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Autore: laisaxrem    29/08/2019    2 recensioni
[KakaSaku] Sakura lavora in un sexy shop in centro a Konoha e la sua vita trascorre tranquilla, un dildo alla volta. Finché Ino, sua collega ed amica, non s'infortuna ad un piede e tocca a Sakura sostituirla.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genma, Shiranui, Jiraya, Kakashi, Hatake, Sakura, Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 10: Venerdì 20 Dicembre
 
Sakura era agitata.
Il suo capo si era chiuso in ufficio nell’istante in cui era arrivato e non ne era mai uscito, nemmeno per il loro abituale tè di metà mattina. Ed ora la ragazza iniziava ad essere seriamente preoccupata.
Non era normale. In cinque anni che conosceva Genma non l’aveva mai visto così serio, addirittura accigliato. Se univa quel comportamento austero al discorso che aveva origliato due giorni prima… Forse Kakashi non era uno strozzino, ma era evidente che il suo capo era in ristrettezze economiche. E questo spiegava tante cose. Spiegava perché non aveva ancora assunto un sostituto per Ino, spiegava perché continuava a fare conti, da giorni, tutto il giorno.
Forse il negozio non andava bene quanto Sakura pensava. Forse stavano fallendo. Forse...
«Ahhhhrg! Adesso basta!»
Dopo aver frugato un po’ in uno dei cassetti del bancone ed aver trovato ciò che cercava, andò alla porta d’ingresso, la chiuse a chiave ed appese il cartello “torno subito” – cosa che non aveva mai fatto in tutta la sua carriera di commessa, nemmeno per mangiare. Poi marciò a passo di carica verso l’ufficio aperto e bussò piano sullo stipite.
Genma sollevò un dito – gesto che Sakura interpretò come un “dammi un secondo” – mentre scribacchiava qualcosa su un block-notes, la cartellina rossa che aveva ricevuto da Kakashi il giorno precedente spalancata sul ripiano di legno. Era tutto uno scartabellare di carte e un ticchettio di tasti della calcolatrice.
Finito ciò che stava facendo, qualunque cosa fosse, l’uomo sollevò lo sguardo verso di lei e l’invitò ad entrare con un cenno del capo. Lei obbedì ed andò a sedersi sulla sedia di fronte alla scrivania, ora un po’ in ansia sul come iniziare il discorso.
«Sputa il rospo, Sakura-chan, o ti andrà in combustione il cervello», l’incitò il suo capo, il solito sorriso scanzonato tornato a piegargli le labbra.
«Genma, posso chiederti… Va tutto bene?» esordì la giovane, titubante.
«Mmm?»
«L’altro giorno… ho sentito che parlavi con Kakashi...»
«Ah, capisco. È questo che tormenta la tua testolina?» chiese lui, alzandosi per accendere il bollitore dell’acqua. «Dovresti smettere di aggrottare la fronte o ti verranno le rughe».
«Genma...»
«Non devi preoccuparti. Non stiamo fallendo. Davvero», la rassicurò. Ma il fatto che non la stesse guardando in volto mentre lo diceva, affaccendato a preparare le tazze con il loro tè preferito, non aiutava a scacciare i pensieri che aveva in testa. «Voglio aprire uno strip club al piano di sopra».
Ok, questo non se l’aspettava proprio.
«Cosa?»
«Oh, non essere così stupita. Dovresti aver ormai imparato che il sesso è un business redditizio».
«Lo so bene. Dopotutto sono io a preparare gli ordini per il negozio, ma… uno strip club?»
«Esattamente. Ed uno misto, per di più», aggiunse Genma mentre posava le tazze vuote sulla scrivania e vi si sedeva in modo da guardarla dall’alto.
Il suo volto era raggiante, come un bambino che a Natale ha ricevuto esattamente i regali che aveva chiesto. Era un po’ inquietante, ma Sakura doveva ammettere che preferiva quest’espressione gioiosa a quella accigliata.
«Misto?» s’azzardò a chiedere. Non che morisse dalla voglia di sapere i dettagli del progetto ma voleva capire se Genma parlava sul serio.
«Sì. Sarà diviso a metà, con danzatori da un lato e danzatrici dall’altro, così da coprire una fetta di clientela più ampia. E niente sesso, solo spogliarelli. E pensavo a delle serate a tema, una volta a settimana uno spettacolo di burlesque e...»
«Ok, ok, ho capito», lo fermò lei, mentre lottava per non farsi contagiare dal suo sorriso. «Mi sembri entusiasta».
«Lo sono. È un progetto su cui lavoro da un po’».
Genma allungò un braccio per scompigliarle i capelli ma lei riuscì ad evitarlo prontamente. La questione non era ancora chiarita completamente. C’era qualcosa che la preoccupava.
«Ma… hai problemi di denaro, giusto?»
«Non proprio. Certo, non è una passeggiata aprire un’attività del genere, e non è certo economico», spiegò l’uomo mentre saltava giù dal tavolo ed andava a staccare il bollitore dalla corrente per poi versare l’acqua in entrambe le tazze. «Il negozio rende bene ed ho messo da parte una discreta somma, ma mi serviva un socio ed ho chiesto a Kakashi. E poi lui ha tutta una serie di contatti che stanno rendendo la cosa un po’ più semplice».
«Ma se non sei in bancarotta perché non hai ancora assunto qualcuno per sostituire Ino?»
«Perché tutti i candidati che si sono presentati sinora sono degli emeriti imbecilli. Non affiderei loro nemmeno una pianta grassa, figuriamoci il mio amato Silicon Kunai».
«Ah, è così? Io mi sto spezzando la schiena per coprire i turni di Ino e tu...»
