuto colpirlo con le fauci aperte… probabilmente un Avada Kedavra a distanza ravvicinata, negli organi interni del mostro, non corazzati, l’avrebbe potuto uccidere. Ma il basilisco apre la bocca  solo per mordere e il suo morso è mortale. E non potevo neanche tenere gli occhi aperti per colpirlo all’ultimo momento, dato che incrociare il suo sguardo è impossibile…… Certo, era meglio una morte immediata, uccisa dallo sguardo di quel serpente, alle torture che mi avrebbe inflitto Voldemort, che presto sarebbe entrato nel Castello…. La morte di Silente aveva disattivato, probabilmente, molte delle protezioni che precedentemente impedivano ai Mangiamorte di entrare e, quando quel mostro  avesse ucciso un numero consistente di difensori, e di ragazzi, sarebbe iniziata la vera e propria battaglia…

Mi accorsi, in quel momento che il serpente non mi seguiva più… non gli interessavo più… o semplicemente aveva sentito la presenza di qualcun altro e, seguendo gli ordini del suo padrone, si apprestava a colpire… Improvvisamente impallidii. Riconoscevo il posto! Mi ci ero recato tantissime volte, con Lily, tanti anni prima: ero vicino all’ingresso alla torre di Grifondoro, dove c’erano i ragazzi, chiusi dentro, con Lily, inviato da Silente a difenderli… Il mostro sentiva la loro presenza e, probabilmente, voleva entrare proprio in quel luogo!

Mi misi a correre come un forsennato, dietro al mostro. Vedevo le terga del basilisco muoversi davanti a me e gli lanciai, inutilmente, due o tre maledizioni oscure… inutilmente, dato che tutte rimbalzavano sulla sua pelle e la bestia  continuava a dirigersi verso la Torre, incurante di me… Voleva carne fresca, voleva uccidere i ragazzi, voleva uccidere Lily…

Girai l’angolo e vidi il serpente che si accaniva contro il quadro della Signora Grassa, sbattendovi la coda più volte e massacrando il quadro… non so quanto avrebbe resistito. Una fessura e lui si sarebbe infilato… e li avrebbe uccisi…

Non avrei potuto permetterglielo. Uccidere Lily… uccidere dei ragazzini… per un attimo mi vidi, incerto ed impaurito, entrare ad Hogwarts, tenendo la mano di Lily… Hogwarts, il luogo in cui ero stato tante volte felice… e ora li avrebbe uccisi tutti…

Feci allora qualcosa di folle: con gli occhi chiusi mi avventai contro il basilisco, lanciandogli maledizioni senza perdono e mettendo avanti il braccio sinistro: volevo che lo mordesse. Sarei morto, ma avevo una speranza di ucciderlo: una volta che avesse afferrato il mio braccio, che avesse affondato i suoi maledetti denti nel mio braccio, io avrei lanciato, dall’apertura della sua bocca, stretta intorno al mio braccio, una maledizione senza  perdono nella sua bocca, tra i suoi denti, dentro di lui. Sarei morto, ma forse potevo fermarlo, se fossi stato lucido… fino alla fine.

E, un attimo dopo, sempre al buio totale (tenevo gli occhi chiusi… dovevo farmi mordere, non morire prima di aver provato ad ucciderlo), sentii in effetti i i denti di quella maledetta bestiaccia penetrare a fondo nel mio braccio e stringersi in una morsa dolorosissima. Fu attimo. Mentre urlavo in modo disumano (lo confesso: non è piacevole sentire il veleno del basilisco penetrare nel proprio corpo), ho avuto tuttavia abbastanza lucidità di infilare di fianco al mio braccio, nella bocca del mostro, la bacchetta e pronunciare, con tutta la forza che avevo. il mio ultimo Avada Kedavra.

Per fortuna fece effetto: la maledizione oscura colpì il mostro dall’interno, in zone vulnerabili del suo corpo e, un attimo dopo, mentre io continuavo ad urlare per il dolore, sentii   il mostro cadere a terra. Aprii gli occhi e lo vidi, morto, vicino a me. Il dolore era atroce… si stava allargando a macchia d’olio dal mio braccio alla mia spalla e all’intero mio corpo. Non riuscivo più a resistere. Caddi a terra anch’io, vicino a quel maledetto mostro.

L’ultima cosa che vidi fu la porta di Grifondoro che si spalancava… Lily e i ragazzi che uscivano fuori… Lily che, piangendo, si chinava su di me e mi chiamava… Poi più nulla.

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Ero in un bellissimo posto… che conoscevo! Era il parco, vicino a Spinner’s End dove avevo conosciuto Lily! Intorno a me sentivo il canto degli uccellini e, sotto i miei piedi, c’erano tanti fiori colorati. Sentivo un caldo vento primaverile passarmi tra i capelli. E, poco lontano, c’era l’altalena dove, tanti anni prima, avevo visto per la prima volta Lily, librarsi felice nell’aria. Sì, sì, ero vicino a casa mia… nel parco… sentivo anche le voci dei bambini…

Capii di essere morto. Il veleno del basilisco mi aveva ucciso. Mi sono guardato il braccio sinistro: era praticamente perfetto, non aveva nessun segno del morso. Non provavo più dolore. Stavo bene. Era questo… l’Aldilà?

- Oh, questo è quello che desideri? - sentii dire.

