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Autore: Ste_exLagu    29/08/2019    1 recensioni
Maki vive a Toronto, e si diverte ad uscire con una coppia di amiche. Sente nostalgia del Giappone e viene portato in un nuovo ristorante di Ramen, in cui incontrerà uno chef di sua conoscenza, tutto questo perché si commuove a mangiare un semplice Ramen.
Dedicata a Cathy_Black.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Jum Uozumi, Shinichi Maki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Cibo e Altri Animali'
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Piper&Saké

Stiamo ballando in pista, e io sono sempre più rapito da questo corpo solido, quelle spalle così grandi che potrei perdermi in un suo abbraccio e poi mi guarda con quegli occhi deliziosamente del colore del cioccolato più fine e io mi sciolgo, sento le gambe di gelatina e lui mi si fa un po’ più vicino e sento qualcuno borbottare e allontanarsi, non capisco bene cosa stia succedendo, i fiumi di Saké che abbiamo bevuto li sento tutti sulla mia capacità di pensare lucidamente. Parte una canzone lenta e il Dj dedica agli innamorati questa canzone e con la coda dell’occhio vedo Serena che riesce a trascinare la pacata Charly sul cubo per ballare il lento. Sento un braccio forte attorno alla vita e l’altro all’altezza delle scapole e vado quasi a cozzare contro il corpo solido di Uozumi, ha un buon profumo, e nonostante il sudore è piacevole poggio la testa contro la sua spalla incapace di pensare razionalmente all’imbarazzo o cagate del genere, e non me ne frega nemmeno se dovesse esserci qualche paparazzo a cercare lo scoop. “Jun” sospiro mentre lo seguo nei movimenti, non sembriamo adatti a questo ballo, infatti dondoliamo insieme sul posto, ma se mi guardassi intorno saprei che non siamo gli unici, ma non mi importa degli altri. “È la sera più strana della mia vita” gli confesso e lui mi sorride “anche la mia, ma non la cambierei con nessuna” la sua voce mi fa impazzire, cosa che non pensavo fosse minimamente possibile, nelle storie che ho avuto ho sempre cercato di zittire i miei compagni occasionali dal parlare, invece il solo sentire la sua voce mi manda il cervello, già a mezzo servizio, completamente in pappa. Nel frattempo la canzone finisce e il ritmo aumenta in maniera vertiginosa, ma Jun non mi lascia “Shinichi sei stato come un fulmine a ciel sereno, sei piombato di nuovo nella mia vita solo da poche ore, ma ora non saprei come poterne fare a meno” Alle sue parole mi protendo verso di lui, per colmare la differenza di altezza e senza pensare a niente, senza pensare al luogo pubblico, senza pensare alla nostra educazione in un paese molto più pudico di questo, senza pensare a cosa possa succedere dopo, lo bacio con urgenza, non riesco ad essere delicato come vorrei, lo assalto e sono stupito quando lui ricambia il mio bacio con naturalezza, senza liberarmi dall’abbraccio, che ora come ora mi sembra il posto giusto dove stare. Sento un fischio, e riconosco subito da chi proviene, solo due persone al mondo riescono a fischiare in quel modo, la cantautrice LP e Serena, visto che la prima non è sicuramente al Piper, protendo per la seconda che fa partire un applauso, ora l’imbarazzo torna prepotente, ma il mio accompagnatore sembra non curarsene e si stacca lentamente dalle mie labbra “Shin, che fai? Mi baci e poi scappi?” scuoto la testa “lei mi sta mettendo in imbarazzo” sento di nuovo la sua risata. “Sai perché ho scelto proprio Toronto come primo ristorante all’estero?” mi chiede e io non riesco a capire il perché di questa domanda “Robe aziendali? Economia?” lui scuote la testa e i capelli si muovono e vengo rapito dal movimento fino al momento in cui riapre gli occhi che aveva chiuso “Tu, Shin, tu sei a Toronto a fare faville”. Non riesco a capire e sento solo l’abbraccio che si fa più stretto. “Non sfuggirmi ancora” la sua voce sembra quella di una preghiera “No, non ti sfuggo, sto troppo bene qua” parlo senza i filtri che la mia educazione mi impone, l’alcol ha fatto il suo effetto migliore, anche se so che domattina agli allenamenti sarò uno straccio. “Ehi Atleta” sento la voce di Charly “Fatti riaccompagnare a casa, mentre io trascino via la mia ragazza, o domani agli allenamenti verremo tutti cazziati per benino” Annuisco, anche se non so se lei riesca a vedere il movimento della mia testa che è appoggiata al torace avvolgente di Uozumi. “Ci penso io” dice Jun e allenta l’abbraccio, riesco a protestare “Ma stavo tanto bene” e lui ride “Su Shin, ti porto a casa” e nella mia testa parte un film a luci rosse che prevede molto sport, ma non il basket. Mi prende per mano “Non so dove stai, mi devi guidare” mi dice e io che sto sentendo gli effetti benefici dell’alcol svanire annuisco “Tagliamo per il Path” e lui controbatte “Con meno venti non passerei da nessun’altra parte”. Camminiamo per il sentiero sotterraneo della città fino al mio appartamento “Attento ho un cane feroce” gli dico mentre metto la chiave nella toppa e cerco di aprire la porta del mio appartamento fallendo un paio di volte “Odio le porte straniere” dico in giapponese, non so quando son passato dall’inglese al giapponese “Lascia fare a me” e apre la porta al primo colpo “Sei il mio principe azzurro” gli dico, non sono ancora troppo sobrio, quando la porta si apre il mio accompagnatore viene travolto da un grosso cane bianco a pelo lungo che cerca di leccargli ogni parte del corpo scoperta dai vestiti. “Hoshi non molestarlo, lo voglio fare io” penso di essermi bruciato ogni freno inibitorio al terzo bicchierino di Sakè caldo, proprio non lo reggo l’alcol. Sento la risata calda di Uozumi. “Shinichi, stasera no, voglio essere molestato quando saremo più lucidi” mi dice prima di baciarmi al centro del mio salotto, senza remore e in modo passionale. Lo trascino sul divano e mi siedo a cavalcioni delle sue gambe. E lui mi carezza la schiena mentre continuiamo a baciarci in modo quasi famelico. Quando la mia mano si avvia verso la sua patta il mio principe azzurro mi prende in braccio e dopo aver aperto un paio di porte, visto che non smetto di baciargli il collo, mi porta in camera mia e mi deposita sul letto. “Shin” lo guardo negli occhi “lo so che vorresti di più ma domattina ti alleni” mi avverte, mentre si sdraia accanto a me cominciando a carezzarmi i capelli e poi trova il mio punto debole, quello che mi fa rilassare fino a dormire, come i bimbi piccoli, mi carezza circolarmente il lobo dell’orecchio e mi mette KO.