La sua sfuriata venne interrotta da un picchiare al vetro della porta d’ingresso.
«Merda», imprecò la ragazza, non troppo sottovoce.
«Hai chiuso il negozio?»
«Mi aspettavo di doverti asciugare le lacrime per l’imminente chiusura del negozio. Pensavo sarebbe andata per le lunghe», protestò Sakura, spingendo sulle braccia per alzarsi, rassegnata all’idea di dover andare dall’impaziente cliente. «Ma ho messo il dannatissimo cartello. Non possono aspettare dieci minuti per comprare i vibratori?»
«Sospetto che a bussare sia più che altro un tipo da Icha Icha venuto a reclamare un sì», ridacchiò Genma, mettendosi a dondolare sulla sedia.
«Allora può aspettare fuori al freddo», comunicò lei, tornando a sedersi e mettendosi a cullare in grembo la tazza di tè.
Genma rise di gusto e si alzò facendo il giro della scrivania e scompigliandole i capelli.
«Bene, ci penso io allora. Non me la voglio proprio perdere».
«Fallo e da settimana prossima non coprirò più i turni buchi», minacciò Sakura, dannatamente seria.
«Non lo faresti mai. Mi vuoi bene...»
«Nei tuoi sogni, forse».
«… e andrebbe contro la tua etica del lavoro», rincarò lui, ormai più vicino alla porta dell’ufficio che non alla scrivania.
«‘Fanculo l’etica del lavoro. Gli ho già detto di no una volta, non intendo sostenere ancora la stessa conversazione».
«Digli di sì e la tortura finirà».
«Mai».
La sua affermazione causò un’altra risata da parte del suo capo. Sakura non capiva proprio cosa ci trovasse di così divertente.
«Cederai. Sai che cederai».
«Sottovaluti la mia testardaggine».
«No, sei tu che sottovaluti la sua. Oh, andiamo, è solo una serata. Potresti perfino divertirti...» l’incitò Genma mentre il bussare al vetro diventava più insistente. «Soprattutto se gli permetterai di entrarti nelle mutande. È ben armato e sa come usarlo, fidati».
Sakura quasi si strozzò col tè che aveva in bocca.
«Ecco, ora sono convinta più che mai del mio no», disse mentre frugava tra le carte alla ricerca della scatola di tovagliolini di carta che sapeva essere da qualche parte in quel casino. «E comunque tu come fai a saperlo?» domandò, voltandosi per un secondo a guardare l’uomo.
Genma sorrise ed ammiccò.
«Segreto». Ed uscì dall’ufficio.
«Genma, non t’azzardare!» ululò Sakura, posando la tazza da tè e balzando in piedi correndogli appresso.
Troppo tardi. Kakashi si stava già spolverando la neve dalle spalle del cappotto. Imprecando mentalmente, Sakura s’infilò tra lo scaffale delle fruste e quello dei collari nella speranza di sfuggire all’assalto. Forse se passava dalla corsia dei plug avrebbe potuto raggiungere l’ufficio senza farsi notare, prendere la giacca e poi fuggire dalla porta sul retro. Ma questo voleva dire lasciare la borsa alla cassa e non poter entrare nel suo appartamento. Merda.
«Ti ho portato il prospetto. Da quando in qua chiudete il negozio per pranzo?» stava chiedendo Kakashi.
«Oh, la piccola Sakura-chan era preoccupata per me e voleva fare una chiacchierata cuore a cuore senza venire disturbata», spiegò Genma.
«E dov’è adesso?»
«Si sta nascondendo da qualche parte, immagino».
Traditore. “Domani ti metto del lassativo nel tè”.
«Che cosa lei hai fatto?»
«Si nasconde da te, scemo».
Sakura sentì il suddetto scemo ridere di gusto. Che bella risata. “No, smettila! Trova un modo per scappare da qui”.
La giovane commessa lasciò vagare lo sguardo verso l'ufficio. Forse poteva andare a chiudersi nel bagno del personale o nascondersi nel magazzino sul retro: quel posto era un labirinto buio e se avesse giocato bene le sue carte era convinta che Kakashi si sarebbe stancato di darle la caccia. Sì, era un buon piano. Ora doveva solo raggiungere il retro senza farsi notare…
«Buongiorno».
Merda”. Piano di fuga interrotto. Kakashi era a due passi da lei, appoggiato allo scaffale, il cappotto logoro sottobraccio che rivelava un paio di jeans ed un maglione verde altrettanto logori.
«Ti stavi nascondendo da me?» chiese l'uomo, un sorriso evidente anche con la mascherina a coprire la parte inferiore del viso.
«Certo che no», mentì lei spudoratamente. «Stavo controllando se devo aggiungere qualche prodotto».
«Oh, ci scommetto».
Sakura fece finta di controllare la quantità in esposizione di alcuni articoli. Poi, ripescando il suo sorriso da commessa, chiese senza guardarlo: «Ti serve qualcosa?»
«Sono qui per la tua risposta al mio invito».
«L’hai già ricevuta la mia risposta, ieri», gli fece notare la ragazza, continuando a frugare tra gli scaffali sperando che, ignorandolo, avrebbe desistito.
«Pensavo che avessi cambiato idea».
«No. Sono lusingata dell'invito, ma no, grazie».
«Immagino che dovrò passare domani per chiede di nuovo».
Per carità, no!
«Risparmiati il viaggio», gli consigliò con calma lei, e questa volta si voltò a guardarlo. A quanto pareva la tattica dell’Ignora-La-Mosca-E-Se-ne-Andrà non funzionava con lui. Forse un approccio più diretto…
Kakashi non rispose ma i suoi occhi si piegarono in un sorriso.
«Bene, è ora che vada. Aspetto la tua risposta».
«È “no”, Kakashi, e sarà sempre “no”!» gli urlò dietro mentre lui se ne andava sventolando la mano.

 
  
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