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Autore: BeautyLovegood    30/08/2019    6 recensioni
Nonostante l'Apocalisse mancata, Aziraphale ha una grande crisi d'identità. Chi meglio di Crowley lo può aiutare?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era un tranquillo pomeriggio a Soho e la gente passeggiava pensando ai propri affari. Nessuno sospettava minimamente di aver mancato per un pelo l’Apocalisse, com’era giusto che fosse.

Eppure Aziraphale, chiuso nella sua amata libreria, tornata più bella di prima dopo l’accidentale incendio causato da quello strambo del Sergente Shadwell, a bere una tazza di cioccolata, non si sentiva in pace con se stesso e non era la prima volta che capitava. Dopotutto, in quanto angelo, faceva parte della sua natura preoccuparsi per il Mondo e per gli umani, ma questa volta era preoccupato per se stesso. Continuava a pensare alle minacce dei suoi colleghi angeli e alla punizione che Gabriele voleva infliggergli per aver impedito l’inizio della guerra tra Inferno e Paradiso. Pur essendosi salvato grazie allo scambio di corpi con Crowley, era come se un po’ di quel fuoco gli fosse rimasto addosso e l’avesse trasmesso a lui una volta tornati ognuno nei propri panni.

Aziraphale bevve un lungo sorso di cioccolata e si pulì la bocca con un fazzoletto, ma neanche il dolce sapore della sua bevanda lo consolava.

- Credo che opterò per il vino.- pensò a voce alta e con uno schiocco di dita, cambiò la sua tazza di cioccolata in un bicchiere pieno di vino bianco che svuotò in due lunghi sorsi, ma l’angelo sentì il bisogno di bere ancora un po’ e schioccò di nuovo le dita.

 

*

 

Crowley parcheggiò la sua Bentley davanti alla libreria di Aziraphale e aspettò che Bohemian Rhapsody si concludesse, prima di scendere.

- Angelo? Angelo, dove sei? Sono due settimane che non ti fai sentire e non mi piace!- esclamò Crowley dopo aver aperto la porta della libreria con uno schiocco di dita.

- Angelo? Aziraphale?

Il demone si tolse gli occhiali da sole e cercò il suo amico angelo dappertutto.

- Aziraphale, lo so che sei qui, sento il tuo odore, perciò vieni fuori prima che m’incazzi sul serio!- protestò frustrato e sinceramente preoccupato.

- Sionio qu…

Era la voce di Aziraphale, proveniva dalla soffitta. Crowley non ci era mai entrato. Dopotutto, lui veniva in quella libreria solo per parlare con il suo amico, non certo per leggere qualche antico libro, neanche quelli che aveva “salvato” nel 1941.

Quando Crowley arrivò in soffitta, trovò Aziraphale sdraiato a pancia in giù su un divano piuttosto malconcio. Indossava soltanto la camicia e i pantaloni, mentre le scarpe, il panciotto e la giacca erano state gettate a terra. E vicino alla mano appoggiata sul pavimento c’era un bicchiere vuoto.

- Sto forse sognando? No, è impossibile! Non dormo dalla fine del Trecento!- commentò osservando Aziraphale come se fosse un cadavere sulla scena di un crimine, poi si mise gli occhiali in tasca e cercò di girare il suo amico verso di sé.

Aveva il viso gonfio e rosso e i capelli ricci spettinati. Chissà quanti bicchieri di vino si sarà scolato, pensò Crowley.

- Oh, sciau Crul…- biascicò Aziraphale quando si rese conto di avere vicino a sé il suo amico, ma le forze lo abbandonarono di nuovo e affondò la faccia sul bracciolo soffice del divano.

- Si può sapere che cosa angelo hai combinato? Sei forse andato ad una festa senza di me? O ne hai fatta una qui? Anche se mi riesce difficile pensare ad una festa in un posto come questo!- protestò Crowley mentre trasformava il bicchiere vuoto in una tazza di caffè fumante.

Aiutò Aziraphale a mettersi seduto sul divano e persino a bere il caffè, come se fosse un bambino con la febbre. Gli fece bere tre tazze, una dietro l’altra, pur di liberare il suo corpo celestiale profanato dall’alcool.

- Va meglio?- gli chiese dopo averlo lasciato riprendere fiato per un buon quarto d’ora.

- Un po’…

Aziraphale voleva alzarsi per raccogliere le sue cose, ma Crowley lo costrinse a rimanere seduto tenendolo bloccato con la mano sulla gamba.