Ho alzato gli occhi e ho visto, vicino a me, nel prato, Minerva McGranitt. Ma era diversa dalla McGranitt che conoscevo. Non era l’arcigna professoressa,  sempre seria, sempre austera, con i capelli riuniti in una crocchia, sempre rigida… quella che, quando ero giovane, mi insegnava Trasfigurazioni. Era… più giovane… e più bella… con i capelli sciolti, un gran  sorriso e un vestito completamente bianco.

- Professoressa… dove siamo? - le chiesi.

- Oh, Severus… perché non mi chiami Minerva?… Abbiamo combattuto insieme…

- Siamo anche morti, insieme… non è vero? - le domandai. Certo. La pace, la serenità, la bellezza…

- No… direi di no… o almeno non ancora - mi disse sorridendo.

- Ma… dove sono?

- Beh, in un posto che per te è importante, Severus.

- Io ricordo che… sono stato morso dal basilisco… dal re dei serpenti… il cui morso è letale…

- E poi l’hai ucciso. Sei stato molto coraggioso. Ti  sei  sacrificato per i ragazzi… e per Lily. Le vuoi bene, vero?

- Sì, Minerva. - E poi, spiazzando anche me (non l’avevo mai confessato in questi termini neanche a me stesso, né l’avrei mai detto ad anima viva): - L’amo più della mia stessa  vita. E voglio solo che  lei sia felice… non voglio che lo sia io… per me va bene anche se passerà la vita con … Potter… se  è questo che la può rendere  felice… Farei qualsiasi cosa per lei…

- E per lei ti sei sacrificato…

- Beh, per lei e per i ragazzi… mi sono visto io, per un attimo, quando ero un ragazzino, ad Hogwarts… che è stata  la mia casa… il luogo dove  sono cresciuto e dove ho trovato qualche momento di serenità... e di felicità.. e non ho sopportato quel mostro che lo profanasse, che uccidesse i ragazzi…

- Sei stato meraviglioso, Severus.

- No, Minerva - confessai - Ho sbagliato tutto nella mia vita: ho desiderato il potere, ho commesso ogni genere di crimine, ho ucciso, ho rinnegato i miei affetti, ho obbedito a Voldemort. Ho fatto una vita schifosa, di cui mi vergogno. Non mi vergogno solo di come sono morto… solo questo…

- Tu non sei morto, Severus - mi disse la McGranitt,  dolcemente - O almeno non ancora…

- Ma… il veleno del basilisco è letale…

- Mai sentito parlare di mitridatismo? - mi chiese.

- Beh.. certo - le risposti. Cos’era, un’interrogazione? - E’ l’immunità al veleno dovuta all’assunzione costante di dosi non letali del veleno stesso. In pratica il corpo si abitua al veleno e questo non fa più effetto… Dal nome di un re del Ponto, un nemico dei Romani, se non sbaglio…

- Sì. E ricordi tu, da giovane, che aspiravi a fare la scoperta del secolo, insieme a Lily… l’antidoto universale…

Mi è venuto in mente, naturalmente. Al quinto anno, prima di… rompere con Lily… Eravamo i due alunni più brillanti a pozioni e avevamo distillato, sotto la guida di Lumacorno, l’antidoto al veleno del crotalo. «Perché non proviamo a comporre l’antidoto universale, valido per tutti i tipi di veleno?» aveva proposto Lily. E ci avevamo provato, anche, chini sui calderoni in cui bollivano intrugli e veleni provenienti da tutte le parti del mondo… fino a che… mi faceva male pensarlo… l’avevo insultata… e l’avevo allontanata  da me… e poi lei non era venuta più… e io avevo provato ancora per qualche tempo a portare avanti il nostro patetico tentativo… volevo farle vedere di cosa ero capace, anche senza il suo aiuto… e avevo poi dato un calcio a tutto… il calderone a terra… io in pianto… forse l’ultima volta che avevo pianto…

- Beh, non ho assunto veleno - dissi alla McGranitt.

- I fumi del calderone. Li hai respirati. E’ come se fossero entrati in te e ti hanno immunizzato a diverse combinazioni di veleni. E ora il tuo corpo sta combattendo contro il veleno del basilisco, che è  il re dei serpenti, ma sempre un serpente…

- Vuoi dire che non sono morto? - dissi

- Dipende da te… - mi disse la McGranitt con un sorriso.

- Come?

- Se vuoi, puoi restare qui… o andare avanti… dipende  da te… oppure…

- Oppure?

- Tornare indietro… rischiare di nuovo… affrontare il dolore…, la sofferenza… la morte… Terminare quello che ti eri prefisso… sistemare una volta per tutte Voldemort.

- E’ un mago potentissimo. Non so se sarò in grado…

- Per Lily, se vuoi… sei in grado di fare tutto. Ora pensaci, Severus - mi disse, sempre sorridendo.

- Ci ho già pensato, Minerva - le dissi.

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E, in un attimo, tutto era scomparso:  Minerva McGranitt giovane e bella, i fiori, i colori, il vento, le risate dei bambini, l’altalena. E ho sentito un fortissimo dolore al braccio sinistro, un dolore disumano, un dolore tremendo. E, sopra di me Lily che piangeva a dirotto, e intorno tutti i ragazzi e le ragazze, con gli occhi lucidi o in pianto dirotto, le mani contratte e gli occhi  bassi…

- E’ un po’ troppo presto per piangere la mia morte, Lily - ho detto, tra lo stupore di  tutti.  Lily mi si è gettata al collo, abbracciandomi e piangendo sempre più forte. Mi sono rivolto ai ragazzi più vicini: - Datemi una mano a rialzarmi… Devo… dobbiamo terminare una buona volta quello che abbiamo iniziato…

   
 
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