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Autore: Nymeria87    29/08/2019    2 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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6x9.1 Missing Moment 9.0 

 

Aveva cavalcato a lungo sormontando le alture a Sud che costeggiavano il campo base, fino al momento in cui si costrinse a tirare le redini in procinto di un punto panoramico.
Scese da cavallo e si lasciò cadere in ginocchio affondando le mani nella neve.
Sansa non emise neanche un suono, lo sguardo puntato verso l’orizzonte mentre copiose le scesero brucianti lacrime lungo le guance, non provò nemmeno a fermarle, si crogiolò nel battito accelerato del suo cuore, dovuto alla frenesia della cavalcata e ovviamente ai ricordi tormentati che l’incontro con Ramsay aveva risvegliato nella sua mente. Quegli occhi voraci, crudeli, sembravano trapassarla da parte a parte anche in quello stesso momento e li, su quell’altura carezzata dal vento, giurò a se stessa che in un modo o nell’altro Ramsay non l’avrebbe mai più toccata.
Con quel vivido pensiero in testa si alzò da terra, si asciugò il viso e gli occhi con la manica dell’abito e andò ad appoggiarsi spossata al fianco della sua docile cavalla ritrovandosi inconsciamente ad accarezzarle la criniera, iniziando a pettinargliela in piccole trecce.

Quanto ci metteranno i Cavalieri della Valle a raggiungerci?
abbiamo ancora fino a domani mattina, poi potrebbe essere troppo tardi.
Sicuramente per Rickon lo sarà in ogni caso, non posso permettermi di pensare di riuscire a trarlo in salvo… piccolo Rickon, con i suoi capelli ribelli.

Sentì le lacrime tornare a bruciarle le iridi chiare.

Basta, non posso permettermi questi pensieri. 
Un bagno, mi serve un bagno per lavarmi di dosso tutto questo.

Scosse la testa stringendosi nel mantello, mentre si apprestava a sciogliere velocemente i crini intrecciati della sua cavalla, come a cancellare i suoi stessi pensieri. Rimontò in sella, si sistemò l’abito scuotendo via la neve per poi afferrare decisa le briglie e tornare a cavalcare sui suoi passi, verso il campo, verso l’intimità della sua tenda.

 

———

 

Jon avrebbe voluto fiondarsi nella tenda di Sansa per accertarsi di come stesse dopo l’incontro di quella mattina, ma una volta tornato al campo gli venne riferito che la giovane Lady Stark era stata vista cavalcare le alture circostanti.
Avrebbe voluto raggiungerla,
stringerla disperatamente per farla sentire al sicuro, cullarla in un abbraccio, sussurrarle che non era più sola che potevano affrontare tutto insieme; carezzarle le guance delicatamente, perdersi nel suo sguardo languido, alzarle il viso e baciare…NO!
RIPRENDITI MALEDIZIONE!

Respirò.

Svuotò la mente.

Rispetta la sua decisione. 
Si persuase a lasciare che la sorella metabolizzasse il confronto con Bolton in solitaria, ma diede ordine di avvisarlo nell’esatto momento in cui Sansa fosse tornata al campo.

 

Due ore dopo, il ragazzo che si occupava dei cavalli fece capolino dall’ingresso della tenda di Jon, “Mio Signore, tua sorella è appena rientrata”.
Jon senza neanche rispondere si alzò all’istante dalla sedia che stava occupando, intento fino ad un minuto prima a studiare i piani di attacco; mosse veloce i passi verso l’esterno ma fu bloccato dal ragazzo che gli si piazzò difronte con sguardo basso.
“Perdonami Mio Signore ma non credo sia il caso che andiate ad irrompere nella tenda di Lady Stark proprio ora”.
Jon inspirò irritato soppesando, con nervosismo palpabile, il ragazzo che gli si stagliava di fronte, “e per quel motivo non dovrei, sentiamo?” replicò con occhi di fuoco. Il giovane arretrò intimidito, “perchè mentre mi recavo qui, ho visto entrare nella sua tenda Lady Mormont con a seguito un bacile di rame per il bagno e tutto l’occorrente che immagino serva ad una Lady” rispose velocemente arrossendo in viso, prima di riuscire ad abbassare lo sguardo.

Jon socchiuse gli occhi intento a studiarlo, mordendosi le labbra dall’interno cercando di non soffermarsi sui possibili pensieri che avevano fatto arrossire il garzone. Arretrò di un passo arricciando il naso infastidito, si voltò a guardare il terreno e sospirò rilassando le spalle per calmarsi.
Fece cenno al ragazzo di andare e tornò a voltarsi con la schiena verso l’uscita della sua tenda; le mani ferme sui fianchi; alzò il viso guardando in alto, si scrocchiò il collo lateralmente chiudendo lentamente le palpebre, con l’intento di riprendere lucidità.

La vedrò più tardi.
Pensò.