- Allora, te la senti di dirmi che cosa è successo, angelo? Non è da te comportarti così. Di solito aspetti me per ubriacarti.

- Ero solo… arrabbiato.- disse Aziraphale mentre si strofinava la fronte pulsante con le dita.

- Arrabbiato? E per che cosa? Qualcuno ha rovinato uno dei tuoi libri?

- No… ero arrabbiato… con me stesso.

Era la prima volta che Aziraphale esprimeva a parole questo suo pensiero.

- Non sono uno psicologo, ma sono tuo amico, perciò ti ascolterò. Se non ti dispiace, non perderti in chiacchiere e vai subito al sodo.- disse Crowley e accavallò le gambe, in attesa di ascoltare il suo amico.

- Sono arrabbiato con me stesso per essere da sempre un grande ingenuo. Io mi sono sempre comportato come un angelo modello e tu lo sai, ma quando Gabriele, Michele e tutti gli altri si sono mostrati così… così…

- Cattivi? Non mi offendo mica se usi quella parola. L’ho sempre saputo.- lo interruppe Crowley.

- In che senso, Crowley?- chiese Aziraphale sconvolto.

- Secondo te, perché sono caduto? Non solo perché ero “curioso” di vedere cosa c’era sotto, ma anche perché mi ero reso conto che Gabriele e Belzebù non erano così diversi tra loro e ho pensato che magari valeva lo stesso anche per Dio e Satana, così pensai che se siamo tutti uguali, tanto vale stare dalla parte con più stile. Ed eccomi qui, un sexy e carismatico demone, padrone di una bellissima Bentley.- spiegò il demone.

Aziraphale non poté fare a meno di sorridere per l’ultima parte del discorso di Crowley, ma poi il suo sorriso si spense.

- Esattamente, tu sei così e io che cosa sono? Un angelo topo di biblioteca il cui unico vero peccato è quello di gola.- disse posando una mano sulla sua pancia.

- Quello è un po’ merito mio. Sono un demone, il mio compito è indurre in tentazione chiunque.- disse Crowley posando una mano sulla pancia di Aziraphale come se fosse in dolce attesa.

- Molto spiritoso. Comunque, il punto è che questa Apocalisse mancata mi ha dato modo di riflettere sul mio ruolo nell’Universo. Che razza di angelo posso essere se solo io mi preoccupo degli umani e gli altri pensano solo a se stessi?

L’angelo si alzò di scatto, ma un mancamento lo fece quasi cadere a terra. Crowley riuscì ad afferrarlo in tempo e lo aiutò di nuovo a sedersi.

- Non so se è il vino a farti parlare, ma se fossi in te, la smetterei di preoccuparmi di queste cose. Perché tu, angelo, a differenza degli altri, hai qualcosa in più: l’umanità.- concluse il demone sussurrando all’orecchio dell’angelo. Pur avendo fatto fuori quei rompipalle puzzolenti di Hastur e Ligur, poteva essere sentito da qualcuno altro demone.

- Se è per questo, ce l’hai anche tu.- rispose Aziraphale anche lui a voce bassa.

- Dillo di nuovo e ti strappo la lingua!- disse Crowley a denti stretti e con gli occhi gialli spalancati.

Aziraphale sorrise.

Poi si soffermò sugli occhi del suo amico. E anche sulle sue labbra.

Crowley se ne rese conto e si allontanò, spaventato.

- Comunque, ora che i nostri capi non ci perseguiranno per un bel po’, il mio consiglio per te è: vivi fino in fondo.- concluse il demone rimettendosi gli occhiali scuri.

- Non era vivi e lascia vivere?- chiese Aziraphale confuso.

- Quello vale per gli altri, nel tuo caso è diverso.- si giustificò Crowley.

- Grazie, Crowley.- disse l’angelo posando la mano su quella del demone.

I due guardarono le loro mani, poi fu come se si muovessero da sole, perché s’intrecciarono e non si lasciarono più.

- Cr…

- Sssh… stai zitto, angelo. Vivi fino in fondo.- sussurrò Crowley.

Quello che accade dopo, fu solo l’inizio di una nuova e straordinaria fase del rapporto tra l’angelo e il demone. La loro amicizia, lunga seimila anni, stava per diventare qualcosa di più forte e profondo. Chissà se Agnes Nutter lo aveva predetto…

 

 

Ciao a tutti! Era tanto tempo che non scrivevo fanfiction tratte da una mia serie preferita! Spero che vi sia piaciuta!

  
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