Mi sveglio al suono della sveglia che mi trapana le orecchie, sono da solo nel mio letto, indosso il mio pigiama, ma non ricordo di averlo messo, ricordo solo di essermi sdraiato con Jun e che gli avrei voluto fare cose turche, ma lui mi ha rifiutato. Sento fischiettare dalla mia cucina e uno strano odore di cibo giapponese appena cucinato. Mi alzo e dopo essermi stiracchiato mi dirigo in cucina e vedo la schiena di Uozumi nuda, indossa ancora i pantaloni di ieri sera e i miei ormoni impazziscono di nuovo nonostante il mal di testa, muovendomi inciampo in una delle sedie facendo un gran baccano e Hoshi si stacca dalla sua gamba a cui era appoggiato con l’espressione implorante da cane che non mangia da 10 anni e mi raggiunge scodinzolando, “Buongiorno Shin” mi dice sorridendo, ma io non capisco più nulla alla vista dei suoi addominali ancora scolpiti e dei suoi pettorali così virili e che morderei volentieri. Mi porge una tazza di caffè che bevo ancora prima di rispondere al suo buongiorno. “Jun, buongiorno” abbiamo parlato in inglese e poi vedo la colazione che facevo da bambino apparecchiata sul tavolo, mentre lui prende del riso bianco e lo mette in due ciotole. “Spero che ti piaccia ancora la colazione giapponese” mi dice nella nostra lingua madre e io annuisco sono di nuovo al limite della commozione, mi siedo, e poi mi ricordo della colazione con le ragazze “scusa avverto Charly e Serena che non vado a colazione” lo sento ridere “Secondo me si immaginano cose turche” e rido anch’io “Sicuramente. Magari non mi aspettano” lui scrolla le spalle “Io e il mio nuovo amico Hoshi, siamo andati a farci una passeggiata” mi avverte e mi alzo e lo abbraccio “Grazie sei fantastico” e lui approfitta del mio abbraccio per baciarmi. “Alla fine ho fatto bene a venire a Toronto” mi sorride e io non capisco più niente. “Shin colazione e poi devi andare a lavoro” mi punzecchia. “Si ma è basket” e mi infiammo e gli racconto dei colleghi e lui mi ascolta assorto mentre finiamo di fare colazione. Scrive il suo numero su un tovagliolo di carta mi da un bacio e dopo essersi vestito alla velocità della luce “Lavoro, mi stavo dimenticando che devo andare al mercato a fare la spesa” dopo queste parole e un ultimo bacio esce dalla porta di casa mia come un fulmine e io rimango con le bacchette a mezz’aria e lo sguardo perso, quasi quanto quello del mio cane che guarda la porta quasi implorante. Scrivo alle mie amiche che le raggiungo al bar solo per parlare e poi andremo tutti ai nostri allenamenti.



Note Sparse

Non si arriva da nessuna parte come al mio solito parte 2

Hoshi è un ferocissimo golden retriver, cani che se potessero aprirebbero anche ai ladri per un po’ di coccole. Maki ora ha un rivale in amore…

Sono stupido lo so, e il capitolo è cortissimo...



  
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