 

———

 

Lady Mormont sostava immobile all’interno della tenda di Sansa; l’espressione vuota era dovuta alla visione delle cicatrici sul corpo martoriato della giovane erede di Eddard e Catelyn Stark, mentre, immersa di spalle nel bacile di rame si crogiolava nel tepore dell’acqua, abbandonandosi ai vapori, completamente dimentica di come il suo corpo avrebbe potuto turbare la ragazzina.
“Ti ringrazio Lady Lyanna per avermi permesso di usufruire del corredo bagno, mi ci voleva davvero, in particolare dopo questa mattina” disse Sansa con voce lontana ma sempre cortese.

Silenzio.

“io…io non potevo immaginare…” un sussurro tremante fuoriuscì dalle labbra della piccola Mormont; Sansa si voltò verso di lei, non riconoscendo per niente la voce così lontana dal timbro altero che era solita avere. Si accorse in quel momento dello sguardo terrificato della giovane Lady sui suoi lividi verdastri e sulle sue cicatrici.
Sansa liberò un sospiro sconsolato, “mi dispiace Mia Lady, avrei dovuto avvertirti di cosa avresti visto rimanendo a farmi compagnia”; le scuse di Sansa erano sincere, aveva evitato di mostrare i segni lasciati da Ramsay a chiunque, era perfino riuscita a nasconderli a Jon quella sera al castello nero quando si era prodigato ad allacciarle l’abito,
le sue mani calde attraverso la stoffa, quella presa decisa e delicata al tempo stesso…

“Sono io quella che si dovrebbe scusare Lady Stark!” Lyanna Mormont ritrovo voce attraverso quelle parole distogliendo Sansa dai suoi pensieri, “non avrei mai dovuto dubitare in quel modo di te.”
Sansa le sorrise con occhi buoni poi Lyanna mosse un passo verso di lei sedendosi su di una sedia accanto al bacile, gli occhi abbassati mentre Sansa era in attesa della sua domanda.
“è stato lui quindi a farti queste?” chiese in un sussurro togliendosi finalmente la maschera di convenienza e freddezza che era solita indossare.
Sansa annuì tristemente,“ma non tutti gli uomini sono come Ramsay o come Joffrey, addirittura Sandor Clegane, il Mastino, era migliore di loro pur non essendo un cavaliere investito, mi ha sempre protetta a suo modo e anche Lord Tyrion, è sempre stato gentile con me nonostante la sua fama; mi avrebbe concesso tutto il tempo necessario per abituarmi all’idea di condividere il talamo nuziale, non mi ha mai forzata in niente ed è stato l’unico a rispettare me e la mia famiglia.”

“Lord Tyrion è un Lannister!” disse disgustata la piccola Lady ricordando a Sansa di quando lei stessa aveva espresso il suo sconcerto a Margery Tyrell rispetto alle sue imminenti nozze col Folletto. Sorrise amaramente a quel pensiero, “si, è un Lannister e Ramsey invece è un Bolton, un uomo del Nord, ma questo non è bastato a renderlo migliore, ha fatto quello che voleva di me e del mio corpo pur essendo stato un vassallo di casa Stark.”
Sansa guardò direttamente Lyanna chiedendosi se quella ragazzina potesse lontanamente immaginare gli incubi che aveva passato.

“Perdonami Mia Signora, non volevo offenderti né riportarti alla mente infausti episodi”
“Ramsay comunque non mi toccherà mai più” affermò risoluta e furente Sansa cogliendo una scintilla di ammirazione nello sguardo di quella ragazzina,
e se quella scintilla divampasse?
“la capisco la tua diffidenza, è giustificata dopotutto, sono stata lontano dal Nord per così tanto tempo…” disse iniziando a frizionarsi energicamente il corpo, “e Jon, nonostante dicano sia un guerriero formidabile e sia stato Lord Comandante dei Guardiani della Notte, non portando il nome di nostro padre è passato molto inosservato tra i Lord del Nord” immerse la testa all’indietro per bagnarsi i capelli nel bacile; prese poi il pettine ed iniziò a passarlo tra le ciocche tiziane alla ricerca di nodi invisibili, “ma ti assicuro Lady Lyanna, e te lo giuro sul sangue di mia zia di cui tu porti il nome: Jon è l’uomo più buono e degno di fiducia che io conosca, non andrà mai contro il suo onore” affermò Sansa con occhi lucenti e coinvolti.
Non pretendere, mettili nella condizione di comprendere, di empatizzare con te,
saranno loro a seguirti spontaneamente quando capiranno che il tuo problema è in realtà anche il loro.

Lyanna era muta, una statua di cera, sembrava che in quel momento non provasse emozioni soppesando con approccio logico le parole di Sansa; ad un tratto si mosse verso di lei togliendole il pettine dalle mani e prodigandosi a continuare il lavoro sui capelli screziati della ragazza Stark.

Sansa fu quasi sconcertata da quel gesto ma silenziosa la lasciò fare, si avvicinò le gambe piegate verso il petto, affondando la punta del naso tra le ginocchia bagnate tentando di celare un sorriso commosso che le comparve delicato sul volto, scaldandole il cuore.

Sansa chiuse lievemente gli occhi sperando che le lacrime tornassero indietro.

 
   
 
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